PERCHÈ le POLITICHE anti-Covid stanno COLPENDO particolarmente MILANO

La crisi economica si sta abbattendo sull'Italia a macchie di leopardo. Ci sono lavoratori e settori non intaccati, ma altri li sta schiacciando come un macigno. E tra le città è Milano che rischia di pagare il conto più salato. Ecco perchè

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Non solo il lockdown. Molte iniziative messe in atto dal governo per arginare il coronavirus stanno mettendo a dura prova l’economia italiana. Ma la crisi in corso sta colpendo in modo molto diverso lavoratori e settori di attività. Mentre lavoratori garantiti e imprese di alcuni settori non stanno venendo intaccati, la crisi si sta abbattendo come un macigno sui lavoratori non garantiti e su alcuni settori che stanno vicini allo zero. Lo stesso accade a livello geografico: ecco perchè tra tutte è Milano che rischia di pagare il conto più salato. 

PERCHÈ le POLITICHE anti-Covid stanno COLPENDO particolarmente MILANO

#1 Università, la carica dei 200.000 studenti

Grazie ai 200.000 studenti universitari da tutto il mondo e ai suoi sette poli accademici, Milano pullulava quotidianamente di ragazzi che mescolavano le proprie culture e rendevano pulsante la vita della nostra metropoli. Senza contare i pasti consumati nei bar e locali nelle vicinanze che rischiano di vedere azzerare le entrate. A rischio il ruolo di primato nazionale e di riferimento internazionale di Milano come capitale degli universitari. 

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#2 I grandi eventi: dal Salone del Mobile alla Fashion Week

Credits: ildenaro.it- Fuori Salone

Milano è una città di eventi. Una capitale mondiale di iniziative collegate con la fiera. Il Salone del Mobile con il Fuori Salone, le Fashion Week, l’Eicma sono solo alcuni degli innumerevoli eventi che riempivano la città con migliaia di addetti ai lavori e visitatori da ogni parte del mondo. In molti di questi eventi Milano non ha rivali a livello globale. Senza contare la moltitudine di eventi più piccoli che caratterizzavano giorni e notti di Milano. Le conseguenze e le incertezze delle restrizioni stanno causando perdite di miliardi di indotto

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#3 L’aperitivo: il simbolo della movida in città

Credits: spaziomovida.it- – Aperitivi sui Navigli

L’aperitivo è una religione a Milano, come si fa qui non si fa da nessuna parte al mondo e per questo che ogni sera migliaia di locali erano pieni di gente dentro e fuori, dai Navigli al Duomo, dall’Isola all’Arco Sempione. Sono davvero poche le zone dove il rito dell’aperitivo e la movida non erano presenti, purtroppo con il lockdown e le attuali restrizioni molti locali hanno chiuso o rischiano il fallimento. E i tavolini all’aperto con l’arrivo del freddo rischiano di rivelarsi un palliativo inutile. 

#4 Lo shopping nel Quadrilatero e nelle altre vie commerciali

La città della moda per eccellenza, tra la via al quinto posto al mondo per fatturato come Via Montenapoleone alle altre arterie commerciali come Corso Vittorio Emanuele, Via Torino, Corso Buenos Aires, Corso Vercelli oltre ai mall commerciali stanno precipitando. I primi clienti erano internazionali ma ora di loro non c’è più traccia, anche perchè i paesi da dove arrivava la clientela più ricca sono off limits dai nostri aeroporti. Una perdita economica enorme che rischia di infliggere un colpo fatale a una delle tre capitali mondiale della “fashion economy”.

#5 La Fiera e lo stop al turismo d’affari 

 
Rho Fiera deserta

Inserire quarantene obbligatorie, restrizioni al turismo internazionale, la fuga di Alitalia dagli aeroporti milanesi. Sono tutti esempi di azioni che colpiscono molto più Milano delle altre città. Perchè Milano è la porta di ingresso all’Italia del turismo d’affari mondiale. Chiudere questa porta rischia di disintegrare la stessa ragione di essere di Milano. E questo ha come prime conseguenze il crollo degli affari della Fiera che genera un indotto fondamentale per l’economia milanese.

La sensazione è che il governo stia adottando politiche uniformi senza considerare le conseguenze diverse che si generano in luoghi diversi. Un esempio è anche la soglia dei 1.000 spettatori allo stadio che colpisce più duramente un impianto da 80.000 spettatori rispetto ad altri ben più piccoli. 

Forse è proprio questo il pericolo più grande per Milano: che le restrizioni stiano introducendo un livellamento al punto più basso che rischia di disintegrare tutte le eccellenze della città dell’eccellenza. La città che essendo la porta di ingresso dell’Italia al mondo rischia di tagliare fuori tutta Italia dal resto del mondo. 

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.