La PRIMA VOLTA a Milano: 10 cose da mostrare per fare COLPO

Un bigino per fare bella figura in quattro e quattr'otto

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Ph. Andrea Cherchi

A Milano siamo sempre di corsa, anche quando si tratta di dover fare un tour della città. Foto Cover: Andrea Cherchi.

La PRIMA VOLTA a Milano: 10 cose da mostrare per fare COLPO

Mai come negli ultimi anni la nostra metropoli si è trasformata in tutto e per tutto, dal suo ventre, con l’inaugurazione della nuova linea della metropolitana, all’altissimo, nel nuovo svettante skyline di Piazza Gae Aulenti.

In questo senso, tra retaggio del passato e ambizioni futuristiche già in atto, ecco quali sono le 10 cose da mostrare a chi viene a Milano per la prima volta e perché mostrargliele – insomma, un bigino per fare bella figura in quattro e quattr’otto.

#1 Tetto del Duomo

titolo_scheda_terrazze_duomo ph. visiteguidateamilano.it

E’ il rooftop più rooftop di Milano. Mentre i grandi hotel e i grandi marchi del glamour fanno a gara per proporre aperitivi a volo d’uccello, le terrazze del Duomo sono lì dalla fine dell’800, aperte al pubblico in maniera libera o tramite le  visite guidate dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, così da proporre la cosa più preziosa e impagabile della nostra città: la vista fino al Resegone all’ora del tramonto.
Tra una guglia, un pinnacolo, una occhiata alla Madonnina, sempre più vicina durante la salita, è divertente provare a riconoscere i volti dei santi e dei protagonisti della storia che qui hanno una loro effigie: strizzate gli occhi e ci troverete pure Mussolini!
Attenzione però a non lasciarvi spaventare. Tre cose almeno potrebbero farvi drizzare i capelli: l’altezza, i Gargoyles e il fantasma della Carlina.

#2 Castello Sforzesco

Piazza Castello

E’ il maniero di Milano, e la cosa incredibile è che non tutti lo sanno.
Conserva pregevolissime raccolte, dal Museo Egizio al museo delle armi; dalle corti e pozzi di epoca remota e persino un affresco con un elefante.
Anche qui si succedono storie di fantasmi, apparizioni e stranezze, e non ci si può aspettare diversamente viste le vicissitudini di cui è stato protagonista il Castello, dagli Sforza ai Visconti fino a Napoleone.
Talvolta è possibile percorrerlo nei sotterranei o tra le merlate, eppure, quello che rimane conservato come uno scrigno tutto l’anno è un tris di capolavori che tutto il mondo ci invidia e forse non tutti conoscono:

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  • la Pietà Rondanini, scultura metafisica e ultimo capolavoro incompiuto (oltre che esempio di ‘non finito’) di Michelangelo Buonarroti, oggi nell’ex Spedale Spagnolo;
  • il grande gonfalone civico di Sant’Ambrogio (intorno a straordinari arazzi fiamminghi) – la copia si trova nella Sala Alessi, a Palazzo Marino;
  • la Sala delle Asse di Leonardo da Vinci, un pergolato verde affrescato solo di recente riportato alla luce degli studiosi e del pubblico.

#3 Cenacolo di Leonardo

monumenti da salvare

Un miracolo: di tecnica, di bravura, di storia, di mistero, di potere dell’immagine.
L’Ultima Cena di Leonardo: è straordinario già solo il fatto che sia arrivata ai giorni nostri, visto che Leonardo non era uomo di “pancia” e che per non dipingere davvero ‘a fresco’, come la tecnica dell’affresco richiede, bensì usò una miscela di uova e materiali organici a presa meno rapida ma assai più deperibili.
E’ un segno del cielo il fatto che sia sopravvissuta ai bombardamenti aerei della notte del 10 agosto 1943, quando tutto il resto del Cenacolo crollò e questo muro, così unico al mondo, rimase in piedi.
Per visitarlo bisogna mettersi in fila: virtualmente, prenotando la visita; fisicamente, perché le code sono all’ordine del giorno.
La visita, di appena pochi minuti, può essere completata dall’ingresso alla adiacente Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di cui questo Refettorio Conventuale fa parte, e con la neo-recuperata Vigna di Leonardo, nella Casa degli Atellani, la attigua casa dove Leonardo visse nel XV secolo e dove, durante Expo, è stato riportato alla luce il suo lussureggiante giardino e i grappoli che il Modo donò al genio.
Dan Brown, con il suo Codice da Vinci, ha consacrato un mito che già mito era: bando alle ricostruzioni surreali o meno, è un miracolo da vedere.

#4 Vicolo dei Lavandai e Navigli

I Navigli restano l’ultima parte del tracciato fluviale di cui Milano erano solcata per portare il marmo di Candoglia al Cantiere del Duomo.
Vederli di sera ha un effetto “bohemien”, ma la bellezza di certi scorci, come il Vicolo dei Lavandai, la delizia di una passeggiata a bordo d’acqua, sulla ritrovata Darsena, e le corti di certe case di ringhiera con gli atelier degli artisti sono da gustare in piena tranquillità di giorno, quando i due Navigli ‘che non sapevano navigar”, recitava una vecchia canzone, sono quasi assopiti, solcati da qualche battello che, fino a tarda sera, offre l’occasione pure di navigarli en plein air.

