Le 10 vie dal significato più STRANO di Milano: perché si chiamano così?

La nostra è una città che si racconta letteralmente ad ogni angolo di strada: vi è mai capitato di passeggiare per Milano e di chiedervi come mai una via ha quel particolare nome?

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Le strade meneghine portano i nomi di famiglie nobili (Via Arcimboldi, Via Meravigli, Via Mapelli), di antichi mestieri (Via Orefici, Via Mercanti, Via Cappellari) e di importanti avvenimenti (Piazza Cinque Giornate, Piazza della Repubblica, Via della Liberazione), ma anche di luoghi del passato che, nonostante non esistano più, vengono ancora ricordati: canali scomparsi, cascine demolite, insegne di vecchie locande…

Alcuni dei nomi di queste vie sono veramente curiosi: sapete perché si chiamano così?

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Le 10 vie dal significato più STRANO di Milano: perché si chiamano così?

#1 Via Fiori Chiari (e Via Fiori Oscuri)

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Avete mai notato, in zona Brera, queste due opposte strade “floreali”?
Secondo una teoria, Via dei Fiori Chiari e Via dei Fiori Oscuri sono la perfetta metafora del loro passato: infatti un tempo quella che oggi viene chiamata Via del Fiori Chiari era la sede di un collegio femminile, mentre invece Via dei Fiori Oscuri era famosa per ospitare un bordello. Insomma, due strade che certamente non erano frequentate allo stesso modo.

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Tuttavia, secondo un’altra versione, il nome delle due vie deriverebbe dai diversi colori degli stendardi di due sestieri: Porta Comasina (bianchi e rossi, riconducibili ai Fiori Chiari) e Porta Volta (bianchi e neri, ossia i Fiori Scuri).

 

#2 Via Bagutta

Da Piazza San Babila si entra in Via Bagutta, una strada che un tempo doveva essere uno dei luoghi prediletti dai bevitori. Il motivo? “Baga” indica l’otre di vino, mentre invece “bagà” è una persona che beve di gusto.

 

#3 Via Caminadella

“Caminadella” sembra quasi un vezzeggiativo per definire una breve passeggiata, vero? Eppure, l’origine di questo nome è da ricercare da tutt’altra parte: nel Medioevo la “caminata” era una casa dotata di camino e fumaiolo, quando la maggior parte delle abitazioni dell’epoca aveva un semplice braciere e un’apertura sul tetto.

 

#4 Via Bagnera

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Questa strada, vicino a Via Torino, è famosa non solo perché è la più stretta di Milano, ma anche per essere stata testimone di delitti sanguinari: infatti è qui che Antonio Boggia, il primo serial killer italiano, nascondeva i cadaveri delle sue vittime.
Tuttavia, il nome “bagnera” non ha nulla di terrificante: infatti indicava la presenza di un bagno pubblico, esistente già in epoca romana.

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#5 Via Caccialepori

A volte l’origine di un nome è facilmente intuibile: è il caso di Via Caccialepori, dietro a piazzale Brescia, che un tempo era una zona boscosa particolarmente allettante per chi si svagava con la caccia alla lepre.

 

#6 Via Carroccio

In epoca medievale il carroccio non era altro che un carro che trasportava lo stendardo cittadino: era un forte simbolo per esplicitare l’indipendenza del Comune e veniva custodito da un personaggio illustre, affiancato da militari scelti. Il carroccio di Milano non faceva eccezione e in particolare spiccò durante la Battaglia di Legnano. Zona Sant’Ambrogio.

 

#7 Via Rugabella

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Può una ruga essere bella?
Lasciamo la risposta a voi, dato che il nome di questa via nei pressi di Missori non ha nulla a che fare con i segni dell’età: la dicitura deriva dal francese “Rue belle”, espressione utilizzata da Luigi XII in persona quando vide questa via abbellita da decorazioni e addobbi in occasione della sua visita.

 

#8 Via Cuccagna

Un tempo lungo questa via sorgeva un albero della cuccagna, eretto da un furbo oste per attirare i clienti.

 

#9 Via Monluè

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Un tempo la zona di Via Monluè, dove ora sorge l’omonimo parco, era una zona pericolosa perché frequentata dai lupi: infatti veniva chiamata Mons Luparius, dal cui la storpiatura in “Monluè”.

 

#10 Via Stella Bianca

In zona Bicocca sorge questa via, dove un tempo una locanda offriva un rifugio ai viaggiatori, giorno e notte, ed era sempre illuminata: per questo motivo era conosciuta come “La Stella Bianca”.

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VANESSA MARAN

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Vanessa Maran
Sono nata il giorno del Tredesin de Marz e il mio mondo è diviso tra la quotidianità di Milano e la vita da varesotta: per questo il treno è quasi diventato la mia seconda casa (nel bene e nel male). Trascorro le giornate facendomi schiavizzare dai miei gatti, leggendo fumetti e scrivendo il più possibile.

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