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I 5 AEROPORTI PIÙ SPAVENTOSI al mondo

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@hopeblamireartist

Quando torneremo a poter prendere un aereo e viaggiare con la libertà d’un tempo? I voli sono ripartiti, ma la pandemia ha colpito in particolar modo il settore dell’aviazione: molte compagnie aeree hanno chiuso e altre ci metteranno anni a riprendersi dalla batosta economica. Augurandoci che si possa riprendere presto e pur con le incertezze sul futuro, facciamoci venire un po’ di nostalgia, andando a effettuare un sorvolo immaginario sugli aeroporti più paurosi o pericolosi al mondo.

I 5 AEROPORTI PIÙ SPAVENTOSI al mondo

# 5 Aeroporto Barra in Scozia: l’unico al mondo con una pista sulla spiaggia

@hopeblamireartist

L’Aeroporto di Barra (codice IATA BRR) è situato nella larga baia di Traigh Mhòr, nel lembo settentrionale dell’isola di Barra, che fa parte delle isole Ebridi Esterne: un arcipelago nel nord ovest della Scozia. È il solo aeroporto al mondo la cui pista di atterraggio è costituita da una spiaggia e, naturalmente, decolli e atterraggi sono consentiti esclusivamente quando la marea è bassa.

Per la suggestiva collocazione e la spettacolarità del paesaggio è stato scelto numerose volte come location per documentari e produzioni televisive, esattamente come un altro aeroporto di cui parleremo fra poco.

# 4 Qamdo Bamda, in Tibet: la pista a maggior rischio di svenimenti 

@love.for.aviation

Si trova a oltre 4 km di altitudine, ed ha una pista di ben 5.5 km, la più lunga al mondo. Questo record è stato necessario a causa della ridotta efficienza dei motori degli aerei nell’aria rarefatta in quota, che obbliga a prendere una rincorsa di decollo più lunga del solito.

La città di Qamdo è raggiungibile in due ore e trenta attraverso delle strette strade di montagna. La distanza così lunga dell’aeroporto dalla città deriva dal fatto che, vicino all’abitato, non c’era uno spiazzo di terreno abbastanza grande per edificare l’aviosuperficie.

Prima di scendere dall’aereo, solitamente i passeggeri vengono avvertiti di muoversi lentamente, in quanto l’elevata quota potrebbe provocare cali di pressione e svenimenti. Motivo per il quale l’aeroporto è usato soprattutto da locali e da pochissimi, temerari turisti.

# 3 Toncontin, Honduras: pista corta stretta tra due catene montuose

@thejosemanuelhn

L’aeroporto honduregno, codice TGU, si trova presso la capitale Tegucigalpa. La sua particolarità è quella di avere la pista molto corta perché collocata fra alcune catene montuose. Negli anni recenti infatti vi sono stati numerosi incidenti, soprattutto di voli privati, oltre al famoso disastro del volo Tan Sahsa 414 nel lontano 1989, dovuto proprio a un’errata valutazione dei piloti nella procedura di atterraggio.

# 2 Juancho Yrausquin, Antille Olandesi: la pista più corta del mondo a strapiombo su una scogliera 

@passageirodeprimeira

Arroccato a strapiombo su una scogliera alta circa 20 m e fiancheggiato da rilievi collinosi, è dotato di un’unica pista lunga meno di 400 m (che ne fa l’infrastruttura del genere più corta al mondo). Tali caratteristiche rendono lo scalo di Saba uno dei più pericolosi al mondo. Possono operarvi solo aerei che richiedono spazi ridotti per atterraggio e decollo o elicotteri.

L’aeroporto è hub della compagnia aerea Winair, l’unica a servire l’isola con voli di linea: il resto del traffico è costituito da voli charter e velivoli privati.

#1 Courchevel, in Francia: la pista più ripida, con una pendenza del 18,5% 

@fr_planes

Al confine con la Val d’Aosta, l’aeroporto Courchevel ha un singolare record: la ripidità di pista raggiunge ben il 18,5% di pendenza. Il che presuppone tassative manovre di decollo in discesa e di atterraggio in salita.

La posizione spettacolare nel cuore delle montagne, l’elevazione e l’accesso riservato solo a piloti esperti (e in possesso di apposita licenza) fanno di Courchevel il luogo ideale per set Hollywoodiani.

Numerosi sono stati i lungometraggi girati qui, ma il più famoso di tutti resta, nel 1997, “007 – Il domani non muore mai”: diciottesimo film della celebre saga del più famoso agente segreto del cinema, qui interpretato da Pierce Brosnan.

E voi, avete ricordi di viaggi o aeroporti particolarmente paurosi dove siete atterrati Raccontateci la vostra esperienza in volo!

Continua la lettura con: Il volo aereo più breve del mondo

CARLO CHIODO

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BANDIERE delle CITTÀ della Lombardia: qual è la più BELLA?

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Credits: rbvex.it/

Anche le province lombarde hanno le proprie bandiere. Quali sono quelle più riuscite? E quali modifiche potrebbero essere apportate? Ecco la nostra graduatoria dalla più brutta alla più bella.

BANDIERE delle CITTÀ della Lombardia: qual è la più BELLA?

#12 Sondrio: scarsa originalità. E la Valtellina?

La semplice sovrapposizione dello stemma cittadino su un campo dagli stessi colori. Nessuna originalità, nessun pregio estetico. Tutta la Valtellina aspetta un vessillo ufficiale. Oppure no. Ma lo merita.

#11 Monza: la Corona Ferrea Longobarda. Possibile mix di colori?

Gli amici della Brianza del Sud appiccicano lo stemma che porta in gloria la Corona Ferrea Longobarda a un campo orizzontale, bianco-rosso. Il blu dello stemma in passato fu usato spesso per la terza maglia della quadra di calcio, che sta tornando in auge. Perché non tentare una combinazione dei tre colori? La Francia ci è riuscita, in tempi non sospetti.

#10 Bergamo: Roma fonte d’ispirazione

Il flavour, neanche a dirlo, è un po’ romano. Semplice, ma (senza volerlo) derivativa. Il ‘sole’ in cornice dello stemma cittadino potrebbe dare quel tocco di peculiarità che manca.

#9 Brescia: il Leone potrebbe essere aggiunto?

Vedi sopra, anche se qui l’alternanza di bianco e azzurro rende la combinazione meno immediatamente collocabile, geograficamente. Lo stemma ha un leone maschio. Sul campo bianco ci starebbe bene.

#8 Mantova: Virgilio ha sostituito la Rosa Camuna

Variante semplice della storica bandiera della Lombardia, prima della Rosa Camuna. Vi compare il busto di Virgilio, qui nato. Noi saremmo per il recupero del vecchio vessillo del ducato, con quattro aquile nere, stile Mori sardi.

#7 Lecco: l’originalità nella croce lombarda e il leone rampante

Bandiera Lecco

Bipartita, in un’accezione rara, con la croce lombarda sulla sinistra e un leone rampante sulla destra. Originale, ma non perfettamente riuscita né cromaticamente né in termini di proporzioni.

#6-5 Milano-Varese: semplice ma in troppi portano questo vessillo

Sapevamo che la bandiera di Milano fosse identica a quella di Genova e dell’Inghilterra, oltre che a quella storica della Lombardia. Semplice, ma riuscita. Eppure, qui siamo decisamente in troppi a portare questo vessillo. Per Milano ci sono tante altre possibilità (una su tutte, l’amatissimo Ducale). Vogliamo lanciare il sondaggio ‘Una nuova bandiera per Milano’? E, perché no, anche per Varese!

Leggi anche: la bandiera: Milano ha copiato Genova

#4 Cremona: la bandiera delle possibilità

Poco nota, la bandiera comunale della città delle tre T, è una semplice variante sfrangiata dello standard lombardo. Premiata per ricordare che esistono le possibilità, in un mondo omologato.

#3 Lodi: l’effetto cromatico che da all’occhio

Va a podio, ed è in realtà un secondo gradino. I colori sono invertiti rispetto alla Scania (regione del sud della Svezia), e la croce ovviamente non è del tipo scandinavo. L’effetto cromatico è spettacolare, peccato sia poco usata.

#1 ex-aequo Como-Pavia: ricordando la Danimarca

Ci permettiamo un ex-aequo, anche se in teoria le bandiere differiscono per tonalità Pantone del rosso. In teoria, perché la bandiera di Pavia non è nemmeno ufficiale. Quella di Como è una Danimarca che da nordica è divenuta latina. Il bianco nel campo della croce risulta essere particolarmente riuscito, provate a immaginarlo con altri colori di sfondo. Vincerebbe?

Continua la lettura con La classifica delle BANDIERE PIÙ BELLE delle REGIONI del Nord Italia

LORENZO ZUCCHI

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“In Italia il PICCO alle SPALLE. In Germania invece…”: lo studio di un RICERCATORE a Berlino

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Credits: berlinomagazine.com

Dalla comparazione sull’andamento dei ricoveri in terapia intensiva per Covid sembra che l’Italia sembra aver raggiunto il massimo livello di saturazione già raggiunto nella prima ondata, mentre lo Stato tedesco deve ancora arrivarci. Questa potrebbe essere una buona notizia per l’Italia, la conclusione di un ricercatore che vive in Germania 

“In Italia il PICCO alle SPALLE. In Germania invece…”: lo studio di un RICERCATORE a Berlino

Pubblichiamo estratti dello studio di Stefano Gaburro, biologo molecolare di base a Berlino, pubblicato da berlinomagazine.com 

# Il numero dei contagi non fotografa la reale gravità della pandemia

L’andamento dei nuovi contagi e decessi giornalieri è un dato continuamente fonte di paragoni tra Paesi sia se si parla di numeri assoluti che, più giustamente, facendo la media sulla base del numero di abitanti. Berlino Magazine per capire meglio la situazione tedesca e quella italiana ha pubblicato uno studio di Stefano Gaburro, ricercatore italiano che vive a Berlino. In questo studio si interpretano due grafici che mettono a confronto le situazioni tra i due paesi. Stefano Gaburro è biologo molecolare di base a Berlino nonché direttore scientifico di Tecniplast Spa, leader mondiale nel settore dello stabulario e ora impegnata anche nei test dei vaccini anti Covid. Questi sono i suoi rusultati. 

