🔴 In Italia ZERO MORTI per COVID dai 10 ai 19 anni. Uno studio di Science sui paesi con le SCUOLE APERTE: basso il rischio che gli studenti portino il virus a casa

Facciamo il punto sulla questione scuole nell'emergenza Covid. Qual è il rischio reale per la salute degli studenti? E qual è il pericolo effettivo che possano rivelarsi vettori di contagio? Ricordiamo infine le iniziative decise dal Governo per la riapertura e quelle ancora mancanti

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Il tema della scuola è sempre al centro dell’attenzione perché nonostante il Ministro dell’Istruzione Azzolina abbia confermato il rientro per tutti dal 14 settembre, salvo diverse indicazioni delle singole regioni che possono decidere di posticipare l’inizio dell’anno scolastico, le difficoltà per gli studenti per rispettare le normative di sicurezza per il Covid non saranno poche. Tutto questo nonostante non si sia registrato nessun decesso per la fascia di età tra 0 e 19 anni. Qual è il rischio reale che possano però rivelarsi vettori di contagio? Per capirlo ci sono i risultati di uno studio pubblicato su Science svolto nei paesi che hanno riparto le scuole (o che non le hanno mai chiuse). Ma procediamo con ordine.

🔴 In Italia ZERO MORTI per COVID dai 10 ai 19 anni. Uno studio di Science sui paesi con le SCUOLE APERTE: basso il rischio che gli studenti portino il virus a casa

# Su 35.132 decessi nessuno tra i ragazzi dai 10 ai 19 anni, 4 sotto i 10 anni

Come mostra l’immagine la fascia di persone in età scolastica non è a rischio di gravi conseguenze per il Covid. Il cluster di maggiore attinenza alla popolazione studentesca, dai 10 ai 19 anni, non presenta fino nessun decesso collegato direttamente o indirettamente al Covid. Sotto i 10 anni invece si hanno 4 dei 35.132 morti totali registrati in Italia.

Questo dato dimostra ancora di più che le precauzione che stanno venendo prese non riguardano una tutela degli studenti ma sono finalizzate a evitare che gli studenti possano diventare veicoli di trasmissione del contagio verso chi è a più rischio, ossia anziani con patologie croniche.

Ma se gli studenti non sono a rischio per sé ma come veicolo di trasmissione, che dati abbiamo che lo siano veramente? Uno studio empirico internazionale pubblicato dalla rivista Science svolto sui Paesi che hanno aperto le scuole o che non le hanno mai chiuse mostra il rischio di trasmissione del virus dagli studenti agli adulti. 

# Science: più di venti paesi hanno riaperto le scuole al più tardi a inizio giugno, ma non ci sono dati che provano un effetto sui contagi 

All’inizio di giugno più di venti paesi hanno deciso di riaprire le scuole (altri, tra cui Taiwan, Nicaragua e Svezia, non le hanno mai chiuse). È stato un enorme esperimento. Alcune scuole hanno imposto forti limitazioni al contatto tra i bambini, mentre altre hanno lasciato che gli alunni giocassero liberamente. In alcuni casi le mascherine erano obbligatorie, in altri facoltative. Alcune scuole hanno chiuso temporaneamente ogni volta che uno studente contraeva il covid-19, mentre altre sono rimaste aperte anche dopo il contagio di molti bambini e insegnanti, limitandosi a imporre la quarantena alle persone infette e a chi era entrato in contatto con loro.

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A distanza di due mesi quali risultati si possono ricavare? 

Science ha analizzato le strategie per la riapertura – dal Sudafrica alla Finlandia, passando per Israele – e sono emerse alcune tendenze incoraggianti. Nel complesso sembra che la combinazione di obbligo di indossare la mascherina, suddivisione degli studenti in piccoli gruppi e rispetto del distanziamento fisico riesca a garantire la sicurezza delle scuole e delle comunità. Risultato: è raro che i bambini si contagino tra loro o portino il virus a casa.

Fonte. L’Internazionale: La riapertura delle scuole nel mondo suggerisce come contenere il virus

# Così si riapriranno le scuole

Alla luce di questi risultati si potrebbero sollevare perplessità su alcune delle misure decise dal governo per riaprire le scuole “in sicurezza”. Ricordiamo quali sono. 

#1 Sostituzione dei banchi: mentre ancora non si sono spente le polemiche sul prezzo che sembra spropositato rispetto a quello di mercato, si dibatte anche sulla natura dei nuovi banchi che andranno a sostituire quelli vecchi, per consentire il distanziamento tra gli studenti. I nuovi banchi dovrebbero essere muniti di sei ruote e omnicomprensivo di leggìo di plastica con alla base un ripiano per riporre libri o altri oggetti utili per la didattica. 

#2 Obbligo mascherine per tutti: le mascherine dovranno essere indossate da tutti gli studenti, sia da quelli della scuola primaria che da quelli della scuola secondaria, fino al raggiungimento del proprio banco all’interno delle aule oltre che per tutti gli spostamenti fuori dall’aula. Nel caso in cui in classe ci fossero studenti con condizioni patologiche di immunodepressione, la mascherina sarà obbligatoria anche all’interno dell’aula. Il Commissario Arcuri ha annunciato che lo Stato fornirà le scuole di circa 11 milioni di mascherine gratuite ogni giorno. 

#3 Misurazione temperatura corporea: le scuole potranno disporre della misurazione della temperatura per docenti e studenti e potranno impedire l’accesso a chi avrà una temperatura corporea superiore a 37,5°. Anche chi ha un semplice raffreddore deve stare a casa per un numero di giorni da definire. 

#4 Spazi e distanziamento: si dovranno pensare percorsi di entrata e di uscita differenti per garantire la distanza di almeno un metro tra gli studenti ed evitare ogni rischio di assembramento.

#5 Le aule: si dovrà garantire uno spazio individuale di due metri quadrati, compreso lo spazio occupato dal banco. Lo spazio tra la cattedra e i banchi più vicini dovrà essere di almeno due metri.

Una lacuna ancora da colmare: in caso di contagio non esiste ancora un protocollo di sicurezza. Il MIUR infatti non l’ha ancora per il rientro a scuola, anche se il Ministro Azzolina ha anticipato che, nel caso in cui ci fosse uno studente positivo, il tampone verrebbe esteso all’intera classe e gli studenti dovranno momentaneamente stare a casa. Ma ancora non è stata confermata una procedura ufficiale. Partirà finalmente dalle scuole la strategia delle tre T (test, tracciamento, trattamento) utilizzata con successo in altri Paesi e finora ancora applicata marginalmente e occasionalmente dal nostro Governo? 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.