Un negozio simbolo del design urbano milanese si prepara a lasciare la sua storica sede.
Dopo oltre quarant’anni di attività, lo showroom è costretto a chiudere, mettendo a rischio il futuro dei lavoratori.
# Un concept store nato nel 1981 tra design e arredo urbano

La storia di Cargo High‑Tech inizia nel 1981 con l’apertura del primo spazio in corso di Porta Ticinese, fondato dalla società HighTech S.r.l. Il negozio si afferma come concept store dedicato all’arredo in stile industriale e a una selezione di oggetti internazionali, spesso introvabili altrove. Nel 1989 viene inaugurato lo showroom di piazza XXV Aprile 12, all’interno di un ex edificio industriale un tempo sede della tipografia del Corriere della Sera. L’attività si sviluppa su oltre 1.300 metri quadri, diventando una delle realtà commerciali più originali del centro di Milano. L’assortimento spazia da mobili a illuminazione, accessori per la casa, libri, giochi, articoli da viaggio, alimentari etnici, tè e spezie.
# I clienti celebri: dal re della Moda ai personaggi dello spettacolo

Nel corso degli anni, High Tech è diventato un punto di riferimento per appassionati di design e arredamento urbano. Tra i clienti di numerosi nomi noti della cultura e dello spettacolo: il re della moda Giorgio Armani, attori quali Roberto Benigni, Paolo Ruffini, Luca Argentero e Margherita Buy, cantanti come Ornella Vanoni, Gianna Nannini, Fabri Fibra, Marco Mengoni e Madame. Lo spazio ha consolidato la propria reputazione grazie alla combinazione tra arredo industriale, oggetti internazionali e una selezione curata di prodotti lifestyle. In più di trentacinque anni di attività nella sede di piazza XXV Aprile, lo showroom ha contribuito a definire l’identità commerciale e culturale del quartiere.
# Lo sfratto ordinato dal Tribunale di Milano: affitto raddoppiato e richiesta di lavori strutturali

Il contratto di locazione, con canone annuo di circa 170.000 euro, scade a gennaio 2023. La proprietà dell’immobile propone il rinnovo a un nuovo canone di 320.000 euro e chiede lavori strutturali per circa 600.000 euro, che avrebbero portato a uno stop delle attività con conseguenti ulteriori aggravi economici. La trattativa non porta ad alcun accordo. Nel giugno 2025, il Tribunale di Milano conferma lo sfratto. Il fondatore Mauro Bacchini commenta con “rabbia, delusione e malinconia”, definendo l’operazione come l’ennesima espulsione dal centro di una realtà storica. L’attività in piazza XXV Aprile cesserà il 3 agosto 2025.
# Una piazza che si svuota: come corso Buenos Aires

La chiusura di High Tech si aggiunge a un altro caso rilevante avvenuto recentemente in piazza XXV Aprile: la storica panetteria e caffetteria Princi ha lasciato la sede nel maggio 2025 a causa dell’aumento dell’affitto. Insieme, queste due uscite segnano un cambiamento significativo nella composizione commerciale della piazza. Il rischio, già evidenziato in aree come corso Buenos Aires, è la progressiva desertificazione commerciale dovuta anche all’aumento dei costi fissi e alla trasformazione del centro urbano in vetrina per attività a rotazione rapida, spesso orientate ai flussi turistici.
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# Il futuro dei lavori e le sedi alternative
A partire dal 5 agosto 2025, l’attività di High Tech prosegue senza interruzioni nella sede di via Meucci 50, negli spazi ex Ovomaltina, nei pressi dei Navigli. Il personale coinvolto nel trasferimento ammonta a circa venti dipendenti. La Filcams‑CGIL ha avviato un confronto con la proprietà per valutare l’attivazione di ammortizzatori sociali o eventuali ricollocamenti interni. L’azienda manterrà aperto anche lo showroom di Milano Padova. La possibilità di riaprire in centro rimane incerta: trovare nuovi spazi con caratteristiche simili e costi sostenibili si sta rivelando complesso.
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FABIO MARCOMIN