# I dati sull’affollamento delle terapie intensive sono quelli più significativi

Il numero di persone in terapia intensiva per contagio da Covid è affidabile e documentabile, rispetto a quello delle persone contagiate dal virus. Questo perché riesce a spiegare, contemporaneamente, sia la diffusione del virus in un Paese che la gravità con cui attacca la sua popolazione. Anche se la letalità del virus è infatti ben al di sotto sotto l’1%, gli studi dimostrano che il Covid lascia spesso, anche sugli asintomatici, “cicatrici” serie come perdita del volume polmonare, del gusto e dell’olfatto aumentando e il rischio di una generale precocità nello sviluppo di demenza, Parkinson ed Alzheimer.

Oltre alle conseguenze sulla salute pubblica che emergeranno nel corso dei prossimi anni, nell’osservazione di questi dati bisogna ricordarsi che il sovraffolamento degli ospedali blocca e ritarda operazioni importanti e trattamenti legati ad altre patologie. Ma guardiamo cosa è emerso dal confronto tra Italia e Germania.

# Dal confronto sui grafici dei ricoveri in terapia intensiva nei due Paesi, emerge che la Germania deve ancora arrivare al picco massimo già raggiunto dall’Italia

Credits: berlinomagazine.com

Nel primo grafico sono stati messi i dati assoluti, ovvero senza calcolare il fatto che in Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti, in Germania circa 83 milioni. Fino a metà novembre la curva di crescita dei ricoveri in terapia intensiva era uguale tra i due Paesi, con circa 4.000 pazienti a testa, a fronte però di una popolazione maggiore dello Stato tedesco. Da quel momento in poi la curva italiana ha iniziato a scendere fino sotto i 3.000 letti occupati, mentre quella tedesca ha proseguito la salita fino a sfiorare il numero di 6.000 in questo mese di Gennaio.

Credits: berlinomagazine.com

Il secondo grafico invece tiene in considerazione il numero di pazienti parametrato sulla stessa popolazione. Come si vede nell’immagine, dopo il picco italiano di inizio novembre con 3.750 ricoveri in terapia intensiva, identico alla massima saturazione durante la prima ondata primaverile, ora il nostro Paese è poco sopra i 2.500. In Germania, al contrario, ad oggi registra circa gli stessi numeri di ricoverati gravi che l’Italia aveva a Novembre proseguendo in una crescita costante.

Dai grafici, secondo Gaburro, emergono quindi due conclusioni principali:

  • in Italia il primo picco è stato analogo a quello della seconda ondata
  • in Germania la seconda ondata è più forte della prima e il picco non è ancora arrivato. Ciò significa che le attuali restrizioni in vigore, come annunciato ieri, fino al 31 gennaio prossimo probabilmente verranno prorogate di diverse settimane.

Le fonti con cui sono stati realizzati i grafici: per la Germania dal sito del Robert Koch Institut, per l’Italia sono stati presi da quando raccolto dal Sole24 ore Lab.

Fonte articolo: Berlino Magazine

Continua la lettura: La SECONDA ONDATA in Lombardia è un segno di IMMUNITÀ DI GREGGE?

MILANO CITTA’ STATO

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La “pietrificazione dei sogni”: la casa più SURREALE d’Italia

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Credits: musantiqua.it

La Scarzuola, ossia la “pietrificazione dei sogni”. L’opera dell’architetto Tommaso Buzzi rappresenta la “città ideale”. Dove si trova e cosa possiamo trovare al suo interno?

La “pietrificazione dei sogni”: la casa più VISIONARIA d’Italia

# La “Scarzuola”, la città ideale di Buzzi

Credits: tuttanatastoriasaa.it/

La casa più visionaria d’Italia è stata progettata da Tommaso Buzzi che, sul punto di morte, chiese al nipote Marco, suo erede, di completare il sogno della sua vita. La struttura rappresentava per l’architetto il simbolo della città ideale e prese il nome di “La Scarzuola” che significa “la pietrificazione dei sogni”.

Oggi la casa è abitata da colui a cui è stato assegnato il compito di realizzare il sogno dell’architetto Buzzi, Marco, e si trova a Montegabbione, in provincia di Terni, dove è diventata una delle principali attrazioni del territorio. Dal 1981 il nipote è riuscito a completare l’opera grazie agli schizzi lasciati dall’architetto. Ma cosa si trova al suo interno? 

 

# La chiesa del 1200 all’ingresso

Credits: tripadvisor.it

La particolarità della casa si può notare fin da subito: varcato l’ingresso ci si trova davanti a una chiesa del 1200 ornata di candele e con tanto di altare per la celebrazione della Santa Messa.  Il proprietario di casa afferma che “Il luogo è un grido impietrato di Buzzi che sviluppa attraverso la scenografia teatrale”, questo gli ha permesso di non rispettare uno schema architettonico ben preciso bensì di svariare nella fantasia e realizzare le idee prodotte dalla sua mente.

# La distonia tra giorno e notte

Credits: domanidoveandiamo.it

Uno dei simboli della casa sono i cipressi che rappresentano le canne di un organo naturale: alla base degli stessi sono stati inseriti dei “tasti” in pietra per rappresentare lo strumento musicale tipico delle chiese. Il gioco di alternanza tra “giorno” e “notte” è stato sfruttato dal Buzzi per inserire nel progetto alcuni elementi che nel mondo del sole non si potrebbero mettere creando una sorta di disordine ideologico al di fuori dall’ordine imposto dalla società.

# “Rimetti il cuore in asse”

Credits: umbriaoggi.it

Cuore, vagina e amore, perchè noi nasciamo così. Crescendo però si dimentica tutto al punto che la testa e il pene prendono sopravvento su di noi. Nella navigazione dovrai rimettere te il cuore in asse e declassare i due. Cominci così ad essere pronto per iniziare il viaggio di riunificazione di te” è ciò che afferma Marco nella spiegazione di una delle costruzioni che possiamo ritrovare all’interno della casa più strana d’Italia.

# “Il nuovo non è altro che il vecchio messo nella nuova chiave”

Credits: musantiqua.it

All’interno della casa possiamo trovare molti libri perchè per l’architetto sono capaci di entrarti dentro e ti danno la possibilità di sviluppare la creazione, a differenza dei giorni moderni dove la creazione è già fatta dalla società, annullando il singolo. Buzzi diceva “Il nuovo non è altro che vecchio, messo nella chiave nuova” il che voleva indicare che la struttura deve essere vista con gli occhi del bambino che, curioso, riesce a interpretare ciò che l’architetto vuole comunicare.

Fonte: ThePillow

Continua la lettura con Questa è la CASA più STRANA del MONDO

MARCO ABATE

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Le CAPANNE di Conestoga: un’idea che potrebbe funzionare anche a Milano

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credits: komonews

In questo periodo di difficoltà c’è un emergenza che non si è mai placata, quella dei senzatetto. Nella città di Eugene in Oregon Erik de Buhr, del gruppo Community Supported Shelters, ha deciso di progettare delle capanne speciali per i senzatetto. Un progetto che fa vedere come sia possibile trovare delle soluzioni semplici efficaci ed economiche per migliorare la vita delle persone.

Le CAPANNE di Conestoga: un’idea che potrebbe funzionare anche a Milano

# A Eugene le capanne si fanno con il conestoga

Il Conestoga è una vettura a trazione animale che veniva utilizzata durante l’espansione verso l’ovest degli Stati Uniti d’America, durante la fine del XVIII secolo e per tutto il XIX secolo. Il mezzo prende il nome dalla Conestoga Valley in Pennsylvania e quest’anno è diventato la base per le capanne dei senzatetto della cittadina di Eugene in Oregon.

# Il loro ideatore Erik de Buhr le considera più resistenti e dignitose delle tende, più economiche delle casette in legno

credits: komonews

Erik de Buhr sostiene che queste vetture trasformate in capanne sono una soluzione adeguata per chi non ha un luogo in cui dormire e tenere i propri effetti personali. Il loro costo è contenuto, circa $ 2.500, mentre le casette hanno un costo fra i 10.000 e i 20.000 dollari. Inoltre, le Conestoga Huts si montano in poche ore, resistono alle intemperie e si possono chiudere a chiave.

# Eugene ha un approccio diverso ai senzatetto rispetto alle altre città americane

Eugene è una delle uniche due città del nord-ovest americano a concepire l’idea di affrontare i senzatetto in questo modo nuovo e speranzoso. Il consiglio comunale della cittadina ha votato un’ordinanza sul campeggio notturno che consente alle persone di dormire in veicoli, tende o capanne Conestoga, ammettendo al massimo 20 capanne in parcheggio, 6 capanne in chiesa e una in abitazione privata.

# La situazione dei senzatetto a Milano sempre più preoccupante

credits: ilfattoquotidiano

L’emergenza covid-19 e il freddo di questa stagione non stanno aiutando chi vive per strada. L’assessore alle politiche sociali Gabriele Rabaiotti ha lanciato l’appello invitando la popolazione a segnalare i senzatetto per poter intervenire e offrire loro un posto letto e un pasto caldo nelle strutture messe a disposizione dal Comune di Milano. I posti sono circa 2.000 e possono diventare di più se fosse necessario.

Non manca però la solidarietà delle varie associazioni che si occupano dei senza fissa dimora come Progetto Arca, Ronda Carità e Solidarietà Milano e City Angels. Vengono assistite anche numerose famiglie che una casa ce l’hanno ma sono in grave difficoltà economica.

Ma allora perché ancora molti scelgono ancora di dormire fuori al freddo?

# Vergogna, intimità e voglia di ritrovare sé stessi: con le capanne potrebbe essere diverso

Le persone che vivono in queste situazioni solitamente provano un senso di immensa vergogna nel venire aiutati e un profondo disagio nel cercare un letto in un dormitorio in cui sono presenti molte altre persone. La soluzione delle capanne potrebbe funzionare: permettere ad una persona di avere il proprio letto ed il proprio spazio dove tenere gli effetti personali potrebbe essere la base da cui ripartire.

Fonte: Milanotoday & Komonews

Continua la lettura con: Il CLOCHARD diventa guida turistica, fotografo, biciclettaio… 7 idee per aiutare chi è finito in mezzo a una strada

ANDRA STEFANIA GATU

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La RIVOLTA degli STUDENTI di Milano: cronaca e foto delle proteste

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La situazione della scuola sta diventando sempre più imbarazzante. Numerose le manifestazioni di protesta nel capoluogo lombardo di studenti che chiedono di rientrare in classe. Intanto al posticipo del governo si aggiunge quello della Regione che sposta la nuova apertura a fine gennaio. 

La RIVOLTA degli STUDENTI di Milano

# Il valzer della riapertura: prima 7 gennaio, poi l’11. Ora si va al 25

Un calendario in continuo cambiamento. Due giorni prima della data fissata per il rientro aveva iniziato il governo a posticipare la data all’11 gennaio. Poi si è aggiunta Regione Lombardia: l’11 è troppo presto, bisogna partire non prima del 25. Il problema più che l’evoluzione della pandemia, che in Lombardia sembra in calo, preoccupa l’organizzazione dei trasporti.

