Roma non ci EMA: breve cronaca di sabotaggi contro Milano

0
l'assenza
l'assenza

Un anno fa Milano ha perso l’EMA. Una sconfitta che ha tolto a Milano e all’Italia circa due miliardi di euro di indotto all’anno, oltre a un ruolo di potere nella politica europea. In molti hanno sottolineato lo scarso appoggio del governo. Se si scorrono le vicende degli ultimi anni si scopre che questa non è una novità.

Roma non ci EMA: breve cronaca di sabotaggi contro Milano

EMA

“A Bruxelles Amsterdam e Copenaghen (arrivata al rush finale) avevano schierato i loro ministri degli Esteri, Halbe Zijlstra (nella foto, ndr) e Anders Samuelson, mentre l’Italia era rappresentata dal sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi. Tra le foto dei partecipanti alle votazioni si vede anche Zijlstra discutere con Michael Roth, ministro per gli Affari europei della Germania” (da EMA ad Amsterdam: con Milano ha perso la diplomazia, Il Fatto Quotidiano)

Malpensa

2008. Alitalia lascia Malpensa per concentrarsi Fiumicino.
“L’abbandono di Alitalia ha causato un disastro a Malpensa. Praticamente da un giorno all’altro abbiamo perso oltre 6 milioni di traffico”, spiega un alto dirigente di SEA. “La decisione di Alitalia ha fatto perdere a Malpensa lo status di hub internazionale, perdendo quel traffico di passeggeri in transito che costituisce la forza di hub come Francoforte, Londra o Parigi sui cui si sono trasferiti molti voli dopo la decisione di Alitalia. Oggi Malpensa è l’unico aeroporto internazionale di questa rilevanza a non avere una compagnia di bandiera“.
Articoli: Alitalia lascia Malpensa
Il governo penalizza gli aeroporti lombardi

Expo

Si penalizza ancora Milano per importi significativi. Non è accettabile”, annuncia Giuliano Pisapia, allora sindaco di Milano, lamentando i continui tagli stabiliti dal governo ai danni di Milano alla vigilia di Expo. D’accordo con lui anche l’opposizione: “Mentre il governo Letta toglie a Milano perfino gli spiccioli, Roma conquista centinaia di milioni alla faccia dell’equità e del premio ai virtuosi con il decreto salva Roma” (Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in giunta).
Articolo: Pisapia a Letta: il governo penalizza Milano

Città metropolitana

Se si fa la città metropolitana mi dimetto” (Letizia Moratti, 2008)
Milano – Citta’ metropolitana è uno strumento debole. Ora si lavori per un cambio dell’assetto istituzionale: questo penalizza l’intero territorio” (2016)
“Si tratta di una norma che frena lo sviluppo di Milano, per due motivi principali:
Primo motivo: Milano è messa sullo stesso livello delle altre città italiane.
Con la legge delle città metropolitane Milano aumenta la distanza con il resto d’Europa perché invece di accentuare la sua diversità per confrontarsi con le migliori città europee si deve conformare con le parti meno sviluppate del nostro paese.
Secondo motivo: l’area di Milano viene ridotta a un territorio molto più piccolo di quello reale.
Per l’OCSE Milano è per dimensioni la quarta area metropolitana d’Europa, ma non per il governo italiano. C’è chi dice che questo sia stato fatto perchè se si fosse seguita l’OCSE, Milano sarebbe diventata la più grande città metropolitana d’Italia, anche davanti a Roma, e questo avrebbe creato problemi per la capitale.
Articolo: “Due motivi perchè la legge sulle città metropolitane è un freno per Milano” (2016)
La città metropolitana così com’è non funziona” (Beppe Sala, 2017)
Città metropolitana, rischio dissesto. Consiglieri pronti a dimissioni di massa” (2017)

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Residuo fiscale

“Il grave stato del residuo fiscale di Milano, invece, da alcuni anni purtroppo frena significativamente lo sviluppo economico della città
Fonte: Gran Milano: Come realizzare una grande metropoli europea e generare sviluppo, di Francis Morandi, Carlo Edward Morandi. pagina 71
“L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.
Dei 40 miliardi versati allo stato quanti ritornano a Milano attraverso i trasferimenti statali?
Complessivamente il Comune di Milano riceve dallo stato in via diretta o indiretta (tramite la Regione) 450 milioni a fronte dei 40 miliardi che versa in tasse. Significa che poco più del 5% del bilancio è coperto dallo Stato e Milano riceve indietro dallo stato l’1% di quanto versa.
Articolo: “Milano riceve indietro dallo Stato solo l’1% di quanto versa: 450 milioni a fronte di oltre 40 miliardi di tasse

Patto per Milano

Patto per la Città: 2,5 miliardi per Milano” (2016)
Patto per Milano da due miliardi. Ma nel piano mancano buona parte di costi e stanziamenti” (2016)
A distanza di oltre un anno, somma finora versata dal governo al Comune per il patto per Milano: 85 milioni di euro (Fonte)

ANDREA ZOPPOLATO

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 


Articolo precedenteUntitled (plot for dialogue)
Articolo successivoPer una Milano senza violenze: le proposte di otto donne
Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.