Tutto è nato da una domanda fatta ai lettori. Qual è il luogo più strano di Milano? Una risposta ci ha colpito. «Quarto Cagnino». Motivazione? «Perché non c’è niente a Quarto Cagnino». Abbiamo provato a trovare qualcosa.
«Perché non c’è niente a Quarto Cagnino»
# Un tempo antico borgo…a quattro miglia dal centro

Un quartiere-fantasma che vive all’ombra di San Siro e dell’Ospedale San Carlo. Eppure, varcata la soglia del grande viale, si apre un mondo sorprendentemente verde e silenzioso. Quarto Cagnino si estende tra il Parco delle Cave e il Bosco in Città: due dei polmoni verdi più estesi di Milano. È uno dei pochi quartieri milanesi dove il traffico sparisce, lasciando spazio a strade residenziali e cooperative edilizie immerse nella natura.
Alcuni edifici conservano ancora le tracce dell’antico borgo agricolo che qui sorgeva, poi inglobato nella città nel 1923. Il nome stesso, “quarto”, indica la distanza in miglia romane dal centro cittadino. E “Cagnino”? Probabilmente un riferimento a un’antica cascina.
# Le cascine rimaste

Le strade tranquille ospitano villette a schiera, edifici bassi e piccoli cortili che sembrano usciti da un’altra epoca, mescolati ai condomini moderni. Qui è possibile incrociare con facilità lepri, ricci e addirittura aironi, a pochi metri dalla tangenziale. Tra le chicche da scoprire c’è la Cascina Linterno, antica proprietà dei Benedettini e legata alla figura di Petrarca. Oggi è un centro culturale e agricolo, con orti, laboratori e visite guidate. Tre le poche cascine esistenti nell’antico borgo c’è Cascina Ghisa Maran, da circa un anno oggetto di un intervento di riqualificazione, a quanto pare un restauro conservativo.
# Il quartiere GESCAL di edilizia popolare caratterizzato da una forte identità architettonica

Un altro tesoro poco noto è il Quartiere GESCAL, realizzato nel dopoguerra come modello di edilizia popolare con ampi spazi verdi e una forte identità architettonica: tipologia “a stecca”, con corpi lunghi appoggiati su pilotis rotondi e isole adibite a spazio pubblico e semi-pubblico. Il progetto, curato dagli architetti Matilde Baffa, Mario Ghidini e Vincenzo Montaldo, è stato sviluppato tra il 1967 e 1973.
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# Come muoversi e cosa fare

Pur immerso nel verde è collegato con il centro grazie alla linea M5, fermata San Siro, e da cinque linee automobilistiche ATM (49, 64, 72, 78 e 80). Per gli amanti delle passeggiate, l’anello ciclopedonale che collega il Parco delle Cave al Bosco in Città è uno dei più suggestivi della città. Non mancano le possibilità di svago. In una vecchia balera riqualificata della Cooperativa Edificatrice Ferruccio Degradi c’è il territorio Spazio Teatro 89 che organizza spettacoli che spaziano dalla prosa alla musica. Tra fine maggio ed inizio giugno è invece possibile partecipare alla “Lusiroeula”, lo spettacolo delle lucciole di sera, nel Parco della Cave.
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FABIO MARCOMIN