Intanto gli studenti scendono in strada e alzano la voce: perchè in tutti questi mesi di chiusura non si è intervenuto a risolvere le criticità? La sensazione è di essere lasciati come ultima ruota del carro, con l’istruzione ormai relegata a qualcosa di non necessario.

Ripercorriamo i cambiamenti di data. Fino al 5 gennaio per la riapertura delle scuole valeva la data fissata dal governo: il 7 gennaio. Il Comune di Milano aveva predisposto un piano di rimodulazione degli orari dell’afflusso dei mezzi per limitare il rischio assembramenti e consentire il rientro a scuola di tutti gli studenti, almeno il 50% di quelli della scuola secondaria. Il 5 gennaio arriva il primo rinvio del governo: dal 7 all’11 gennaio. 

Ieri, 7 gennaio, si è aggiunta anche la Regione Lombardia che ha stabilito che gli studenti delle scuole superiori rientreranno in classe solo il 25 gennaio, salvo peggioramenti nella diffusione del virus e dei contagi. Questa la nota della giunta regionale: “Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%. La decisione verrà formalizzata con un’ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio”. 

Nel frattempo la pazienza degli studenti sembra giunta al limite. Proprio il 7 si sono registrate numerose manifestazioni di studenti e genitori che chiedono la ripresa immediate delle lezioni. Ecco cosa è successo, dal Lorenteggio alla sede regionale.

# Gli studenti della piattaforma Non Dad hanno sbarrato l’ingresso del Provveditorato

Credits: Elisabetta Andreis Fb

Gli studenti della Piattaforma No Dad hanno sbarrato gli ingressi della sede dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia a Milano, in via Soderini. “Le scelte sul tema della scuola, prese dal governo Conte da marzo ad oggi, hanno condannato l’istruzione pubblica ad uno stato di isolamento, disorganizzazione e continua incertezza“. Gli slogan urlati dagli studenti: “Voi ci chiudete, noi vi chiudiamo! Il Miur nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti.”

I referenti della Piattaforma Non Dad hanno aggiunto: “Per questa ragione Piattaforma No Dad si trova oggi a bloccare i cancelli del Miur a Milano: per continuare una lotta, per il rispetto del futuro delle nuove generazioni, in cui sono gli studenti a giocare il ruolo più importante“. Gli studenti si dicono convinti che “il governo e, in particolare il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, sia inadeguato e incapace di risolvere i problemi dell’istruzione italiana“.

# Il “Collettivo Rebelde Parini” e il “comitato nazionale Priorità alla Scuola” ha protestato davanti a piazza Affari

Credits: ilgiorno.it

Nello stesso momento il Collettivo Rebelde Parini e il comitato nazionale Priorità alla Scuola, con la partecipazione anche di genitori e insegnanti, ha organizzato un presidio a Piazza Affari: “Siamo stanchi di non essere considerati, come studenti e come persone, e di quanto faccia male psico-fisicamente seguire le lezioni in Dad“. Alcuni dei cartelli esposti recitavano: “Se non funziona la scuola non funziona la società“, “Ridateci il diritto allo studio“.

# All’ora di pranzo il comitato “A scuola!” è ritornata a presidiare  Palazzo Marino, come ormai succede da giorni

Credits: mitomorrow.it

Il comitato “A Scuola!” da giorni manifesta sotto Palazzo Marino e anche ieri 7 gennaio attorno alle 13.30 studenti e membri del comitato hanno organizzato l’ennesimo presidio con la speranza di incontrare il sindaco Giuseppe Sala o gli assessori Marco Granelli e Laura Galimberti. Il ‘Patto per la scuola’ varato dal Prefetto suggeriva nuovi orari per i negozi e alcune soluzioni per lasciare liberi i mezzi di trasporto negli orari di punta, per favorire gli studenti, ma secondo il comitato è un falso problema: “in molti hanno ancora timore di rientrare in classe e chiedono sicurezza al 100%, cosa che in un momento del genere non si può garantire“. Visto il nuovo stop è stata spedita una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Chiediamo coraggio alle istituzioni. Bisogna fare delle scelte. In questo momento sulla scuola c’è una vera e propria paralisi“.

# Il girotondo dei genitori in Piazza Città Lombardia sotto la sede della regione 

Credits: ilgiorno.it

Un’altra manifestazione ha avuto luogo in piazza Città di Lombardia, sotto la sede regionale, dove nel pomeriggio sempre del 7 gennaio un gruppo di genitori ha messo in scena un grande girotondo. L’obiettivo era incontrare il governatore Attilio Fontana, con esito purtroppo negativo. La madre di due studenti ha espresso la sua preoccupazione: “I ragazzi devono poter tornare in classe per la loro salute mentale e fisica“. 

Fonte: Il Giorno

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano la MODA RAINBOW: i capelli ARCOBALENO sono la tendenza dell’inverno

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credits: lovehairstyles.com

Una moda che sembrava essere sparita. Invece i capelli rainbow sono tornati in cima alla classifica delle tendenze di questo inverno con delle tonalità pastello. Ma attenzione a come farli.

A Milano la MODA RAINBOW: i capelli ARCOBALENO sono la tendenza dell’inverno

# I capelli rainbow come simbolo di unicità ma attenzione a come farli

credits: @retrovisor_atelier

I capelli arcobaleno sono tornati alla moda come simbolo di stravaganza ma anche unicità e pace. Come si realizzano? Prima di tutto bisogna avere una base di capelli chiara e omogenea su cui applicare le sfumature, quindi bisogna consultare un esperto che dovrà procedere con una decolorazione più o meno intensa in base al colore di partenza.

Gli effetti possono essere diversi: si può optare per la colorazione differente di ogni ciocca in verticale, oppure sfumare diversi colori per ogni ciocca. I risultati saranno diversi ma spettacolari.

Lo stile rainbow è genderless, ovvero non appartiene ad un genere particolare ma sta bene sia su uomini sia su donne: sono moltissime le star di entrambi i sessi che hanno scelto questo stile basti pensare a Lady Gaga e Fedez. Tuttavia, bisogna armarsi di pazienza perché il procedimento è lungo e ci vorrà qualche ora, o più, per poter finalmente vedere la tua chioma super colorata.

# Le tonalità più usate: prima il pop ora quelle pastello

credits: diply

Le tonalità per il tuo stile rainbow sono tantissime: inizialmente la moda prevedeva i colori pop accesi ed audaci, con contrasti forti, invece ultimamente stanno spopolando le sfumature pastello e i lavori di ossidazione.

# Mantenere una chioma rainbow: prendersi cura della fibra capillare e ravvivare il colore

Come si mantiene una chioma così colorata? È normale che con il tempo il colore si affievolisca ma è fondamentale idratare i capelli con prodotti specifici per capelli decolorati in modo da mantenerli sani ed evitare che si sfibrino. Si possono usare anche prodotti per capelli colorati che manterranno i colori più a lungo. In ogni caso prima o poi bisogna fare una capatina dal parrucchiere per riaccendere il tuo arcobaleno.

Fonte: Iodonna

Continua la lettura con: Le SINGLE romane e milanesi sul TRENO dell’AMORE: divise su tutto, tranne che su un punto

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Gate Central: RITORNO AL FUTURO per le COLONNE di SAN LORENZO

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Credits: archiportale.com

Il progetto a firma dello studio Citterio-Viel & Partners è stato finanziato tramite un portale di equity crowdfunding per 2,5 milioni in soli 14 giorni. Verrà sanato il buco in pieno centro storico, risalente agli anni trenta, con un immobile ad alta efficienza energetica. Tutti i dettagli del progetto pronto nel 2022.

Gate Central: RITORNO AL FUTURO per le COLONNE di SAN LORENZO

# Il complesso immobiliare avrà appartamenti di lusso in classe energetica A, impianti di ultima generazione e finiture di pregio. Consegna prevista nel 2022

Gate Central sorgerà nella cornice del quartiere di Porta Ticinese, di fronte alle Colonne di San Lorenzo e all’omonima Basilica, a pochi passi dal centro di Milano. L’obiettivo dello studio di progettazione Citterio-Viel &Partners, già sviluppatori della futura torre di A2a, il ponte di Expo, Gioia 20 e Symbiosis, è realizzare “Una residenza di prestigio, pensata per integrarsi con il contesto circostante, con in più l’apertura a spazi commerciali“, in un quartiere ricco di storia e cultura.  

Il complesso immobiliare prevede appartamenti di lusso in classe energetica A, con le più innovative tecnologie, con due piani interrati e quattro fuori terra. Il piano terra e il primo interrato sono a destinazione commerciale, mentre il piano primo, secondo e terzo sono riservati al residenziale. L’edificio sarà dotato di una autorimessa al secondo piano interrato. Le unità abitative, suddivise in bilocali, trilocali e plurilocali, presenteranno materiali di qualità, impianti di ultima generazione e finiture di pregio, in modo da offrire comfort e bellezza a chi le abiterà. Con questo immobile si andrà a chiudere una delle ferite del centro storico della città, causa da un vuoto urbanistico dopo l’abbattimento del vecchio borgo adiacente al complesso monumentale. La consegna dell’immobile è prevista entro il 2022.

Leggi anche: I 7 NUOVI GRATTACIELI in partenza o in arrivo nel 2021

# Le critiche al progetto e una petizione per non far partire i lavori, ma il progetto riempie un buco in centro città rispettando le altezze e i limiti di sagoma storici

PRIMA – La situazione di fronte alla Colonne di San Lorenzo oggi

Il progetto è stato ridimensionato e rivisto secondo i paletti imposti dalla Sovrintendenza e quindi adattato al contesto specifico delle Colonne di San Lorenzo, ciò nonostante non è esente da critiche. Nei portali di architettura e sui social vengono infatti mosse accuse alla futura costruzione come:Una delle piazze più belle d’Italia deturpate da questo mostro” , “chi ha autorizzato un simile scempio” o ancora “un pugno nell’occhio del turista che verrà.” Addirittura il “Comitato Parco delle Basiliche” ha lanciato una petizione: “NO all’Urbanmostro alle Colonne di San Lorenzo.” 

