Queste sono le tre cose che mancano a Milano: siete d’accordo?

Molto è stato fatto. Ma qualcosa manca ancora per una Milano ancora più bella e vivibile

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Molto è stato fatto. Ma qualcosa manca ancora per una Milano ancora più bella e vivibile. Come queste. 

#1 Circle Line: una linea circolare per unire l’hinterland a Milano

Le città più dinamiche del mondo hanno sviluppato sistemi di trasporto ad anello: Londra, Tokyo, Parigi, Pechino. Milano invece continua a crescere senza un’infrastruttura circolare che colleghi in modo efficiente i suoi quartieri periferici e i comuni dell’area metropolitana. Oggi, per spostarsi da un’estrema all’altra della città, bisogna quasi sempre passare dal centro, sovraccaricando la rete esistente. 

Serve una linea metropolitana che abbracci Milano come un anello dinamico e intelligente, collegando punti strategici come Bicocca, Niguarda, Lambrate, Ortica, Rogoredo, San Donato, Corsico, Baggio, Rho, Cinisello, e molte altre zone oggi escluse dai collegamenti diretti. Un’infrastruttura moderna, automatizzata, intermodale, pensata per integrarsi con le linee ferroviarie suburbane, i bus e le piste ciclabili.

Le sue caratteristiche dovrebbero essere:

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  • Tracciato modulare e flessibile, da costruire in fasi successive, iniziando dai settori più congestionati o privi di connessioni trasversali.

  • Tecnologia driverless di ultima generazione, come quella già sperimentata sulla linea M4, per ridurre costi operativi e aumentare la frequenza delle corse.

  • Coinvolgimento dei Comuni della Città Metropolitana, con cofinanziamenti regionali, statali e fondi europei (PNRR, coesione territoriale, fondi verdi).

  • Stazioni multiservizio, dotate di hub per la micromobilità, parcheggi di interscambio, servizi digitali e spazi per il commercio di prossimità.

  • Tracciato parzialmente in superficie, laddove possibile, per ridurre i costi e valorizzare le aree urbane dismesse, convertendole in spazi pubblici attivi.

#2 Terminal Hub per i bus: da luogo derelitto a vetrina di Milano 

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Milano ha bisogno di un terminal degli autobus. E non di uno qualsiasi, ma del più grande e innovativo del Sud Europa.

In un’epoca in cui le città competono a colpi di infrastrutture e visioni urbane, è paradossale che la capitale economica d’Italia non disponga ancora di una vera stazione per gli autobus a lunga percorrenza. Mentre in molte metropoli europee – da Barcellona a Berlino – i terminal sono hub moderni, integrati e accoglienti, Milano si affida ancora a spazi di fortuna, disordinati e privi di servizi.

Gli spazi non mancano. Né mancano – se ci fosse la volontà politica e una visione all’altezza – i fondi per realizzare una struttura all’avanguardia: un terminal intermodale con hotel, biglietterie digitali, ufficio turistico, supermercato, ristorazione, deposito bagagli. Un luogo vivo, funzionale, internazionale. Un simbolo di accoglienza e civiltà.

Quello che oggi chiamiamo terminal, a Lampugnano, è poco più di una pensilina ai margini della metropolitana. Uno snodo spoglio, grigio, spesso abitato da senzatetto, privo di qualsiasi servizio. Di certo, non il biglietto da visita che Milano merita.

Leggi anche: Cristo si è fermato a Lampugnano

#3 Giardino botanico, il più straordinario d’Europa

Ph. breaktime

Milano ha bisogno di un grande giardino botanico. Anzi, del più straordinario d’Europa.

Un luogo dove la biodiversità del pianeta si incontri in un unico abbraccio verde. Un giardino aperto tutto l’anno, con serre spettacolari e spazi coperti, capace di ospitare specie vegetali da ogni continente, ma anche animali, insetti impollinatori, uccelli migratori in transito. Un’oasi urbana che unisca scienza, bellezza e benessere.

In un’epoca in cui le città cercano nuovi equilibri tra cemento e natura, Milano potrebbe diventare capitale europea della biodiversità urbana, aprendo uno spazio che non sia solo verde, ma anche educativo, sensoriale, simbolico. Un luogo dove perdersi tra profumi, colori, silenzi e conoscenza. Dove passeggiare tra liane tropicali e querce secolari, imparare il linguaggio delle piante, o semplicemente rallentare il ritmo.

Un giardino botanico del futuro, capace di attrarre scolaresche e ricercatori, cittadini e turisti, festival ed eventi. Un punto d’incontro tra natura e cultura, in collaborazione con le università, con istituti di ricerca, con le comunità internazionali.

Nel mondo, giardini botanici d’eccellenza attirano milioni di visitatori ogni anno. Dal Brooklyn Botanic Garden di New York al Kew Garden di Londra, dal Sitio Roberto Burle Marx di Rio al Royal Botanic Garden di Melbourne, che da solo registra 1,5 milioni di visitatori l’anno. Perché non immaginare qualcosa di ancora più ambizioso, proprio qui? 

Continua la lettura con: Le ombre sulla Maura: zitto zitto il cemento sta entrando anche nei parchi?

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1 COMMENTO

  1. Milano ha anche bisogno di una Amministrazione più efficiente. Un’ora di attesa presso gli uffici anagrafe del Comune, dopo le difficoltà per ottenere un appuntamento. Alle Asl sono meglio, l’attesa è senz’altro minore e il personale più efficiente (anche se per alcune prenotazioni ci sono tempi biblici).

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