Perché i milanesi se ne vogliono andare… e cosa potrebbe fargli cambiare idea

In un anno persi a Milano gli abitanti di una città come Gorizia. E potrebbe essere solo l'inizio. Ecco come si potrebbe intervenire prima che sia troppo tardi

0
Chatgpt - Via da Milano
I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Nel 2023 hanno cancellato la residenza a Milano oltre 35.000 persone, pari al 2,6% sul totale (dati Istat). Un numero enorme, come l’intera popolazione di Gorizia. Una tendenza che si concentra in particolare nei palazzi del centro, dove aumentano gli appartamenti vuoti o destinati ad affitti brevi. Non solo. In base a un sondaggio dell’Ipsos, il 73% dei residenti in Area C ha dichiarato che vorrebbe trasferirsi in periferia o nell’hinterland, cercando case più grandi, meno costose e in zone più vive. Ma quali sono i motivi che spingono i milanesi alla fuga? Lo abbiamo chiesto ai milanesi stessi: queste le cause di una possibile fuga da Milano. E quelle che potrebbero essere le soluzioni per disinnescarle.

#1 Perdita dell’identità milanese: non si sente più parte di una comunità con dei valori distintivi

Molti cittadini raccontano un distacco affettivo dalla città. Il senso di appartenenza è scomparso, la cultura locale percepita come cancellata. Restare non sembra più avere un significato emotivo.

«Con immenso dispiacere sto valutando di andare via da Milano, dove sono nato e sempre vissuto. Mi sono arreso. Ormai della mia Milano non c’è più nulla.» – Gaetano Bresci

Che cosa si potrebbe fare? Organizzare iniziative per il recupero delle tradizioni e della memoria dei vecchi quartieri, scomparsi o trasformati, tramite festival e presidi civici, valorizzazione delle botteghe storiche e degli spazi culturali di quartiere, programmi scolastici e associativi dedicati alla cultura milanese. Organizzare eventi di incontro e di partecipazione aperti alla collettività. 

#2 Affitti e case fuori portata

Il costo dell’abitare è uno dei principali motivi di uscita dalla città. Sia per chi cerca di acquistare, sia per chi vive in affitto, Milano è ritenuta inaccessibile.

Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

«Dopo 30 anni a Milano, tra 2 anni vado via. Sono in affitto e non trovo nulla per il mio budget.» – Francis Cabrel

Che cosa si potrebbe fare? Ampliamento dell’edilizia pubblica sul modello viennese, rilancio delle cooperative edilizie, tetti agli affitti brevi, incentivi alla proprietà condivisa e abitazioni modulari a prezzi calmierati.

Leggi anche: Vienna, Berlino, Copenaghen: il problema degli affitti lo hanno risolto così

#3 Vita troppo costosa anche nei servizi

Oltre alla casa, molti lamentano che il costo complessivo della vita quotidiana sia insostenibile: trasporti, tempo libero, scuola, salute. I servizi incidono troppo sulla spesa famigliare.

«È una metropoli dove c’è tutto, ma è per pochi. E quei pochi hanno i soldi.» – Roberto Casà

Che cosa si potrebbe fare? Contenimento dei costi per trasporti, sperimentando la gratuità come già fatto in Lussemburgo, e servizi essenziali. Tariffe calmierate per residenti, sconti e facilitazioni nei musei e spazi culturali, maggiore sostegno alle famiglie in base all’ISEE.

Leggi anche: Un anno di MEZZI di TRASPORTO pubblico GRATIS? Questi sono i RISULTATI

#4 Degrado e incuria nello spazio pubblico

Lampugnano 9/1/25 – Ph. Manuele Mariani

Molti segnalano il deterioramento dell’ambiente urbano, a partire da strade, stazioni, parchi. Il decoro viene meno e la città si presenta sporca, trascurata, non accogliente.

«Quando arrivi a Centrale non lo so se sei in Bangladesh o Marocco. Puzza di urina ogni angolo.» – Aleksandra Szymanska

Che cosa si potrebbe fare? Riqualificazione degli spazi con modelli CPTED (crime prevention through environmental design), che puntano a ridurre degrado e insicurezza attraverso progettazione e gestione intelligente degli spazi pubblici, potenziamento della pulizia urbana, gestione civica dei parchi da parte dei residenti, cura degli ingressi urbani come stazioni e capolinea.