Credits: Urbanfile e Studio Citterio and Partners – DOPO: Progetto fronte Colonne di San Lorenzo a termine dei lavori

Sono molti di più però i pareri favorevoli di chi vede la costruzione del nuovo come prosecuzione dello slancio verso il futuro della nostra città e soprattutto una ricucitura di un quartiere così centrale. Ecco solo alcuni dei commenti: “il tessuto urbano in quel punto e alle colonne merita una reintegrazione, in particolare questo progetto rispetta le altezze e i limiti di sagoma storici e ricostruisce il senso di città”, “Compositivamente è un bel edificio che conclude egregiamente la testata”, “Un’architettura garbata e pacata a riempire un vuoto rappresentato da macerie oramai centenari” oppure in risposta a chi vorrebbe costruire in stile più antico “Siamo nel 2021, ci sono vincoli di efficienza energetica che difficilmente ci faranno vedere grossi fregi sulle presenti e future facciate.”

Con questo intervento si andrà a sanare una delle tante ferite in centro a Milano, risalenti agli inizi del ‘900, di cui la città è piena. Un esempio su tutti è la voragine presente all’incrocio delle 5 vie, causata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dove sembra prossimo l’avvio di un progetto simile. In fondo la forza di Milano proprio quando riesce ad affiancare alla memoria storica lo sviluppo di un nuovo futuro. 

Fonte: Archiportale

Continua la lettura: Il PALAZZO SVENTRATO di Milano: potrebbe diventare un simbolo di PACE

MILANO CITTA’ STATO

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Il FOREST BATHING: i 5 luoghi dove praticare in Lombardia il “BAGNO nel BOSCO”

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credits: @tenere_team

Quante volte hai desiderato staccare la spina da stress, pensieri e ansie ma non sapevi come fare? Lo puoi fare nel modo più naturale che ci sia, il forest bathing. Scopriamo insieme cos’è e dove praticarlo.

Il FOREST BATHING: i 5 luoghi dove praticare in Lombardia il “BAGNO nel BOSCO”

# Il forest bathing nasce in Giappone per vincere l’ansia e lo stress

credits: eveningstandard

Il termine “forest bathing” significa bagno “bagno nella foresta” e deriva dall’espressione giapponese Shinrin-yoku. Questa pratica, infatti, è nata proprio in Giappone nel 1982, come parte integrante di un programma sanitario nazionale per fronteggiare i disturbi legati allo stress e all’ansia, attraverso la connessione con la natura.

# Il forest bathing viene accompagnato da principi di mindfulness per entrare a contatto con la natura, da soli o in compagnia

credits: wikipedia

Come avviene questo bagno? Spesso il forest bathing viene praticato insieme a delle tecniche di mindfulness, un tipo di meditazione che si concentra sul qui e ora per ridurre stress e overthinking. Si incoraggia l’apertura dei sensi all’atmosfera della foresta, mentre si cammina dolcemente per i sentieri e si respira l’aria della foresta, fino ad arrivare addirittura ad una connessione emozionale con il paesaggio.

Quella che viene messa in pratica è un’attenzione senza sforzo: la mente viene liberata dai pensieri attraverso un’osservazione che non deve portare ad un obiettivo, ma solo il puro piacere di godersi la foresta o il bosco.

Questa pratica si può eseguire da soli o accompagnati da qualcuno che fa da guida in questa esperienza che si rivela unica ogni volta.

# 5 luoghi dove praticare il Forest Bathing in Lombardia

credits: @vitta1988

La Lombardia spesso viene associata a fabbriche e industrie ma il territorio di questa regione offre molte aree verdi dove praticare il forest bathing. Questa la nostra selezione:

#1 A pochi chilometri da Milano troviamo il Parco regionale delle Groane e della Brughiera Briantea, oltre 8.200 ettari di bosco che si estendono dalla provincia di Milano fino a quella di Como, qui si può passeggiare e scordarsi dello smog e del caos della città.

#2 Il forest bathing si può praticare anche in aree dal grande valore ambientalistico come la Pineta di Cesate e l’Oasi di Cesano Maderno, seguite dalla LIPU.

#3 Se ci spostiamo dalla zona milanese troviamo il Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, in provincia di Como.

#4 Poi c’è il Bosco del Vignolo, in provincia di Pavia.

#5 Infine il bosco del Chignolo nel Parco della Valle del Lambro, in provincia di Monza Brianza.

Hai mai provato il forest bathing? Scrivicelo nei commenti qui sotto o su Facebook.

Fonte: Ideegreen

Continua la lettura con: 7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia (MAPPA)

ANDRA STEFANIA GATU

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9 ANNI per un CHILOMETRO E MEZZO: il TRISTE PRIMATO della M1

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Credits: Urbanfile - Prolungamento Monza Bettola

È una storia infinita quella dei lavori per l’aggiunta di due fermate a nord sulla linea M1. Dovevano essere pronte entro Expo 2015. Secondo l’ultimo cronoprogramma dovrebbero entrare in funzione entro il 2023: riusciranno a rispettare i termini questa volta?

9 ANNI per un CHILOMETRO E MEZZO: il TRISTE PRIMATO della M1

# Tutti i guai del prolungamento della linea verso nord: i fallimenti delle aziende, il Covid, la cassa integrazione e gli intoppi burocratici

Cartello riapertura cantiere M1
Credits: ilsole24ore.com – Cartello riapertura cantiere M1

Sono stati numerosi i guai che hanno colpito i lavori per il prolungamento di poco meno di 2 chilometri e 2 fermate verso i confini con la provincia di Monza Brianza. Nell’ordine: i fallimenti delle ditte che avevano ottenuto l’incarico di costruire l’opera, poi è arrivata l’emergenza covid e la cassa integrazione, e infine gli intoppi burocratici con l’ennesimo fermo. Il risultato è che sono ormai molti mesi che i lavori sono fermi.

Credits: Urbanfile – Prolungamento M1 Monza-Bettola

L’infrastruttura avrebbe dovuto inaugurare entro l’Expo 2015, come opera complementare, ma nel corso dei mesi i problemi si sono susseguiti a una velocità imbarazzante. L’ultimo guaio in ordine di tempo arriva da Monza dove le opere di superficie da realizzare per la stazione Bettola nell’area dell’ex centro commerciale Auchan che diventerà il nuovo “Milanord2” nonché hub di trasporti con arrivo della M5, necessitano di interventi politici per l’urbanistica, ma la quadratura del cerchio sembra distante. A ottobre del 2019 il precedente stop ai lavori prima dello nuovo stallo attuale. 

Leggi anche: BREAKING NEWS. Nuovo intoppo per la M1: a rischio l’estensione verso MONZA

# L’attacco del Sindaco di Sesto San Giovanni al Comune di Milano: “Abbiamo deciso di diffidare il comune di Milano. Da ormai nove anni i cittadini e i commercianti sono costretti a fare i conti con la chiusura di viale Gramsci

Credits: Urbanfile – Vista area Cantiere Restellone

Con il cantiere aperto da 9 anni, ma fermo senza una data di ripresa e conclusione lavori, arriva l’attacco del Sindaco di Sesto San Giovanni al Comune di Milano: “Ora basta, tutto ha un limite e la nostra pazienza è finita. Dopo le ennesime promesse non mantenute, abbiamo deciso di diffidare il comune di Milano e la sua partecipata Mm per il blocco del cantiere per il prolungamento della M1 fino a Monza. Da ormai nove anni i cittadini e i commercianti del quartiere Restellone, dove dovrà sorgere la fermata intermedia della metropolitana, sono costretti a fare i conti con la chiusura di viale Gramsci, una situazione non più sostenibile per gli innumerevoli disagi che porta con sé“.

Il Sindaco Di Stefano aveva chiesto lo stralcio di queste opere necessarie alla riattivazione della circolazione su viale Gramsci dal contratto di appalto generale per affidarle a terzi ma “solo promesse dalla controparte: prima si è parlato di settembre, poi di novembre e infine di dicembre. Nulla è cambiato“. Poi la stoccata al Sindaco di Milano Beppe Sala Sala fa tanto l’ambientalista e poi non fa nulla per sbloccare il prolungamento della M1 che significherebbe più mobilità sostenibile, meno traffico e meno inquinamento. Impiegare 9 anni per fare un chilometro e mezzo di galleria sembra una barzelletta, anche se purtroppo non lo è”.

# La replica dell’assessore ai trasporti del Comune di Milano: “Il sindaco di Sesto San Giovanni diffida il nostro comune pur sapendo che i lavori ripartiranno il 15 gennaio

Treno in sosta alla stazione di Sesto 1º Maggio FS della linea M1 della metropolitana di Milano.

La replica immediata a mezzo social da parte dell’Assessore ai Traporti Marco Granelli: “Il sindaco di Sesto S.Giovanni oggi diffida il comune di Milano sui lavori del prolungamento M1 da Sesto FS a Monza-Bettola. Eppure il suo Comune siede al tavolo dell’accordo di programma che guida i lavori. E quindi sa bene che si sta sottoscrivendo in questi giorni un accordo specifico, con testo già condiviso, per le sistemazioni superficiali di Sesto S.Giovanni e che farà ripartire i lavori il 15 gennaio 2021

L‘assessore crede che l’azione del Sindaco Di Stefano sia fatta per appropriarsi i meriti della riapertura dei cantieri, ma ammette i notevoli ritardi dell’opera: “E proprio ora diffida? Così quando partiranno i lavori fra 10 giorni dirà è stato merito suo? O perché vuole far saltare tutto l’accordo? È vero su quest’opera ci sono stati numerosi problemi con gli operatori e abbiamo lavorato assiduamente per trovare soluzioni e insieme abbiamo anche trovato risorse aggiuntive dal governo in due occasioni, facendo in modo che non ci siano costi aggiuntivi per i Comuni“.

La battaglia tra le amministrazioni sembra essere un ulteriore ostacolo al completamento di un’opera così importante per tutta l’area metropolitana. Questo è uno dei tanti esempi lampanti che dimostrano come Milano avrebbe bisogno di un unico ente per gestire un territorio così fortemente inurbato, sul modello della città-stato o città regione internazionali, in modo da agire in velocità senza i numerosi passaggi richiesti per accordarsi con i comuni interessati alle infrastrutture e con Regione Lombardia.

Leggi anche: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

Fonte articolo: Milano Today

Continua la lettura: I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ IMPORTANTI per la METRO di Milano

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Le 7 COSTRUZIONI più SPETTACOLARI in arrivo nel 2021

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credit: architecturepin.com

Il 2021 significa per tutto il mondo rinascita. Vediamo quali saranno le 7 costruzioni avveniristiche che saranno inaugurate quest’anno.

