La lilla taglia la città da San Siro a Fulvio Testi affascinando i bambini di tutte le età: piccoli e grandi viaggiatori che, stando seduti in prima carrozza, osservando oltre il vetro sognando di guidare un gigante di acciaio nel ventre buio di Milano.
Il suo percorso si completa proprio a Bignami, a due passi dal parco Nord, ma non si tratta di una capolinea comune.
I 5 SEGRETI della LILLA
# L’unica che non ha un deposito
Di depositi la rossa ne ha due: una si trova nei pressi di Molino Dorino, chiamato dagli addetti ai lavori “deposito Gallaratese”, e un altro a Precotto, ma in realtà la fermata di riferimento è quella di Villa San Giovanni.
Ne ha addirittura tre la linea verde, la seconda nata nel sottosuolo milanese che vanta il record di lunghezza e di capolinea, che sono quattro. Il primo è stato quello di Gorgonzola, a cui sono seguiti Cologno Nord e Famagosta.
La gialla M3, la linea dei Mondiali di Italia90, ha invece un solo deposito: “Rogoredo”. Anche in questo caso si chiama così nonostante non rientri nel quartiere dato che si torva fisicamente dopo il capolinea di San Donato.
Al momento la M5 è l’unica linea, considerando anche la M4 che utilizzerà il deposito solo da settembre 2024, a non avere un luogo di rimessa e manutenzione per i treni della metropolitana. Quella di Bignami è infatti considerata provvisoria, anche se operativa ormai dal 2015, e viene utilizzate per le manutenzioni ordinarie e programmate a tutta la flotta della M5, composta da 21 treni. Purtroppo con soli due binari a disposizione, tecnicamente poco più lunghi di normali “tronchini”, non è possibile fare miracoli.
Per questo motivo per le lavorazioni hard i convogli vengono spediti in trasferta, in un deposito di diverso colore. Da Bignami colorato di viola il treno “scende” fino a Famagosta, la più nuova rimessa della M2.
E per passare da una linea all’altra?
#2 Il binario di collegamento nascosto che collega lilla e verde
Per passare da una linea all’altra non c’è bisogno del teletrasporto. Il segreto, il secondo che sveliamo, sta infatti nella conformazione della rete metropolitana di Milano. Per raggiungere il deposito più a sud della città viene utilizzato un binario di collegamento, sconosciuto ai più, tra la lilla e la verde, in corrispondenza della stazione Garibaldi.
Il capolinea di Bignami, nonostante le ridotte dimensioni, dispone anche di un impianto di lavaggio per la pulizia esterna dei treni. Si tratta di un impianto simile a quelli dell’autolavaggio, solo più massiccio e ampio, dove i convogli della M5 vengono tirati a lucido con rulli, acqua e sapone.
#4 La centrale operativa nel sottosuolo al capolinea
Sempre al capolinea di Bignami, ma nel sottosuolo, c’è anche la centrale operativa della linea che controlla l’esercizio della lilla. Da questa sala vengono governati tutti gli impianti e i sistemi sul campo e nello specifico: treni, porte di banchina, impianti di stazione, ascensori, scale mobili, cancelli, serrande, ventilatori, display, telecamere e luci di stazione.
#5 La linea con le fermate più ravvicinate
Di tutte e cinque le linee la lilla è quella con la distanza media tra le stazioni più bassa in assoluto: 678 metri. Subito dopo c’è la M1 con 710 metri, poi la M4 con 723 metri e la M3 con 790 metri. Al primo posto c’è la linea M2, per via soprattutto dei rami extraurbani, con una distanza media di 1,15 km.
Quali sono le declinazioni più diffuse del “maschio milanese”?
5+1 tipologie di MASCHIO MILANESE
#1 L’imbruttito, il fatturato innanzitutto
È quello vestito col completino grigio, che sale sul motorino grigio e che parla inserendo nelle frasi termini inglesi, tipo “ieri ho fatto una Experience”. Non è certo uno stereotipo anni ’80 ma un personaggio molto comune. Vero è che in inverno va “scovato”, lo sguardo non lo “percepisce” subito specie nelle giornate grigie: grigio lui, grigia la giornata, non è facile… Nota: spesso in realtà è un non milanese.
Ha ruoli di grande responsabilità. Nel tempo libero fa yoga, cammina spesso a piedi e non prende i mezzi. Predica grandi cose a proposito di natura, vita green e cambiamenti climatici. Ma oltre a mangiare quintali di quinoa e a curarsi con le bacche di goji, concretamente…nei fatti… spesso razzola male.
#3 Il bello e impossibile
Bello, è bello, non c’è alcun dubbio. Di solito è un fotomodello, veste con jeans larghissimi e molto lunghi, che coprono le scarpe e strisciano per terra. Capello scuro, ricciolino, occhio ceruleo e viso perennemente imbronciato. Dall’alto dei suoi 190 cm, ci guarda tutti come se fossimo scarafaggi. Lui può.
#4 Homo montanarus
È il bravo ragazzo, vive in Brianza e ama la montagna. Viene a Milano per lavoro, spesso vestito proprio da montagna che ama sopra ogni cosa. Nel fine settimana torna sui monti e si dedica alle sue passioni montanare, di cui però, essendo lui timidissimo, non ti dirà nulla. Centellina infatti le parole come se costassero un milione di euro l’una.
#5 L’anteprimista (o spoilerista)
Lui è un passo avanti diciamolo. Il ristorantino Hot pot aperto l’altro giorno, il negozietto ultra chic in centro, le sneakers all’ultima moda. Sa tutto. Se devi fare un viaggio chiedi a lui, ti consiglierà il posto fighissimo dove ha dormito con la Chicca, o il bistrot vista mare dove è stato col Giampy. Chiedi e ti sarà dato.
#5+1 Il truzzo, ovvero homo perifericus
Ama ostentare una posizione sociale che non ha, soldi che non guadagna, eleganza di cui è totalmente privo. In prevalenza proviene dalle periferie, veste abiti firmati e indossa scarpe firmate. Logo sempre in vista e ben in evidenza. Ma il logo in evidenza non è direttamente proporzionale a vastità dell’intelletto, qualcuno glielo dica.
Il dato del nord e di Milano è in linea con quello nazionale. La stranezza è che se però si va oltre il confine con la Svizzera, cambia tutto.
QUANTI MILANESI vivono in CASE di PROPRIETÀ? A pochi chilometri di distanza la percentuale si RIBALTA
# In Italia oltre il 70% vive in una casa di proprietà
Nel rapporto intitolato “Gruppo di lavoro sulle politiche per la casa e l’emergenza abitativa” pubblicato dall’Istat nel 2022, con dati riferiti al 2021, risulta che il 70,8% degli italiani possiede l’immobile in cui vive. Un numero comunque in discesa rispetto al 75,1% del 2020 riportato da Eurostat. Dal rapporto emerge come il restante 20,5% viva in affitto e l’8,7% in usufrutto o a titolo gratuito. Ma come vanno la case a Milano?
# A Milano chi è in affitto è sceso dal 44% del 1990 al 29%
Scendendo nel dettaglio la percentuale risulta leggermente inferiore al nord, 69,7%, a seguire il sud con il 70,1% e infine il centro con il 74,4% di famiglie che vivono nelle casa che hanno acquistato. La percentuale di nuclei familiari che vivono in affitto sono rispettivamente del 22,2%, del 17,5% e del 19,7%, il residuo è in usufrutto o a titolo gratuito.
Se si passa a Milano emerge un trend che la porta ad allinearsi ai dati del nord e del resto dell’Italia. A partire dagli anni ’90 si è registrato un sensibile calo delle famiglie in affitto in favore di quelle che vivono in abitazione di proprietà: si è passati dal 44% in affitto registrato nel 1991, al 35% del 2001 fino al 29% del 2011, ultimo dato disponibile. Una stranezza è che a pochi chilometri di distanza cambia tutto.
# In Svizzera le percentuali si ribaltano: solo il 36% delle famiglie vive in una casa di proprietà
In base agli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica riferiti al 2022, come riportato da Ticinonews, in Svizzera solo 1,4 milioni di nuclei familiarivivono in una casa di proprietà, pari al 36% sul totale. Di questi circa la metà possiede abitazioni unifamiliari. Il restante, 2,4 milioni di famiglie, vive in affitto. Analizzando i dati tra i differenti cantoni e città si va da una percentuale minima di poco inferiore al 20% di proprietari che vivono nella propria casa a una massima superiore superiore al 50%, tra questi il Canton Ticino presenta un dato vicino alla media nazionale (nel 2021 era del 38%). Il Dato Eurostat, riferito al 2021, riportava una percentuale di proprietari pari al 42%.
