Dazi, armi ed energia col sovrapprezzo? Milano deve fare da apripista: puntando a oriente

C'è un intero mondo a cui guardare. Per ragioni diplomatiche forse l'Italia non è nella condizione di farlo. Lo potrebbe fare invece una singola città

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Gemini Ai - Milano-Shanghai
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Dazi, armi ed energia. Tre ricatti accettati a testa bassa dall’Europa. Il motivo? Non ci sarebbero alternative. Invece c’è un intero mondo a cui guardare. Per ragioni diplomatiche forse l’Italia non è nella condizione di farlo. Lo potrebbe fare invece una singola città. Che così potrebbe fare da apripista. Ecco perché per Milano sarebbe la mossa giusta. 

# Gli Stati Uniti: da paladini della libertà a impositori di gabelle 

Ci siamo da sempre abituati a considerare gli Stati Uniti il nostro modello socio-economico di riferimento. In un certo senso siamo stati costretti a farlo, poiché da ottant’anni siamo una loro colonia, e gli ultimi eventi riguardanti gli accordi sui dazi, l’imposizione da parte dei “gringos” di investire miliardi di euro nel loro Paese, nonché l’obbligo di acquistare i loro armamenti, lo dimostrano ancora una volta.

Ormai è però evidente a tutti che l’impero statunitense stia vivendo un inesorabile declino. Una società decadente, un modello sociale che per la gran parte dei suoi cittadini si sta rivelando fallimentare. Anziani presidenti barcollanti che pronunciano discorsi imbarazzanti sono l’espressione di un impero allo sbando. I continui ultimatum, le sfrontate minacce di ricorso alla forza militare, ne sono un segnale preoccupante.

Gli USA con i suoi 340 milioni di abitanti in buona parte obesi (40% degli adulti), dipendenti da psicofarmaci (circa il 13% degli adulti assume antidepressivi), profondamente indebitati (26% degli abitanti), violenti (più alta percentuale di carcerati al mondo rispetto alla popolazione), nonché poco esperti di geografia, non rappresentano più il paese dove poter realizzare un sogno: appaiono piuttosto il luogo nel quale si vive un incubo. Un incubo che sembra vogliano estendere come un’ombra sull’intero Occidente. 

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# L’ascesa della Cina

seatao – Tunnel Cina

Il baricentro dell’economia e dell’innovazione si sta spostando sempre più velocemente a Est, dove la Cina, più di ogni altro Paese, ha una chiara visione di sviluppo economico, piani industriali a lungo termine che porta avanti con determinazione e una velocità pari a quella dei suoi treni.

In Cina, oltre alle linee ferroviarie sulle quali sfrecciano convogli a 600 km/h (mentre nel ricco stato della California si attende ancora l’inaugurazione della prima linea ad alta velocità), si erigono grattacieli imponenti, si costruiscono lunghissimi e avveniristici ponti, si inaugurano giganteschi aeroporti – come quello di Shanghai, tra i più grandi al mondo per dimensioni e traffico – opere che in Italia impiegherebbero anni solo per essere approvate e finanziate.

La Cina dispone di enormi risorse economiche e grandi potenzialità tecnologiche, possiede un’impressionante capacità organizzativa. Conta più di un miliardo di persone, in gran parte molto attratte e amanti del Bel Paese, in particolare di Milano, che fino a prima del Covid era la città italiana più visitata.

# Il futuro di Milano passa da Shanghai e parla cinese

Credits Randgruppe-pixabay – Shanghai Tower

Certo, Milano non può e non deve tagliare i legami con gli USA – anche perché i 12–14.000 soldati americani di stanza in Italia non ce lo permetterebbero – e sarebbe certamente un errore. Tuttavia, il capoluogo lombardo non può ignorare il cambiamento in atto negli equilibri mondiali.

A Milano vive ed è integrata da lungo tempo una laboriosa comunità cinese, tra le più numerose al mondo. Milano è gemellata con Shanghai e con la Cina abbiamo già portato avanti importanti collaborazioni tramite il Politecnico e diverse start-up. Numerosi sono gli studenti cinesi sotto le guglie del Duomo. La Cina ha inoltre investito nell’immobiliare sia a Porta Nuova che in zona Bicocca e diverse compagnie aeree cinesi hanno istituito voli diretti da e per Milano.

