Quando si parla della Madonnina viene in mente quella sulla guglia del Duomo, simbolo di Milano. Ma non è l’unica. Anzi, a Roma c’è una Madonnina grande il doppio di quella milanese. Se ci si avvicina a Monte Mario, quartiere a Roma Nord, tra le cose che spiccano all’occhio c’è la celebre statua della Madonna Salus Populi Romani, anche conosciuta come “Madonnina di Monte Mario”. Ma qual è la sua storia? E cosa è ancora in grado di raccontarci?
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La «Madonnina di Monte Mario», grande il doppio di quella di Milano: il suo grande «miracolo»
# Alta 9 metri, su un basamento di 18

La statua si trova sul punto più alto di Monte Mario: è alta 9 metri , poco più del doppio della Madonnina milanese che si ferma a 4,16 metri, ed è su un piedistallo di 18 metri. Questa posizione particolarmente privilegiata la rende ben visibile a chiunque percorra il lungotevere della zona Nord di Roma, da Piazzale Clodio fino Ponte Milvio. È stata realizzata dallo scultore ebreo Arrigo Minerbi che, durante il periodo fascista, è stato protetto e salvato da coloro che poi gliela commissionarono, la comunità religiosa degli orionini. Questa statua sembra essere solo una magnifica opera di bravura artistica e espressione della fede popolare dei romani, ma la sua storia è ancora più affascinante e, tra le cose che suscitano grande interesse, c’è proprio la motivazione per cui questa stessa è stata voluta.
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# Costruita per proteggere Roma: il suo “miracolo” durante la Guerra

La statua fu voluta dalla comunità degli orionini e sorge nel complesso di strutture che tutt’ora gli appartiene proprio nel quartiere di Monte Mario. Queste strutture furono riconvertite dagli orionini: prima appartenevano alla Gioventù Italiana del Littorio e, dopo l’abbandono avvenuto durante la liberazione, furono destinate alle opere di carità della congregazione religiosa.
Questo, ci dà un primo assaggio di quello che fu l’impegno sociale di questi religiosi durante la guerra. E infatti la statua stessa è stata realizzata al termine di un voto popolare promosso da essi, con cui si raggiunsero le firme di più di un milione di romani che chiedevano la protezione della Madonna per la città di Roma. Ed è tutt’ora considerato straordinario, quasi alla pari di un miracolo, il fatto che la città eterna visse il passaggio dall’occupazione tedesca alla liberazione in maniera quasi totalmente pacifica, o sicuramente non alla pari di quello che vissero città come Napoli o Milano.
# La prospettiva suggestiva con l’obelisco Mussolini

Vedere quella statua, ancora oggi, ci ricorda quello che la nostra città ha e non ha subìto nel corso della storia più recente, lasciandoci un senso di gratitudine ogni volta che volgiamo il nostro sguardo su di essa. È, d’altra parte, una delle tante opere immobili che testimoniano gli eventi fondamentali svoltisi in questa città eterna e che, a differenza delle altre rimastici dal secolo passato, è una delle poche che rimanda a qualcosa di positivo. E se la si ammira ripercorrendo Ponte Duca d’Aosta in direzione dello Stadio Olimpico, è ancora più bello vederla in un confronto contrastante con l’obelisco Mussolini, quasi a testimonianza del passaggio da un passato problematico a un presente di protezione salvifica.
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RAFFAELE PERGOLIZZI
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