Ogni abitazione è dotata di tutti i comfort necessari. Dove si trova il villaggio e come è stato realizzato.
Il VILLAGGIO fatto solo di CASE sull’ALBERO
# Le case sugli alberi nella Foresta Nera
Ci troviamo in un piccolo comune di poco meno di 5.000 abitanti nel sud del Germania: a Seelbach nel land del Baden-Württemberg. Qui, in un’area fuori dal centro abitato, è stato realizzato un villaggio decisamente particolare, composto da dieci case sugli alberi: è il Baumhaus Dörfle di Ferienparadies Schwarzwälder Hof. Ognuna è posizionata a circa 10 metri di altezza ed è raggiungibile tramite una scala integrata nel basamento con accesso tramite una porta nel tronco.
# Quanto sono grandi e come sono fatte
Ogni abitazione ha una superficie di 65 mq ed è dotata di parcheggio per i veicoli, di terrazza sul tronco e si compone di: una zona soggiorno-pranzo con balcone, cucina con fornello, lavello, lavastoviglie e frigorifero, bagno con WC e ampia doccia e due camere da letto ciascuna con un piccolo balcone. Possono essere ospitate da due a sei persone.
# Un progetto basato sulla sostenibilità
Il progetto ruota tutto attorno al concetto di sostenibilità. Il legno utilizzato per la costruzione delle case proviene infatti dalle foreste limitrofe, mentre per l’alimentazione elettrica viene utilizzato il fotovoltaico. Infine per favorire il risparmio energetico sono state installate elettrodomestici smart.
# La torre di osservazione al centro del villaggio
Per dare ancora di più il senso del villaggio è stata posizionata una torre di osservazione al centro, alta 12 metri, dalla quale godere il panorama circostante da un punto di vista privilegiato. Le abitazioni sono immerse in una grande area verde che ospita un parco giochi per i più piccoli e anche un laghetto.
Tra Milano e il Canton Ticino c’è un intoppo: Como.
A COMO si perde il TRENO: quale futuro per la MILANO-CHIASSO?
Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, ha aumentato il costo dei parcheggi blu, per disincentivare l’utilizzo dell’auto nel centro città, ma non ha ancora trovato un modo per disincentivare l’arrivo delle auto in città, rinforzando il trasporto con i mezzi pubblici. Le linee ferroviarie per raggiungere la città lariana hanno diversi problemi, sia per i continui ritardi, sia per la scarsità delle opzioni che collegano il centro città alla provincia e al resto della Lombardia. Vediamo la situazione e perché ha un impatto anche su Milano.
# Le due linee di Como collegate con Milano ma divise tra loro
Como è attraversata principalmente da due linee ferroviarie:
la prima è quella che collega la stazione di Como San Giovanni a Milano tramite le stazioni di Porta Garibaldi e Centrale, e poi si collega alla Svizzera a Chiasso. La linea è caratterizzata dal servizio suburbano S11 e dal regionale veloce RE80.
La seconda linea collega la stazione di Como Lago con quella di Milano Cadorna tramite il servizio R17 e RE7.
Il problema principale di queste due linee, come di molte linee lombarde, è che la prima è stata sviluppata da RFI, mentre la seconda da Ferrovie Nord: di conseguenza queste hanno un sola stazione in comune, Como Camerlata, e i binari delle linee non entrano in comunicazione creando quindi due ecosistemi separati.
# I 4 passaggi a livello tra le due stazioni
La linea più problematica è certamente la R17, per diverse ragioni: principalmente per la presenza di numerosi passaggi a livello, soprattutto nel centro città, che creano disagi sia alla circolazione ferroviaria, sia a quella delle auto, eppure una vera e propria soluzione non c’è. Infatti tra la stazione Como Lago e quella Como Borghi, sono presenti ben 4 passaggi a livello in poco più di 1 km di ferrovia, i quali non possono essere eliminati, siccome è pressoché impossibile valutare di creare dei sottopassi, ferroviari o stradali, per il rischio di esondazione del Lario, allo stesso tempo, essendo in pieno centro, è impossibile valutare la costruzione di cavalcavia in quanto essi sarebbero all’altezza delle finestre della abitazioni. Si deve pensare quindi ad un metodo alternativo per il collegamento delle ultime due stazioni della linea per rendere più efficiente l’intera linea.
# Serve un hub di interscambio: le nuove fermate
Per eliminare i passaggi a livello, migliorare i tempi di percorrenza e avere un servizio che garantisca una frequenza maggiore, si potrebbe pensare alla creazione di un interscambio presso la stazione di Como Camerlata, dove scendendo dal treno si possa passare ad un servizio di metrotramvia con un mezzo ogni 15 minuti in modo da garantire l’interscambio con entrambe le direttrici.
Si potrebbe riciclare l’attuale percorso del treno, aggiungendo però delle fermate nel mezzo, in modo tale da garantire un miglior servizio a tutti i comaschi, si avrebbero quindi le seguenti fermate:
Como Camerlata FS – FNM
Como Mulini – Poliambulatorio Sant’Anna (interscambio con parcheggio)
Como Noseda
Como Borghi – Università Insubria
Como Lago – autostazione, imbarcadero, funicolare
I passaggi a livello attualmente presenti potrebbero essere sostituiti con un sistema di semafori con asservimento semaforico, in modo tale da garantire minori tempi di attesa per gli automobilisti e impedendo che i passaggi a livello possano subire danni di vario genere.
# La mancata integrazione dei biglietti
La risoluzione del problema sopra citato sarebbe anche di facile realizzazione, ma se il servizio metrotranviario non fosse gestito direttamente da Trenord si creerebbe un grande problema di titoli di viaggio, siccome non esiste un biglietto che integri i vari mezzi della provincia.
Infatti la provincia di Como è completamente esclusa dalla zona tariffaria STIBM, rendendo a scomodo l’utilizzo di più mezzi all’interno dello stesso viaggio. Oltre a questo manca completamente l’integrazione dei trasporti lacustri all’interno dei programmi IVOL (Io viaggio ovunque in Lombardia) per cui è necessario mettere pressione agli organi competenti per riuscire ad avere una vera e propria integrazione dei mezzi come accade a Milano e nella provincia di Monza.
# Le linee dello stato: per Milano e per Lecco
Il discorso è più complesso se pensiamo di parlare delle due direttrici costruite dal gruppo ferrovie dello stato. La prima è quella posta sulla Milano-Chiasso che è al centro di diversi progetti per aumentare la capacità dei treni e per garantire ai treni alta velocità, tempi di percorrenza minori. La seconda direttrice è quella che collega Como a Lecco.
# Milano-Chiasso un sogno chiamato Europa frenato sulla Monza-Como: serve il terzo binario e l’estensione dell’S4
La prima linea è percorsa dai treni suburbani S11, dal regionale veloce per Locarno e dal treno alta velocità diretto a Zurigo: i problemi di questa linea sono noti da anni, soprattutto nel tratto tra Monza e Chiasso dove sono presenti solamente due binari e devono coesistere diversi treni passeggeri e un notevole traffico di merci.
Ormai da anni si parla del quadruplicamento della linea tra Monza e Chiasso, un intervento che va a ricadere nel più ampio progetto dell’Alp Transit che collegherà Milano al resto dell’Europa attraverso il tunnel ferroviario del Gottardo. L’infrastruttura ad alta velocità e capacità, non è rientrata nel PNRR, forse a causa dei suoi tempi di realizzazione e ancora oggi manca un vero e proprio progetto esecutivo.
Accantonando il sogno del quadruplicamento, la maggior parte della linea è percorsa parallelamente da un terzo binario che viene interrotto frequentemente: si potrebbe pensare di riqualificare questo binario in modo tale da avere un triplicamento completo della linea che renderebbe il tragitto più efficiente.
