Se il “rischio ragionato” fosse applicato anche ai nostri governanti

Cosa dovrebbe cambiare se venisse applicato ai governanti il criterio della massima sicurezza che metta al riparo i cittadini da decisioni improvvisate o prese in stato di alterazione?

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La Fattoria degli Animali - George Orwell

Un pilastro della democrazia è la reciprocità. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e i principi devono essere uniformi tra tutte le categorie e istituzioni.

La linea politica attuale è quella della sicurezza ad ogni costo e ogni eccezione deve essere un “rischio ragionato”. Per completare questo processo di rivoluzione autoritaria e liberticida rendendolo coerente con i principi democratici manca l’ultimo tassello: estendere anche a loro ciò che i nostri governanti hanno imposto a noi.

Cosa dovrebbe cambiare se venisse applicato ai governanti il criterio della massima sicurezza che metta al riparo i cittadini da decisioni pericolose?

Prima di tutto, visto che tutti i professionisti sono iscritti a un albo a cui si accede attraverso un esame, dovrebbe essere lo stesso per i nostri politici, per evitare che degli improvvisati possano creare danni ai cittadini. Ovviamente per rimanere iscritti all’albo dei politici occorrerà seguire continui corsi di aggiornamento. E, naturalmente, bisogna avere la fedina penale immacolata.

Non tutti i politici poi sono uguali. Chi ricopre cariche rilevanti, come sottosegretari, ministri, presidenti di commissione dovranno seguire una formazione particolare con corsi ad hoc.
I ministri, avendo privilegi di comando e di decisione, devono seguire test di tipo psicoattitudinale per ottenere un pass provvisorio della durata di sei mesi che garantisca i cittadini della salute mentale e fisica di ogni ministro. Non possiamo permetterci certo una persona con problemi fisici o mentali che governi un paese.

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Inoltre è necessario un test ogni 48 ore che misuri il livello alcolemico e l’uso di droghe, perché se per guidare un’auto bisogna essere sobri tanto più per guidare un paese.
In una situazione d’emergenza devono essere ovviamente aboliti tutti i ministeri e i politici non essenziali.

Il vero rischio non ragionato è applicare il principio della sicurezza come un dogma per governare un Paese.

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