7 cose del nostro PASSATO che vorremmo fare RIVIVERE

Usanze ed oggetti di un passato che sembra lontano secoli

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credits: @sh3llyi IG

Articolo nostalgia a me gli occhi please. Oggi ho bisogno di far riesumare un po’ di piacevoli ricordi derivanti da cose che semplicemente non esistono più. O meglio esistono, ma sono entrate di diritto nel cassetto dei ricordi d’infanzia o d’adolescenza di noi millennials.

Come al solito consiglio di prepararsi una lauta scorta di fazzoletti. Poi oggi sono in umore particolarmente autunnale, quindi sarà un articolo dal sapore meravigliosamente malinconico. Vediamo quindi assieme quali sono le sette cose che tutti indistintamente vorremmo veder tornare al giorno d’oggi.

7 cose del nostro PASSATO che vorremmo fare RIVIVERE

# Le cartoline che ci facevano sognare

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Non esiste sensazione che più era legata all’effetto farfalle nello stomaco del ricevere una cartolina dalla persona che ci è sempre piaciuta. Pensateci bene: termine ferie fine anni ’80, si rientra dal mare stanchi e abbronzati dopo ore e ore di auto, mamma inizia a togliere la polvere da casa e papà scarica i bagagli, mentre la sorellona va a vedere cosa c’è nella cassetta della posta.

Centinaia di lettere e cartoline, fra cui quella proveniente dalla località di mare dove non sei mai stato, ma dove ha trascorso le vacanze il tuo amore segreto. Non vedi l’ora di tornare a scuola per ringraziarla. Salvo poi scoprire che magari si è fidanzata col bullo della classe, che ovviamente è quello che ti stava più antipatico di tutti. È capitato anche a te, vero?

# Lettere dolci e profumate

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A volte nella casella della posta c’erano anche delle lettere molto particolari, che portavano dietro di sé una scia di profumo che spesso ne addolciva il contenuto. Parliamo delle lettere profumate, in voga come le cartoline già dagli anni’70 anche se non particolarmente diffuse come le cuginette in cartone leggero. Naturalmente il profumo si trasformava in piacere se poi, incontrando chi l’aveva scritta, si capiva che i sentimenti erano reciprocamente gli stessi.

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A inizio estate eravamo sempre tutti bravi a scrivere lettere e cartoline ma come già detto spesso, molto spesso, a fine agosto le cose erano cambiate. Con buona pace dei cestini che finalmente tornavano a lavorare, riempendosi di fazzoletti bagnati di lacrime e di milioni di lettere distrutte in mille pezzi.

# La tariffa urbana rendeva telefonare un momento speciale (e senza limiti)

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Quanto era bello poi poter aspirare a tenere il telefono di casa per sé per una mezz’oretta almeno, prima che tornasse fratello o sorella maggiore a prenderne possesso senza troppi complimenti. La telefonata con tariffa urbana è un simbolo inossidabile di un modo di comunicare che è morto e sepolto.

Spesso però i nostri amori o le nostre amicizie segrete vivevano fuori porta e quando arrivava la bolletta con un prefisso diverso poi erano dolori.

# Quando bastava un deca per fare benzina

credits: lo-scienziato.blogspot.com

È il 1992 e gli 883 hanno appena pubblicato il loro album d’esordio, il celeberrimo “Hanno ucciso l’uomo ragno” nel quale è contenuto un singolo che molti ricorderanno e che faceva “Con un deca, non si può andar via”. Splendido assist nostalgico per un passato in cui fare benzina, ovviamente in lire, era forse dieci volte più economico di adesso. Mettiamoci cuore e portafogli in pace. Gli 883 si sono sciolti da tempo, le lire hanno ceduto il passo agli euro e la benzina ci costerà sempre di più.

# Le partite alla radio la domenica alle 15

credits: @vinvox.radio
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“Scusa Bisantis, intervengo da Torino. Inter in vantaggio!”. No perché fino ad ora abbiam parlato di situazioni malinconiche, è arrivato il momento di sfoderare un po’ di euforia derivante da queste belle parole, che ci ricordano che splendido effetto faceva sentire le partite alla radio su “Tutto il calcio minuto per minuto”. Se poi le stesse erano trasmesse tutte alla stessa ora come negli anni ’80 e ’90 con un solo posticipo serale c’era ancora più divertimento. E mi dispiace, “amici” della Juventus che state leggendo questo articolo, ma al cuor non si comanda e alla passione calcistica, neppure.

# La cassetta con la musica del cuore

credits: @toombsjames IG

Eravamo partiti da cartoline e lettere profumate, ma come possiamo dimenticarci del nastro che dedicavamo al nostro amore o registravamo per i nostri amici appassionati di punk, pop o rap, che ancora non conoscevano l’ultimo fenomenale album di quel cantante/gruppo che stava emergendo proprio allora? Registrare artigianalmente audiocassette era possibile solo con una radio a doppia entrata tipica degli anni ’80, e spesso passavamo interi pomeriggi a scegliere le nostre tracks selezionandole come rudimentali DJ. Bei tempi, vero?

# Uscire di casa senza essere rintracciabili

credits: @calin.jpg IG

Per questo ultimo e significativo punto non basta tornare all’inizio del millennio, quando genitori ansiosi o fratelli maggiori iniziavano già a romperci con telefonate o messaggi di testo sui nostri Nokia 5110, StarTac Motorola e compagnia bella. L’ultima volta che sono uscito con il rischio di potermi perdere l’appuntamento (se vi fosse stato un ritardo) e l’altra occasione in cui la ramanzina per esser rientrato tardi poteva giungere solo dal vivo, una volta rientrato a casa, sarà stata la metà degli anni ’90.

Poi sono arrivati questi utili ma diabolici sistemi di isolamento sociale chiamati smartphone, e il mondo non è mai più stato lo stesso. Purtroppo per tutti noi, e per le generazioni future.

Quale di queste sette cose vi manca di più in assoluto? E ne avete altre che avreste citato? Forza, nostalgici lettori. Siamo qui per leggere i vostri commenti. Naturalmente malinconici.

Continua a leggere con: Momento nostalgia: LOCALI MITICI di Milano che NON ci sono più

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).