Odiati da molti, ritenuti orrendi o fuori contesto da altri, alcuni edifici milanesi hanno saputo ritagliarsi un ruolo importante fino a diventare delle vere icone e simboli della città stessa. Scopriamo quali sono.
5 PALAZZI di Milano così BRUTTI da SEMBRARE BELLI
#1 Torre Velasca, uno dei simboli più “odiati” di Milano
Progettata dallo Studio BBPR e realizzata tra il 1956 e il 1957, la Torre Velasca ospita negozi, uffici e appartamenti privati ed è uno dei simboli della città. Ora in fase di ristrutturazione, da sempre la sua caratteristica forma “a fungo” è oggetto di critiche, da molti è ritenuta un obbrobrio, anche se non mancano gli ammiratori. Questa forte contrapposizione di giudizio tra i i milanesi e studiosi d’arte ha contribuito ad accrescere la sua fama e ad affermarla come uno dei simbolo di Milano.
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#2 Ca’ brutta, una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana
Ca’ Brutta è ritenuta una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana, dato che in questa struttura sono presenti, primi fra tutti, i caratteri con cui verranno edificati tutti i condomini del futuro. Edificata tra il 1919 e il 1922 ad opera dell’Architetto Giovanni Muzio si costituisce da due blocchi: il primo che ricalca gli antichi palazzi nobiliari milanesi, con una corte interna, mentre il secondo è lineare e si trova dall’altra parte del cortile interno. Questo edificio in via della Moscova all’angolo con Via Turati ha fatto molto discutere al momento della sua ultimazione, tra entusiasti e conformisti, con i secondi che hanno “vinto” affibbiandole il nome di Ca’ Brutta.
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#3 La Torre e il Palazzo Rasini, un complesso immobiliare composto da due edifici diversi per stile e altezza
Il complesso architettonico è formato da Palazzo Rasini di sei piani, con attaccata una torre di dodici piani, con in cima una terrazza da cui si gode la vista sopra i Giardini di Porta Venezia. Palazzo Rasini è in marmo bianco, la torre in mattoni a vista. Progettato da Emilio Lanci e Giò Ponti e terminato nel 1935, questo “gruppo di case” di diverso stile e altezza fa storcere il naso a molti milanesi ma è considerato ormai un’icona della città.
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#4 Palazzo della Camera del Lavoro, un edificio monumentale poco considerato dai milanesi
Questo storico edificio situato al n. 43 di Corso di Porta Vittoria, oggi sede del Palazzo della Camera del Lavoro e un tempo dei Sindacati Fascisti dell’Industria fu eretto fra il 1930 e il 1932. Progettato dagli architetti Angelo Bordoni, Luigi Caneva e Antonio Carminati, e modificato dopo la Seconda Guerra Mondiale per rimuovere i simboli del tragico ventennio, si presenta con una forma ad U che si apre sul corso e con due braccia laterali di quattro piani. Al centro si erge invece una torre di 48 metri. Il suo stile monumentale e duro non è esente da critiche ma rimane una delle architetture più riconoscibili di Milano.
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#5 Torre Snia Viscosa, il “rubanuvole” di San Babila
Inaugurato nel 1937 la Torre Snia Viscosa è stato il primo grattacielo cittadino e per 14 anni il più alto con i suoi 59,25 metri. Meglio conosciuta come Torre San Babila, si presenta con un’architettura sobria, curata e di stampo fascista e nonostante si trovi in pieno centro storico non è mai stata tanto amata dai milanesi. Il nomignolo “rubanuvole” con cui è stata appellata dai cronisti dell’epoca sta a sottolineare questa scarsa considerazione, ma nonostante tutto continua a dominare piazza San Babila.
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FABIO MARCOMIN
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Praticamente questo articolo è volto a denigrare e demonizzare tutti i palazzi di architettura in stile razionalista, che rappresenta lo stile predominate assieme a quello Liberty che combaciano molto bene assieme dato che presentano entrambi i linee speculari e voluminose. Questi palazzi soni iconici, soprattutto perché nell’ampiezza della storia razionalista sono unici nei loro generi. Piuttosto i grattacieli di Porta Nuova, giganti di cemento con vetrate tutte pressoché uguali, l’architettura moderna è un evoluzione del razionalismo, ancora più assottigliato, privo di fregi e allori.
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