Inoltre negli scorsi mesi abbiamo appreso altri problemi strutturali della rete, in particolar modo tra la stazione di Como San Giovanni e quella di Chiasso. In questa tratta è posta la galleria Monte Olimpino 2 che a causa della sua altezza impedisce il transito di diversi convogli come i “Caravaggio” di Trenord in esercizio sul servizio S11 tra Rho e Como San Giovanni, il resto della tratta è coperto dai vecchi mezzi.
Infine si potrebbe pensare di estendere il tragitto del suburbano S4, portando il suo capolinea da Camnago-Lentate a Como, in modo tale da garantire più scelta per i pendolari.
# Como – Lecco: manca il diretto. Le tre novità in arrivo o attese
Per la Como-Lecco, il discorso è ben più complesso, siccome si parla da decenni di riqualificare la tratta rendendola veramente competitiva, e ora grazie ai soldi del PNRR potrebbe subire diverse migliorie.
Ad oggi infatti per raggiungere Lecco da Como, bisogna scendere a Molteno per poi cambiare con il suburbano S7 che si dirige a Lecco, oltre a questo i treni non circolano nei giorni festivi, ad eccezione di un treno storico, rendendo la linea decisamente sottoutilizzata per la sue capacità.
La linea subirà diversi aggiornamenti nei prossimi anni grazie ai fondi del PNRR, per prima cosa verrà elettrificata nei tratti tra Como e Molteno, tra Molteno e Lecco e tra Molteno e Monza, garantendo così che in questa porzione di territorio non circolino più treni alimentati a gasolio.
La seconda novità è il prolungamento della tratta oltre il capolinea di Como San Giovanni, verso la Svizzera, la linea continuerà sicuramente verso Chiasso, ma potrebbe unirsi alla linea S40 per arrivare fino a Varese e da lì pensare ad un collegamento diretto con l’aeroporto di Malpensa.
La terza novità, che invece è solo una speranza, è l’aumento del numero delle stazioni presenti sulla linea, siccome permetterebbe di aumentare il pubblico interessato a questa linea ed alcuni sindaci si sono messi in prima persona per rendere possibile questo, le nuove stazioni potrebbero essere due:
Senna Comasco – Capiago Intimiano
Cantù Fecchio
Insomma, anche le ferrovie di Como hanno bisogno di una svecchiata affinché i servizi possano ricominciare a funzionare in maniera degna, per una città che ogni anno accoglie milioni di turisti e che in questo modo ne potrà accogliere ancora di più.
Sono diversi gli esempi in Europa e nella nostra città. È immaginabile oggi un altro quartiere satellite a Milano, oppure senza consumare suolo vergine è meglio rinnovare la città riutilizzando quello già sfruttato?
Per un’altra MILANO: un NUOVO QUARTIERE SATELLITE?
# Gli esempi in Gran Bretagna e in Svezia
In Gran Bretagna furono costruite nel secondo dopoguerra le New Town quale Milton Keines per ridistribuire parte della popolazione e delle attività soprattutto intorno alla Grande Londra, sull’esempio delle garden city realizzate all’inizio del Novecento come Letchworth scelta da facoltose famiglie che già allora abbandonavano la capitale.
Pure a Stoccolma dagli anni 1950 sono stati realizzati diversi quartieri satelliti lungo le linee della rete regionale di metropolitana e della ferrovia, la più nota è Vällingby una città satellite di 20mila abitanti. Il masterplan, in grande parte progettato dal più famoso architetto svedese Sven Markelius, la divide in tre parti: il centro con edifici civici, commerciali e terziari vicino alla stazione, e nella periferia le aree residenziali composte da diverse tipologie – a schiera, in linea di media altezza e a torre – e zone a verde.
# La prima città satellite di Milano
La prima città satellite verde di Milano è Milano San Felice, sorta nel 1966-1975 e situata in un’area di circa 800.000 mq tra i comuni di Segrate, Pioltello e Peschiera Borromeo: un elegante quartiere privato residenziale da 7 mila abitanti e 2 mila abitazioni con servizi di qualità, destinato ai ceti più abbienti. Due maestri milanesi del secondo Novecento quali Vico Magistretti, autore pure del masterplan, e Luigi Caccia Dominioni, lo progettarono sviluppando l’originario progetto dell’ingegner Giorgio Pedroni
Il suo asse portante orientato in direzione del lago Malaspina è una strada “a ferro di cavallo”, che dispone le 18 torri residenziali color in grigio a copertura piana, dalla quale si diramano vie a sviluppo ondeggiante, molte a cul de sac, dove sono poste 153 palazzine a schiera da due a sei piani e oltre, in mezzo al verde, anche 114 ville in mattoni, tutte quante dai tetti a falde. Nei prospetti, dalle tinte chiare delle case, si trovano lungo le strade gli ingressi e i garage e verso le aree interne balconi, logge e ampie vetrate. Ci sono inoltre un edificio commerciale, utilizzabile anche dai non residenti, e una piccola costruzione con funzione di portineria centralizzata e di amministrazione del complesso. La zona per lo svago e la socialità, che comprende anche gli impianti sportivi, è disposta lungo il lago.
# La costruzione di Milano Due
In seguito, Milano Due, situato a nord di Lavanderie nel comune di Segrate, è stato costruito negli anni Settanta dall’Edilnord di Silvio Berlusconi, e progettato da Giancarlo Ragazzi e per la parte paesaggistica da Enrico Hoffer. È un quartiere autosufficiente di 5mila abitanti, dotato infatti di servizi quali scuole, negozi, ristoranti, bar e di parchi e aree verdi in quantità e di un laghetto. Anche qui vi è un interessante viabilità, ulteriormente differenziata, e gli edifici residenziali, a parte qualche torre, hanno cinque o sei piani e sono in uno stile convenzionale e dello stesso colore.
# L’enclave di Milano Tre e il nuovo progetto Milano 3.0, sempre a Basiglio
Mentre Milano 3, progettata come un’enclave sempre dall’Edilnord che era diretta dall’architetto Giancarlo Ragazzi, fu realizzata tra il 1980 e il 1991 nel comune di Basiglio, distante 13 km dal centro urbano del capoluogo lombardo. Il quartiere segue lo stesso schema urbanistico di Milano 2, ma si estende in un’area di ben 14 chilometri quadrati ricchi di verde, ciò ha reso l’impianto viabilistico un po’dispersivo. È abitata da 7mila persone di ceto benestante, in palazzi dall’aspetto sobrio, tutti uguali e dello stesso colore, mentre in una piazza sono collocati davanti al lago il supermarket, la farmacia, le poste, negozi di vestiti, bar, ristoranti e palestra. E c’è una city con gli uffici della banca Mediolanum.
Un nuovo progetto urbanistico chiamato Milano 3.0, in costruzione nell’area tra l’ex campo di Golf, Milano 3 City e la cava Ghiaia, è stata oggetto di numerose contestazioni dagli abitanti di Basiglio, nonostante che questo complesso residenziale di 6 edifici, dotati di servizi interni, abbia aspetti qualificanti. È stato progettato dallo Studio Atelie Femia con una certa maestria, per la ben definita disposizione dei corpi di fabbrica, la loro articolata modellazione, il raffinato rivestimento delle facciate e la sostenibilità.
# Cascina Merlata, il quartiere “sostenibile” accanto a MIND
Cascina Merlata è il noto quartiere “sostenibile” in Milano posto accanto a MIND, dove è stato il sito espositivo di Expo 2015, in una superficie di circa 900.000 mq con un nuovo grande parco di 250.000 mq, a memoria dell’area agricola su cui è posta la seicentesca cascina, che dà il nome al quartiere. Gli abitanti, per lo più giovani coppie, attualmente sono 6 mila e ne sono previsti 13 mila entro 2030.
Gli edifici residenziali, diversi di essi dall’aspetto discutibile, sono per lo più di housing sociale e edilizia convenzionata, e disposti a blocco in più lotti. Si notano anche le alte torri, molte già utilizzate come villaggio Expo, dove spiccano per le particolari e attraenti soluzioni le due “in chiaro e scuro” ideate da C + S e le tre “multicolori” da MC Architects. Sono presenti pure un plesso scolastico di 12.000 mq e “Merlata Bloom”, il grande centro commerciale.
