A SESTO nascerà LA BIOPIATTAFORMA del futuro: un modello da esportare nel mondo

Un investimento di 56 milioni di euro trasformerà il termovalorizzatore e il depuratore adiacente in una biopiattaforma dedicata all’economia circolare. Tutti i numeri del progetto

0
Biopiattaforma Sesto San Giovanni

Dopo un percorso partecipativo che ha permesso di integrare le istanze degli stakeholder locali, Gruppo CAP e CORE hanno presentato il progetto definitivo che trasformerà il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e il depuratore adiacente in una biopiattaforma dedicata all’economia circolare.

A Sesto San Giovanni nascerà la biopiattaforma del futuro: un modello da esportare nel mondo

Si tratta di un progetto realizzato con la partecipazione dei cittadini che creerà 547 posti di lavoro. Sarà carbon neutral (a zero emissioni di CO2) e in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti.

Un ecosistema in grado di realizzare un’economia circolare

Attraverso la trasformazione dei rifiuti, si realizzerà un ecosistema sostenibile in grado di autoalimentarsi, perché capace di creare valore: le acque depurate andranno a irrigare il parco, mentre il biometano prodotto dal digestore servirà per alimentare le vetture e veicoli adibiti al trasporto. Inoltre con la termogenesi, i locali saranno riscaldati proprio dal calore prodotto dall’acqua depurata.

Sono state pensate anche misure compensative all’emissione di anidride carbonica per l’area, che verrà circondata da nuovi spazi verdi grazie alla piantumazione di alberi e piante. L’impianto sarà attrezzato con i più moderni sistemi di limitazione dell’impatto acustico e odorigeno.

Una nota sul traffico: in base agli studi progettuali è prevista una riduzione del 29% del traffico generato dall’impianto, passando dagli 80 viaggi quotidiani attuali ai 57 nel nuovo polo, senza aumentare il numero di mezzi impiegati. Un modello sostenibile di produzione e consumo che risponde agli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU e che genererà valore anche sull’indotto del territorio.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Alessandro Russo, CEO del Gruppo Cap “Un impianto unico in Italia, un modello replicabile anche all’estero”

Il progetto di Sesto San Giovanni, metterà al servizio della comunità un impianto all’avanguardia, frutto di continue ricerche e studi – afferma Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP -. Un impianto unico in Italia, che si avvarrà delle migliori tecnologie per ridurre al minimo l’impatto ambientale e che si candida a diventare un modello replicabile non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. Un polo green che creerà valore, occupazione e risparmio in bolletta per tutti i cittadini coinvolti”.

Un investimento da 56 milioni: tutti i numeri di questo progetto innovativo

  • 547 nuovi posti di lavoro
  • 2.200 veicoli alimentati a biometano ogni anno, ovvero 15.000 km l’anno di percorrenza
  • trattamento di 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi ora affidate a strutture esterne, per la produzione di biometano
  • 5 comuni coinvolti Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese, dai quali arriverà la frazione umida
  • una drastica riduzione dell’anidride carbonica dal 77% al 92%
  • sensibile diminuzione dell’ossido di azoto (Nox) a -84%, di anidride solforosa (So2) con un -83% e della CO2 nell’ordine di un -85% rispetto al vecchio impianto
  • valorizzazione di 65.000 tonnellate/anno di fanghi umidi, pari a 14.100 tonnellate/anno di fanghi essiccati
  • produzione di ben 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recupero del fosforo da impiegare come fertilizzante, con conseguente sensibile riduzione costo delle bollette dei cittadini
  • il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
  • la riqualificazione delle aree verdi
  • l’impiego delle migliori tecnologie sul mercato per il contenimento dei fumi e degli odori con riduzione delle emissioni del 76%

FABIO MARCOMIN

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 

 

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Sostieni Milano Città Stato

 


Articolo precedenteLa GOCCIA della BOVISA: storia e progetto di riqualificazione del più grande BOSCO SPONTANEO di Milano
Articolo successivo10 UOMINI che hanno reso grande Milano ma che non sono milanesi di nascita
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.