Il sindaco varesino aveva lanciato la proposta di istituire un servizio di collegamento ferroviario rapido con Milano, sfruttando i fondi del PNNR. Da allora solo silenzio, per un progetto che sarebbe stato il primo passo per dar vita alla Grande Milano.
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Milano-Varese in 30 minuti: che fine ha fatto il progetto del «treno-metropolitana»?
# L’idea: in treno da Varese a Milano come in metropolitana

Il sogno nasce nel cuore del Recovery Plan: collegare Varese a Milano in appena 30 minuti, rendendo la ferrovia una valida alternativa all’auto privata. Un’idea proposta nel 2021 dal sindaco di Varese Davide Galimberti, che aveva chiesto fondi per un’infrastruttura strategica capace di far fare un salto di qualità alla città e a tutto il suo territorio. Il piano era semplice ma ambizioso: usare le linee esistenti, sia quelle delle Ferrovie Nord che quelle di Rfi, e acquistare treni più simili a quelli metropolitani, con una riorganizzazione delle fermate per garantire velocità e continuità. Anche l’Agenzia per il trasporto locale (bacino di Como, Varese e Lecco) si era espressa in modo favorevole, dichiarando la proposta “tecnicamente fattibile”, ma subordinata a una complessa revisione dell’orario ferroviario. Al momento, tuttavia, il sogno resta sulla carta: il collegamento più veloce tra Varese e Milano impiega 52 minuti, ma la maggior parte delle corse supera l’ora. Altro che metropolitana.
# La realtà: affollamento, nessun finanziamento e tempi che si allungano

A distanza di anni, il treno diretto Varese-Milano in 30 minuti sembra sempre più un’utopia. Non si registrano richieste formali di finanziamenti né l’avvio di studi di fattibilità. Peggio: nulla lascia intendere che l’opera possa essere ultimata entro il 2026, come richiederebbero le regole del PNRR. Le difficoltà sono molteplici. Prima di tutto la saturazione della rete: da Gallarate a Bovisa, ogni tratta è intasata da convogli locali, regionali e intercity. Far spazio a treni veloci significherebbe sottrarre slot alle corse esistenti, in un gioco a somma zero. A questo si aggiunge un paradosso lombardo: ogni territorio chiede più fermate, mentre i treni veloci vivono di poche soste. Il risultato? Il progetto è fermo.
# La metropolitana regionale lombarda: l’unica vera rivoluzione possibile

E se si rilanciasse l’idea di una metropolitana regionale che colleghi tutti i capoluoghi alla Grande Milano in meno di 30 minuti? Promossa da Confapi Milano, prevede treni ad alta velocità per “connettere famiglie, lavoratori e business” e creare una rete capillare che superi l’attuale logica dei collegamenti a raggiera. Un piano ambizioso da 40 miliardi di euro, finanziabile anche con fondi europei, che potrebbe avvicinare Como, Bergamo, Pavia, Mantova, Sondrio e Cremona, oggi collegate con tempi indegni della regione più produttiva d’Italia (Milano-Mantova: 2h, Pavia-Brescia: 1h30, Varese-Cremona: 2h37). L’assessore regionale Claudia Terzi ha riconosciuto che “la rete è satura” ma ha confermato che l’obiettivo dei collegamenti veloci tra capoluoghi è sul tavolo. Il punto è capire se c’è la volontà politica e il coraggio di fare della Lombardia la regione con la rete ferroviaria più efficiente d’Italia. Al momento, purtroppo, sembra più facile realizzare un ponte sullo Stretto che collegare Varese a Milano in mezz’ora.
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FABIO MARCOMIN
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