I 7 EDIFICI ABBANDONATI più impressionanti di Milano (mappa)

Ecco una selezione di 7 edifici tra i più rappresentativi del degrado in città

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Credits: daniele rossi foto - "Palazzo di Cristallo" ex fabbrica Innocenti-Maserati al Rubattino

Sono circa 180 gli immobili abbandonati nel Comune di Milano, alcuni in via di riqualificazione, la maggior parte attendono la demolizione, la prosecuzione dei lavori o una nuova vita e sono rintracciabili sul geoportale realizzato dagli uffici comunali. Altri ancora sono di proprietà comunali o altri enti pubblici. Tra questi ne abbiamo selezionati 7 tra i più rappresentativi del degrado in città.

I 7 EDIFICI ABBANDONATI più impressionanti di Milano (mappa)

#1 I palazzi tra Via Lamormara 23 e 27 – Crocetta

in pieno centro a Milano in Via Lamarmora tra il civico 23 e 27 si trovano due edifici sono completamente disabitati e quasi in rovina da decenni. Non poco lontano dall’ex convento in via Orti in via di riqualificazione in complesso residenziali di lusso ad opera dell’architetto De Lucchi.

#2 L’ex Macello Pubblico di Milano – Calvairate

Credits: urbanfile.org- Ex Macello abbandonato

Istituito nel 1863 è stato uno dei macelli più all’avanguardia d’Europa. Dopo il trasferimento nella ultima sede di Viale Molise, dal 2005 il Mercato del Macello è stato completamente dismesso. Per l’area di 150.000 mq si attende la sua riqualificazione, grazie al bando internazionale “C40 Reinventing Cities” i cui vincitori saranno nominati nel primo trimestre 2021.

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#3 Gli edifici di via Medici del Vascello – Rogoredo

Credots: milanotoday.com – Uno degli edifici abbandonati di Via Medici del Vascello

L’area di oltre 160.000 metri quadri, edificata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare edifici direzionali, è da tempo disabitata. Situata a 800 metri dal bosco di Rogoredo, è difficilmente raggiungibile dalla stazione dei treni e della metropolitana a causa della viabilità interrotta, rappresentando una cesura nell’odierno tessuto urbano milanese.

#4 Il Palazzo di Cristallo – Rubattino

Credits: daniele rossi foto – “Palazzo di Cristallo” ex fabbrica Innocenti-Maserati al Rubattino

Ventimila di metri quadrati di capannoni svuotati e decadenti, una fragile volta di tubi di ferro annerito dal tempo, muri pericolanti, detriti, lastre d’amianto, è questo quanto rimane di una delle aree industriali più attive di Milano, nel quartiere Rubattino. Dove una volta uscivano le auto Innocenti e Maserati o la Lambretta, e non lontano si trova anche l’ex fabbrica delle Tre Marie, rimane solo una discarica a cielo aperto.

#5 L’Istituto Marchiondi, uno dei primi esempi di architettura brutalista, il suo plastico esposto al Moma di New York – Baggio

Istituto Marchiondi

L’Istituto Marchiondi, a Baggio, progettato nel 1953 dall’architetto Viganò, fu uno dei primi esempi di architettura Brutalista. Tanto che il suo plastico è esposto al Moma di New York e nessuno ha mai potuto abbatterlo. Fu un riformatorio che ospitava 300 ragazzi. Chiuso nel 1970, sotto il vincolo delle Belle Arti, oggi è protetto dal filo spinato per evitare nuovi insediamenti di zingari. Al suo interno solo erbacce, topi e vetri rotti.

#6 Il “Cementone” di Greco

Una scatola grigia costruita nel 1985 vicino allo scalo di Greco, in via Emilio de Marchi, ribattezzato “il Cementone” per l’enorme presenza scenica e la sua totale inutilità. Doveva diventare il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato, oggi è un’immensa area abbandonata. Ormai è diventato “storico” il murales di “Cane Morto”.

#7 Lo scalo merci di Porta Romana

Lungo i binari della ferrovia, lo scalo merci di Porta Romana, sotto il cavalcavia di Corso Lodi, resta una struttura fatiscente abbandonata al suo passato. Da tempo area dismessa è diventata una tela per writer e graffitari, una prima casa per tossici e senzatetto di varie nazionalità. Sgomberato in diversi momenti, dovrebbe essere demolito nella prevista riqualificazione della stazione ferroviaria di Porta Romana collegata con la stazione della M3 Lodi Tibb ceh dovrebbe avvenire entro il 2026.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.