# Un altro quartiere satellite a Milano?
È immaginabile oggi un altro quartiere satellite a Milano? Oppure senza consumare suolo vergine rinnovare la città riutilizzando quello già sfruttato e seguire le indicazioni europee del “Driving urban transition? La mobilità e la città a portata di mano in 15 minuti, la circolarità produttiva e la sostenibilità energetica
Senza pretendere incentivi volumetrici perché vengono rigenerati quartieri in modo sostenibile, in quanto conterà negli interventi urbanistici e architettonici, sempre di più la qualità urbana rispetto alla quantità. Essendoci numerosi “vuoti”, come fabbriche dismesse, caserme, ex scuole e aree ferroviarie, i progetti di rigenerazione urbana in atto e in avvio sono una vera occasione per andare oltre il solo riuso del suolo. Milano con l’Expo è riuscita a fare un notevole scatto di reni, attraendo capitali finanziari e diventando una meta turistica non solo di affari, grazie anche ai voli low cost e ai B&B, ma la città non può che essere nella sua “anima” molteplice, natura docet, per evitare alla lunga la decadenza come può accadere. Ci vorrebbe pure l’attenzione al sociale e infatti molti operatori si sono già indirizzati verso l’affitto (che per garantire un’esistenza dignitosa dovrebbe essere secondo gli esperti solo di un 1/3 del salario) e alla riqualificazione al meglio delle periferie, anche rinnovando i vetusti quartieri popolari quando è il caso.
# Il programma internazionale C40 “Reinventing Cities”
Il sistema pubblico, a diversi livelli, dovrebbe davvero diventare il regista delle operazioni, ed essere in grado di avere una visione urbana, per intercettare e dialogare con gli investitori privati, come è successo con la partecipazione, del Comune di Milano al programma internazionale C40 “Reinventing Cities. Partecipazione che verrà ripetuta, in collaborazione con l’Agenzia del Demanio, per Reinventing Cities 4 dove viene proposta in via Zama la trasformazione di due edifici che erano adibiti a scuola elementare e palestra, e di uno spazio aperto limitrofo.
Tuttavia, la manutenzione del verde sembra malfatta o mal gestita e l’impegno di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030 arenato, pur avendo preso spunto dalla bella idea di Renzo Piano promossa con Claudio Abbado per rinverdire Milano: proposta prima accettata e poi declinata dalla giunta Moratti. E non si ha alcuna notizia da parte degli enti preposti, del recente suggerimento di realizzare un semplice collegamento ad anello tra i parchi intorno alla città, sull’esempio della Green Belt, norma in uso dal dopoguerra in Gran Bretagna che regola il controllo dello sviluppo urbano e in primis quello di Londra.
# La mobilità è una questione ancora irrisolta
Anche la mobilità è una questione cruciale finora irrisolta a Milano, e aldilà delle polemiche e dell’approccio attuale al riguardo, non deve più essere intesa a senso unico o ideologicamente, ma potrebbe diventare flessibile privilegiando così l’uso di mezzi di trasporto sostenibili come la bicicletta, treni, autobus e tram, le auto private (per ora) elettriche o ibride, il car sharing, il taxi condiviso e il car pooling. Stoccolma, che a suo tempo modificò in un sol giorno il modo di guidare dal lato sinistro della strada a quello destro, da molti decenni, oltre a efficienti collegamenti regionali, ha una diffusa rete radiale metropolitana, che è congiunta anche circolarmente.
Inoltre, con un valido e lungimirante sistema viabilistico extra urbano, in parte ideato o in atto, insieme agli altri requisiti necessari verrebbe favorito davvero uno sviluppo armonico della Grande Milano, che ormai è estesa dalla scala metropolitana a quasi quella regionale: si potrebbe pertanto mirare a superare l’ipercrescita tipica della città moderna e la sua iperframmentazione.
“Non esistono modelli di città, esistono solo fonti di ispirazioni” Carlos Moreno “La città dei 15 minuti”
L’area metropolitana parigina comanda la classifica delle più ricche dell’Unione Europea. Ma Milano ben figura tra le prime, davanti a tre città tedesche. Roma è fuori dalla top ten.
MILANO è tra le 4 CITTÀ in EUROPA che producono più RICCHEZZA
# Parigi in vetta alla classifica con circa 600 miliardi di euro prodotti
In base ai dati rilevati per l’anno 2021 da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, l’area metropolitana che produce più Pil è Parigi, pari a circa 600 miliardi di euro. Tra i fattori che determinano una tale produzione di ricchezza l’alta concentrazione di popolazione e imprese, la presenza del più grande distretto finanziario d’Europa per dimensioni e la seconda Borsa dopo Londra. Il territorio si riferisce a quello che in Italia è assimilabile alle città metropolitane e varia comunque in base alle Nazioni e anche alle singole regioni al loro interno. Nella classifica non sono tenute inoltre in considerazione le città esterne all’Unione Europea, quali ad esempio la capitale inglese e quelle svizzere. Dopo la capitale francese troviamo Madrid e Dublino, con poco più di 200 miliardi di euro di Pil.
# Milano prima non capitale
Dietro alle capitali di Francia, Irlanda e Spagna troviamo Milano con una ricchezza prodotta in linea con le due città al secondo e terzo posto, seppur leggermente inferiore: sempre al di sopra dei 200 miliardi di euro. Milano figura la prima non capitale forte di oltre il 10% del Pil nazionale, grazie all’elevata concentrazione di multinazionali, dal settore tecnologico alla moda, alla presenza della Borsa Italiana e alla sua posizione strategica di hub industriale per il Sud Europa. Seguono due città tedesche, Berlino e Monaco di Baviera, poi Amsterdam. Sotto i 200 miliardi di Pil troviamo Bruxelles, Amburgo e Barcellona nella top ten.
# Roma si piazza al dodicesimo posto
La capitale italiana si prende la dodicesima piazza, dopo Stoccolma, e mette davanti altre due città tedesche, Francoforte e Stoccarda, e Copenaghen.
Al netto dell’interruzione momentanea a causa di una frana, il collegamento ferroviario Milano-Parigi aumenta ancora di più il desiderio di estendere ad altre città il collegamento superveloce con la nostra. In un sondaggio abbiamo chiesto: “Dopo Milano Parigi in sei ore quale altre città straniera vorresti collegata con un treno d’alta velocità?”. Ecco le città più votate con le possibilità di realizzazione.
Le 5 CITTÀ STRANIERE da collegare a Milano con un treno dell’ALTA VELOCITÀ: quali sogni possono diventare realtà?
#5 Praga, dalla Madonnina alla capitale della magia nera: ci sarà un ramo ad hoc sulla dorsale orientale?
Al quinto posto delle più desiderate dai milanesi troviamo Praga, una delle capitali più affascinanti d’Europa. Conosciuta anche come la città d’oro e delle cento torri è custode di un passato glorioso, un luogo dove Oriente ed Occidente si incontrano e dove diverse religioni, filosofie e correnti artistiche creano un incredibile mix e grandi suggestioni. Un intreccio di culture lo si vede anche nelle sue preziose architetture di stili ed epoche diverse che si incontrano camminando per le sue vie del centro. E’ anche una capitale della magia nera su cui grazie all’alta velocità potrebbe esercitare il suo angelico influsso la Madonnina, con uno dei suoi simboli, la Cattedrale di San Vito all’interno del castello, che con il suo stile gotico ricorda molto il Duomo di Milano. In 7 ore si potrebbe arrivare della capitale della Repubblica Ceca. Probabilità? Medie. Potrebbe essere raggiunta creando un nuovo ramo alla linea dell’alta velocità che sta venendo costruita verso l’Est Europa. Per approfondimenti: Col Frecciarossa da Milano a Lubiana? In partenza il primo treno in prova.
#4 Amsterdam, dai Navigli ai Canali: allo studio l’estensione da Parigi
Quale connubio migliore potrebbe esserci tra Amsterdam e Milano se non quello collegato all’acqua? La capitale olandese rappresenta una meta perfetta per creare una linea d’alta velocità intitolata a questo elemento della natura. Dai Navigli ai canali, dal Mediterraneo al mare del Nord. Un collegamento che potrebbe ispirare Milano nell’adozione di quelle strategie di città che hanno fatto diventare la Amsterdam la città bike friendly per eccellenza. Probabilità? Alte. Una possibilità che potrebbe concretizzarsi nel prossimo futuro visto che è in valutazione da parte di Trenitalia France, dopo l’attivazione del collegamento con l’Alta Velocità tra Milano e Parigi, di espandere la rete e aggiungere due nuove tratte internazionali tra cui Amsterdam. L’idea al momento un treno veloce da Parigi, ma chissà che lo step successivo no sia quello di passare da Brera al red light district viaggiando su binari? In 7 o 8 ore si potrebbe arrivare a destinazione.
