10 motivi per riscoprire CODOGNO (e i paesi dell’AREA ROSSA) quando sarà finita l’emergenza

Borghi medievali, nobile passato, panorami incredibili e una cucina deliziosa: sarebbe bello, una volta finito l'isolamento forzato, promuovere queste terre

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Posta tra le uscite autostradali della A1 Casalpusterlengo e Basso Lodigiano, chiamato fino a pochi anni fa Piacenza nord per la vicinanza non solo geografica ma anche in parte culturale con la città emiliana, questa terra ora messa alla “berlina” e in “isolamento” come terra di untori è in realtà una zona verde posta tra due fiumi, l’Adda e il grande Po, caratterizzata da borghi in apparenza rurali ma con alle spalle secoli di tradizione e valori morali.

Sarebbe bello, una volta finita questa cortina d’isolamento, ridare valore a queste terre scoprendole e promuovendole, magari con l’arrivo della primavera e il periodo pasquale.

10 motivi per riscoprire CODOGNO (e i paesi dell’ AREA ROSSA) quando sarà finita l’emergenza

#1 Maleo e il suo Castello

Il piccolo borgo rurale di Maleo deve la sua storia a quella della famiglia Trecchi, originari di Cremona, che fece edificare numerosi monumenti.

Tra questi il Castello medioevale, rimaneggiato a dimora signorile per mano dell’architetto di Carlo Borromeo, Pellegrino Tibaldi, ed affrescato dal cremonese Bernardino Campi.

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In onore della famiglia Trecchi venne anche edificato il cosiddetto “purtón”, un monumentale ingresso al borgo che conduce al cuore del paese, piazza XXV aprile.

#2 Raccolta d’arte Lamberti, Codogno

Per gli amanti dell’arte moderna, Codogno vanta una raccolta di ben oltre trecento opere otto/novecentesche della collezione Lamberti ospitate all’interno dell’omonimo palazzo barocco ed oggi affidata ad una fondazione.

Le stanze seicentesche interamente affrescate e i mobili d’epoca di Palazzo Lamberti meritano già da sole la visita.

#3 Castello Cavazzi, Somaglia

Circondato dalle campagne lodigiane, a pochi chilometri dalle acque del Po, sorge l’antico castello Cavazzi.

Fatto costruire secondo i canoni attuali nel XIV sec dal signore di Milano Bernabó Visconti come dimora di caccia, sua grande passione, e da lui fatto decorare con celebri affreschi purtroppo oggi andati perduti.

 

#4 Parco Adda sud, Maleo

Per i più sportivi o semplici amanti della bicicletta, da Maleo è possibile seguire numerosi percorsi all’interno del Parco Adda Sud costeggiando campi, canali e lo stesso fiume Adda, che di li a breve si butterà nel Po.

 

#5 Pizzighettone

Sebbene non sia in provincia di Lodi ma bensì in quella di Cremona, a pochi chilometri di distanza da Maleo sorge questo gioiello di città fortificata.

Interamente circondata dalle sue mura, Pizzighettone è un borgo dal fascino medioevale immutato.

Nella sua Torre detta del Guado, un tempo castello visconteo, venne imprigionato il re di Francia Francois I dopo esser stato catturato nella Battaglia di Pavia nel 1525.

#6 Borgo di San Fiorano

La prima impressione che si può avere arrivando a San Fiorano è quello di un borgo dall’illustre passato feudale e dal fascino decadente.

Il suo castello è un po la falsacopia in piccolo della rocca Pallavicino di Busseto, con il busto non di Giuseppe Verdi ma proprio di un esponente, manco a farlo apposta, della nobile famiglia emiliana, Giorgio Guido Pallavicino.

Già, perché la storia di questo piccolo borgo di nemmeno 2000 abitanti è legata non solo a quella del suo castello ma anche alle avventurose vicende della famiglia Trivulzio-Pallavicino, il che la rende tanto lombarda quanto emiliana.

 

#7 Corno Giovine

Poco distante da San Fiorano, troviamo il piccolo borgo di Corno Giovine, così vicino al grande fiume da sentire l’influenza piacentina tra le sue vie e le sue genti.

Un paese che sembra uscito dalla penna di Guareschi, con le sue case colorate per essere riconosciute durante i giorni di nebbia, la cinquecentesca chiesa con la sua piccolissima piazza, le sue cascine, i suoi abitanti.

Un paese che ricorda molto, non solo stilisticamente ma anche caratterialmente il luogo dove si svolsero i fatti di “Don Camillo e Peppone”, se solo Guareschi avesse passato passato la sponda del grande fiume penso che di questo piccolo paese della bassa si sarebbe innamorato.

 

#8 Caselle Landi

Pensare che questo paese a ridosso del Po fino al 1798 era parte del territorio piacentino e che, grazie ad un’azione di canalizzazione del grande fiume, avvenuta per volontà dei Landi nel 1593, passò dalla riva destra a quella sinistra fa sorridere.

L’assolata piazza dominata dal seicentesco Palazzo Nuovo e dalla bianca facciata della chiesa cittadina ci fa capire che questo è il cuore di questo piccolo paese.

Poco distante sorge il Castello Landi, fantasma di quel glorioso passato legato alla grande famiglia piacentina.

 

#9 Po, il Grande Fiume

Visitare queste zone e non fare una sosta o una passeggiata lungo le sponde del Grande Fiume che tutto muove in questo angolo d’Italia sarebbe un vero peccato.

Sono molti i punti d’osservazione del Po, per i più sportivi è possibile pedalare da Caselle Landi lungo gli argini fino ad un piccolo chalet sul fiume fiume Po. Qui è possibile riprendere fiato ammirando lo scorrere lento di queste acque oppure noleggiare una barca e navigarle.

 

#10 Dalla Cotognata ai biscotti

Oltre ad essere una terra di tradizioni, castelli e borghi medioevali, il basso Lodigiano è anche una terra in cui non manca la buona cucina tradizionale influenzata dal vicino territorio piacentino.

E quindi salumi nostrani, tortelli, Pisarei e Fàsö, stracotto d’asino e buon vino sono di casa in queste zone.

Forse non tutti sanno che la celebre mela cotogna si chiama così perchè proviene proprio da Codogno. 

MATTIA GALBIATI

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Mattia Galbiati
Critico e appassionato d’ arte, cittadino del mondo in quanto mix di varie origini. Amante dei viaggi e della storia, «penso che la bellezza dell’ arte sia ovunque, basta solo saperla cercare e valorizzare».