A Milano non si fa! I comportamenti che irritano di più i milanesi

Sette comportamenti che a Milano proprio non sono tollerati

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A Milano non si fa. Un modo di dire che vale in tanti ambiti, dalla metro alla politica. 

#1 Saltare il tornello: lo “sport” metropolitano

Credits gorgo_n_zola_shitposting IG – Salto del tornello

Uno dei gesti più detestati dai milanesi è il salto del tornello in metropolitana. Non solo perché è illegale, ma perché comunica con arroganza l’idea che le regole valgano solo per noi. Ogni giorno decine di persone si esibiscono in slalom, scatti o veri e propri salti da ginnasta. C’è chi si infila dietro agli altri, chi scavalca, chi forza i meccanismi. Il fastidio aumenta se a farlo sono ragazzi in gruppo, rumorosi e spavaldi. Il salto del tornello è diventato simbolo di impunità. 

#2 Parcheggiare sui marciapiedi e in doppia fila

Massimiliano Tonelli – Auto su percorsi non vedenti zona Citylife

Un altro comportamento che manda i milanesi fuori di testa è la gestione creativa del parcheggio. Auto sui marciapiedi, in doppia fila, davanti a passi carrai, sui binari del tram. Ma anche scooter e monopattini parcheggiati a caso, in mezzo alla strada o davanti ai negozi. La città si riempie di ostacoli che obbligano i pedoni a fare le gincane, i passeggini a deviare, gli anziani a rischiare la salute. 

#3 La giungla della mobilità dolce: biciclette, monopattini e pedoni anarchici

Via Pirelli – Ph. Rosatea Albanese

La mobilità dolce a Milano è diventata una giungla. Le biciclette contromano, i monopattini sui marciapiedi, i pedoni che attraversano col rosso o senza guardare. Ma anche chi non scende dalla bici sulle strisce, pur essendo obbligatorio. I milanesi si lamentano perché ogni giorno vivono situazioni di pericolo o nervosismo. 

#4 Fumare dove non si può (o dove si dovrebbe evitare)

teleone_16 IG – Divieto di fumo

Un tempo si fumava ovunque. Oggi a Milano c’è il divieto in molte aree pubbliche, ma in pochi sembrano saperlo. C’è chi accende la sigaretta davanti alla porta del bus, davanti ai locali pieni, ai concerti, o sotto il naso di chi non fuma. E se chiedi di spegnerla, spesso ricevi sguardi di sfida. Le polemiche aumentano nei dehors e nei marciapiedi affollati: chi fuma pretende libertà, chi non fuma pretende rispetto. 

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#5 Buttare la spazzatura fuori posto 

milano_degrado IG – Cumuli rifiuti

I milanesi pretendono ordine e pulizia, ma ogni giorno fanno i conti con chi getta i rifiuti dove capita. C’è chi lascia bottiglie e cartacce sui muretti, chi riempie i cestini privati altrui, come quello della bici di qualcuno, e chi abbandona sacchetti interi accanto ai bidoni. Cani lasciati liberi di sporcare e padroni che fingono di non vedere. La mancanza di senso civico è diffusa in tutta la città, dalle vie più nascoste a quartieri centrali. Ogni sporcizia lasciata in giro viene letta come segno di maleducazione. Il milanese vero, dicono in molti, la carta per terra non la butterebbe mai.

#6 Gli eccessi della movida

Credits Urbanfile – Bottiglie di vetro Porta Venezia

Una Milano che lavora tanto è anche una città che, nei weekend, esplode in eccessi. Ma bere per strada, sputare, vomitare fuori dai locali, o rompere bottiglie sono gesti che la città fatica a tollerare. Le zone della movida diventano focolai di disagio: la birra in mano in pieno giorno, le urla notturne, i resti umani sulle scale della metro. A questo si aggiungono accattoni aggressivi, lavavetri ai semafori, risse da strada. Non si tratta solo di insicurezza, ma di mancanza di educazione e rispetto. 

#7 Il menefreghismo

Se c’è un atteggiamento che più di ogni altro irrita il milanese è il menefreghismo diffuso. Chi cammina al cellulare senza guardare, chi non cede il posto sul tram, chi spinge per salire prima degli altri. Ma anche chi si crede migliore, chi ostenta superiorità, chi guarda solo il proprio orticello. Il risultato è una città dove ci si sente circondati da individui, non da cittadini, dove il senso di comunità sembra un lontano ricordo.

Continua la lettura con: I 7 difetti di Milano più gravi…sono risolvibili: queste le soluzioni

FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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