È successo un fatto storico: per la prima volta, sui tabelloni della stazione di Varese Fs è apparso un treno diretto a Milano Centrale. Un evento unico, atteso da generazioni. Ma più che l’inizio di una nuova era ferroviaria, si è trattato di un’apparizione fugace. I treni diretti alla stazione principale di Milano sono stati appena quattro, distribuiti su due giornate, il 18 aprile e il 29 maggio 2025. L’ultima corsa parte dalla Centrale il 9 giugno: poi, cala di nuovo il sipario. Forse per sempre.
A organizzare queste corse straordinarie è stata TiLo, la compagnia ferroviaria italo-svizzera controllata da Trenord e Ferrovie Federali Svizzere. I treni, pensati per i turisti elvetici in occasione delle festività pasquali e di Pentecoste, sono arrivati dal valico di Stabio, passando da Varese e terminando a Milano Centrale. Al ritorno, i convogli hanno seguito un itinerario diverso: da Centrale, invece di ripercorrere la stessa via, sono transitati per la linea Milano-Como-Chiasso, rientrando in Svizzera attraverso un altro confine.

Ma perché Varese non ha un collegamento regolare con Milano Centrale, come gli altri capoluoghi lombardi? La risposta sta in un paradosso storico. Agli inizi del Novecento, Varese godeva di un privilegio tecnologico: era tra le pochissime città servite da treni elettrici, che partivano dalla vecchia stazione Centrale di Milano, in piazza Repubblica. Quando questa fu demolita nel 1931, i treni varesini partirono dalla nuova stazione di Porta Nuova, poi dismessa nel 1961. A quel punto, Milano Centrale era già troppo congestionata per accogliere nuove linee, e i treni da Varese furono dirottati su Porta Garibaldi, diventata il terminale dei pendolari. Oggi il problema resta: la saturazione della Centrale costringe le Ferrovie a puntare su altri snodi, come Rho Fiera, Rogoredo o Segrate, dove i treni da Varese permettono già oggi l’interscambio con l’Alta Velocità. Un compromesso, in attesa che il sogno di un treno per la Centrale torni a essere, magari, più di un’eccezione.
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