Il CANALE NAVIGABILE da MILANO al MARE: sarà mai completato?

Un progetto che fa acqua

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Credits: www.pensalibero.it

Sembra che qualcuno abbia voluto riprendere i versi della vecchia filastrocca riguardanti il Naviglio che non voleva navigar. Il Canale Navigabile è stato un sogno, un oggetto del contendere, un progetto ardito e meraviglioso, una “ciofeca” non più degna di nota e, ora, pare se ne voglia riparlare nella speranza che qualcosa finalmente si muova.

Il CANALE NAVIGABILE da MILANO al MARE: sarà mai completato?

# Un progetto che fa acqua da tutte le parti

Credits: www.pensalibero.it

Ci sono miliardi di vecchie lire buttati al vento e un tratto realizzato tra Cremona e Pizzighettone utilizzato solo per la pesca di ciprinidi da rilasciare per colpa delle acque non certo cristalline. Ma non solo: non mancano le infinite diatribe con varie associazioni di categoria che fanno notare la scelleratezza nel considerare un progetto che, manco a farlo apposta, fa acque da tutte le parti.

Romantico invocare una via d’acqua che si allinea alla vocazione di Milano di avere tanti corsi d’acqua, naturali e artificiali, e di tornare a parlare di trasporto merci, considerando che la Darsena di Milano è stata per anni uno dei porti più importanti d’Italia. Bello trovare alternative ecologiche al trasporto su gomma. Interessante parlare di investimenti che muovono l’economia.

Purtroppo, però, siamo in Italia e le cose non vengono mai, o quasi mai, fatte come si dovrebbe.

# Il costante dragaggio del Po comporterebbe un impatto ambientale devastante e inutile

Credits: www.welfarenetwork.it

A farla da padrone in questo progetto è il Po che andrebbe costantemente dragato per aumentarne il pescaggio e per rendere economicamente interessante il tutto. Infatti, i natanti che solcherebbero la via dovrebbero essere di una possibilità di carico elevata con tanto di fondale minimo, cosa che il Po non può ancora garantire.

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L’impatto ambientale, ieri come oggi, è devastante considerando anche il numero di chiuse che si renderebbero necessarie per il corretto scorrimento dell’acqua. Fauna e flora subirebbero un duro colpo e non ci sembra sia il caso.

# La realizzazione del canale sembrava non essere più economicamente vantaggiosa

Credits: www.welfarenetwork.it

Rispetto alla mole di merce spostata verso gli anni ’40, quando si iniziò a considerare seriamente la costruzione del canale, fino agli anni 2000, quando fu sciolto il consorzio, il volume totale si era affievolito, non rendendo più economicamente vantaggiosa la realizzazione.

Tutto questo e altro ancora avevano mandato in soffitta il progetto e sciolto il consorzio, avendo dimostrato che tra spostamenti di zolle di terra e varie ed eventuali si erano insinuati altri interessi che poco c’azzeccano con la costruzione di un canale.

# Dopo lo stop dei lavori, ora le amministrazioni devono fare una scelta: il progetto del Canale Navigabile deve andare avanti?

Credits: it.wikipedia.org

Ora timidamente riaffiorano proposte per tornare a scavare e dragare nell’ottica di finire il Canale. Peccato che siano anche sopraggiunte l’alta velocità, la TEM milanese e altre infrastrutture che intersecano il vecchio tratto previsto.

Che si farà? Difficile dirlo. Certo è che un’opera faraonica di 50 chilometri che si snoda nella pianura dividendo in due un territorio che ha saputo difendere la vocazione agricola, costata già diversi miliardi delle vecchie lire e abbandonata per la gioia di carpe e zanzare, che si è più volte dimostrata inutile e dannosa tranne per chi la costruisce, può ancora essere presa in considerazione.

La palla ora passa alle amministrazioni e alla loro proverbiale capacità di organizzare e realizzare le opere. Amen

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ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.