Uno dei centri nevralgici dello svago di milanesi e turisti, dalla colazione al dopocena, con locali ad ogni numero civico. Il tutto condito da una scenografia unica al mondo, il filare alberato di corso Sempione e il cannocchiale visivo che si apre sul parco Sempione e il Castello Sforzesco. Eppure arrivarci è un’impresa.
# La zona centrale più viva di Milano

L’Arco della Pace è il centro delle serate estive milanesi, ma anche delle domeniche all’aria aperta, di chi vuole fermarsi a fare colazione o apertivi, delle foto dei turisti, delle stories su Instagram. È un luogo in continuo fermento, punto di ritrovo per centinaia di persone ogni giorno, non solo per chi vive a Milano ma anche per chi ci viene da fuori. Il suo fascino storico, la prospettiva su Corso Sempione e la vicinanza al Parco Sempione lo rendono una calamita naturale per eventi, manifestazioni e passeggiate. È difficile trovare un altro punto della città con una densità simile di presenze fisse e di passaggio, eccetto i classici punti caldi quali Duomo, Porta Nuova e Citylife. A ogni ora c’è gente, ogni giorno qualcosa che accade. Eppure, nonostante sia un luogo centrale della città, arrivarci è davvero un’impresa.
# La peggiore del centro per i mezzi pubblici: nessuna metro nello spazio di un chilometro

Nonostante questo fermento, l’accessibilità della zona dell’Arco della Pace è paradossalmente tra le peggiori tra i luoghi centrali della città, anzi la peggiore di tutte. Troviamo le fermate del tram 1 e 10, servite dalle storiche (e lente) vetture a carrelli, proprio all’inizio di corso Sempione: basta un incaglio e la scelta migliore diventa quella di camminare con le proprie gambe. I tram 2 e 4 distano circa un chilometro a piedi e sono comunque soggetti ai problemi del traffico, lo stesso vale per le linee di bus nelle vicinanze, con frequenze decisamente alte. A questo si aggiunge il fatto che nessuna linea della metropolitana la tocca direttamente: la fermata più vicina, Domodossola M5, è a un chilometro. Per chi arriva da sud o da est è ancora peggio con Cadorna M1-M2 e Lanza-Moscova M2 a oltre un chilometro. Se si ha un appuntamento in zona, anche mettendoci tutta la buona volontà, arrivare puntuali è quasi impossibile. E se ci si muove con l’auto?
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# Trovare un parcheggio è una mission impossible

Un tempo era almeno la zona più facile per trovare parcheggio, lungo corso Sempione. Ma con la sostituzione dei posti auto con le ciclabili del viali, ora le note dolenti sono anche per chi decide di arrivare in auto. I parcheggi ora sono pochi e tutti riservati ai residenti o a pagamento. Un progetto rivoluzionario presentato nel 2012 voleva trasformare il corso negli «Champs-Elysées» di Milano, con pedonalizzazione parziale e realizzazione di circa 1000 parcheggi interrati e altri 1000 in piazzale Damiano Chiesa, non ha mai visto la luce. Pertanto il messaggio o lo chiamata diretta alla persona che si deve incontrare in zona è sempre la stessa «sono arrivato ma devo trovare parcheggio».
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# Una zona di frontiera: multe dietro l’angolo

L’Arco della Pace è diventata anche una zona di frontiera. Tra ZTL e Area C, il rischio di sbagliare la strada e finire off limits è molto alto. Il rischio di essere multati per il transito in Area C, se in possesso di veicolo ritenuto inquinante o se non si paga l’accesso, a pagamento eccetto che per i veicoli elettrici e ibridi.
# Bene le ciclabili, la sicurezza un po’ meno

Va meglio per chi si muove con biciclette e monopattini, viste le piste ciclabili che circondano parco Sempione e presenti nelle vie limitrofe, oltre alla doppia pista lungo corso Sempione di fresca realizzazione. In alcuni casi però la sicurezza non è stata messa al primo posto, come la scelta del pavè per il tratto lungo via Milton, quando in città si rimuove sulla strada, a torto o ragione, anche per evitare il rischio di caduta di ciclisti.
Ritornando su corso Sempione troviamo poi incroci pericolosi, come quello con le vie Canova e Melzi d’Eril, dove giusto qualche notte fa ha perso la vita un ragazzo in monopattino investito dall’auto guidata da un cinquantenne, risultato poi positivo all’alcol test.
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FABIO MARCOMIN