Roberto Parodi, figura poliedrica conosciuta sui social come “Il Parods”, ha elencato in un video degli aspetti di merito individuati dopo un viaggio in auto di 4.000 chilometri tra Francia e Spagna. Spiccano alcune differenze sostanziali con l’Italia e Milano, in particolare.
#1 «Spiagge libere quasi ovunque»

La prima differenza segnalata con l’Italia riguarda il mare. Come chiunque si sia recato in quei Paesi sa bene, anche il Parods si è accordo che «in Francia e Spagna la quasi totalità delle spiagge è libera». Non solo: sono spazi curati e gestiti come e a volte meglio di spiagge private. Questa condizione si traduce in un utilizzo più ampio da parte dei residenti e dei turisti, senza i vincoli di costi giornalieri e servizi obbligatori. Il contrasto con l’Italia è evidente: da noi la gestione privata degli arenili resta predominante, soprattutto nelle regioni più frequentate. Nell’estate 2025 si è registrato un calo delle presenze, legato proprio ai costi elevati di ombrelloni e lettini, che hanno reso meno accessibili molte località.
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#2 «Niente telecamere e ZTL: col mio naftone ho potuto circolare ovunque»
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Il secondo punto riguarda la circolazione. In Francia Parodi non ha trovato telecamere paragonabili all’Area B e Area C di Milano, né zone 30 diffuse. Le limitazioni al traffico esistono, ma sono applicate solo in orari serali e in vie ipercentrali. Il Parods racconta come anche con il suo “naftone”, un vecchissimo Range Rover a gasolio, sia potuto circolare ovunque.
Non solo. Le strade urbane mantengono quasi sempre il doppio senso di marcia, con spazi predisposti per lo scambio dei veicoli in carreggiate strette. Al contrario, Milano ha ampliato progressivamente i vincoli alla mobilità privata: dalle aree a pagamento del centro fino alla nuova Ztl del quadrilatero, attiva dal 2025. Le regole si sommano alle zone 30 già introdotte in diversi quartieri, con un impatto rilevante sulla circolazione quotidiana.
#3 «Ciclabili diffuse ma non invasive»

Un terzo tema è quello delle ciclabili. In Francia e Spagna, racconta Parodi, le piste ciclabili sono diffuse ma non risultano invasive. La loro presenza è bilanciata, senza ridurre in modo significativo lo spazio a disposizione delle auto e senza alterare la fluidità del traffico. A Milano, invece, molte realizzazioni hanno suscitato critiche, soprattutto nei viali principali. Il caso più discusso resta quello di Corso Buenos Aires, dove la riduzione delle corsie ha generato polemiche per la congestione costante.
#4 «Niente maranza e delinquenti in strada»

Un ultimo tema riguarda la sicurezza. Parodi racconta di non aver notato fenomeni di microcriminalità visibili in Francia e Spagna, nelle tappe tra Camargue, Bordeaux, Tolosa, Biarritz e Paesi Baschi, descrivendo un ambiente percepito come tranquillo anche di notte. Un quadro che contrasta con quello milanese, dove la questione resta centrale. Emblematico è il caso recente della linea 90/91, con l’aggressione a un passeggero colpito con una catena a bordo del filobus. Tra città e hinterland sono già otto le zone rosse presidiate dai militari.
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FABIO MARCOMIN