🔴 Dalle acque di scarico la prova definitiva: il VIRUS a Milano già a DICEMBRE

La prova definitiva dallo studio sulle acque reflue dell'Istituto Superiore di sanità che certifica la presenza del Covid-19 nei condotti fognari della città a Dicembre. Le tre domande che questa scoperta definitiva ci costringe a farci

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Credits: mmspa.eu - Fognature Milano

Già ad Aprile avevamo raccolto numerose testimonianze che segnalavano la presenza del virus in città prima di Natale. Ora arriva la prova definitiva: lo studio sulle acque reflue dell’Istituto Superiore di sanità certifica la presenza del Covid-19 nei condotti fognari della città a Dicembre.

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🔴 Dalle acque di scarico la prova definitiva: il VIRUS a Milano già a DICEMBRE

# Le prove certe dallo studio dell’Istituto Superiore di Sanità

A dicembre il Coronavirus era già presente a Milano. La scoperta arriva da uno studio in via di pubblicazione dell’Istituto Superiore di Sanità realizzato attraverso l’analisi di acque di scarico raccolte in tempi antecedenti al manifestarsi della COVID-19 in Italia. Nel dettaglio sono stati prelevati 40 campioni nei depuratori di centri urbani del nord Italia da ottobre 2019 a febbraio 2020, utilizzati come sentinella della circolazione del virus nella popolazione, e 24 campioni di controllo per i quali la data di prelievo settembre 2018 – giugno 2019 consentiva di escludere con sicurezza la presenza del virus: dall’analisi emerge come nelle acque di scarico dell’area metropolitana siano state riscontrate tracce del SARS-CoV-2 .

Giuseppina La Rosa, del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha condotto lo studio in collaborazione con Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica veterinaria ha dichiarato: “Dal 2007 con il mio gruppo portiamo avanti attività di ricerca in virologia ambientale e raccogliamo e analizziamo campioni di acque reflue prelevati all’ingresso di impianti di depurazione. […] I risultati, confermati nei due diversi laboratori con due differenti metodiche, hanno evidenziato presenza di RNA di SARS-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano e Torino il 18/12/2019 e a Bologna il 29/01/2020.”

# Dalla Francia e dalla Spagna altre indagini che avvalorano lo studio italiano

La possibilità che il coronavirus fosse presente in Europa già nel 2019 era stata accertata anche da indagini in altri Paesi. In Francia era stato rintracciato il microrganismo che provoca il Covid-19 nelle acque della Senna e dall’analisi retrospettiva su campioni di pazienti ospedalizzati in Francia che identificavano un positivo al SARS-CoV-2 in un campione respiratorio, ovvero clinico, risalente alla fine di dicembre 2019. In Spagna un recente lavoro ha rinvenuto RNA di SARS-CoV-2 in campioni di acque reflue raccolte nella metà di gennaio a Barcellona, circa 40 giorni prima della notifica del primo caso autoctono. 

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Fonti:
ansa.it
torino.repubblica.it

# La conferma dei nostri dubbi sulla presenza del virus a dicembre e le tre domande che questa scoperta solleva

I numerosi commenti raccolti sotto un nostro articolo, che ipotizzava che il Coronavirus circolasse già a Gennaio, raccontavano di esperienze personali di cittadini con i sintomi del virus a dicembre e questo ci ha fatto retrodatare di un mese la presenza del virus in città. Anche un’intervista di una professionista milanese rilasciata al Corriere, che risultava avere gli anticorpi già a febbraio con sintomi pesanti prima di Natale, testimoniava a favore della nostra tesi. Lo studio dell’ISS, oltre a confermare quanto già avevamo intuito, solleva numerosi interrogativi, tra cui:

  • se il virus circolava almeno già da dicembre, come mai si è avuta l’impennata di decessi dopo il suo annuncio pubblico?
  • quanto si è già diffuso tra la popolazione a Milano prima del lockdown?
  • se per oltre due mesi nonostante la circolazione del virus non si è avuto un pesante impatto sull’indice di mortalità né sul servizio sanitario, potrebbe essere che la convivenza con il virus possa riprendere in modo più sereno e senza eccessivi allarmismi o regole di protezione?

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Non sono né un medico, né un virologo. Nonostante ciò, vorrei esprimere le mie considerazioni. Con ottima probabilità, agli inizi il Covid19 é passato inosservato perché circolava solamente i soggetti più robusti (giovani o comunque senza particolari patologie pregresse). In seguito, il Covid19 si è esteso anche alle fasce più deboli della popolazione italiana.
    A febbraio, prima della scoperta ufficiale del primo caso italiano di Covid, alcuni medici di base lombardi avevano notato che l’attuale influenza stagionale degenerava frequentemente in polmonite.
    Ripensandoci, io mi chiedo: 1. Per quale motivo sui mass media non si è mai parlato di questo incremento anomalo di polmoniti? 2. Perchè nessuno ha ipotizzato che il Covid19 fosse responsabile di almeno una parte di questo fenomeno?
    Secondo me esistono almeno tre motivazioni: 1. È stata concessa troppa fiducia ai dati statistici forniti dalla Cina. 2. Non si voleva creare allarmismo. 3. Nel nostro SSN (non solo quello lombardo, ma anche delle altre regioni), il monitoraggio dell’influenza stagionale è decisamente carente.

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