#3 Berlino, dal Duomo al Dom: collegata alla futura Milano-Monaco
Berlino, come Milano, è stato un simbolo di rinascita del suo Paese, dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, riuscendo a diventare prima la città delle start-up e poi uno dei place to be per i turisti. Dal Duomo al Dom attraversando le terre che un tempo erano parte del Sacro Romano Impero, la nostra città potrebbe riportarsi nel cuore dell’Europa. Probabilità? Molto alte. Dopo l’annuncio fatto da Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS di un collegamento con treni veloci e diretti verso Monaco di Baviera da Milano entro il 2026, in sole 6 ore di viaggio, il passo successivo è quello di estenderlo fino a Berlino. Per coprire i 1.000 chilometri ci si potrebbe mettere 8 ore.
#2 Vienna, il ritorno al suo passato agrodolce: per ora ci sono gli Euronight
Dai tempi dell’Impero Austro-Ungarico, Vienna ha sempre avuto un legame speciale con Milano e i milanesi. Tracce della sua influenza è ancora presente nella nostra città e parte della sua storia è ancora indissolubilmente legata ad essa. Solo per citare alcuni dei più importanti lasciti di Maria Teresa d’Austria troviamo il Teatro alla Scala e l’Accademia di Brera. Il fatto che la capitale austriaca si sia piazzata al secondo posto non è quindi una casualità. In 7 ore si potrebbe ballare il Valzer, oggi ci si deve accontentare degli Euronight. Probabilità? Medie.
#1 Barcellona, il mare di Milano…passando per Zurigo: nel mirino entro fine anno
Vince Barcellona: è lei la città preferita tra quelle straniere da collegare con un treno dell’alta velocità a Milano. La capitale della Catalogna può vantare un clima mite, il sole, la storia, la sua struttura geometrica, lo spirito di indipendenza e la metropolitana che arriva direttamente al mare, queste sono solo alcune delle cose che i milanesi amano della città. Probabilità? Molto alta. Il sogno di raggiungere Barcellona viaggiando su convogli lanciati a oltre 200 km/h dovrebbe diventare realtà già nel 2024, prima con un collegamento da e per Zurigo, poi entro dicembre estendendo il percorso verso sud anche con una fermata a Milano.
Quale periodo migliore per fare un’ottima colazione alla luce del sole? Scopriamo questi cinque indirizzi da provare.
5 COLAZIONI all’APERTO da gustare a Milano
#1 Un posto a Milano, per una colazione come in aperta campagna (Porta Romana)
“Un posto a Milano”: la colazione come in aperta campagna nel cuore di Milano. Questo bar-ristorante si trova infatti nell’unica cascina aperta in centro città, la Cascina Cuccagna in zona Porta Romana, e ci si può sedere a prendere un caffè o un té ai tavolini coperti da ombrelloni nel gradevole giardino esterno circondato da orti. Spicca tra tutte le brioches quella morbida con gocce di cioccolato.
#2 Panificio Davide Longoni, “il panificio dei milanesi” (Porta Romana)
Poco distante dalla Cascina Cuccagna, sempre in zona Porta Romana, troviamo “il panificio dei milanesi”, quello di Davide Longoni. Una bottega che è diventata un’istituzione a Milano, nel frattempo ha aperto altri punti in città, sia per lavorazione del pane che vede lievitazione naturale e l’utilizzo di grani antichi lavorati a pietra, sia per le brioches. Nel dehor esterno tra piante, aiuole e piccoli orti o nei tavolini fronte vetrina, vale pena fermarsi a colazione per gustare quella alla crema di limone e le sfoglie. Il consiglio poi è quello di fare una piccola scorta di pane da portare casa.
#3 Onest, un “nido” dove sentirsi al sicuro (Dateo)
Una delle novità degli ultimi anni è Onest, in zona Dateo, inaugurato nel 2019. Il nome richiama la parola inglese “nest”, che significa nido, e infatti l’idea delle proprietarie è stata quella di creare un vero e proprio rifugio. Questo aspetto lo si percepisce sedendosi nel cortile esterno, uno dei più belli tra quelli dei locali milanesi, dove sentirsi in pace al sicuro all’ombra degli alberi tra edere, piccole piante, ciottoli e sassi di colore bianco. Il locale è operativo dalla colazione alla cena. Tra le brioches artigianali proposte quella alla crema è la più gettonata, magari accompagnata da caffè 100% arabica tracciabile e sostenibile.
#4 Horto Milano, il ristorante stellato per una colazione mozzafiato (Centro)
In attesa dell’apertura di tutti gli spazi commerciali, sul rooftop del nuovo centro del lusso e del retail “The Medelan” ha inaugurato a settembre 2022 Horto. Una location suggestiva con una terrazza incantevole affacciata direttamente su piazza Cordusio. Appena uno dopo l’apertura il locale ha ottenuto l’ambito riconoscimento della Stella Michelin e della Stella Verde per la sostenibilità. Pensato per proporre un’esperienza multisensoriale e una riscoperta della natura in armonia con il territorio ai propri clienti, è il luogo ideale per una colazione con una vista mozzafiato. Si può scegliere tra brioches croccanti e burrose, da non perdere il roll al cardamomo.
#5 Pasticceria Sissi, le brioches più golose e ripiene di Milano (Risorgimento)
Torniamo di nuovo verso est, in zona Risorgimento, e varchiamo la soglia della Pasticceria Sissi. Da oltre 25 anni è conosciuta per le brioches più golose e ripiene di Milano, tutte prodotte nel laboratorio annesso visibile dall’esterno. Esplodono letteralmente di crema, cioccolato o marmellata, si può scegliere come farle riempire direttamente al banco al momento dell’ordine per poi godersele nel grazioso pergolato esterno che fa da cornice agli interni in stile bohémien. I milanesi che hanno risposto a un nostro sondaggio l’hanno votata come la pasticcerie dove si mangiano le migliori brioches della città.
Con l’arrivo della bella stagione la voglia di sedersi a un tavolino all’aperto e gustare cibi o bevande fresche si impossessa di tutti, dagli adulti agli adolescenti. E a Milano, i chioschi sono davvero per tutte le esigenze. Alcuni, storici, sono delle vere e proprie istituzioni del territorio urbano e rappresentano isole di refrigerio per le calure di questi tempi, mentre altri sono spuntati come funghetti in mezzo al grigio cemento di periferia o in alcuni dei parchi cittadini. Ecco a voi i più bei chioschetti di Milano.
I più BEI CHIOSCHETTI di Milano
# La Casa di Giacomo e le sue serate artistiche
In piazza Corvetto, tavolini, ombrelloni ed uno spazio di relax curato con la dedizione del titolare. Da Giacomo ci si può fermare il pomeriggio per una pausa con una fresca bevanda ed un libro dal bookcrossing, a fine giornata per un aperitivo con uno spritz o uno sbagliato, ma il momento migliore è sicuramente dopo le ore 20 nei venerdì e sabato sera in compagnia degli artisti di strada del Corvetto live, che hanno tenuto compagnia ai clienti per tutto l’autunno 2021 e sono pronti a farlo anche in estate. Le birre artigianali selezionate da Giacomo abbinate ai suoi buonissimi panini preparati sul momento sono il punto forte di questo chiosco della periferia sud est della città all’uscita della fermata sulla linea 3.
# Sempione, IL chiosco di Milano
Sergio&Efisio, alias “IL” chiosco bar di Milano since 1985, può veramente stupire anche i più scettici e aficionados dei ristoranti classici, perché di fatto questa perla del ristoro milanese vale quanto se non più di un ristorante. Gustosi panini caldi, birra, caffè e drink vari. Sergio, originario di Oristano, è una vero e proprio personaggio leggenda e i piatti estivi a base di anguria oppure prosciutto e fichi sono una delizia imperdibile. Il chiosco è collocato su un’isola spartitraffico che divide la strada vera e propria dal controviale in uscita, ed è il punto di riferimento assoluto per tutti gli amanti del Sempione.
