Con le sue terrazze verdi, geometrie spezzate e abitazioni tutte diverse, questo complesso sfida cinquant’anni dopo ogni idea convenzionale di edilizia popolare. E prima del Bosco Verticale ha creato una sinergia tra architettura e natura.
Questo è il condominio più verde del mondo
# Il condominio che non voleva essere un condominio
A Ivry-sur-Seine, banlieue a sud-est di Parigi, esiste un complesso residenziale che sembra uscito da un altro pianeta: si chiama Les Étoiles. Realizzato tra il 1969 e il 1975, è l’opera congiunta di Jean Renaudie e Renée Gailhoustet, due architetti che decisero di rompere con la geometria rigida dei grandi palazzoni modernisti del dopoguerra. Il loro sogno era semplice: costruire un’abitazione collettiva dove ogni unità fosse unica, diversa, organica. Il risultato? Un’esplosione di terrazze sfalsate, volumi inclinati, passaggi obliqui e piante ovunque. Le forme stellate spezzano la griglia urbana e trasformano l’idea stessa di case popolari. Più che un condominio sembra un villaggio. E soprattutto: non c’è separazione tra architettura e natura.
# Ogni balcone un giardino

Les Étoiles è stato progettato per essere verde non solo fuori, ma dentro. Ogni appartamento ha almeno una terrazza pensile che funge da giardino, filtro climatico, luogo di socialità e di isolamento insieme. Le piante non decorano, ma isolano acusticamente, trattengono il calore d’inverno e rinfrescano d’estate. Un concetto oggi sbandierato come avanguardia ecologica, ma qui applicato mezzo secolo fa. La struttura in cemento armato a getto continuo, combinata a elementi prefabbricati sagomati su misura, ha reso la costruzione un incubo per le imprese. Les Étoiles è però diventato un esempio riuscito di architettura organica e brutalista insieme: geometrie dure al servizio della complessità umana, in cui non esiste un solo punto di vista, ma infinite traiettorie pedonali e visive.
# Dall’abbandono al riscatto

Negli anni ’90 sembrava destinato a scomparire, soffocato dall’incuria e dai costi di manutenzione elevatissimi. Ma Les Étoiles è sopravvissuto. Grazie alla mobilitazione di associazioni, enti locali e una nuova sensibilità urbana, sono partiti progetti di restauro e recupero. Oggi il complesso è tornato a essere un simbolo, non solo dell’architettura utopica degli anni Settanta, ma anche di una possibile via alternativa all’abitare di massa. Oggi è studiato da architetti di tutto il mondo e ammirato da chi sogna di vivere in una casa che somiglia più a un giardino che a un appartamento.
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FABIO MARCOMIN