# Milano ponte verso la Cina

Questa comunità, parte integrante della città, potrebbe diventare un ponte culturale tra Milano e la nuova classe imprenditoriale cinese. Abbiamo un formidabile punto di forza e dobbiamo assolutamente farne leva.

La Cina potrebbe investire a Milano in infrastrutture, intelligenza artificiale, energie rinnovabili, digitalizzazione, robotica e ricerca. Potrebbe anche finanziare opere come la riapertura dei Navigli. Le nostre università dovrebbero incrementare le collaborazioni e gli scambi culturali, le nostre aziende aumentare la presenza sul mercato cinese. Milano potrebbe ospitare, oltre alla prestigiosa Tsinghua University già presente in Bovisa, anche la sede di una televisione o di qualche azienda tecnologica.

Si tratta di anticipare il futuro e non arrivare in ritardo rispetto ad altre metropoli. Milano deve saper cogliere le occasioni di questo nuovo ordine mondiale. Potrebbe diventare il principale approdo per i cinesi in Europa e il primo polo di attrazione dei loro investimenti, nonché punto di riferimento per il dialogo tra il vecchio continente e l’Asia. La Cina ha già mostrato la volontà di investire in Europa: lo ha fatto in diversi Paesi e ha tentato di portare avanti iniziative come la Nuova Via della Seta, purtroppo naufragata.

# Alcuni dati sull’economia cinese

businessmobility.travel – Test treno veloce Cina
  • Crescita economica intorno al 5,2%.

  • Popolazione: 1,4 miliardi di persone.

  • La più alta riserva valutaria al mondo.

  • In Cina si costruiscono decine di grattacieli ogni anno (non più con la media di uno ogni 5 giorni, come negli anni passati).

  • Per numero di supercomputer, oggi gli USA hanno più sistemi attivi, ma la Cina resta tra i Paesi leader.

  • Primo produttore di pannelli solari e batterie elettriche.

  • Giganti come Huawei, Xiaomi… leader in telecomunicazioni e tecnologia.

  • Investimenti in Europa tra i 7 e i 10 miliardi USD l’anno negli ultimi tempi.

Non solo un’economia solida in crescita, ma ormai anche un Paese di riferimento politico e sociale, tanto da aver superato gli USA nel numero di rappresentanze diplomatiche nel mondo, diventando sempre più attrattivo per studenti e ricercatori.

# Un’occasione da non perdere

Tutto perfetto? Assolutamente no. Ma nemmeno noi e l’Unione Europea lo siamo. La stessa UE non ha esitato a voltarci le spalle quando si è trattato di scegliere la sede dell’EMA, preferendo Amsterdam a Milano.

Per questo non portare avanti una duratura collaborazione con la Cina sarebbe un errore che potremmo pagare caro.

Continua la lettura con: Se Radetzky avesse marciato su Torino: come sarebbe Milano rimasta «viennese»?

ANDREA URBANO


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Andrea Urbano
Nato a milano, ma milanese per scelta (per metà salentino). Sono appassionato a tutto quello che riguarda Milano: storia, cultura, dialetto e patrimonio artistico, progetti urbanistici, futuri socio econonomici, oltre a cinema, sport e viaggi. Lavoro nell'ufficio export di una multinazionale. Sono un grande tifoso del Milan. Alla ricerca di una modella. Quartiere: BOVISA

1 COMMENTO

  1. CINA………………non siamo d’accordo. Siamo stati PER LAVORO A PECHINO PARECCHIO TEMPO e,,,,,,,,,,,,,,,,,,,non è tutto oro ciò ke luccica.
    I lavoratori cinesi sono nel 2025 SCHIAVI, NON HANNO LE NS. LIBERTA’, NON C’E’ DIRITTO DI SCIOPERI E SONO MOLTO FALSI CON L’OCCIDENTE. IL COSTO DEL LAVORO LORO E,,,ZERO. NON HANNO LE NS ASS.NI SUL LAVORO.
    PERCHE’ IL LORO MANIFATTURIERO COSTA COSI’ POCO. FATEVI UNA DOMANDA. COMUNISTI E CAPITALISMO !!!!!!!!!!! Non si può parlare della tragedia di p.za Tienanmen,,,,Cero anche la UE è TERRIFICANTE. CHE MONDO !!!!!!

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