# Ippodromo, il chiringuito milanese
Dal 1997, l’unico vero Chiringuito di Milano: così si racconta il Chiringuito Milano sui social. Icona del quartiere di San Siro, che da più di 20 anni allieta le serate di chi viene al Meazza per una partita o concerto, o di chi semplicemente è alla ricerca di un buon drink da bere all’aperto. Certo, con i recenti successi di Inter e Milan ha avuto sicuramente un’impennata di visite, ma i cocktail del Chiringuito di Milano sono famosi da tempo, almeno da quando l’antistante Ippodromo veniva utilizzato come location da discoteca estiva. L’indirizzo è semplice: Piazzale dello Sport. Se non siete di Milano, seguite via Federico Caprilli (il corridoio dei tifosi nerazzurri che porta proprio sotto la curva Nord) e ve lo troverete sulla sinistra, poco prima dello stadio.
# Porta Venezia e l’atmosfera tropical
Un chiosco tropicale ai margini dei Giardini Indro Montanelli, cuore del quartiere arcobaleno di Porta Venezia, con una bella corona di tavolini attorno. Da Tropical Island si bevono birre e cocktail e a menù si possono mangiare hamburger, piadine e pizza. Oltre naturalmente a poter sorseggiare aperitivi con stuzzichini vari consegnati al tavolo. E quando la temperatura si scalda, si gusta l’anguria elegantemente tagliata a bocconcini o altre macedonie. Tra i cocktail del chioschetto segnaliamo il “Messico e Nuvole” con lamponi, tequila bianca, succo di lime, nettare d’agave, liquore alla camomilla e scorza di pompelmo. Nelle serate clou di primavera/inizio estate conviene prenotare perché trovare posto è quasi impossibile.
# Porta Romana e la prima rosticceria milanese
Chiudiamo con un chioschetto che non è propriamente un punto di ritrovo per consumazione in loco, ma è talmente famoso da non poter essere ignorato e da meritare anche un po’ di spazio in più: sua maestà Giannasi. Appena arrivato in piazzale Buozzi, Giannasi era un semplice pollivendolo, vendeva solo carne cruda. Alla fine degli anni ’80, però, diventerà una delle prime rosticcerie di Milano aprendosi a molti altri tipi di sfiziosi prodotti, senza abbandonare il suo ingrediente per eccellenza (il pollo). Il segreto del successo di Giannasi? Sicuramente vendere un prodotto invidiabile, ma anche “avere un ottimo rapporto qualità/prezzo e rispettare le persone”, racconta lo stesso Dorando. Nel suo chiosco, infatti, i prezzi sono contenuti per essere accessibili a tutti (ad esempio non c’è rincaro sull’acqua perché è un bene essenziale) e si parla di vera e propria inclusività: i 22 dipendenti di Giannasi vengono da ogni parte del mondo. Il primo pollo allo spiedo di Giannasi nasce più di trent’anni fa e, un po’ come per la Coca Cola, nessuno scoprirà mai il la formula-mix perfettamente equilibrata tra sale e una dozzina di erbe aromatiche. Provare per credere.
Il passante è un’invenzione meravigliosa per chi lo prende di tanto in tanto, un incubo per i suoi abituali frequentatori. In ritardo, non sempre pulito, affollato. Ma, allo stesso tempo, per i pendolari o i milanesi che preferiscono prendere il treno per spostarsi più velocemente da una parte all’altra della città, diventa un luogo a cui ci si affeziona.
Si inizia a sentirsi parte dell’S1 e la classica domanda è “qual è il tuo?”: sì perché l’S5, S6, S9, S2 diventano TUOI. E poi inizi a riconoscere gli abituali frequentatori, a qualcuno sorridevi, altri li saluti. E inizi ad identificare ognuno in qualche modo. Ecco qua i 7 tipi da passante.
I 7 TIPI da PASSANTE: chi sono gli abituali frequentatori del “treno metropolitano”?
#1 L’ingombrante
C’è chi va al lavoro con la valigetta perché il suo impiego richiede solo un computer e chi ci va con una borsa piena di attrezzi. Il passante è preso un po’ da tutti: si trovano studenti, bambini accompagnati a scuola in treno dai genitori o dai nonni, lavoratori di Trenord che vanno a Milano per prendere il treno su cui inizieranno a lavorare e anche tanti operai. Qualcuno di loro è veramente ingombrante: ha uno zaino che è più grosso di lui e magari, visto che la sacca è troppo piccola per lui, tiene in mano, o ha appoggiato a terra, qualcos’altro. Allora chi passa vicino a lui deve cercare di fare lo slalom e la maggior parte delle volte prende dentro qualcosa.
#2 Il camminatore
Contrariamente a quanto possano pensare alcuni, il passante è veramente lungo, ha tanti vagoni, eppure spesso è così pieno da non trovare nessun posto libero. Ecco l’incubo del camminatore, colui che percorre tutto il treno pur di trovare un posto da quattro completamente libero. E se con il primo piano fallisce, tenta anche di andare nei meandri del secondo piano, dove ci sono i posti meno apprezzati da tutti (si sa mai chi trovi nel secondo piano, leggende parlano di gente senza biglietto, senza mascherina, sdraiati sui sedili). Il camminatore cerca senza sosta i suoi posti e, intanto, porta a termine i suoi 10mila passi giornalieri.
#3 La signora logorroica
Chiunque l’avrà incontrata almeno una volta, ma questo ovunque: sul treno, in tram, sul pullman, in metro. La signora logorroica che parla al telefono a voce alta è un must dei mezzi pubblici. A volte sta parlando con la figlia, altre con il marito, altre con il capo e a volte con l’amica. E il povero sfortunato che gli è seduto vicino cerca di alzare il più possibile il volume dei suoi auricolari, mentre l’intera carrozza (sprovvista di cuffiette) entra a far parte, almeno per un momento, della vita di questa signora, ascoltando attentamente ogni parola.
#4 La paranoica
Da non molti anni il passante ha una famosa carrozza verde, quella della sicurezza, la cosiddetta “Safe and quiet”. Qui ci sono telecamere, pulsante SOS e, teoria, si ha l’obbligo di fare silenzio. Con tutto ciò che si dice su ragazze derubate e frequentatori del treno poco affidabili, ci sarà sempre la ragazza un po’ paranoica che spera di trovare posto nella cabina verde, così da stare più tranquilla.
#5 Il cerca carica
Una delle cose più utili che ha il passante è la presa corrente, ma trovarla è un po’ difficile. Tutti i pendolari sanno che (almeno nei treni vecchi che sono ancora i più usati) la presa è nel posto a 5 al secondo piano, in alcuni fortunati posti a due al primo piano e subito vicino alla porta d’ingresso in quei posti, un po’ scomodi, disposti in riga come quelli della metropolitana.
Considerando che di media il viaggio su un treno del passante dura certamente di più di quello in metro, fino ad arrivare addirittura a un’ora, a volte trovare una presa per ricaricare il telefono, tablet o computer è essenziale. Allora parte la gara a chi arriva a prima a quei famosi posti. Il cerca carica lo riconosci subito: è quello che guarda sempre in basso o che, appena sale le scale, gira la testa a sinistra.
#6 Il rider
Anche sul passante sono comparsi i rider. Sono le prime persone che vedi appena sali sul treno perché l’entrata è l’unico posto dove ci stanno. Mettere una bici sul passante non è molto comodo perché l’unico spazio largo è davanti alle porte o subito lì vicino. Il vero problema arriva quando, oltre al rider, nello spazio tra porte c’è già qualcun altro e quindi chi vuole salire, tra bicicletta, zaino del rider e persone, deve escogitare velocemente un piano per entrare senza prendere dentro o insultare qualcuno.
#7 Il disorientato
Se non si è un pendolare o abituale frequentatore del passante prendere il treno giusto, soprattutto nelle stazioni milanesi dove passano quasi tutte le linee S, è abbastanza difficile. Complici gli annunci delle 2 linee che stanno arrivando contemporaneamente, del tabellone luminoso che prima dice una cosa e poi l’altra e i ritardi dei treni che a volte fanno arrivare prima un treno piuttosto che quello giusto, in stazione o sul treno troverai per forza un disorientato.
