Conche naturali con acqua cristallina e suggestive cascate. Le più belle piscine naturali a distanza di gita da Milano.
# Le Marmitte dei Giganti

Ci troviamo in provincia di Bergamo. Nella frazione di Valzurio del comune di Oltressenda Alta, il torrente Ogna ha modellato un paesaggio naturale di particolare suggestione. Sono le cosiddette Marmitte dei Giganti: conche scavate nella roccia, riempite da acqua cristallina e alimentate da una sequenza di piccole cascate. Ma perché questo nome?
Il toponimo deriva dalla tradizione popolare: le forme tondeggianti delle cavità, perfettamente levigate, venivano attribuite alla forza sovrumana di giganti. La realtà è geologica: si tratta di erosioni causate nei secoli dall’azione combinata dell’acqua e dei ciottoli trascinati dalla corrente.
# Come arrivare da Milano

Da Milano il percorso richiede circa un’ora e mezza in automobile. L’itinerario prevede l’autostrada A4 fino all’uscita di Bergamo, la statale 470 verso la Val Brembana, la provinciale 35 in direzione Nembro e infine la statale 671 con la provinciale 49 fino a Valzurio.
Da qui si può lasciare l’auto in località Spinelli e proseguire a piedi lungo una strada agrosilvopastorale che porta ai piedi della Presolana.
# Un cammino attraverso il bosco

Un’alternativa è rappresentata dal sentiero CAI 340, che risale il corso dell’Ogna. Il percorso, della durata di circa due ore, attraversa tratti boschivi, guadi e passaggi poco lineari. Lungo il cammino si incontrano punti di interesse come il Buco del Freddo, antica struttura in pietra utilizzata per la conservazione dei prodotti freschi, e le baite del Moschel, testimonianza della vita rurale d’altura.
Dalle baite, un piccolo ponte in ferro consente di superare il torrente: pochi minuti di cammino separano da questo sistema di piscine naturali, incastonate in un contesto boschivo di particolare valore paesaggistico.
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MILANO CITTA’ STATO
E’ approssimativa la spiegazione della formazione delle marmitte dei giganti; da Wikipedia:
—–Le marmitte dei giganti si formarono con le acque di scioglimento dei ghiacciai, che defluirono attraverso i crepacci e specialmente i mulini glaciali.
Queste acque di scioglimento si riunirono in correnti e formarono, in determinati luoghi, dei vortici. In questi vortici le acque fluenti raggiungevano anche i 200 km/h di velocità, esercitando nel contempo forti pressioni. Il lavoro di elevata erosione con lo scavo del letto nelle rocce provocò il trascinamento della risultante sabbia e di parti di ghiaia. La teoria, che i massi erratici trascinati dalle acque in movimento abbiano “fresato” dalle rocce le marmitte dei giganti come i mulini glaciali, risulta obsoleta. Principalmente si tratta di un punto di collisione di un mulino glaciale, o di un vortice locale nella corrente principale della acque sono dei tipi di alberi.—-
Ce ne sono di magnifiche appena fuori l’abitato di Chiavenna. La loro caratteristica è che sul fondo delle pozze, sempre tondeggianti a causa del movimento vorticoso dell’acqua, sono sempre presenti, imprigionate, le pietre che le hanno scavate in migliaia di anni.
Le marmitte dei giganti, sono quindi a tutti gli effetti ed esclusivamente una traccia della attività dei ghiacciai (in questo caso delle ere glaciali), mentre non si formano affatto per la sola azione erosiva dei torrenti.