Le 7 COSTRUZIONI più AVVENIRISTICHE in arrivo nel 2021

#1 Mimetizzato tra le dune: il Bee’ah Headquarters 

credit: beeah.ae

Il Bee’ah Heaquarters è il progetto di Zaha Hadid Architects che si ispira alla forma ondulata e sinuosa delle dune desertiche che lo circondano. Verrà inaugurato nella primavera 2021 e dove si troverà? Negli Emirati Arabi, a Sharjah. La struttura è stata progettata per essere sostenibile: basso consumo energetico, materiali riciclati e, ovviamente vista la posizione strategica, pannelli solari.

#2 La “Montagna”: il Nanjing Zendai Himalayas Center

credit: floornature.it

Lo studio MAD realizzerà a Nanchino, in Cina, un progetto veramente futuristico e complesso. Residenze, uffici commerciali ed uffici verranno costruiti in oltre 180.000 metri quadrati tra edifici tradizionali e moderni. Il cuore del progetto è la montagna, a cui gli architetti si sono ispirati per dare vita a giochi di proporzioni ipnotici.

#3 Il Globo di Vetro: Academy Museum of Motion Pictures

credit: design.fanpage.it

L’architetto italiano Renzo Piano sta per sorprendere nuovamente il mondo con un edificio dedicato al cinema, l’Academy Museum of Motion Pictures, nel distretto di Wilshire a Los Angeles. Lo sferico museo avrebbe dovuto esser inaugurato questa primavera ma il direttore, Bill Karmer, ha preferito spostare l’apertura in autunno per evitare scelte “irresponsabili”. Hollywood e l’intera industria cinematografica verranno celebrati in questo tempio di 28.000 metri quadrati ricoperto da un enorme globo di vetro da cui si potrà godere una vista mozzafiato.

#4 L’intreccio di scale mobili: il nuovo KaDeWe di Berlino

credit: domusweb.it

Conosciuto come KaDeWe, il Kaufhaus des Westens è il più celebre grande magazzino di Berlino. Il suo progetto di ristrutturazione è stata affidato ad OMA e dovrebbe essere terminato per l’estate 2021. Sorprenderà o deluderà i suoi visitatori? Lo scopriremo nei prossimi mesi ma sicuramente il progetto si presenta bene: 4 aree divise per esigenze d’acquisto che vengono unite da un intreccio di scale mobili. Inoltre verrà aggiunto il tetto completamente vetrato per poter guardare Berlino dall’alto.

#5 Il Colosso tra le Piramidi: Grand Egyptian Museum

credit: design.fanpage.it

Uno dei progetti più attesi del 2021 è sicuramente questo: il Grand Egyptian Museum. Progettato dallo studio Heneghan Peng Architects che aveva vinto il concorso nel 2003, la realizzazione del museo ha subito più volte dei rallentamenti e ora sembra finalmente in procinto di essere terminato. Il colosso sorgerà tra le piramidi e il Cairo con i suoi 24.000 metri quadrati di galleria e la figura geometrica del triangolo sarà il pattern predominante.

#6 Il Palazzo dei 1000 alberi: 1000 Trees

credit: architecturepin.com

1000 alberi piantati sulle fioriere dell’edificio più mastodontico del quartiere M50 di Shangai, questo è il progetto 1000 Trees dello studio Heatherwick. L’obiettivo è quello di ricreare visivamente una grande montagna ricoperta dalla vegetazione, infatti gli alberi saranno posizionati in maniera strategica agli angoli dell’edificio e su terrazzamenti ad incastro che gradualmente diminuiscono, creando l’effetto di una cima montuosa.

#7 Il Vulcano: Datong Art Museum

credit: design.fanpage.it

Anche questo futuristico museo verrà costruito in una città cinese, Datong. L’edificio sorgerà e darà forma alla piazza culturale della città e dovrà assomigliare ad un paesaggio vulcanico. Gli architetti, Foster e altri partners, hanno pensato a tutto: gli spazi sommersi sotto una piazza a gradoni si intersecheranno con le vette color terra che costituiranno la parte superiore dell’edificio. Il progetto, esplosivo nel vero senso della parola, sarà terminato entro la fine dell’anno.

Fonte: Domusweb.it

Leggi anche: I 7 MUSEI con le ARCHITETTURE più STRAORDINARIE del mondo

ROSITA GIULIANO

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La Città dello SPORT: nuovi impianti per una Milano all’altezza delle OLIMPIADI

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In ogni città, Milano su tutte, la vita quotidiana divisa tra lavoro e famiglia può essere alquanto stressante, pertanto urge un luogo in cui sfogare i propri malesseri. Cosa c’è di meglio di uno spazio in cui scaricare la tensione praticando del sano sport? La Città dello Sport sa da fare e possibilmente entro le Olimpiadi del 2026.

La Città dello SPORT: nuovi impianti per una Milano all’altezza delle OLIMPIADI

# La città dello sport per le Olimpiadi invernali del 2026

Credits: milano.repubblica.it

Sono anni che tra i tanti progetti ventilati o esistenti si parla anche di una città dello sport. Con l’aggiudicazione delle Olimpiadi invernali del 2026 in gemellaggio con Cortina il Comune lascia presupporre si faranno nuove strutture ma la possibilità che tali strutture possano poi diventare le solite cattedrali nel deserto come già tristemente avvenuto in altre località (vedi Torino ed il villaggio olimpico o la pista di bob) indicherebbe sia meglio adoperarsi per costruzioni meno faraoniche ma decisamente più adattabili alle esigenze di Milano.

# Hockey e pallavolo in cerca di casa

Credits: pistoiasport.com

Abbiamo già il Forum di Assago che solo con l’Olimpia può contare nella occupazione di quasi tutta la capienza. L’Hockey che una volta vantava di una gloriosa squadra in serie A è passato di moda, la pallavolo tranne che in rari casi di confronti internazionali ha bisogno di strutture più piccole, così come molte altre realtà che non trovano palazzetti adeguati e si adattano a palestre spesso al limite delle norme richieste. Ne va quindi la possibilità di poter esercitare e crescere di moltissime società, squadre e sport vari che non trovano una “casa” adeguata alle attuali esigenze.

# Il PalaIseo: fonte d’ispirazione per nuovi mini palazzetti

Credits: milanosport.it

Non siamo quindi contrari ad una città dello sport che raggruppi strutture polivalenti e che potrebbero trovare sede, per esempio, nella vecchia piazza d’Armi retrostante alla caserma Perrucchetti in quel lembo di terra che viene sempre preso d’assalto da progetti e speculazioni di ogni sorta, ma saremmo più felici se ogni Municipio di Milano potesse essere dotato di un palazzetto dello stesso taglio del PalaIseo, situato in via Iseo, zona Niguarda, che con i suoi 400 posti a sedere indica un taglio strutturale perfetto per il 99% delle società che operano le loro attività al chiuso. Un parallelepipedo in cemento da poter replicare riducendo i costi di progettazione e realizzazione al limite con grande risparmi del Comune.

# Cosa manca a Milano? Nuovi campi e palazzetti a uso pubblico

Credits: canottierimilano.it

Mancano inoltre piscine olimpioniche coperte, fatta eccezione della Canottieri Milano che è privata e che in inverno è agibile grazie ad un pallone pressostatico oltre alla nuovissima piscina del REC Center della Bocconi, prima olimpionica da 50 metri coperta con struttura in cemento, sempre privata.

Mancano campi da calcio, rugby, tennis e ora anche da paddle che con la grande espansione di praticanti soffre nel non poter trovare campi liberi. Insomma bisognerebbe operare per costruire campi e palazzetti che siano poi funzionali e agibili tutto l’anno e accessibili senza grandi budget considerando che la stragrande maggioranza delle società che permettono di praticare lo sport a Milano sono gestite e foraggiate tendenzialmente da veri e propri filantropi che immettono soldi personali per far si che giovani e meno giovani possano esercitare, divertirsi e tenersi in forma praticando sport.

# Lo sport aiuta il corpo e la mente, soprattutto dei ragazzi

Credits: labottegadellopsicologo.it

Lo sport è salute, aggregazione, è una valida alternativa alla strada e al bighellonamento di molti ragazzi che trovano, proprio nello sport, una valvola di sfogo oltre che, a volte, una fonte di guadagno diventando maestri, istruttori e coach oltre al sottobosco di occupazioni necessarie per il normale funzionamento di ogni società. Basterebbe che chi si occupa di sport sia competente ma, soprattutto, conosca la realtà sportiva e di come si mantiene e funziona. Pertanto, concludendo, ben venga una Città dello Sport ma quello di cui c’è realmente bisogno sono campi e palazzetti che si adattino a tutte quelle società che non sono l’eccellenza, alle quali rivolgiamo ogni onore e rispetto, ma a quella moltitudine di gruppi sportivi, squadre e società minori che da sempre sono la colonna vertebrale dello sport in città ma anche in Italia.

# Guadagni, costi e risparmi

Credits: iefeso.it

Per finire, ma non meno importante, è necessaria una gestione che non sia estremamente orientata al guadagno ma che possa calmierare i costi di esercizio perché quello che non viene guadagnato direttamente dai ricavi generati dagli affitti orari viene poi generato in termini di risparmio grazie alla salute che si gode facendo sport, quindi meno obesità, problemi vascolari, muscolari e di sviluppo. Al massimo qualche spesa ortopedica ma una visita in qualche reparto ortopedico da parte di un atleta equivale ad una ferita di guerra per la quale andare fieri. Provare per credere.

Continua la lettura con La RIVOLUZIONE di San Siro: tutti i progetti che trasformeranno la zona

ROBERTO BINAGHI

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Il PALAZZO SVENTRATO di Milano: potrebbe diventare un simbolo di PACE

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credits: tripadvisor

All’incrocio delle 5 vie di Milano, in pieno centro, il ricordo della Seconda Guerra Mondiale è ancora ben visibile in un palazzo che porta i segni dei bombardamenti degli alleati. Quest’anno però questo luogo dall’aria tetra potrebbe essere rivalorizzato e trasformarsi in simbolo di ciò che è accaduto: potrebbe diventare il museo delle vittime che hanno combattuto per la libertà della città.

Il PALAZZO SVENTRATO di Milano: potrebbe diventare un simbolo di PACE

# L’incrocio delle 5 vie ricorda gli orrori dei bombardamenti

credits: urbanlife

Le vie di cui stiamo parlando sono Santa Marta, Santa Maria Podone, Santa Maria Fulcorina, Bocchetto e via del Bollo, le quali si incontrano in un punto preciso della città, non lontano da piazza Cordusio. Questo è un quartiere particolare, il più antico, in cui le vie si incontrano formando una sorta di stella. Proprio qui troviamo un palazzo sventrato dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. Oggi come allora rimane in piedi una struttura dall’aria desolata e a tratti inquietante, simbolo della devastazione che colpì la città. Il tempo qui sembra essersi fermato e chi passa in questa zona affretta il passo distogliendo lo sguardo.

