Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che conquistò l’Italia

Storia e curiosità del fachiro di Milano che tra gli anni ’80 e ’90 trasformò le piazze italiane in piccoli teatri incantati

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Mustafà - Il Fachiro di Piazza Duomo FB
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C’era una volta un uomo che camminava sui chiodi, dormiva sui vetri e sputava fuoco come un drago metropolitano. No, non è una leggenda urbana, ma una storia vera. Questa è la storia di Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che tra gli anni ’80 e ’90 trasformò le piazze italiane in piccoli teatri incantati.

Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che conquistò l’Italia

Mustafa non era un artista “di passaggio”, era l’artista della piazza, quella vera, fatta di gente, marciapiedi, bambini incantati e vecchiette curiose. Arrivava, si sedeva, preparava il tappeto, un po’ di vetro qua, un po’ di chiodi là e poi via: fuoco, dolore, magia e applausi.

# Multe per un miliardo di lire 

Credits rivistailcantastorie – Mustafà Mangiafuoco

Non tutti apprezzavano quello show gratuito per le masse. A Milano, dove aveva casa in via Pompanazzi, che si trova nella zona periferica sud, Mustafa diventò famoso anche per un altro primato: un miliardo di lire in multe per occupazione del suolo pubblico.

Una cifra surreale, da record, questo perché ogni giorno arrivava una multa, ad ogni spettacolo corrispondeva un verbale, ma lui andava avanti: amava troppo la piazza per arrendersi. Anzi, c’era chi raccontava che se non arrivava la multa, Mustafa si preoccupava: “Vuoi vedere che oggi ho fatto uno spettacolo brutto?” diceva scherzando.

# Dalla strada alla TV

Alla fine, però, la pressione fu troppa anche per lui, tanto che quando le multe cominciarono a fargli davvero terra bruciata attorno, Mustafa Ibrahim lasciò la strada, ma non il pubblico. Il fachiro di Milano trovò una nuova arena: la televisione.

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Negli anni ’90 fece capolino in vari programmi, soprattutto in quegli show che allora amavano dare spazio ai personaggi ‘strani ma veri’. Tra un talk-show del pomeriggio e qualche varietà notturno, mostrava i suoi numeri con lo stesso spirito di sempre: non per shockare, ma per emozionare. Perché Mustafa non era solo un mangiafuoco, era un poeta del dolore e un attore del marciapiede.

# Un fachiro con il cuore in Puglia

Quello che pochi sanno è che Mustafa Ibrahim non era solo un artista. Era anche un uomo colto, gentile, che parlava di spiritualità e filosofia orientale con sorprendente profondità. Nei suoi spettacoli, spesso inseriva piccoli racconti, massime su vita e morte, come a dire che il dolore non era solo fisico, ma anche esistenziale e riderne insieme era l’unico modo per esorcizzarlo.

Negli ultimi anni della sua vita tornò nella sua amata Puglia, terra d’origine, di sole e silenzi. Ma il ritorno non fu un trionfo, perché i riflettori si erano spenti e le telecamere non lo cercavano più. Morì in povertà, dimenticato da molti, ma non da chi l’aveva visto almeno una volta in piazza, perché chi lo vide, non se lo scordò più.

# Curiosità che (forse) non sapevi

associazioneilcantastorieonline.org – Mustafa

Pare che una volta abbia inghiottito una spada durante una manifestazione anarchica a Milano e abbia ricevuto un applauso anche dai poliziotti. Era molto legato alle persone che lo seguivano, tanto che aveva una collezione di lettere dei fan scritte a mano conservate in una scatola sotto il letto. Era vegetariano, praticava yoga e credeva nella reincarnazione: diceva che in una vita precedente era stato un cantastorie persiano.

Una volta, al Festival di Santarcangelo dei Teatri, si presentò senza essere invitato. Fece il suo show fuori dal teatro principale, la gente lo seguì in massa, lasciando così vuota la sala ufficiale: lo spettacolo era lui. Oggi che la piazza è sempre più vuota e i fachiri sembrano un eco lontano di un tempo più genuino, la figura di Mustafa Ibrahim risplende come una cometa ribelle.

Non era un personaggio da social, non postava nulla, non cercava like: cercava occhi, stupore, emozione vera e la trovava, tra i sanpietrini di una città che l’ha amato e multato allo stesso tempo. In fondo, Mustafa Ibrahim è stato l’ultimo fachiro romantico, un poeta del fuoco che ha acceso sogni con una torcia e un sorriso. E se oggi passate da via Pompanazzi, fermatevi un attimo. Magari c’è ancora un po’ di magia nell’aria.

Continua la lettura con: Piramidi in centro, sciatori al Castello e mangiafuoco in piazza: COSE del PASSATO di Milano che OGGI sembrano FUORI di TESTA

MARTA BERARDI


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Marta Berardi
Sociologa tirocinante. Appassionata di lingue, arte, cultura, musica, marketing e comunicazione. Mi affascina il mondo e il modo in cui si muove ed esprime: viaggiare è la mia dimensione. Sempre vissuto nella periferia di Milano, ho imparato a comprenderla meglio una volta cresciuta, anche se sono sempre alla ricerca di iniziative che possano renderla una città ancora più stimolante

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