Facilissimo riconoscerlo: prima fa il disinvolto scrutando tutti quelli che ha attorno, poi individua quello che secondo lui o lei è un abituale frequentatore del treno e poi parte con una raffica di domande.
Un omaggio con parole e videointerviste in memoria di uno dei più grandi cantautori di sempre, Giovanni D’Anzi, conosciuto soprattutto per essere stato l’autore di testo e musica di O Mia bèla Madunina.
Si canta “O MIA BÈLA MADUNINA” (e molto altro) al Teatro della Memoria
# Lo spettacolo al Teatro della Memoria Aleardo Caliari domenica 24 marzo alle ore 16
L’inno ambrosiano O mia bèla Madunina e non solo. Per gli appassionati della tradizione e della storia di Milano va in scena domenica 24 marzo alle ore 16, al Teatro della Memoria Aleardo Caliari, lo spettacolo “O mia bèla Madunina e molto altro – Le canzoni intramontabili di Giovanni D’Anzi”, un vero e proprio docuteatro con musica dal vivo interpretata da Mario Giordano e Claudio Macaluso e con il racconto del giornalista Massimiliano Beneggi che, dopo le date dello scorso anno in “Scusi, lei fa teatro?”, si ritrovano per un progetto tutto nuovo.
Lo spettacolo “O mia bèla Madunina e molto altro” è un’opera che sa coinvolgere un pubblico che non deve e non può permettersi di abbandonare né le tradizioni più locali né la storia di un intero Paese. Foto della vecchia Lombardia e videointerviste a diversi ospiti, completeranno una grande occasione per mettere a confronto il cantautorato milanese degli anni Trenta con quello del 2020. La voce di Mario Giordano con la classe pianistica del Maestro Claudio Macaluso riporterà in un’atmosfera lontana un secolo, ma rimasta indimenticata. A guidare il racconto, il giornalista Massimiliano Beneggi che come sempre ama ricercare aneddoti per cucire la trama della narrazione.
# Un omaggio con parole e videointerviste in memoria di uno dei più grandi cantautori di sempre
Oltre alle canzoni lo spettacolo sarà un pomeriggio di festa e di curiosità, un omaggio con parole e videointerviste a personaggi che hanno conosciuto il maestro Giovanni D’Anzi. A 50 anni dalla sua morte, D’Anzi è ancora uno dei più grandi cantautori di sempre, pioniere di una musica rimasta punto di riferimento anche per le generazioni più giovani e narratore di un Novecento. Conosciuto principalmente per essere stato 90 anni fa l’autore di testo e musica di O Mia bèla Madunina, il compositore che ha attraversato diverse epoche, partendo da Milano per Parigi fino a tornare nella sua città natale, facendosi conoscere negli anni Trenta e Quaranta con brani come tra cui Ma le gambe, Bellezze in bicicletta e Viale d’autunno (vincitrice al Festival di Sanremo nel 1953), che sarà eseguita in una versione inedita.
D’Anzi, insieme al suo fedele amico e paroliere Alfredo Bracchi, ha davvero regalato un modo di raccontare positivamente la quotidianità, valido in ogni epoca e a discapito di ogni censura politica, da cui ha sempre preferito chiamarsi fuori cantando invece l’amore e la bellezza di vivere. Nessuno come lui, inoltre, ha saputo cantare anche in milanese, componendo poesie toccanti e commoventi come Nostalgia de Milan, e brani tradizionali e tipicamente meneghini quali Lassa pur che il mund el disa o Quand sona i campan o La gagarella del Biffi Scala. Tutto questo con una onnipresente e giusta dose di ironia che testimonia quanto l’animo meneghino sia da sempre avvezzo e affina alla risata e all’allegria.
Dopo i rendering di alcuni mesi fa, sono state finalmente svelate le immagini ufficiali del treno del lusso italiano in arrivo prossimamente sui binari. Scopriamo gli itinerari disponibili, quando parte la vendita dei biglietti e quanto si paga per una notte.
Le IMMAGINI in ANTEPRIMA nel TRENO di LUSSO che girerà per l’ITALIA
# Aprono le vendite per la Dolce Vita Orient Express, il treno di lusso italiano
Dopo la fase di “prenotazione prioritaria” iniziata nel dicembre 2022, già oltre 400 cabine le cabine prenotate, durante il DUCO Travel Summit 2024 è stato annunciata l’apertura ufficiale nel mese di aprile delle vendite per la Dolce Vita Orient Express. Il treno di lusso italiano pensato per portare i viaggiatori lungo oltre 16.000 km di linee ferroviarie – di cui 7.000 non elettrificate – alla scoperta dei luoghi storici del Paese, è un’iniziativa promossa da Arsenale e Orient Express, attive nel settore dell’ospitalità di lusso, con il supporto di Trenitalia-Gruppo Ferrovie dello Stato, Fondazione Fs e Treni Turistici Italiani.
# Le immagini in anteprima del convoglio
orient.express.com - Dolce Vita
1 of 5
Sempre in occasione dell’evento a Milano è stato svelato in anteprima il mock-up della cabina del treno, un modello a grandezza naturale di come si presenterà il futuro convoglio, che prevede carrozze ispirate al design italiano degli anni ’60 e ’70, alle influenze dei grandi creativi come Carlo Scarpa, Gio Ponti, Piero Fornasetti e Ignazio Gardella. Per il servizio sono stati fa riammodernate delle carrozze d’epoca del treno storico CIWL (Compagnie Internationale des Wagons-Lits) degli anni ’20/30, utilizzate in passato per servizi commerciali.
# Otto itinerari disponibili con prime partenze nella primavera 2025
Sono previsti percorsi attraverso 14 regioni italiane e 3 destinazioni internazionali, con otto viaggi iconici caratterizzati dal lusso, dalla cultura e dalla storia del nostro Paese. Ecco quelli disponibili in base alla stagione:
Coast to coast, Venezia e Portofino;
La Bella Italia, Venezia e Siena;
Matera e Palena “La Transiberiana Italiana” Montalcino, “Viaggio tra i vini Italiani”;
Monferrato “Vino e Tartufo”;
Il Sud Italia – Maratea e Palermo;
Un’esplorazione lungo la costa da Palermo a Roma, “Alla scoperta della costa tirrenica”;
“Le meraviglie della Sicilia e del Mediterraneo”.
Le prime partenze sono programmate per la primavera del 2025
# Prezzi a partire da 3.500 euro a persona con servizio a 5 stelle
Il viaggio non è proprio per tutte le tasche. Il prezzo del biglietto a persona per un itinerario di una notte parte dai 3.500 euro, se si sceglie una cabina deluxe, a 4.700 euro se si opta per una suite. Il servizio però è a 5 stelle, con la cucina a bordo realizzata in collaborazione con i migliori chef e sommelier internazionali per far gustare ai passeggeri le eccellenze italiane, dalla gastronomia ai vini più pregiati.
I cantieri per la realizzazione di un’altra tratta della linea dell’alta velocità Milano-Venezia proseguono secondo cronoprogramma. Il tracciato rientra in un corridoio europeo che dalle “Colonne d’Ercole” arriverà fino al confine ucraino. Il progetto nel dettaglio e il punto sui lavori.
Si VIAGGERÀ in ALTA VELOCITÀ dalla SPAGNA all’EST EUROPA: caduto un altro ostacolo
# Abbattuto il diaframma della galleria di Calcinato nella tratta Av Brescia Est-Verona
Proseguono i cantieri per il completamento dell’Alta Velocità tra Milano e Venezia. Venerdì 15 marzo 2024 è stato abbattuto a Calcinato il diaframma della galleria di circa 230 metri in canna singola e doppio binario, e tutte le opere della nuova tratta tra Brescia Est e Verona sono state completate da parte del Consorzio Cepav due, costituito da Saipem, Impresa Pizzarotti e ICM. Il tracciato di circa 48 km, comprensivo dell’interconnessione “Verona Merci” di collegamento con l’asse ferroviario Verona – Brennero, si sviluppa quasi totalmente in affiancamento all’autostrada A4 Milano-Venezia e alla linea ferroviaria tradizionale. I treni potranno viaggiare a una velocità massima di 250 km/h.
# L’inaugurazione della tratta previsto nel 2026
La tratta va ad aggiungersi a quelle già in esercizio dal 2007, la Milano-Treviglio e la Padova-Venezia, e dal 2016, la Treviglio-Brescia, e che insieme alla Padova-Verona di 76,5 km in costruzione andranno a completare la linea dell’alta velocità fino al capoluogo veneto.