Leggi anche: La storia delle 5 vie, il quartiere a forma di stella

# Il 2021 sarà forse l’anno della svolta per il palazzo ferito

Dal 1944 sono state molte le proposte di ridare valore a questa zona, alcuni personaggi politici hanno discusso sull’idea di mettere in sicurezza gli edifici che portano i segni dei bombardamenti e trasformarli in solidi musei della memoria a cielo aperto, ma niente è stato ancora messo in pratica.

GedachtnisKirche, Berlino

In questi giorni si parla ancora di questo palazzo e della sua sorte, sui social girano rendering e idee su come riqualificare la zona ma nulla è ancora ufficiale. Quello che ci auguriamo è che le idee vengano messe in pratica e che il palazzo all’incrocio delle 5 vie venga messo in sicurezza e che diventi un monumento come è accaduto per la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche di Berlino.

Questa chiesa era stata parzialmente distrutta dalle bombe e doveva essere rasa al suolo per essere ricostruita da capo, tuttavia l’architetto che ne seguiva i lavori decise di tenere le rovine e valorizzarle costruendo 4 edifici attorno ad essere. Oggi la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche è sotto tutela monumentale e si trova al centro di Breitscheidplatz, una piazza che segna l’inizio di importanti strade, sotto gli occhi di tutti, per non dimenticare mai.

Fonte: milanodavedere.it

Continua la lettura con: La storia delle 5 VIE, il quartiere a forma di STELLA

ANDRA STEFANIA GATU

Leggi anche: Mercato immobiliare Milano, Belvedere Inzaghi & Partners sono gli assi pigliatutto

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L’ “ISOLA FANTASMA”: dove il LOCKDOWN è PER SEMPRE

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credit: sperimentalradio.it

Nessuno vive qui, nessuno viene qui. Dove ci troviamo? Oggi vi presentiamo il luogo in cui il lockdown è per sempre.

L’ “ISOLA FANTASMA”: dove il LOCKDOWN è PER SEMPRE

Stai pensando di progettare una fuga dalla società opprimente? Pensi che le conseguenze delle tue azioni siano irreparabili e vuoi scappare dove nessuno potrebbe mai trovarti? Cerchi un posto in cui passare un eterno lockdown? La risposta a tutti i tuoi desideri è Bouvet Island.

# Bouvet Island: l’isola più irraggiungibile del pianeta

credit: cosasifa.com

Bouvet Island è un’isola norvegese in cui nessuno vive e nessuno decide di andarci, nemmeno in vacanza. E’ considerata “il pezzo di terra più isolato del mondo”, infatti è completamente disabitata e ricoperta di ghiacciai. Starete pensando: come è possibile che non esiste nessuno che desideri trasferirvisi? Probabilmente il desiderio accomuna molti ma arrivarci è quasi impossibile: non ci sono porti né approdi, solo ancoraggi al largo. Per non parlare poi della banchina che si sgretola, creando uno strato di ghiaccio che circonda l’intera isola. L’unico modo per raggiungerla è lanciarsi da un elicottero e beh… non tutti sono disposti a correre il rischio.

# E’ l’unica isola irraggiungibile ma non l’unica disabitata

credit: wikiwand.com

Nonostante sia questo il luogo più isolato del mondo, non è l’unico lembo di terra a non avere degli abitanti. Infatti anche le Isole Sandwich Australi non hanno popolazione permanente ma, a differenza di Bouvet Island, non sono un territorio irraggiungibile. A scoprirle fu James Cook, un esploratore inglese che vi approdò per primo e ne fece il simbolo della dominazione britannica. La presenza umana in queste zone disabitate fu prevalentemente distruttiva: vennero uccise balene o pesci che non potevano essere pescati in Gran Bretagna. Il principale simbolo della dominazione inglese? La mappa dei territori rappresentata sui francobolli.

# L’isola fantasma: tra esploratori e test nucleari

credit: sperimentalradio.it

Ma torniamo alla nostra Bouvet Island. L’isola norvegese prende il proprio nome dall’esploratore francese Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier che la scoprì nel 1739. Bouvet però non la circumnavigò e viene scherzosamente definito come “l’esploratore che scoprì un’isola e la perse 5 minuti dopo“. Sapete perché la perse? Perché l’isola era talmente ricoperta dal ghiaccio e attorniata dalla nebbia che era anche difficile scorgerla e fu per questo nominata “l’isola fantasma”. La sua individuazione geografica precisa fu fatta anni dopo, nel 1808, dal capitano di una baleniera inglese. Furono però i norvegesi ad effettuarvici la prima permanenza prolungata nel 1927.

Un segreto che riguarda l’isola Bouvet? Nel 1979 ci sono stati ben due lampi di luce dovuti ad un test nucleare di cui nessuna nazione si è mai assunta la responsabilità, anche se i presunti responsabili sono Israele e il Sudafrica.

Se doveste decidere di correre il rischio e lanciarvi da un elicottero per passare un eterno lockdown nell’isola più isolata al mondo, cosa portereste con voi? A causa del cambiamento climatico anche a Bouvet Island le temperature si stanno alzando: per sicurezza portate anche un costume, magari a breve potrebbe diventare un’isola tropicale.

 

Leggi anche: L’ISOLA delle ROSE: la favola della libertà che incantò l’ITALIA

Fonte: Half as interesting

ROSITA GIULIANO

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I 5 nuovi SOCIAL NETWORK che stanno SPOPOLANDO in ITALIA

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Credits: mwcommunication.it

Quanti social network esistono nel mondo? Oltre ai più noti Facebook, Instagram e Youtube sono molte le applicazioni che ogni anno entrano a far parte del mercato social. Grazie a campagne pubblicitarie con volti noti e grazie a nuove funzionalità in grado di contraddistinguere le nuove applicazioni dalle altre, siamo arrivati a contare oltre 200 social network dall’estremo oriente fino agli States passando per l’Europa. Hai mai sentito parlare di uno di questi social network? Se la risposta è no è solo questione di poco tempo.

I 5 nuovi SOCIAL NETWORK che stanno SPOPOLANDO in ITALIA

#1 TWITCH, la “tv del futuro” marchiata Amazon

Credits: blog.twitch.tv

Twitch è una piattaforma live streaming di proprietà di Amazon. Lanciata nel 2011 ha faticato inizialmente a raggiungere il successo ottenuto negli ultimi anni, successo dovuto soprattutto per essersi focalizzata molto nelle trasmissioni di eventi e competizioni eSports, i campionati di videogiocatori con premi in denaro. Spesso considerata come la “Tv del futuro”, Twitch è in grado di garantire contenuti in diretta ma anche on demand. Grazie ai vantaggi per coloro che sottoscrivono un abbonamento Amazon Prime e agli introiti pubblicitari che garantisce la piattaforma a tutti i content creator, alcuni influencer hanno deciso di abbandonare un social network affermato come YouTube per approdare in una realtà contemporanea che pare avere un futuro ambizioso davanti a sé.

#2 TELEGRAM, 400 milioni di utenti per l’anti Whatsapp amato dai libertari

Credits: rugbycomo.it

Telegram è un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting. Fondata da Pavel Durov, imprenditore russo cresciuto a Torino, dal 2013 eroga i suoi servizi senza fini di lucro. All’apparenza molto simile a Whatsapp, Telegram si diversifica nella possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi fino a 200.000 partecipanti, per il passaggio di file fino a 2gb ma soprattutto per la presenza di BOT in grado di rendere automatici determinate funzioni come il “saluto” ai nuovi membri del gruppo. Il 24 aprile 2020, Durov in persona ha annunciato il raggiungimento di più di 400 milioni di utenti, ottenendo un record per la piattaforma. Telegram si sta affermando sempre più come il servizio di messaggistica e di condivisioni più amato dai libertari di tutto il mondo grazie a un sistema crittografico utilizzato che non consente alcuna possibilità di controllo sui contenuti da parte delle autorità.

#3 TIKTOK, short video clip musicali sulla piattaforma cinese

Credits: yourstory.com

TikTok, noto anche come Douyin in Cina, è un social network cinese lanciato nel settembre 2016, inizialmente col nome musical.ly. La particolarità di questo social è la possibilità per gli utenti di creare brevi clip con musiche preimpostate o video che vanno dai pochi secondi fino a un minuto di registrazione. Questa idea innovativa è stata utilizzata da Instagram per proporre ai propri utenti un nuovo servizio chiamato Reels ma questa mossa di mercato non ha fatto altro che incrementare gli utenti di TikTok che ha raggiunto ormai la cifra di 800 milioni di utenti attivi.

#4 DISCORD, il campo giochi virtuale dei videogamers 

Credits: polygon.com

Discord nasce come applicazione per i videogiocatori. La prima versione venne lanciata nel 2015 ma si è divulgata soprattutto negli ultimi anni grazie all’introduzione delle live streaming. Questa applicazione permette di essere in chiamata con più utenti contemporaneamente in modo totalmente gratuito, il che consente di non utilizzare le chat vocali delle console che spesso sono sovraccaricate di utenti ma soprattutto caratterizzate da lag (rallentamenti). L’applicazione è basata su un numero indefinito di server, liberi o privati, creati direttamente dagli utenti. Spesso viene collegata a Patreon (applicazione per abbonarti e sostenere i propri idoli del web), dove puoi accedervi solo dopo aver acquistato l’abbonamento.

#5 REDDIT, mezzo miliardo di utenti per forum e discussioni

Credits: marketingland.com

Reddit è un misto di piattaforma di discussione e distributore di link. Questa applicazione spopola da anni negli USA ma negli ultimi mesi è sbarcata anche in Italia anche se il primo lancio venne fatto nel 2005, ben 15 anni fa. Reddit raccoglie le notizie social in un numero sproporzionato di forum, i cosiddetti subreddit, aperti dagli utenti stessi. Stando ai dati raccolti nel 2018 contava 542 milioni di utenti al mese, rendendolo il terzo sito più visitato negli Stati Uniti e il sesto a livello mondiale.

Continua la lettura con 7 YOUTUBERS di successo in Italia che si sono trasferiti a MILANO, la nuova Capitale dei Social (Video)

MARCO ABATE

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SEALAND: lo stato della libertà

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Se parliamo di micronazioni, principati o ogni di dimensioni ridotte siamo portati a pensare al Principato di Monaco, al Vaticano oppure, grazie al recente film proposto da Netflix, all’Isola delle Rose. Esistono altre realtà che nulla hanno da invidiare alla repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. Una su tutte Sealand.