#5 Microcriminalità e insicurezza

La sicurezza personale è un tema ricorrente, anche in aree centrali. In molti provano disagio e paura nel camminare di sera, specialmente le donne.

«Pagare 1000 euro per un bilocale e non poter uscire sola la sera non è vita.» – Priscilla Punzo

Che cosa si potrebbe fare? Illuminazione pubblica potenziata, vigilanza civica leggera nei quartieri, accordi con associazioni di presidio sociale, telecamere intelligenti e mediazione nelle zone a rischio.

Leggi anche: «Vado a vivere in Lombardia»: le 7 località più ambite dai milanesi per rifarsi una vita

#6 Isolamento sociale e individualismo

Milano è vista come una città dove è difficile costruire relazioni. Il clima sociale è percepito come freddo, chiuso, competitivo. Il senso di comunità si è affievolito.

«Mi sono sentito prosciugato. Pochissimi amici. Sono scappato lasciando tutto.» – Gianluca Mio

Che cosa si potrebbe fare? Creazione di reti di vicinato attive, co-housing e microcomunità urbane, eventi di incontro pubblico nei cortili, incentivi a vivere e lavorare nello stesso quartiere.

Leggi anche: In 27 nella stessa casa: le nuove frontiere dell’abitare a Milano

#7 Vita frenetica, logorante e senza tempo

Molti lasciano la città per sfuggire a un ritmo vissuto come disumano. La pressione del lavoro, del traffico e degli impegni compromette la qualità della vita.

«Lavorare a Milano va bene, ma viverci ti consuma.» – Claudio Di Benedetto

Che cosa si potrebbe fare? Diffusione di coworking di quartiere, smart working incentivato, servizi di prossimità, calendario civico con spazi liberi dal traffico, tour alla scoperta della Milano agricola.

#8 Mancanza di verde e spazi pubblici vivibili

La nuova piazza Cordusio sarà così

La scarsità di parchi accessibili, zone ombreggiate e spazi di relax è percepita come uno svantaggio. Anche nei quartieri verdi mancano manutenzione e fruibilità.

«Ci sto pensando seriamente. Sto cercando un posto in montagna, non troppo lontano da Milano.» – Lorenzo Ventiluglio

Che cosa si potrebbe fare? Raggiungimento dello standard OMS di 9 mq di verde per abitante, tetti verdi, orti comunitari, trasformazione dei cortili scolastici in spazi pubblici come fatto a Parigi nell’ambito del Progetto Oasis, giardini condivisi di quartiere.

#9 Aria irrespirabile e caldo estremo

Le temperature elevate rendono Milano ancora meno vivibile. Aria sporca, assenza di ombra, isole di calore accentuate dal cemento. Il disagio fisico è percepito da chiunque viva in città nel periodo centrale dell’anno.

«Troppo caldo, troppo rumore, aria sporca.» – Fran Cnt

Che cosa si potrebbe fare? Raffrescamento urbano tramite corridoi verdi e facciate vegetali, prendendo esempio da città come Toronto e Singapore, eliminazione delle superfici asfaltate non necessarie, incentivi per balconi e tetti verdi privati, installazione di sensori per monitorare in tempo reale parametri ambientali nei quartieri, diffusione di tecnologie e di impianti per aumentare la circolazione dell’aria. 

#10 Scelta di una vita più semplice e salubre

Credits: https://www.viaggidialegio.it/

In molti casi il trasferimento è legato alla volontà di cambiare stile di vita. Non fuggono da Milano, ma vanno verso una vita più lenta, sicura e relazionale.

«L’ho fatto e sono felice. Vivo vicino al mare. Cammino serena, nessuna paura. I miei nuovi concittadini ti salutano con il sorriso.» – Ercloina Posola

Che cosa si potrebbe fare? Favorire la nascita di nuovi quartieri verdi e tranquilli, e rendere l’hinterland un luogo dove sia facile scegliere di restare, grazie a servizi comodi e accessibili, mantenendo il legame con Milano tramite trasporti pubblici frequenti e agevolati.

Continua la lettura con: Le sette parole che definiscono meglio i milanesi

FABIO MARCOMIN


Articolo precedenteLa cittadinanza: un diritto-dovere da far «conquistare» anche agli italiani
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome