Il «Ministero delle Città»: la novità che servirebbe all’Italia

Una proposta per affrontare in modo integrato i problemi delle città italiane, oggi gestiti da ministeri frammentati

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urban_pills - Ministero delle città
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Oltre il 70% degli italiani vive in aree urbane. Persone che hanno esigenze e priorità in gran parte simili tra loro e assai diverse da chi sta in paesi piccoli o in mezzo alla campagna. Non esiste però un Ministero che si occupi direttamente delle città. Una proposta lancia l’idea di crearne uno.

# Le politiche urbane sono divise tra diversi dicasteri

Credits Andrea Cherchi – Milano vista dall’alto da lontano

Attualmente le politiche urbane in Italia sono suddivise tra diversi dicasteri. Le città ricadono principalmente sotto la competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tuttavia, questo approccio limita l’intervento pubblico a strade, opere e logistica. Secondo urban_pills, le città non possono più essere considerate semplicemente come spazi da infrastrutturare. La vita urbana è fatta di casa, lavoro, scuola, relazioni, cultura e ambiente. Per questo motivo viene proposta l’istituzione di un Ministero delle Città. Un organo statale che abbia come scopo principale la gestione integrata del sistema urbano. Un riferimento centrale capace di sviluppare politiche coordinate e misurabili. L’assenza di un ente dedicato viene indicata come una delle cause dell’attuale frammentazione. L’obiettivo è costruire una governance pubblica della città contemporanea.

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# Una nuova legge urbanistica

urban_pills IG – Nuova legge città

Uno dei primi compiti del nuovo Ministero sarebbe la riscrittura della legge urbanistica nazionale. La normativa attuale, la legge n. 1150 del 1942, pur modificata in alcune sue parti, resta inadeguata al contesto urbano attuale. La proposta prevede una legge quadro aggiornata, che tenga conto delle trasformazioni sociali, demografiche e ambientali delle città.

Il Ministero dovrebbe inoltre occuparsi del coordinamento dei progetti di rigenerazione urbana. In questo ambito rientrerebbero le strategie per la riqualificazione di aree dismesse, la riduzione del consumo di suolo e il recupero dello spazio pubblico.

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Anche la mobilità sostenibile sarebbe una competenza centrale: dal trasporto pubblico integrato alla ciclabilità urbana. Le città sarebbero così trattate come sistemi complessi e dinamici. La funzione legislativa sarebbe affiancata da un’attività tecnica e operativa.

# Città come ecosistemi da governare

urban_pills – Ministero delle città

Un altro compito attribuibile al Ministero delle Città potrebbe essere quello di intervenire sulla qualità urbana. In particolare attraverso la gestione e l’espansione delle aree verdi, il rafforzamento dei servizi di prossimità e la valorizzazione del territorio. Il Ministero potrebbe funzionare anche come punto di raccordo tra i Comuni e lo Stato centrale. Una struttura tecnica interna dovrebbe sviluppare indicatori di monitoraggio urbano. Questi strumenti servirebbero a misurare le diseguaglianze territoriali e indirizzare le risorse pubbliche. L’impostazione proposta supera la logica settoriale delle politiche urbane attuali. Le città vengono considerate come ecosistemi umani, ambientali e culturali da governare con strumenti coordinati. Il Ministero, in questa visione, diventerebbe il perno per l’attuazione di una strategia nazionale sulle città.

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Che la legge del 1942 sia da rifare, non ci sono dubbi. Che venga dedicato un dicastero alle città, i dubbi ci sono. Vogliamo aggiungere altra burocrazia a quella esistente? Se la nuova legge è fatta secondo tutti i crismi, non c’è bisogno di nuovi dicasteri. Vogliamo ridisegnare l’autonomia per le regioni, e poi centralizziamo con un nuovo dicastero? Mah!

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