C’è sempre un risvolto positivo, anche quando tutto sembra andare storto. In questo periodo di divieti confusi, quarantene approssimative e diktat sense o no-sense, ispiriamoci a Sir Isaac Newton, che nel suo smart working ha formulato la legge di gravitazione universale.
Milanesi come Newton, alla ricerca di una nuova IDEA RIVOLUZIONARIA
Cosa può insegnarci lo scopritore della legge gravitazionale
Correva l’anno 1665 quando un’epidemia di peste si diffuse in Inghilterra, colpendo soprattutto le grandi città come Londra, dove fece tra le 75.000 e le 100.000 vittime. Fu così che un studente di nome Isaac Newton, allora 23enne, dovette rifugiarsi nella sua casa natale nel villaggio di Woolsthorpe.
Questa casa aveva un giardino pieno di alberi di mele…
Fu proprio in giardino che Newton giunse alle sue scoperte più rivoluzionarie. I due anni di allontanamento dal College e dalla società, lo portarono a riflettere a lungo e a portare avanti le grandi scoperte scientifiche nei campi della matematica, della meccanica e dell’ottica, che lo resero noto nei secoli dei secoli.
# La mela in testa
Un pomeriggio estivo, nel tepore postprandiale, mentre schiacciava una pennichella sotto un albero, Newton venne colpito in testa da una mela. Così lo scienziato, a tu per tu con un evento apparentemente banale, iniziò a interrogarsi sulla forza secondo la quale due corpi si attraggono in modo direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale alla loro distanza elevata al quadrato.
# Storia o realtà?
Ci fu un tempo in cui questa storia fu data per vera, grazie alla quindicesima lettera contenuta in Lettres philosophiques di Voltaire – 1734, per poi essere dichiarata un perfetto aneddoto da tramandare ai posteri. Oggi, grazie a un manoscritto dell’epoca, possiamo affermare che giardino e mela non sono un racconto, ma la verità.
A renderlo ufficiale ci ha pensato la Royal Society (la celebre associazione scientifica britannica di cui Newton fu anche presidente), diffondendo online la biografia di Newton, scritta da William Stukeley, suo caro amico. Nel manoscritto del 1752, intitolato Memoirs of Sir Isaac Newton’s Life, Stukeley dice di aver trascritto in presa diretta il ricordo di Newton. Raccontò che si trovava davvero nel suo giardino “quando per la prima volta, la nozione di forza di gravità si formò nella sua mente.”
E ancora: “Fu causato dalla caduta di una mela, mentre sedeva in contemplazione. Perché la mela cade sempre perpendicolarmente al terreno?, pensò tra sé e sé. Perché non potrebbe cadere a lato o verso l’alto ma sempre verso il centro della Terra?»
# Fiat Lux
Newton passava molto tempo anche in casa, in particolare in una stanza oscurata dove eseguiva degli esperimenti sulla luce, facendo penetrare da una fessura un raggio di sole che andava a colpire prismi di cristallo. Fu così che dimostrò che la luce bianca è composta dalla somma di tutti gli altri colori e diede vita alla teoria corpuscolare della luce, in contrapposizione alla teoria ondulatoria della luce.
Per non essere da meno, in questi giorni di lavoro agile, è il momento di far girare la mente. Chissà che in questi giorni a Milano non siano fatte scoperte destinate a rivoluzionare la storia dell’umanità.
Per approfondire: Keesing, R.G., The History of Newton’s apple tree (La storia dell’albero di mele di Newton), Contemporary Physics, 39, 377-91, 1998.
BARBARA VOLPINI
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