SEALAND: lo stato della libertà

# Sealand: da piattaforma per la contraerea durante la guerra a principato della libertà

Durante la seconda guerra mondiale la Royal Navy britannica stabilì una sede operativa al largo della cittadina di Felixstowe, che oggi conta meno di 25.000 abitanti ma che, nonostante questo, è uno dei maggiori porti del Regno Unito. Grazie ad una base logistica già sviluppata dall’inizio del Novecento costruirono al largo della cittadina, a nordest di Londra, una piattaforma che venne utilizzata per ospitare alcune batterie di contraerea. Abbandonata a fine conflitto la piattaforma subì numerose visite clandestine per i fini più disparati fintanto che Paddy Roy Bates, un ex militare con alcuni procedimenti legali a proprio carico, dovuti ad una controversa attività radiofonica, ne prese possesso dichiarando la nascita del Principato di Sealand.

# Il Regno Unito non riuscì mai a riprendere Sealand

 

Essendo Sealand in acque internazionali non poté essere perseguita dal Regno britannico che arrivò a promuovere un’azione armata per tornare a controllare l’oramai ex fortezza battente bandiera indipendente. Qualche colpo di artiglieria da parte della marina inglese e una sventagliata in risposta dalla famiglia Bates fu l’unica lotta “muscolosa” avvenuta tra le parti e che pose fine a diatribe legali. Anni più tardi un flebile tentativo mosso dal Regno Unito che estese le acque territoriali da 3 a 12 miglia fu anticipato di poche ore dal Principato che riuscì anche in questo caso ad evitare di capitolare.

# Sealand fu anche oggetto di un colpo di Stato

Sealand: la bandiera

Nel 1978, approfittando dell’assenza del capostipite Bates che rappresentava il Capo del Principato, fu messo in atto un golpe guidato dal Primo Ministro, un cittadino tedesco eletto anzitempo per ricoprire il ruolo, con la collaborazione di alcuni funzionari. Presero il figlio di Bates in ostaggio con l’obiettivo di destituire il padre e ottenere il pieno possesso della piattaforma per farne un hotel di lusso. Grazie ad una azione militare portata a termine da alcuni mercenari al soldo dei Bates il controllo della piattaforma e la relativa sovranità furono restituiti alla famiglia che da allora detiene il potere. L’ex Primo Ministro fu tenuto in ostaggio fintanto che una delegazione tedesca si mosse per ottenere la liberazione del loro concittadino. Tale azione diplomatica fu intesa come un chiaro riconoscimento del Principato anche se non ebbe una grande e sperata risonanza tra i media che avrebbero dovuto occuparsi del caso.

# Molti vogliono diventare cittadini di Sealand

Grazie a gadget quali monete e francobolli e la vendita di titoli nobiliari Sealand ha un attivo che le consente di proseguire la sua esistenza. Molti cittadini da ogni parte del globo chiedono la cittadinanza anche se non esiste al momento alcun riconoscimento ufficiale da parte di entità internazionali. Pirati dell’informatica ed evasori fiscali cercano costantemente di ottenere un documento ufficiale che possa garantire loro una sorta di immunità, un salvacondotto verso la libertà. Ufficialmente la risposta dei Bates è quella di voler negare, anche in caso di ottenuto status di Stato indipendente, la cittadinanza a soggetti perseguiti per reati gravi in altre nazioni mentre hanno riservato una apertura per Julian Assange, il giornalista cofondatore di WikiLeaks e che sta scontando una condanna in attesa di sviluppi. Alcune gesta sportive portate a termine da atleti di varie nazionalità sotto la bandiera di Sealand sono un chiaro esempio della ricerca di un definitivo riconoscimento come il conferimento di titoli nobiliari a personalità della cultura e dello spettacolo (Ed Sheeran su tutti).

# Il futuro di Sealand: l’aggiunta di terra artificiale

Michael Bates, ereditati proprietà e titolo, prosegue le gesta paterne e sogna non solo di poter essere proclamato a tutti gli effetti regnante del Principato di Sealand ma anche di poter ampliare la superficie del regno con l’aggiunta di terra “artificiale” che possa consentire uno sviluppo dell’agricoltura e di altre attività fino ad oggi impossibili.

Lunga vita a Sealand e ai sogni di uno Stato indipendente nel quale libertà di pensiero e libera divulgazione di cultura possano finalmente provare una patria nella quale proliferare.

Continua la lettura con: DOVE si potrebbe realizzare oggi l’ISOLA DELLE ROSE? 5 possibili LUOGHI ideali

ROBERTO BINAGHI

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🛑 Milano e Lombardia: da giovedì in zona GIALLA (a intermittenza). Scuole RIMANDATE, Università NON pervenute

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Credits: fanpage.it

Alla fine delle “festività” natalizie, Milano e la Lombardia tornano ad essere “zona gialla”. Ma a intermittenza: nel weekend restano vigenti le norme per la zona arancio. Le scuole superiori verranno riaperte, ma quando? E delle università ormai non parla più nessuno. Ma vediamo i punti più significativi delle nuove decisioni del governo. 

🛑 Milano e Lombardia: da giovedì in zona GIALLA (a intermittenza). Scuole RIMANDATE, Università NON pervenute

# Zona Gialla in settimana e Arancione nel Weekend. Nuove regole per Milano e per la Lombardia

Credits: veronasera.it

La Lombardia tornerà dopo la breve finestra di dicembre mesi ad essere considerata “zona gialla” da giovedì 7 Gennaio. Resta comunque l’allerta per il weekend che rimarrà al momento sotto le direttive imposte in zona arancione ma con libertà di spostamento nel proprio comune. Il giorno 6 Gennaio scadrà infatti l’effetto delle misure anti-contagio stabilite per il periodo Natalizio, motivo per il quale il Consiglio dei ministri si è riunito per capire come muoversi per evitare una terza ondata.

# Le regole da rispettare in zona Gialla

Credits: fanpage.it
  • coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute
  • è fortemente raccomandato a tutte le persone di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi
  • attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00
  • il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo. Dopo le 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico
  • resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, e sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze
  • continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente
  • centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimangono aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno
  • aperti i negozi al dettaglio fino alle 21
  • Fino al 15 Gennaio però non sarà ancora possibile lo spostamento tra regioni se non per motivi lavorativi, salute e necessità e il rientro alla propria residenza o abitazione. Successivamente a questa data, salvo imprevisti, saranno consentiti gli spostamenti anche fuori Regione, purché le Regioni di destinazione siano nella stessa zona di rischio moderato
  • musei, mostre, piscine, palestre, teatri, cinema restano chiusi. Aperti i centri sportivi;
  • corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.

# Fin quando rimarranno chiuse le SCUOLE SUPERIORI?

Credits: skuola.net

A differenza di quanto annunciato nelle scorse settimane, gli studenti delle scuole superiori non torneranno in classe il 7 gennaio. Arriva la conferma da parte del governo che, dopo lo scontro nel consiglio dei ministri, ha deciso che le scuole verranno rimandate: potrebbe essere 4 giorni dopo, l’11 Gennaio. Per le regioni che nel monitoraggio di venerdì 8 avranno i parametri per essere considerate “Zone Rosse”, come Veneto e Friuli, avranno un ulteriore slittamento dell’apertura delle scuole, non prima di fine gennaio. 

# Università: ancora non pervenute

Credits: immagina.eu

Restano ancora non pervenute le notizie riguardanti le Università, chiuse ormai da quasi un anno e senza alcuno spiraglio di apertura. La scuola italiana sta riaprendo gradualmente. Le scuole elementari non sono mai state chiuse, le scuole medie hanno avuto una riapertura a intermittenza e, notizia del giorno, le scuole superiori riapriranno a breve. Ma le Università? Al momento ai piani alti dello Stato questa riapertura non s’ha da fare ma restiamo in attesa degli sviluppi con la speranza che presto anche gli studenti universitari possano tornare a vivere l’ultimo step della propria carriera scolastica prima di interfacciarsi con il mondo del lavoro.

Continua la lettura con 10 POSTI dove FUGGIRE dal mondo restando in LOMBARDIA

MARCO ABATE

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DOVE viveva LEONARDO a MILANO? Oggi la sua CASA è in VENDITA

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credit: Pinterest - @ingiroper0

Leonardo visse a Milano per circa 20 anni, il periodo più prolifico della sua carriera. Pochi sanno che oggi la sua casa può essere addirittura acquistata. Ma dove viveva?

DOVE viveva LEONARDO a MILANO? Oggi la sua CASA è in VENDITA

Leonardo da Vinci: basta il nome per farci venire in mente la sua produzione artistica geniale. Il grande genio toscano visse per circa 20 anni a Milano ma pochi sanno non solo dove abitava ma che oggi la sua casa può essere addirittura acquistata. Dove viveva? Scopriamolo insieme.

# L’arrivo di Leonardo a Milano

Cavallo di Leonardo a Milano
Cavallo di Leonardo a Milano

Leonardo Da Vinci arrivò a Milano nel 1482 e ne restò subito affascinato per la sua modernità e apertura alle novità, sia tecnologiche che scientifiche. Leonardo nonostante sia conosciuto principalmente per le sue opere pittoriche, è stato un genio a tutto tondo, interessato anche a progetti scultorei, ingegneristici, architettonici e idraulici. Quando arrivò a Milano capì che il clima culturale era molto diverso rispetto all’ambiente fiorentino e decise di lasciarsi ispirare dalla città meneghina per circa 20 anni, disseminando opere di vario grazie al supporto di Ludovico il Moro. Ma la domanda rimane irrisolta: dove visse per questo lungo periodo?

