Quali sono i gruppi e le subculture che si sono avvicendati a Milano e che, per la maggior parte, sono estinti o in via in estinzione?
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I 7 gruppi milanesi estinti… o in via di estinzione
#1 I Gabber

Identificata come cultura adolescenziale, quella dei gabber è stata una subcultura tutt’altro che banale e scontata. Infatti, dai movimenti hardcore del nord Europa, si è diffusa prevalentemente a Milano dagli anni 2000, reinventando alcuni dress-code leggendari come la tuta acetata Adidas a tre strisce.
Quali erano le serate clou ormai tramontate? Al Number One e al Florida, club storici della nightlife del bresciano.
#2 Gli Emo

Sottogenere dell’hardcore punk, “emo” è un neologismo nato alla metà degli anni 80 negli Stati Uniti occidentali, come contrazione di “emotional hardcore”.
Jeans invecchiati, capelli spettinati e scuri, smalto nero e, in generale, un look da trasandato: gli emo sono decisamente un fenomeno in via di estinzione.
#3 I Paninari

I ragazzi che a bordo di moto da cross, con giubbotti di jeans e bandana, occupavano le scalinate del vecchio Burghy di Corso Vittorio Emanuele, sono forse l’immagine adolescenziale più vintage della Milano da Bere.
Per la cronaca, quel Burghy divenne poi McDonald’s e, sotto la sua famosa scalinata, si organizzarono i primi movimenti hip-hop della scena meneghina, tra writers e breakdance.
#4 I Sancarlini

Quando molti ancora raccattavano la bmx, loro andavano già in giro in mountain bike. Immagine simbolo del figlio di papà, il sancarlino deriva dall’Istituto San Carlo e, spesso, veniva erroneamente accostato al pariolino romano che però altro non fu che una sua mal riuscita imitazione. Comunque, ambedue rappresentavano il ragazzo superborghese a cui le carriere genitoriali non facevano mancare nulla.
E ormai anche il “sanca” è un ricordo sbiadito di vent’anni fa, di una Milano che ha avuto più melting pot che qualunque altra capitale europea.
#5 I Metallari

Gli amanti intramontabili dell’heavy metal, vestiti con chiodo, borchie, catene e Dr. Martens.
In Italia e a Milano andavano fortissimi negli anni 90. Però, qui in città molti locali a tema hanno chiuso o si sono reinventati, mentre in Lombardia, soprattutto nelle zone del Lago Maggiore e nei dintorni di Malpensa, i metallari sono ancora molto attivi.
A vederli da piccoli facevano molta paura, anche se come gruppo non sono mai stati famosi per essere rissosi.
#6 I Truzzi

Erano davvero i peggiori. E possiamo dirlo senza rischiare che uno di loro venga a minacciarci. Per grazia ricevuta, si sono semplicemente eclissati. E, con loro, le scarpe e gli scandalosi tagli di capelli rasati solo ai lati che avevano il coraggio di sfoggiare. I loro eredi? I maranza.
#7 Gli Ska

Genere musicale antesignano di reggae e rock steady, lo Ska fu un movimento che si portò dietro un esercito di adepti, riconoscibili da determinate mode.
Infatti, lo Ska ha avuto deviazioni di genere, dando vita a Hip Hop-ska, Ska punk e Ska-jazz. E con questi si è mescolato in maniera camaleontica, con outfit a tema: felpe con il cappuccio e salopette per l’hip-hop, catene e jeans stracciati per il punk e così via.
Anche lo ska, come il metal, è ancora parzialmente attivo soprattutto in Brianza.
# E gli hipster?

Discorso a parte meritano gli hipster. Non sono scomparsi, ma sicuramente si sono molto ridimensionati e trasformati rispetto alla loro nascita avvenuta attorno al 2003. Su di loro si è detto di tutto e di più, ed è senza dubbio il gruppo a cui le etichette sono sempre andate più strette.
Un fatto è palese: Milano è e resterà all’avanguardia per la nascita, lo sviluppo e il conseguente tramonto di subculture come queste.
Continua la lettura con: Gli STILI delle ZONE di MILANO: e tu a quale TRIBÙ appartieni?
CARLO CHIODO (Ultimo aggiornamento: 9 maggio 2025)
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