La denuncia di UrbanFile: la situazione dei NEGOZI di Milano è DISASTROSA

Il racconto fotografico della città restituisce un'immagine desolante: centro e periferia non fa differenza. Vediamo il reportage fotografico di Urban File

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Il racconto fotografico della città restituisce un’immagine desolante: centro e periferia non fa differenza. Anche i marchi più storici, solidi e internazionali hanno chiuso i loro punti vendita e non hanno più riaperto, a causa delle misure stringenti contro il Covid. Vediamo il servizio di Urban File. 

La denuncia di UrbanFile: la situazione dei NEGOZI di Milano è DISASTROSA

Pubblichiamo articolo di “UrbanFile” – Commercio – Negozi chiusi: il disastro di quest’anno

# Il Covid-19 ha inferto un colpo pesante al commercio in città

Prima gli acquisti on-line, l’e-commerce, poi nel 2020 l’emergenza Covid19 con il lockdown e lo smart working, hanno e stanno segnando pesantemente anche il panorama delle nostre città. Vetrine spente, negozi con le saracinesche abbassate un po’ ovunque fanno calare una brutta sensazione passeggiando per le strade cittadine. Grandi marche così come i piccoli negozi, già da diversi anni rinunciavano ad avere negozi in città, oramai diventati dispendiosi. Al loro posto, in vie secondarie, dove un tempo potevamo trovare i panettieri, gli ortolani, le mercerie o il ferramenta, lentamente sono stati istituiti da ristorante e locali serali, certo più redditizi. Ma le vie dello Shopping?

# Il deserto in Galleria: anche Armani ha chiuso

Urbanfile ha raccolto una serie di foto da alcuni dei luoghi sfavillanti fino a pochi anni fa e oggi, invece, tristemente spenti e opachi. Partendo dal centro in Galleria Vittorio Emanuele II hanno chiuso e più riaperto Oxus, Tim, Leo Pizzo storica insegna, e addirittura Armani accessori.

# Svuotato anche il resto del centro: Via Torino, Via Orefici, Via Mazzini e Via Spadari con chiusure eccellenti

Spostandosi solo di qualche centinaia di metri troviamo Via Torino che, se fino a qualche anno fa non appena si liberava uno spazio commerciale si assisteva ad un subentro quasi immediato, da mesi non c’è rinnovo, cosa mai accaduta. Ora invece, sembra proprio che molti negozi rischino di rimanere sfitti.

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Via Orefici e dintorni vedono altre vetrine bianche o nere, chiuse e senza attività. Tra gli altri hanno chiuso il rinomato negozio francese di macaron Ladurée e il bar-caffè Peck chiuso già dallo scorso anno.

Via Mazzini, in affanno ormai da anni, è diventata ancora di più un luogo desolante e triste.

# Corso Buenos Aires, la via dello shopping per eccellenza è una desolazione. Il 10% dei negozi sono chiusi

Non è stata risparmiata nemmeno Corso Buenos Aires, la via dello shopping per eccellenza, che negli anni Novanta per numero di affari e movimento persone era la quinta strada commerciale al mondo, assieme alla Quinta di New York, gli Champs–Élysées parigini o Oxford Street di Londra, oggi tristemente desolante.

Tra i negozi vuoti si trovano quelli di: Burger King all’angolo con via Vitruvio, uno dei due negozi di H&M, Desigual ha lasciato definitivamente il corso, stessa sorte per Moleskine e Marina Militare, anch’essi tutti chiusi. Questi sono solo alcuni dei nomi di negozi che hanno lasciato le vetrine vuote, in tutto quasi il 10 per cento del totale. Ancora oggi i prezzi degli affitti per i locali, specie se enormi, sono troppo cari e a quanto pare, gli affari non vanno più bene come un tempo, costringendo a rinunce o a scarso interesse da parte di commercianti.

Identiche immagini si possono ritrovare in tutta la città. Urge trovare un nuovo modello, in questo cambiamento epocale dove lo smart-working ha svuotato gli uffici e i locali e l’assenza di turismo ha messo in ginocchio le attività commerciali al dettaglio, per ridare vita a una città che si sta sempre più spegnendo.

Vedi l’articolo completo di “UrbanFile” – Commercio – Negozi chiusi: il disastro di quest’anno

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