Una metropolitana leggera, simile a una cabinovia urbana: realizzata per collegare stazioni, stadio e parcheggi esterni. Una proposta visionaria per rivoluzionare la mobilità. In passato anche a Milano si era immaginato di realizzare un’opera di questo tipo.
# La metro leggera sospesa: il progetto presentato
A Como arriverà la “metro leggera volante”? In parallelo al progetto del nuovo stadio Sinigaglia, l’architetto Pozzi ha presentato una soluzione rivoluzionaria per la mobilità: una metropolitana leggera sopraelevata, con piccole cabine climatizzate e alimentate a batterie. Le cabine, capaci di trasportare fino a otto persone sedute, con spazio anche per chi viaggia in piedi nelle ore di punta, sarebbero trainate da un cavo nascosto nel terreno, in un sistema ispirato alle cabinovie da sci.

Il progetto viene illustrato con una serie di render che mostrano un possibile tracciato sotterraneo, ma Pozzi guarda anche a una variante più accessibile: un tracciato in superficie, su corsie riservate, per evitare le incognite degli scavi e contenere i costi di realizzazione.
# L’evoluzione a guida autonoma: le possibili stazioni

Pozzi immagina anche un’evoluzione autonoma del sistema, con cabine self-driving, prenotabili tramite app e QR code, che potrebbero muoversi su un tracciato che passa sotto lo stadio, prosegue in viale Lecco e arriva fino a Grandate. Le stazioni sarebbero:
- stadio,
- Como Lago,
- Como San Giovanni
- e forse anche in piazza Cavour.
È una proposta provocatoria, ma necessaria, secondo l’autore, per avviare una riflessione seria sulla viabilità. Non si esclude neppure l’ipotesi di sostituire l’attuale linea ferroviaria verso Grandate con un parco lineare, dove inserire corsie dedicate al nuovo sistema di trasporto. Il finanziamento dell’opera potrebbe arrivare dallo scomputo degli oneri di urbanizzazione previsti per il nuovo stadio e dalla concessione novantanovennale prevista nel piano economico-finanziario.
# Como laboratorio di mobilità urbana?
L’idea di Pozzi nasce da un’esperienza personale e da una passione per la città: «Como la giro in bicicletta da sempre. Ho provato a rispettare tutte le norme, ma così non si è mai realizzato nulla. Ora provo a lanciare una proposta per aprire un dibattito.» E il dibattito potrebbe essere davvero utile: città medie come Como hanno bisogno di soluzioni flessibili per ridurre traffico e inquinamento. L’intermodalità leggera, unita a spazi verdi riqualificati e sistemi smart, può rappresentare un’alternativa concreta alla mobilità urbana tradizionale. I veicoli autonomi, lo scambio modale tra stazioni e parcheggi e il recupero degli assi ferroviari come corridoi verdi possono rendere la città più accessibile, sostenibile e vivibile.
Ma Milano si era immaginato qualcosa di ancora più ambizioso.
# Quando a Milano si voleva realizzare la metropolitana aerea?

Quella di Como non è la prima idea di mobilità sospesa. Già negli anni ’50, Milano aveva sognato la sua metropolitana del cielo. L’architetto Luigi Mattioni, ispirato da una prima proposta di Padre Leonardo Maria Adler, concepì un sistema di funivie urbane montate su torri autosilo alte fino a 80 metri. Il progetto prevedeva tre livelli di mobilità: in superficie per mezzi pubblici e biciclette, in sotterranea per i veicoli privati, e in quota per trasporti leggeri. Il percorso della metro aerea si sarebbe sviluppato in un anello di 8 km con 13 fermate strategiche da piazza Diaz a Porta Volta, passando per Centrale e Buenos Aires. Come vetture erano stati pensati degli aerobus in acciaio da 5 metri, capaci di trasportare 50 passeggeri e movimentare fino a 16.000 persone all’ora. Nonostante la visione avveniristica e la fattibilità tecnica, il progetto fu accantonato per l’avvio della metropolitana sotterranea, ritenuta più pratica per le abitudini dell’epoca.
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Fonte: comozero.it
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FABIO MARCOMIN