Leggi anche: Così Leonardo da Vinci riuscì a farsi assumere a corte

# Cascina Bolla: una casa di campagna oggi a pochi passi da City Life

credit: design.fanpage.it

Leonardo decise di abitare in campagna, a due passi dal centro. La casa in cui visse, chiamata Cascina Bolla, si trova oggi in piena città, in Via Paris Bordone 9, nel quartiere della ex Fiera. Secondo gli studi e i documenti raccolti dall’ingegner Camillo Rovizzani e il geometra Romano Pagnotti il Maestro avrebbe abitato qui mentre lavorava all’Ultima Cena nella basilica di Santa Maria delle Grazie. Da allora la cascina ha subito diversi passaggi di proprietà ma è riuscita nonostante incendi e guerre a mantenere il suo fascino quattrocentesco. Circondata anticamente da un fossato con muraglione, si accedeva tramite un ponte levatoio e un porticato ad archi a sesto acuto oggi andati persi. Sul lato orientale è tuttora esistente, e affrescata con un volo di uccelli, una torretta d’avvistamento. In origine la cascina era situata in campagna, immersa nella natura, ed era adibita sia ad abitazione che ad osteria

Credits Andrea Cherchi – Vigna di Leonardo

La passione di Leonardo per la campagna era risaputa poiché la sua famiglia possedeva molti vigneti in Toscana. Proprio per questo suo attaccamento ai campi e alla terra, Ludovico il Moro per farlo sentire a casa gli regalò una vigna conosciuta oggi come Vigna di Leonardo, in Corso Magenta 65, sul lato opposto della strada rispetto a Santa Maria delle Grazie. Tornando all’antica Cascina Bolla, oggi sarebbe uno stabile molto chic a pochi passi da una delle zone più contese del capoluogo: City Life.

Leggi anche: La vigna di Leonardo

# C’era davvero un collegamento sotterraneo con il Castello Sforzesco?

credit: Pinterest – @ingiroper0

Oggi della cascina restano solo poche parti originali: nel corso del tempo è stata più volte ristrutturata ma attorno alla sua struttura aleggiano alcune leggende. La più chiacchierata è sicuramente quella su un presunto collegamento sotterraneo con il Castello Sforzesco che però non è mai stata accertata. C’era davvero un passaggio segreto? La disputa tra gli storici prosegue e nemmeno gli attuali proprietari sono riusciti ad ottenere una risposta certa. Certo è che Leonardo aveva ottimi rapporti con la famiglia Sforza e che gli furono commissionati diversi lavori a corte.

Passaggio segreto a parte, oggi l’antica abitazione di Leonardo è in vendita, ma le trattative sono strettamente riservate. Magari riuscirà ad ispirare i futuri proprietari tirando fuori il loro lato più geniale. 

 

Leggi anche: Notizia bomba: Monna Lisa è di Milano! LEONARDO dipinse la GIOCONDA a Vaprio d’Adda

Fonte: Milano Per Pochi

ROSITA GIULIANO

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Fuga da Milano? I 5 PAESI dell’HINTERLAND dove aumentano di più gli ABITANTI

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Una notizia che non ci piace. Dopo una lunga rincorsa, Milano è tornata sotto gli 1,4 milioni di abitanti, registrando un forte calo negli ultimi mesi. Le cause sono da ricercare nella pandemia ma non solo. Quello che è certo è che i dati, a fronte del calo di Milano, parlano di comuni dell’hinterland che stanno rilevando un incremento demografico: oltre alle nuove nascite sono molti i milanesi che hanno deciso di spostarsi dalla città. Analizzando i trend degli ultimi anni abbiamo cercato quali sono i comuni dei dintorni di Milano che stanno attirando più milanesi e non. Queste sono le 5 regine dell’hinterland. 

Fuga da Milano? I 5 PAESI dell’HINTERLAND dove aumentano di più gli ABITANTI

#5 Parabiago

credits: wikipedia

Si trova a 20 chilometri a nord ovest di Milano ed è attraversato dal fiume Olona. A Parabiago è affidato il titolo di “Città della calzatura”, poiché è proprio sul suo territorio che sono nate molte industrie calzaturiere, ed è anche teatro della famosa battaglia fra Lodrisio Visconti e il nipote Azzone, il quale vinse appunto la Battaglia di Parabiago, il 21 febbraio 1339. È un comune dove lo sport è importante e qui troviamo squadre di rugby, pallavolo, calcio, atletica leggere e ginnastica ritmica.

Negli ultimi due anni, la popolazione è cresciuta di oltre l’1,1%, puntando ora verso quota 30.000 abitanti. Le cause possono essere molteplici: la posizione del comune sicuramente influisce sulla scelta di vivere qui, come la numerosità dei giardini pubblici, le strutture sportive, i musei e il teatro.

Il costo medio di una casa qui è di 1.587 €/m², ma anche l’affitto è conveniente (8,80 €/m²): si trovano ancora bilocali sotto i 500 euro. 

#4 Melegnano

credits: wikipedia

Spostiamoci a sud-est di Milano, in questo paese noto soprattutto per la barriera autostradale. Attraversato dal fiume Lambro, qui troviamo la Basilica della Natività di San Giovanni Battista e il Castello trecentesco.

Negli ultimi due anni gli abitanti sono cresciuti di oltre l’1,2%, superando i 18mila. Complice dell’aumento demografico è sicuramente l’eccellente posizione: si trova a soli 10 chilometri da Milano, vicina all’imbocco delle tangenziali e il casello autostradale che permette di essere in pochi minuti sulla A1.

Il costo medio delle case qui è di 1.913 €/m², mentre per l’affitto è di 10,00 €/m²: per un bilocale si può spendere poco più di 500 euro. 

#3 Paderno Dugnano

Passiamo a nord, nel margine meridionale della Brianza, lungo il fiume Seveso. Anche qui l’incremento negli ultimi anni è stato consistente: in appena due anni supera l’1,3% e ormai ha messo nel mirino quota 50.000. Il comune è conosciuto per Villa Calderara e Villa Maga, costruite tra ‘600 e ‘700, e per le aree verdi come il parco Grugnotorto Villoresi.

Il prezzo medio per le case è in linea con Melegnano: 1.921 €/m² per l’acquisto e 10,00 €/m² per l’affitto, anche qui si trovano bilocali a 500 euro o poco di più. Ci troviamo un po’ più lontani dalla città ma i servizi non mancano essendo un comune di grandi dimensioni, così come non manca l’opportunità di fuggire dallo stress, trovando ristoro tra colline e laghi della Brianza. 

 

#2 Cernusco sul Naviglio

credits: wikipedia

Cernusco sul Naviglio si piazza al secondo posto con un incremento molto alto: +3,1% in appena due anni e procede spedito verso i 35.000. Tra i comuni più grandi, che superano i 10.000 abitanti, è di gran lunga al primo posto per tasso di crescita.  Perché questo successo? Il comune è piuttosto grande: una buona combinazione di luoghi di attrazione e buoni servizi che attraggono le persone a spostarsi dalla grande città.

I suoi punti di forza sono la posizione: non lontana dalla linea 2 della metro, in posizione strategica tra tangenziale est e Linate. Ottimo il paesaggio anche grazie al Naviglio. Forse l’unico punto debole è che il suo successo ha portato a un rialzo anche dei prezzi delle case che risultano qui tra i più alti dell’hinterland: il valore immobiliare medio al metro quadro è 2.712 €, mentre l’affitto è 12,10 €/m²: per un bilocale si può arrivare anche a 700/800 euro. Questa differenza può essere dovuta sia ad una percezione di una migliore qualità della vita sia al fatto che in questo comune si stiano trasferendo molte persone con un reddito alto.

#1 Cusago

credits: @zanna991

Cernusco è sicuramente la regina dell’hinterland, se si tratta di comuni più conosciuti. Ma se si cerca bene si trova in cima ai rialzi, un paese piccolino. Ci spostiamo ai confini a ovest del perimetro urbano di Milano, in un piccolo paese dove negli ultimi anni si è assistito al più forte incremento della popolazione dell’intero hinterland milanese: in appena due anni si è registrato un +5,1% nel numero di abitanti che hanno superato quota 4.000. Il paese è famoso per il castello che fu costruito per volere di Bernabò Visconti tra gli 1360 e il 1369, sulle rovine di una fortificazione longobarda, e per la Chiesa Parrocchiale dei Santi Fermo e Rustico.

Qui, anche per la crescita della domande, le case costano di più rispetto ai paesi precedenti: in media 2.404 €/m², mentre l’affitto è ancora a buon prezzo, a 9,90 €/m². Il punto di forza è che ci si trova in campagna ma a un tiro di schioppo da Milano, subito fuori dall’anello della tangenziale. 

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ANDRA STEFANIA GATU

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Il TIBET d’Italia: il paese del SILENZIO

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elcito- Credit: @principinopix (INSTG)

Milano è la quarta città più chiassosa d’Italia: questo è invece il paese più silenzioso.

Il TIBET d’Italia: il paese del SILENZIO

# Palermo è la città più chiassosa d’Italia: questa è invece la più silenziosa

Credits: siviaggia.it/

Nella classifica delle città più caotiche troviamo al primo posto Palermo (92, 6 dB) seguito da Firenze (88,6 dB), Torino (86,8 dB) e Milano (86,4 dB). La lista è molto lunga ma Elcito, piccolo borgo nelle Marche, si aggiudica l’ultimo posto per essere il paese più silenzioso d’Italia.

# Sullo sperone di roccia è considerato il Tibet d’Italia

Credits: iluoghidelsilenzio.it

Elcito sorge su uno sperone di roccia, posto a oltre 820 metri sul livello del mare, nell’entroterra marchigiano, alle pendici del Monte San Vicino. Se l’inquinamento acustico reca danni tanto all’ambiente quanto all’essere umano (può causare malattie cardiocircolatorie e ipertensione), non è un problema riscontrabile nel piccolo paesino marchigiano.

 

La tecnologia non è di casa, al punto da non avere una connessione ad internet. Elcito è anche conosciuto come il “Paese del silenzio” o “Il Tibet delle Marche” per via della sua posizione che lo isola da qualsiasi inquinamento acustico che siamo abituati a sentire nelle città.

# Ci sono più gatti che persone

Credits: civetta.tv

Il ristoro “Il cantuccio” offre ai propri clienti vari prodotti tipici della zona come: coppa di testa, ciauscolo, lardellato, salame di fegato e la lonza. Roberta, proprietaria della piccola attività nel comune di Elcito, ha dichiarato che sono circa 10 i residenti anche se domiciliati non c’è più nessuno se non 19 gatti. 

# Marialuisa, nata e cresciuta ad Elcito

Credits: corriereadriatico.it/

Marialuisa, nata nel comune di Elcito, ricorda che negli anni ’50 erano circa 130 gli abitanti ma, nonostante oggi sia quasi disabitato, non rinuncia a passare qualche giorno nel paese più silenzioso d’Italia. Con l’inverno alle porte e la neve assicurata, bisognava fare una grande scorta per affrontare al meglio il periodo invernale. Marialuisa ricorda inoltre che nei suoi primi anni di scuola elementare erano solo 3 i compagni di classe che intrapresero gli studi con lei.

Fonte: ThePillow

Continua la lettura con Le tre città più GRANDI a confronto: Milano, Roma, Napoli

MARCO ABATE

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