La «Casa Cubista», la più assurda di Milano

I "cubi-serra" multicolori, non adatti a chi soffre di vertigini, lo fanno sembrare un enorme cubo di "Rubik" scomposto

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Credits: Elena Galimberti
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Sembra un cubo di Rubik scomposto e al suo interno ospita 50 appartamenti di diverse metrature. Realizzato nel 2007 da uno studio di architettura cremonese, è uno dei palazzi più bizzarri di Milano.

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La «Casa Cubista», la più assurda di Milano

# Il complesso immobiliare richiama una concezione cubista dell’architettura

Il complesso immobiliare realizzato nel 2007 dallo studio d’architettura di Cremona “ARKPABI” viene descritto comel’espressione di equilibrio tra insoliti tagli geometrici e sfaccettature luminose derivanti da angolazioni diverse, in cui traspare la componente emozionale dell’intera struttura a sua volta caratterizzata da un intreccio di volumi che richiama una concezione cubista dell’architettura creata per stupire attraverso il rigore delle forme.” 

La logica alla base del progetto è la disaggregazione volumetrica che consente di ricavare ampie terrazze a servizio degli alloggi stessi. Vediamo come è strutturato.

# La struttura si compone di 3 corpi indipendenti costruiti da moduli che sporgono verso l’esterno. I “cubi-serra” multicolor sono sospesi nel vuoto

Credits: architonic.com

A nord di Milano, tra Viale Monza e la via Breda, per la precisione all’incrocio tra le vie Doberdò e Fortezza, si trova un complesso immobiliare alquanto bizzarro e inconsueto per la nostra città. Sviluppato su 7 piani fuori terra per complessivi 50 appartamenti è composto da tre corpi indipendenti, ortogonali alla stecca del piano primo, costruiti da moduli che sporgono verso l’esterno sulla facciata principale lungo la via Doberdò.

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Gli stessi volumi vengono come sospesi per disegnare sul lato nord 3 portici a doppia altezza caratterizzati da intradossi arcuati e scavati che si contrappongono perpendicolarmente allo zoccolo e all’ultimo piano. L’ultimo piano sembra una sorta di ponte in sospensione sui piani sottostanti. Se non bastasse, l’elemento più distintivo sono dei “cubi-serra” multicolori, non adatti a chi soffre di vertigini, che si protendono nel vuoto e lo fanno sembrare un enorme cubo di “Rubik” scomposto.

 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.