Lo slang dei giovani di Milano: come è cambiato nel tempo, da ciospa a traiardare

Anche i giovani invecchiano. Specie le parole

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Anche i giovani invecchiano. Specie le parole. Quelle più in voga oggi, domani suoneranno come anticaglia. E’ il destino dello slang. 

# Ciospi e matusa: lo slang dei giovani di un tempo

Di sconosciuto – https://fondazionecsc.b-cdn.net/wp-content/uploads/2019/11/8688_derby.jpg, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=10108615 – Giorgio Porcaro al Derby con Abatantuono, Boldi, di Francesco

“Occhio!! Arriva la  Madama”, “La Pula per poco non mi beccava”, “Quei matusa dei nostri genitori non capiscono noi giovani”, “Quella peperina aveva una carrozzeria della malora”, “Io imbarcata di Luigi? Ma stai scherzando ??!! Quello è un ciospo !!”.

Vecchi linguaggi colloquiali giovanili, insomma vecchi slang, milanesi (e non solo), di tanti anni fa, quando nelle case stavano arrivando le TV a colori , la musica la sentivamo con il “mangiacassette” e gli Squallor cantavano “Cornutone”. “La Madama” e “La Pula” erano due modi per riferirsi alla Polizia, le “peperine” erano le ragazze, prima che i paninari le chiamassero “squinzie”, i “ciospi” erano i ragazzi brutti e le “ciospe” erano le sigarette o le tipe bruttarelle. Dei ciospi non ti potevi certo “imbarcare”, ovvero innamorare. Erano i tempi in cui i boomers erano i matusa, la “carrozzeria” era il fisico delle donne e con il termine “malora” si definiva qualcosa di eccezionale (negativo o positivo).

Prima ancora di queste epoche, a Milano lo slang era più che altro caratterizzato dai modi di dire: “Guardà cont i naris”, ovvero avere un atteggiamento di superiorità verso gli altri, “El perdon l’è a Melegnan”, ovvero quando non si voleva perdonare qualcuno, “Chi va in pressa, inciampa”, chi ha troppa fretta di fare le cose, sbaglia.

# Slay e moggare: il nuovo slang derivato dall’inglese

Credits: www.repubblica.it

Negli anni, anzi nei decenni, lo slang giovanile milanese è mutato in modo vertiginoso, tanto che certi termini, popolarissimi solo una decina di anni fa, ora non se li ricorda più nessuno: come “biga”, “definistrati” oppure “sbranni”.

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Nell’ultimo decennio i vocaboli criptici dei giovani sono frutto di una strana combinazione tra parole dell’informatica e abbreviazioni della lingua inglese. Così, se un tempo essere “pulito” voleva dire non avere una lira, oggi con il termine “Clean”, ci si riferisce a qualcosa fatto per bene.

Far bella figura rispetto ad altri si dice “Moggare”, mentre “Slay” è sinonimo di “bello, meraviglioso”; apprendere in modo “Fast”, vuol dire capire al volo, al tempo stesso il mondo dei TikToker ha introdotto la parola “Skibidi” che significa “qualcosa di strano”. “Traiardare” è un’italianizzazione di Try Harder, riferito ai videogiochi di ultima generazione caratterizzati dal “build”, ovvero  la scelta e la combinazione di abilità, equipaggiamento, perk o armi, che un giocatore seleziona per il proprio personaggio, con l’obiettivo di ottimizzarlo per determinati stili di gioco o strategie. Nel gergo giovanile milanese, ma non solo, Traidare significa, impegnarsi a fondo per qualcosa, senza lasciare nulla al caso. Insomma quello che noi “vecchi” una volta chiamavamo “lavoro da Certosino”.

# Il tramonto di sbatti e bella: anche i giovani invecchiano

credits: giovanigenitori.it

Le espressioni del tipo “sbatti” (sbattersi, faticare), “ciumbia !!” (come esclamazione che significa “accipicchia”), “Bella!!” (usata per concordare qualcosa), che fino a pochi anni fa erano la nuova frontiera dello slang milanese, oggi sembrano già termini sorpassati, come “orbene”, oppure “allorquando” per noi giovani degli anni ottanta, riferendoci a chi aveva una decina di anni in più. Parole che  sono state sostituite da “sckipopare”, ovvero saltare, “snitchare”, fare la spia oppure “trollare”, sinonimo di prendere per i fondelli.

Milano, esempio plastico di interculturalità, ormai da anni è  un informale progetto pilota dialettico, con la sua “pidgin”, cioè la sua franca lingua, soprattutto tra i giovani, come terminologia utilizzata in quanto strumento di comunicazione tra persone che parlano lingue, madri e sociali, diverse. E con questo, Ciao Bro e Ciao Sis …

Continua la lettura con: Queste erano le parole più usate a Milano… 10 anni fa

FABIO BUFFA


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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.

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