Fantapolitica? In un’Italia dove il principio del decentramento amministrativo è sancito dalla Costituzione, ma spesso disatteso, vediamo cosa potrebbe succedere se Milano si separasse dalla Lombardia.
# Una forza economica capace di competere con metropoli e stati europei
A questi numeri si aggiunge un PIL pro capite stimato attorno ai 66mila euro all’anno contando solo il Comune di Milano, 61mila allargando lo sguardo alla città metropolitana, fatto che la pone tra le aree più ricche d’Europa, con reddito medio per abitante superiore a nazioni come Portogallo o Grecia.
# Milano senza la Lombardia? Potrebbe gestire 11 miliardi di euro all’anno
Milano presenta una delle più alte densità urbane d’Europa, con valori che variano in base all’area di riferimento. Il Comune di Milano, con 1,4 milioni di abitanti su 181 kmq, registra una densità di oltre 7.600 abitanti per kmq. La Città metropolitana di Milano, su un territorio di 1.575 km², mantiene una densità superiore a 2.000 abitanti per kmq. Se si aggiunge la provincia di Monza e Brianza, che conta circa 880.000 abitanti su 405 kmq, l’intera area urbana integrata arriva a 4,15 milioni di abitanti su circa 2.000 kmq, con una densità media di 2.015 abitanti per kmq.
In tutti i casi, si tratta di un conglomerato urbano continuo e densamente popolato, paragonabile per struttura e popolazione a Berlino, Madrid o alla Greater London. Milano è anche il primo polo italiano per attrazione di investimenti esteri, ospita la Borsa Italiana, è capitale di moda, design e innovazione. Con tre aeroporti internazionali e hub dell’alta velocità, si incrociano qui le due principali direttrici del paese: ovest-est da Torino a Venezia, nord-sud da Torino a Salerno e forse in futuro la Sicilia. Se si staccasse dalla Lombardia, Milano potrebbe trattenere fino a 11 miliardi di euro all’anno oggi gestiti dalla Regione: ma come potrebbe impiegare queste risorse?
#1 Infrastrutture: finalmente una linea della metro integrata con il passante ed estesa su tutto l’hinterland

Diventando regione a sé, Milano potrebbe gestire direttamente trasporti e infrastrutture strategiche, invece di limitarsi al comune di Milano e solo per i mezzi ATM. Attualmente, la città dipende da Regione Lombardia per la gestione del Passante ferroviario e delle linee S e per le risorse necessarie al funzionamento del trasporto pubblico locale. Una Milano Città-Regione potrebbe accelerare progetti chiave: estensione della metropolitana fino a Monza (M5), Segrate (M4), Vimercate (M2), Cormano e Paullo (M3), sviluppo di una nuova M6 a servizio della zona sud-ovest e ovest della città e progettazione di un secondo passante ferroviario nord-sud e di un terzo ad ovest. Potrebbe finalmente nascere una metropolitana circolare per collegare le periferie senza passare dal centro.
#2 Risorse e poteri per risolvere il problema della casa
In campo sociale, Milano avrebbe la possibilità di gestire direttamente le politiche abitative per affrontare l’emergenza casa, creare un welfare su misura per una città a fortissima mobilità interna e internazionale.
#3 Sanità, scuole e innovazione economica
E poi si passa ad altri ambiti dove una Milano con suoi poteri e risorse potrebbe fare la differenza a livello mondiale. Scuola, sanità e innovazione sociale.
Scuola e sanità gestiti da regione Lombardia stanno perdendo colpi anno dopo anno. Serve un cambio di rotta, soprattutto con una politica focalizzata sulla Grande Milano.
Ma non solo: autonomia significherebbe più libertà per attivare politiche fiscali innovative e attrattive, come sgravi per startup e imprese green, o fondi per la ricerca scientifica gestiti direttamente. Tutto questo con una governance snella e diretta, finalmente sganciata da meccanismi regionali pensati per territori con problemi e necessità completamente diversi.
# I benefici delle separazione per Milano e la Lombardia

La Lombardia, con 10 milioni di abitanti, è un carrozzone istituzionale. È la regione più popolosa d’Italia, con quasi il doppio di Lazio e Campania, le seconde in classifica. La maggior parte delle regioni italiane ha meno di 2 milioni di abitanti: difficile pensare che una sola governance possa rispondere in modo efficiente e tempestivo a territori così diversi come la Valtellina, la Lomellina, il mantovano e l’hinterland milanese. Dividere la Lombardia in due regioni, da una parte Milano Città-Regione con 4 milioni di abitanti, dall’altra la nuova Lombardia con 6 milioni, significherebbe rendere più omogenea la gestione territoriale. La Regione Lombardia potrebbe finalmente concentrare attenzione e risorse sulle aree periferiche come già succede ora, affrontando in modo specifico temi come l’accessibilità, la sanità di prossimità, il trasporto pubblico locale e il sostegno all’agricoltura o al turismo diffuso. Milano, dal canto suo, smetterebbe di essere il parafulmine o il bancomat della Regione, e potrebbe accelerare il proprio sviluppo secondo logiche urbane e globali.
# Gli esempi nel mondo
Il modello di Milano città-regione è già realtà in altri Paesi. Berlino è un caso emblematico: città-Stato federata, è completamente autonoma dal Brandeburgo che la circonda. Con 5 milioni di abitanti su 2.852 kmq, ha un’amministrazione autonoma capace di governare una delle metropoli più dinamiche d’Europa. In Germania esistono anche 11 regioni metropolitane riconosciute ufficialmente, a testimonianza del peso crescente delle grandi città. Un altro esempio calzante è San Pietroburgo, in Russia: città federale separata dall’oblast’ di Leningrado, ha oltre 6 milioni di abitanti e gestisce in autonomia politiche urbanistiche, economiche e sociali, diventando un laboratorio di innovazione anche per il resto del Paese. Anche Città del Messico ha ottenuto lo status di entità autonoma nel 2016, con una propria Costituzione e poteri paragonabili a quelli degli Stati federali messicani. Singapore è il caso più radicale: città-Stato diventata tra le prime economie globali.
La domanda vera non è se Milano possa farcela da sola, ma se il Paese sia pronto ad accettare una nuova geografia istituzionale che valorizzi davvero i territori. In un mondo in cui le metropoli sono già le vere protagoniste globali, l’Italia vuole restare ancorata al centralismo o iniziare finalmente a pensare come un sistema moderno?
Continua la lettura con: Un’Italia unificata… dalla Svizzera (e non dal Piemonte)? Lo scenario e i vantaggi per i cittadini
FABIO MARCOMIN
Che l’area urbana di Milano sia paragonabile a Berlino (3,5 milioni di abitanti), ci sta. Madrid invece è un comune di 3,3 milioni e un’area urbana (non metropolitana, che sono oltre 7) di oltre 5 e ci può stare.
Ma Londra: solo Londra città sono 8 milioni e mezzo mentre la greater London sono poco meno di 10 milioni di persone.
Boh…
Mi sembra sin idea semplice e geniale allo stesso tempo
Ho vissuto per un periodo lungo a Madrid e gli effetti di una visione autonoma si vedono eccome
Basta pensare all’enorme sviluppo della.metro negli ultimi venti anni
Fino a che c’è Sala sindaco, non ci sono problemi
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