Quando a Milano fu inventata l’autovolante

Come aeroplano toccava i 180 Km/h, come automobile, arrivava ai 70 Km/h. L'ingegno milanese che voleva anticipare il futuro

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Colli
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L’ingegno milanese, nel corso dei secoli, è sempre stato proverbiale, ma nel 1946 toccò uno dei picchi più alti, stuzzicando la fantasia di chi, finita la guerra, non vedeva l’ora di uscire dalla paura ed entrare in un mondo in cui, finalmente, si poteva sognare. Come davanti ad un libro di Salgari, come ascoltando i racconti di quelli che ne sapevano di più (o così sembrava) e affascinavano i presenti con suggestive storie di oggetti luminosi che arrivavano da pianeti lontani.

# La carrozzeria specializzata in costruzioni di alluminio

Di Buch-t – Opera propria, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64331981 – Colli

Un oggetto misterioso che sembrava arrivare da un pianeta lontano fu costruito proprio a Milano: la seconda guerra mondiale era alle spalle, l’Italia si stava risollevando con una forza straordinaria e, in Viale Certosa al numero 181, a Milano la carrozzeria “Colli” s’inventava un veicolo che pareva ideato per ospitare Fantomas in qualche suo intrigo delittuoso da megalomane. L’officina era stata fondata nel 1932 da Giuseppe Colli e dai suoi quattro figli, Beniamino, Mario, Tarcisio e Candido. Giuseppe la sapeva lunga sulle leghe leggere, materiale in grado di rivoluzionare la costruzione di automobili. Alla morte del padre furono i quattro fratelli a portare avanti l’azienda, specializzandosi nel rifacimento e nella creazione ex novo di carrozzerie di automobili per renderle più leggere, aerodinamiche e  veloci. Non solo, l’officina Colli realizzò anche diverse strutture per veicoli adibiti ad esigenze lavorative e sanitarie, come il pulmino che funzionava da ambulatorio per il prelievo itinerante del sangue.

# L’invenzione dell’“aer-car”: un veicolo che poteva fungere sia da aeroplano che da automobile

Ma dicevamo di quel prototipo di vettura del 1946: si trattava di una “aer-car” ovvero un veicolo che poteva fungere sia da aeroplano che da automobile. A dire il vero quello strano mezzo, che creava un po’ di paura in chi lo osservava da vicino, inizialmente non fu preso sul serio dal pubblico, trovando però un grande interesse nell’esposizione ai padiglioni della fiera campionaria di Milano. 

Quel prototipo ibrido, terra-aria, si chiamava “Aerauto PL C”, ed era praticamente un’automobile volante che, allora, costava 500 mila lire. La versione successiva fu la “PL 5C”, che venne ultimata nel 1949. Parliamo di opere costruite in metallo di lega leggera, con ali che potevano essere ripiegate, per consentire al veicolo stesso di viaggiare su strada. Come aeroplano toccava i 180 Km/h, come automobile, arrivava ai 70 Km/h.

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# Il girò per l’italia della vettura volante

Tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta, questa vettura girò per l’Italia, pilotata da Leonardo Bonzi (aviatore e sportivo milanese, che lavorò anche nel mondo del cinema) e Maner Lualdi (anche lui aviatore e anche lui milanese che si dedicò al piccolo schermo come regista).

Che fine abbiano fatto questi prototipi di autovolanti non si sa (se qualche lettore lo sapesse ce lo dica pure) però informazioni non verificabili, parlano di un destino non felice per queste strane opere, praticamente distrutte dal tempo.

FABIO BUFFA

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.

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