CONDANNA SALA: servono nuove regole, serve diventare una città stato

L'autonomia serve proprio a questo, a poter intervenire sulle regole del gioco in modo più coerente con i bisogni del territorio. A Milano il fare deve sempre avere la precedenza sul non fare, fa parte dell'identità stessa della nostra meravigliosa città.

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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex ad di Expo, è stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45 mila euro, nel processo milanese in cui era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015. La sentenza è stata emessa dai giudici della decima sezione penale (Ansa).

BEPPE SALA DOPO LA SENTENZA

“Assicuro i milanesi che resterò a fare il sindaco per i due anni che restano del mio mandato. Di guardare avanti ora non me la sento”, – ha dichiarato il sindaco che ha poi concluso dicendo: “una sentenza del genere, dopo sette anni abbondanti, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente onesta, per bene dall’occuparsi della cosa pubblica

IL PROBLEMA

La condanna del sindaco toglie a Milano l’allure di città perfetta, ma il problema è un altro e lo si può constatare parlando con qualunque dirigente o funzionario della amministrazione comunale. L’impianto normativo e di procedure è così complesso che, di fatto, ogni minima azione è passibile di illecito, con il risultato che, anche dopo questa sentenza, sarà sempre più difficile per gli amministratori cittadini assumersi la responsabilità di fare interventi di impatto sui cittadini e ogni istanza di cambiamento avrà le ali tarpate.

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La giustizia deve sempre fare il suo lavoro, ma con un apparato legislativo elefantiaco che non lascia alcun tipo di libertà, sembra che ormai la priorità sia quella di bloccare ogni atto, invece che di intervenire contro la corruzione.

MILANO CITTÀ STATO:  FACCIAMO RISCRIVERE LE LEGGI AI MILANESI

Milano Città Stato o Milano Città Regione, il nome conta poco , quello che conta è che l’autonomia consentirebbe ai milanesi di essere liberi di riscrivere le regole di governo per rendere Milano efficiente e snella come le migliori città al mondo e plasmare un vero modello da esportare nel resto d’Italia.

L’autonomia serve proprio a questo, a poter intervenire sulle regole del gioco in modo più coerente con i bisogni del territorio. A Milano il fare deve sempre avere la precedenza sul non fare, fa parte dell’identità stessa della nostra meravigliosa città, e attraverso una collaborazione tra le forze attive di Milano abbiamo la certezza che si potrà approdare a un impianto di regole chiare dove gli amministratori potranno operare per il bene della città. Dove anche i giudici saranno parte di questo atteggiamento positivo e finalizzato al fare, con un ruolo di garanti del buon operato e facendo rispettare norme più funzionali alle esigenze della città.

Speriamo che questo spiacevole episodio convinca il nostro sindaco che Milano per costruire un grande futuro non può continuare ad essere amministrata con le stesse regole degli altri 7.000 comuni d’Italia. La città che produce quasi l’11% di ricchezza dell’Italia e che soprattutto è di fatto faro e locomotiva del Paese deve essere libera di gestirsi e di avere la stessa autonomia delle principali città internazionali, tutte città stato interne a uno stato sovrano. 

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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