#5 La Scala

credits: milanoperlascala.it

E’ il teatro dei teatri, il tempio della lirica occidentale, il palco dove ancora si dice si muova il fantasma della Callas e dove, i più fortunati hanno visto danzare due mostri sacri del Balletto danzare: Carla Fracci e Roberto Bolle.
La sua ‘prima’ è l’evento per eccellenza: per tradizione avviene il 7 di dicembre, in onore di Sant’Ambrogio.
Visita consigliata tutto l’anno, grazie anche al museo e alle prove aperte.
Per la cronaca: è stato il primo edificio d’Europa a venir illuminato interamente con la corrente elettrica (correva l’anno 1883).

#6 San Maurizio

La chiamano la Cappella Sistina di Milano per la presenza del più vasto ciclo milanese di affreschi. Sono opere del Luini, oltre a decorazioni dei Campi, del Boltraffio e forse del Foppa, e costituiscono un perfetto esempio dello sviluppo dell’arte cittadina dopo il soggiorno di Leonardo da Vinci.
E’ uno di quei luoghi ancora scarsamente conosciuti dagli stessi milanesi. Uno di quei templi cittadini in cui ancora si può assistere a tradizioni bizantine, immersi in uno spirito d’altre epoca.
Appartenente al complesso del monastero di San Maurizio, San Maurizio al Monastero Maggiore è il più antico cenobio femminile di Milano: la chiesa tramezzata risale all’inizio del Cinquecento. Accanto, sempre su Corso Magenta, insiste il Museo Archeologico e tutta l’area che in tempo faceva parte di Milano, capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

#7 Parco Sempione (Triennale, Arco della Pace, Arena)

credits: @andreacherchi_foto

Ecco un altro caso in cui la movida offre la possibilità, più o meno consapevolmente, di scoprire brani straordinari della storia passata di Milano.
Il Palazzo della Triennale, il Palazzo del’Arte, esempio di architettura razionalista degli anni ’30, è particolarmente ambito per le sue mostre temporanee, il suo Museo del Design e per il giardino con niente meno che i Bagni misteriosi di De Chirico come fontana.
L’Arco della Pace, quello che nella visione di Napoleone avrebbe costruito l’asse Castello Sforzesco di Milano – Arc du Triomphe di Parigi, sempre più spesso fa da fondale a scene cinematografiche e serate goliardiche, entrando nel gergo dei più giovani a identificare una certa zona “cool” delle serate meneghine.
L’Arena: il luogo di arrivo di ogni maratona di Milano. Un tempo veniva allagata per intrattenere i milanesi con le naumachie; oggi è il ‘Colosseo monco’ di Milano è sfruttato bene giusto dai runners che vogliano fare jogging in pieno centro città.

#8 Quadrilatero della Moda (Via Monte Napoleone, Via della Spiga)

via montenapoleone
via montenapoleone

La Milano da bere degli anni ’80 è rimasta ferma a questo indirizzo, che comprende l’area dall’Ottagono di Galleria Vittorio Emanuele fino ai Giardini di via Palestro.
Un tempo questo era il regno dei macellai e delle botteghe: oggi anche le ultime gloriose insegne hanno dovuto sgombrare il campo di fronte al potere d’acquisto dei colossi della moda, ma il bello è che, con un po’ di costanza e tanta faccia tosa, si può ancora cogliere l’occasione di una ‘svetrinata’ per perdersi nel dedalo di vie e viuzze, spesso solo pedonali, e lanciarsi alla caccia all”indovina chi viveva qui’, visto il susseguirsi di targhe e cimeli; entrare in qualche portone aperto inforcare le scale e scoprire androni di rara decorazione e scultura.
Ricordarsi che c’era il monte dei pegni in età napoleonica, dopotutto, servirà a dire che la vera ricchezza è saper riconoscere il bello che si ha davanti, più che limitarsi ad acquistarlo.

#9 Piazza Gae Aulenti (percorrendo Corso Garibaldi e Corso Como)

credit: Instagram – @scatto_milano

E’ il grande simbolo della Milano rinascente. Il nuovo skyline di Milano, con il Palazzo dell’Unicredit, il Bosco Verticale, il BAM (Biblioteca degli Alberi) e il Padiglione in legno a lambire questa piazza degli affari e degli incontri, dei grandi show urbani e della nuova finanza.
E’ il punto di cesura tra quello che c’è stato – la dolce vita di Corso Como; la grande eleganza di Corso Garibaldi con i suoi bistrot e i palazzo bassi -, e quello che Milano punta a diventare.

10 Palazzo Lombardia

Credits: salesianilombardiaemilia.it – Palazzo Regione Lombardia

Entra in classifica anche questa ultima chicca: il 39mo piano del Palazzo Lombardia, il Palazzo della Regione. Sostituire il Pirellone nel cuore dei milanesi era cosa difficile, ma questa enorme scatola di vetro e tubi in cima, più in cima di tutta Milano, pare esserci riuscita. Nelle giornate terse altro che Resegone: sembra di avere l’intera Pianura Padana ai propri piedi. Attendiamo che si possa riaprire al pubblico. 

Continua lettura con: Altre sette cose da mostrare per chi viene la prima volta a Milano

PAOLA PERFETTI

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Paola Perfetti
Giornalista, content editor, pr, social media manager. Dopo aver avviato alcune start up editoriali ho preso l'arte – in cui sono laureata – e non l'ho messa da parte: nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea.com. Perché sono innamorata cotta di Milano.

2 COMMENTI

  1. Scusa ma… scherzi a parte… Il complesso di Brera? È il secondo polo museale d’Italia… eh!

    • Hai ragione Maf. Ci siamo dimenticati di Brera come si sarebbero potuti citare altri luoghi splendidi di Milano, ma avremmo avuto bisogno di una lista infinita.

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