A lungo trascurata, ora la Bovisa sembra in corsia di sorpasso. Questi i lavori per renderlo il quartiere più internazionale di Milano: le immagini.
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Bovisa World District: il nuovo «quartiere internazionale» di Milano
Andiamo a fare un sopralluogo ai lavori in corso, che sono appena al primo stadio di sviluppo. Ci renderemo subito conto di quanto l’immagine del quartiere sia destinata a cambiare, acquisendo un flavour internazionale pur mantenendo quel fascino unico da vecchia periferia milanese. In questa mattinata calda e soleggiata Bovisa ci ha ricordato almeno 10 grandi città del mondo.
# Via Candiani come a Los Angeles

Questo angolo di via Candiani ha cambiato aspetto già da svariati mesi, ma lo prendiamo a ispirazione per raccontare tutto il resto. Le palme sullo sfondo, le aiuole quasi desertiche, i fiori che sprigionano profumi primaverili non possono che richiamare un’icona assoluta, ovvero la città degli angeli.
# Via Durando come un sobborgo di Amsterdam

Il nuovo studentato ha cambiato faccia a via Durando, rimpiazzando uno scheletro dei tanti che ancora presenziano in zona. Il mattonato, le finestre senza balcone hanno il potere immediato di richiamare l’immagine estetica di certi angoli periferici dei Paesi Bassi.
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# Via Pantaleo come su una collina parigina

Che dire della riqualificazione di un piccolo angolo della Bovisa come via Pantaleo? Molto meglio di ogni aspettativa, incluso il rilancio di questo edificio in stile liberty dai dettagli verdi dei balconi che richiamano subito certi quartieri collinari della Ville Lumière.
# Via Andreoli come una strada di Bruxelles

Il centro della capitale europea è un mix di vecchie resistenze fiamminghe e botteghe multietniche, con qualche intervento contemporaneo spesso non del tutto consono all’ambiente circostante. Che dire, il nuovo profilo di via Andreoli, con lo studentato in completamento, ci ha riportato là, in mezzo allo street food greco e al pavé posticcio.
# Piazza Alfieri e la stazione come tra i cantieri di Londra

La capitale del Regno Unito negli ultimi anni ha rilanciato la sua immagine un po’ polverosa, ma tanti angoli della sua suburbia infinita giacciono ancora in preda a cantieri un po’ anonimi, come quello che potrebbe significare l’inizio del rilancio di Piazza Alfieri e della stazione Bovisa FN.
# Nuovo Poli e Mario Negri come Berlino

Oltre all’idea di trasformazione urbana in sé, ancora non del tutto terminata dopo l’eredità eterna del muro, Berlino ci è tornata in mente appena entrati in quel triangolo ‘di futuro’ racchiuso dalle linee ferroviarie che ospita il Politecnico e l’Istituto Mario Negri, in attesa di diventare parte integrante della città. Spoiler: il museo ebraico berlinese.
# Via Lambruschini come a Copenaghen

Facile pensare alla capitale danese ammirando il nuovo edificio universitario di via Lambruschini, tutto pannelli solari e sostenibilità, in un tratto di strada che ancora chiede pazienza alla fruizione finale, lavori in corso dall’altro lato della strada, tra vecchie case milanesi, interventi statali dissennati e cantieri in partenza.
# Via Giampetrino come in un bosco urbano di Helsinki

Bellissima piantumazione quella di via Giampetrino, che comprende anche un campo da basket, uno da calcetto, uno da bocce per nostalgici e qualche recinzione del padel dei giorni nostri. Inevitabile pensare alla capitale finlandese, la famosa città in cui chiunque si merita di attraversare almeno un tratto di bosco nel tornare a casa.
# La nuova Goccia come a Boston

Il primo intervento di recupero industriale della famosa area della Goccia, che rivoluzionerà l’importanza del quartiere all’interno del borsino milanese, ci lascia con un deciso gusto ‘primi Stati Uniti’. Perché non paragonare il nuovo info point del Politecnico con una delle tappe del Freedom Trail nella capitale del New England?
# Il gasometro milanese come nei docks di Dublino

Chiudiamo con l’auspicio che Milano possa un giorno divenire prospera e ricca come è diventata l’Irlanda nel silenzio generale. Facile paragonare la splendida silhouette di questo gasometro milanese appena riqualificato (ma l’area è ancora chiusa al pubblico) con la riqualifica riuscita (e convertita in appartamenti) di alcuni esemplari simili nei docks di Dublino. Un pub irlandese qui ci starebbe bene, una volta completato il restauro.
Che dire? Eravamo abituati a vedere la Bovisa sanguinare e ora siamo finalmente felici di poterla accompagnare nel suo percorso di rinascita, sperando che si trascini dietro tutta Milano.
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LORENZO ZUCCHI
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