Tra rogiti mancati e vincoli sospesi, il futuro della Maura resta incerto. Aumentano le ombre e le preoccupazioni: in assenza ormai di spazi, sono i grandi parchi a far gola ai costruttori?
# L’ipotesi congelata: un nuovo quartiere nel parco da 4.500 residenti

Nel luglio 2021 Snaitech aveva firmato un preliminare di vendita dell’Ippodromo La Maura con la società F3A Green. L’idea era costruire un quartiere da 4.500 abitanti, riducendo al minimo l’impatto visivo e lasciando intatta la pista Trenno, vincolata dai beni culturali. Il piano prevedeva residenze, parcheggi e servizi, collegati da una cintura urbana “equilibrata”, così definita dai promotori. La reazione non fu entusiasta: residenti, ambientalisti e diversi consiglieri comunali si opposero alla trasformazione dell’area verde vincolata in un agglomerato abitativo.
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# La vendita saltata

Al 31 dicembre 2024, l’accordo tra Snaitech e F3A Green non è stato formalizzato. Nessun rogito, nessuna cessione, nessun via libera definitivo. Saltata la vendita, è saltato anche il piano edilizio. Ma con esso anche la possibilità per il Comune di Milano di esercitare il diritto di prelazione, che si sarebbe attivato solo in caso di vendita concreta. Ora la situazione è di stallo: l’area resta di proprietà privata ma senza un acquirente definito, e il Comune, per ora, non ha ancora formalizzato un nuovo tentativo di acquisto. Resta l’opzione di una trattativa diretta, ma nessuna mossa ufficiale è stata compiuta. Il pericolo, però, è che questa sospensione si trasformi in un’occasione per riaprire, più avanti e con meno clamore, l’idea di edificare parte dell’area. Magari con un’altra società.
# La sospensione dell’ordine del giorno per blindare La Maura
Nel dicembre 2024, in consiglio comunale, si sarebbe dovuto votare un ordine del giorno per “blindare” l’area Maura da qualsiasi futura edificazione. Era stato presentato da Europa Verde con un emendamento firmato dal consigliere Enrico Fedrighini, che specificava il divieto assoluto di costruire nuovi edifici. Ma all’improvviso il Partito Democratico decise di sospendere la discussione, lasciando il testo nel limbo. Il risultato è che l’area resta vincolata solo in teoria: non c’è alcuna garanzia che il divieto venga mantenuto nel tempo. La sospensione ha interrotto una strategia che, secondo alcuni, era già stata scritta: prima la cessione a F3A, poi il subentro del Comune e infine l’apertura del parco…con un piccolo prezzo da pagare: qualche centinaio di nuovi alloggi.
# Il progetto “immobiliare” della sinistra ambientalista, Legambiente e WWF

Notizia però di qualche giorno fa è che lo stesso Fedrighini, promotore dell’ordine del giorno per tutelare La Maura da qualsiasi nuova edificazione, è anche tra i principali sostenitori di un nuovo progetto alternativo, promosso da WWF, Legambiente, Italia Nostra e altre associazioni. La presentazione è programmata il 26 giugno. Il piano prevede di non demolire né costruire nulla di nuovo, ma di “valorizzare” gli edifici esistenti dell’ex ippodromo, trasformandoli in alloggi sociali, uffici, spazi sanitari e strutture per lavoratori. Un’operazione presentata come riqualificazione ecologica e sociale. Ma che nei fatti cambia comunque la destinazione dell’area, introducendo carichi urbanistici nuovi in un’area vincolata. Se a proporre un piano simile fosse stata una società privata, come fa notare il giornalista Fabio Massa, si sarebbe gridato alla cementificazione mascherata. Cambiano i proponenti, non l’impatto. Anche perché l’area, oggi, è completamente chiusa e silenziosa. Aprirla alla cittadinanza è un obiettivo condivisibile, ma farlo introducendo nuove funzioni, anche senza nuove volumetrie, vuol dire comunque stravolgerne l’equilibrio.
# Parco Sud in mano alla Regione: più tutela o più pericoli per il futuro dell’ex Ippodromo?

Ma c’è un ulteriore elemento che può rimescolare le carte sul tavolo. Il 16 giugno 2025 anche Milano, ultimo tra i 60 Comuni coinvolti, ha dato il via libera al nuovo statuto del Parco Agricolo Sud, sancendo il passaggio della governance dalla Città Metropolitana alla Regione Lombardia. Il documento è stato approvato senza possibilità di emendamenti, in una logica di “prendere o lasciare” che ha creato malumori anche tra i banchi della maggioranza. Due consiglieri ambientalisti, Carlo Monguzzi ed Enrico Fedrighini, hanno votato contro. La motivazione del loro voto? In questo modo sparisce ogni forma di rappresentanza diretta dei Comuni: niente più vicepresidenti nominati dai sindaci, né consiglieri comunali in carica. Al loro posto, tre membri scelti dalla Regione, uno dal Comune di Milano e uno dalla Città Metropolitana, ma tutti senza mandato elettivo.
Il Parco Sud, con i suoi 47mila ettari, 900 imprese agricole e 12 castelli, è una delle aree più preziose d’Italia. Al suo interno rientra proprio la pista La Maura che ora, insieme a tutto il parco, rischia di essere sottoposta a future edificazioni. Fedrighini aveva proposto di aggiungere nello statuto l’obiettivo di “integrare e potenziare i sistemi verdi di cintura urbana”, ma è stato bloccato dal segretario comunale.
Con questo cambiamento il grande interrogativo è: la nuova governance regionale tutelerà di più i grandi spazi verdi oppure portare la gestione a un livello più distante dal cittadino può essere uno strumento per agevolare la speculazione edilizia? Una speculazione che non è un mistero, in assenza di grandi spazi su cui costruire, ha da tempo messo nel mirino i grandi parchi pubblici. Già è capitato con il Parco Sempione su cui volevano costruire: come a quei tempi, saranno i cittadini ad opporsi alla trasformazione del verde in grigio?
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FABIO MARCOMIN