Milano solo 35esima nella classifica per l’IMPRENDITORIA FEMMINILE: cosa serve per salire ai vertici

La crescita di Milano è costante nel confronto interno, ma arranca se si guarda alle altre città del mondo.

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ph. Andrea Cherchi (c)
ph. Andrea Cherchi (c)

E’ uscita la classifica mondiale del 2019 del Dell Women Enterpreneur Cities Index, sulle 50 città in grado di attrarre e supportare maggiormente l’imprenditoria al femminile. Milano è l’unica città italiana presente e si piazza al 35° posto (2 posizioni in più rispetto all’anno precedente).

MILANO CRESCE MA E’ ANCORA LONTANA DALLE CITTA’ TOP

L’ analisi prende in considerazione 5 fattori: capitale, tecnologia, talento, cultura e mercato.

Fattori chiave per competere a livello mondiale sono decisivi la possibilità di accesso ai capitali e il contributo della tecnologia. Punti centrali su cui le città ed il contesto sociale-lavorativo, devono investire.

Il tasso di imprenditorialità e lavoro femminile è in crescita, contribuendo in modo significativo alla generazione di valore economico e sociale, soprattutto in Lombardia dove negli ultimi 10 anni, la componente femminile è in aumento del +5,9 %, e dove Milano contribuisce in maniera preponderante.

LE DONNE BATTONO GLI UOMINI

A Milano emerge una forte presenza di lavoro femminile impegnato soprattutto nel settore terziario (nove donne su dieci), con un alto livello di scolarità (laureate 60% vs 35% uomini) ed elevata qualificazione.

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A Milano emerge una forte presenza di lavoro femminile impegnato soprattutto nel settore terziario (nove donne su dieci), con un alto livello di scolarità (laureate 60% vs 35% uomini) ed elevata qualificazione.

Le professioniste a Milano risultano accedere a ruoli e posizioni di rilevanza, al pari delle colleghe di altre città europee in classifica (anche se nei ruoli dirigenziali sono ancora in minoranza). La presenza femminile è entrata anche in settori tipici e di spicco nel panorama milanese, come quello finanziario, da sempre considerato campo ad appannaggio maschile. Qui ormai le donne impegnate a Milano, risultano essere l’8,6 % contro l’ 8,7% gli uomini.

COSA DIFFERENZIA UNA PROFESSIONISTA MILANESE

Milano si dimostra ancora una volta modello trainante in Italia, risulta invece insufficiente nella competizione globale.

Tre quarti delle donne sono professionalmente attive, lavorano e vivono in una città, laboratorio di idee ed iniziative, intraprendente che cambia rapidamente, innovandosi ed anticipano il resto d’Italia.

Cosa differenzia probabilmente le donne che lavorano a Milano?

Con molta probabilità le professioniste a Milano hanno una forte determinazione nel raggiungere obiettivi professionali. Analizzando alcuni fattori, come il più alto livello di istruzione in comparazione agli uomini, avendo le stesse opportunità di studio, si evince probabilmente da subito, la voglia di voler essere parte attiva e cogliere tutte le opportunità che il mercato lavorativo offre o di crearne di nuove. L’insieme di questa determinazione che va al di là dell’esigenza monetaria ha contribuito plausibilmente a creare questa realtà virtuosa milanese. Una realtà ed un sistema economico, che non dovrebbe aver bisogno di quote rosa per valorizzare la sua forza lavoro femminile.

Il limite invalicabile è dato dalla mancanza di autonomia della città, per decidere liberamente le politiche migliori per il lavoro e le imprese per competere con le altre città più importanti del mondo.

LUCIA MARTINAZZO

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Lucia Martinazzo
Comasca di nascita, milanese di adozione. Milano ha fatto subito breccia nel mio cuore, da subito, appena iniziato a conoscerla nel mio primo anno di Università, ed ho capito che questo era il posto in cui avrei voluto vivere. Pochi anni dopo mi ci sono trasferita, e ad ora sono esattamente 10 anni che ci vivo. Laureata magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari (con lode) all'Università degli Studi di Milano. Muovo i primi passi professionali come docente di sicurezza ed igiene alimentare, lavorando poi per anni come consulente di sistemi di gestione qualità e sicurezza alimentare per le aziende del settore food. Attualmente sono Responsabile Qualità e Sistemi di Gestione Qualità, ambiente e sicurezza alimentare per una multinazionale che opera nel settore alimentare e farmaceutico.