In Italia ci sono auto che possono circolare liberamente nel centro sud. Ma al Nord, se lo fai, rischi la sospensione della patente. E’ l’autonomia differenziata della circolazione. Che quando fa comodo a certe regioni, sta bene a tutti. La disparità di trattamento è davvero solo una questione ambientale?
# Libertà differenziata tra Nord e Sud

Ci sono due Italie, non solo quando si parla di PIL, ma anche per quanto riguarda le restrizioni alla circolazione. In questo caso è però il sud a sorridere. Oggi, in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia‑Romagna, sono attivi divieti permanenti ai diesel fino a Euro 4 (e a benzina Euro 0‑1) in numerosi comuni, con fasce orarie e calendari definiti. Il blocco per i diesel Euro 5, inizialmente previsto in tutta la fascia padana dall’1 ottobre 2025, è stato rinviato al 2026 solo per i comuni tra 30.000 e 100.000 abitanti. Nei comuni sopra i 100.000, come Milano, Monza, Bergamo e Brescia, il divieto rimane confermato a partire da ottobre. A Milano si sarebbe applicato comunque tramite l’inasprimento programmato delle regole di Area B. E non è un provvedimento che tocca solo il portafoglio: se si sgarra due volte, la patente viene sospesa. Ma, come detto, solo al Nord. L’Italia ha scelto di applicare queste limitazioni solo alla fascia considerata più inquinata, la Pianura Padana, ritenuta responsabile dei superamenti dei limiti europei e già sanzionata dalla Commissione Europea per le emissioni di PM10 e NO2, con migliaia di morti premature. Nel resto del Paese, nessuna misura strutturale simile è prevista. Eppure le città inquinate non mancano nemmeno lì.
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# Restrizioni ambientali nel Centro‑Sud? Nessuna

Al Centro e al Sud non risultano attualmente divieti ambientali permanenti basati su classe emissiva: aree urbane come Napoli, Palermo, Bari o Catania non prevedono blocchi specifici per diesel Euro 0‑5. Le limitazioni in queste regioni restano emergenziali o legate alle ZTL. Frosinone, per esempio, è risultata la città più inquinata d’Italia nel 2023, con 70 giorni oltre i limiti. Nella classifica nazionale delle 50 città con il maggior numero di sforamenti per PM10, figurano anche Napoli, Palermo e Catania, tutte in assenza di misure strutturali sulla circolazione. Si registrano soltanto interventi temporanei, come targhe alterne o iniziative limitate a singole giornate ecologiche. Nessuna di queste città ha introdotto divieti permanenti su base emissiva, come avviene nelle regioni settentrionali.
# Un sussidio indiretto pagato solo da cittadini del Nord?
I divieti obbligheranno milioni di cittadini a rottamare veicoli ancora legittimamente in circolazione: revisionati, assicurati e con bollo regolare. Il costo del ricambio sarà a carico delle famiglie, che dovranno acquistare auto nuove o di categoria superiore. Si crea così una domanda forzata che avvantaggia il comparto automotive, in particolare quello elettrico e ibrido. In assenza di restrizioni, il Sud rimane escluso da questo meccanismo. L’effetto è una tassazione implicita e selettiva. A pensar male, si potrebbe leggere come un sussidio indiretto al settore industriale, pagato solo da cittadini del Nord, dove le regole sono più facili da far rispettare.
# Chi protesta contro l’autonomia differenziata in questo caso rimane in silenzio

Un altro esempio di ipocrisia all’italiana. Le regioni meridionali hanno spesso contestato l’autonomia differenziata, soprattutto in campo sanitario e scolastico. Tuttavia, nel caso delle politiche ambientali, si registra una differenziazione di fatto che opera a vantaggio del Sud.I diesel Euro 5 continueranno a circolare liberamente in tutto il Mezzogiorno, insieme anche a veicoli più vecchi, come i diesel Euro 4, Euro 3 e precedenti, che al Nord risultano già vietati. Nessun rappresentante politico ha contestato questa disparità, come mai? Le misure restrittive sembrano attivarsi solo dove esistono le condizioni tecniche, economiche e sociali per farle rispettare. Dove queste mancano, le stesse misure non vengono nemmeno previste. Una scelta non dichiarata, che solleva interrogativi sul principio di uguaglianza e sull’effettiva volontà di applicare regole comuni.
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FABIO MARCOMIN
Si vbivrà meno al sud, ma si vive meglio. Noi siamno più vicini all’Europa, e quindi vogliamo strafare per essere i primi della classe. Meglio il sud, dove se strafregano e viovono felici. Tanto li man tiene il nord, no?