Pare in arrivo una nuova “pace fiscale” che cancellerebbe 60 milioni di cartelle esattoriali di crediti inesigibili. Ma è solo una minuscola porzione dei crediti vantati dall’Erario, nei confronti di imprese e cittadini, che non potranno essere mai riscossi. Ma che se cancellati dal bilancio porterebbero l’Italia al default. Vediamo perché.
Quasi MILLE MILIARDI di CREDITI non recuperabili: lo STATO ITALIANO è virtualmente FALLITO?
# Insieme al “Decreto Sostegno”, dal governo Draghi in arrivo una nuova “pace fiscale”: 60 milioni di cartelle esattoriali e relativi carichi verrebbero cancellati
Parallelamente al decreto “Sostegno” per le imprese e partite iva colpite dalla crisi economica conseguente alle chiusure forzate imposte dal governo per contenere la diffusione del Covid-19, si fa sempre più concreta l’ipotesi di una rottamazione quater delle cartelle, quelle di importo superiore ai 5.000 euro. I carichi interessati dalla nuova definizione agevolata sarebbero quelli relativi alle cartelle emesse dal 2000 al 2015, secondo il consueto schema adottato per le varie rottamazioni, con la cancellazione di interessi e sanzioni maturati nel corso degli anni. In totale la “pace fiscale” farebbe sparire 60 milioni di cartelle esattoriali, ed è qui che arrivano i problemi.
# Aziende fallite, cittadini deceduti e azioni di recupero mai finalizzate: quasi 1000 miliardi di crediti inesigibili
Il problema principale è di natura finanziario perché la cancellazione dei crediti iscritti nei bilanci di Erario, enti territoriali e istituti di previdenza ha un costo, che solo per quelli previsti da questa “rottamazione quater” ammonterebbe a 2 miliardi. La situazione però è molto più preoccupante, infatti su quasi 1000 miliardi di crediti vantati a vario titolo dallo Stato Italiano circa il 90% non verranno mai riscossi. Ecco perché: oltre 300 miliardi sono inesigibili, di questi 153,1 miliardi sono riferiti ad aziende fallite o chiuse, 118,9 a cittadini deceduti o comunque irreperibili, 109 miliardi a nullatenenti. Altri 410 miliardi sono parte di azioni di recupero in corso ma mai finalizzate integralmente, a questi si aggiungono debiti in maggior parte non superiori i 1.000 euro di oltre 17 milioni di italiani.
Fonte: Paolo Brambilla Fb
# Se lo Stato fosse un’azienda dovrebbe dichiarare fallimento
Cosa succederebbe se lo Stato Italiano fosse un’azienda? I crediti in bilancio nella misura in cui non saranno mai recuperati diventerebbero perdite, pertanto il nostro Stato dovrebbe certificare quasi 900 miliardi di perdite a cui andrebbero aggiunti i 2.600 miliardi di debito pubblico. La logica conseguenza sarebbe il default. Al momento però l’Italia sta facendo esattamente quello che hanno fatto, e forse fanno ancora, le banche con i loro crediti tossici, nascondere la polvere sotto il tappeto sperando che nessuno, istituzioni europee e mercati finanziari, se ne accorga.
Continua la lettura con: ITALIA a rischio default? 5 curiosità che pochi immaginano sugli Stati che sono falliti
FABIO MARCOMIN
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