I cantieri, finanziati dal PNRR, dovrebbero concludersi nel 2026 garantendo dopo l’attivazione una circolazione più regolare, attraverso la riduzione le interferenze fra i vari flussi, un incremento della capacità di traffico nei nodi ferroviari e una maggiore puntualità nel servizio.
# Il “Core Corridor Mediterraneo” dal sud della Spagna al confine ucraino
Tutta la linea dell’alta velocità Milano-Venezia rientra all’interno del “Core Corridor Mediterraneo” che metterà in connessione i porti del sud della penisola iberica, Algeciras, Cartagena, Valencia, Tarragona e Barcellona, con l’Ungheria e il confine ucraino, passando per il sud della Francia, l’Italia settentrionale, la Slovenia e la Croazia. Per la sua completa realizzazione sono in corso anche i lavori, la cui conclusione è prevista per il 2025, per il potenziamento del collegamento Venezia-Trieste con tre nuove fermate e treni che viaggeranno a 200 km/h. A questo si aggiunge quello per la tratta successiva da Trieste/Capodistria a Lubiana.
Il 2024 potrebbe essere l’anno dei record per il turismo di lusso a Milano. Anche per i prezzi. Ormai si vola sopra le 1000 a notte. Non solo: anche la spesa media porta Milano al primo posto internazionale.
MILANO è da 1000 e una notte. In EURO
# Inizio anno da record
Le presenze nei primi mesi dell’anno sono state in forte crescita rispetto all’anno scorso: Milano è da mille e una notte. Soprattutto per il prezzo di una camera.
Nei mesi di gennaio e febbraio 2024, si è registrata una forte impennata degli arrivi turistici specie negli hotels di lusso: in città ci sono 15 hotels 5 stelle lusso e 16 hotels 5 stelle, tutti presi d’assalto da vip e ricconi internazionali. Si tratta di un settore in grandissima crescita, che dà lavoro a 3500 addetti. Ma ciò che colpisce di più è quanto spendono di media a Milano.
# La più alta spesa media del mondo
Nel quadrilatero della moda, lo scontrino medio supera i 2300 euro che significa una media di spesa giornaliera che è la più alta al mondo. Non solo: ad aumentare sono anche i giorni di permanenza presso gli hotels di lusso, nonché le tariffe che superano ormai in media i 1000 euro a notte.
Il turismo di lusso consente di ottenere ingenti introiti anche per la collettività: stiamo parlando di 8 milioni di euro, derivanti dalla tassa di soggiorno, riferiti ai soggiorni nelle strutture alberghiere di lusso.
Una app d’incontri globale con 4 milioni di iscritti ha commissionato una ricerca indipendente su 1.000 single di Milano per realizzare la «Guida al date perfetto». Scopriamo i 10 luoghi ideali in città per un primo appuntamento.
L’APPUNTAMENTO PERFETTO a Milano: i 10 LUOGHI per far esplodere la PASSIONE
# 1.000 single milanesi hanno scelto i luoghi migliori per un primo appuntamento
Inner Circle, un’app d’incontri globale con 4 milioni di iscritti, ha commissionato una ricerca indipendente su 1.000 single di Milano per realizzare la «Guida al date perfetto», partendo dalle tipologie di appuntamenti preferiti, continuando con i criteri di apprezzamento e suggerendo anche i luoghi preferiti per fare colpo. Ai criteri di apprezzamento per un luogo di incontro c’è al primo posto l’atmosfera e i «vibes», al secondo la location, poi il budget e solo come ultimo il menù.
Scopriamo quindi i 10 luoghi ideali in città per un primo appuntamento scelti dai single milanesi.
#1 Deus Café
Il Deus cafè un tempo ritrovo per amanti del cycling e del surf, oggi è tra i locali più ricercati per fare colpo al primo appuntamento. Si trova musica R&B di livello e un’ambiente che resta un’isola nell’Isola. Tra un drink o un calice di vino si può gustare l’aperitivo in dolce compagnia nell’ambiente giusto per fare colpo.
Indirizzo: Via Genova Thaon di Revel, 3
#2 Finger’s Garden
Finger’s Garden, nel quartiere Abbadesse nei pressi di viale Marche, è un luogo appartato ed elegante frequentato da un pubblico “molto” milanese con presenza abituale di calciatori, star e starlette che in primavera e in estate si apre all’esterno in piccolo giardino. Lo chef Roberto Okabe porta avanti da 20 anni una cucina che mixa il minimalismo giapponese e il tropicalismo brasiliano con piatti di grande classe. Una location, soprattutto la sera, per incontro in coppia.
Indirizzo: Via Giovanni Keplero, 2
#3 Al Fresco
Al Fresco, nella trendy zona Tortona, è un locale che propone una cucina mediterranea da tutte le regioni anche se il pesce è il re indiscusso. Le sale interne sono caratterizzate da uno stile shabby-chic, l’area esterna con giardino e tra le più belle di Milano, ma la zona migliore è quella con le salette vetrate con vista sullo spazio verde.
Indirizzo: via Savona, 50
#4 Villa Necchi Campiglio
Villa Necchi Campiglio è una delle dimore storiche più visitate della città, in pieno centro, nel quadrilatero del silenzio. Risale agli anni ’30, protetta dal FAI, ed è un gioiello dèco che si presta a una passeggiata, circondati dal blu di enormi ortensie e da uccellini. Un luogo ideale per un primo incontro in un ambientazione da favola, con la piscina esterna ad arricchire il giardino esterno e una piccola caffetteria per una breve sosta.
Per stupire ad un primo appuntamento le Terrazze del Duomo sono un luogo da non farsi mancare. Potere ammirare le guglie da vicino, camminando sul tetto calpestabile più grande del mondo di una Cattedrale gotica, e osservare da 70 metri d’altezza Milano non ha prezzo. La sera è perfetta per godere della vista di un tramonto.
#6 Al Garghet
Al Garghet è il ristorante di campagna di Milano, dove il menu è tutto in dialetto. Perfetto per una gita fuoriporta rimanendo in città e per vivere atmosfere d’altri tempi. In un’ambiente bucolico trova spazio un ampio giardino e suggestive sale rustico-chic. L’unica pecca è che essendo i piatti quasi tutti lombardi il dopo-cena potrebbe essere un pizzico complicato…
Indirizzo: via Selvanesco, 36
#7 Innocenti Evasioni
Innocenti Evasioni, in zona Cagnola, è un ristorante magistralmente diretto da Tommaso Arrigoni che dal 2009 ha mantenuto la stella Michelin senza mai perderla. La proposta culinaria è basata su piatti del territorio con idee contemporanee, il luogo perfetto per un primo incontro gourmet. La vera chicca è un piccolo giardino zen che fa da quinta alla sala principale.
Indirizzo: via Privata della Bindellina
#8 Pinacoteca di Brera
Per gli amanti dell’arte e della cultura la Pinacoteca di Brera, il complesso artistico più grande di Milano, è la scelta più azzeccata. Oltre a perdersi tra le opere d’arte, e le viuzze dello storico quartiere che la ospitano, ci si può sedere per un break, un pranzo o un aperitivo nel Caffè Fernanda, un elegante bistrot che si trova all’interno della Pinacoteca.
Il Nottingham Forest è il locale dei cocktail per eccellenza. Dal 2007 al 2016 è stato inserito nella lista di “The World’s 50 Best Bars”. Guidato da Dario Comini, con la sua brigata ‘all black’ da bar-chef, mescola tecnica sopraffina, tante idee uniche e l’angolo ‘molecolare’. Se si vuole trovare la chimica giusta questo è il posto perfetto. Non lontano da Porta Venezia.
Per finire un’altra location suggestiva circondata dalle mura spagnole, nel cuore di Porta Romana, le Terme di Milano. Uno centro pensato per il relax dei milanesi, con piscina e vasche idromassaggio nel giardino interno e la prima biosauna al mondo realizzata all’interno di un tram. A conclusione o a corredo dell’esperienza si può optare per l’aperiterme, l’aperitivo creato appositamente per un primo appuntamento da ricordare.
In arrivo nuovi divieti di circolazione anche per moto e scooter. Tutte le novità in arrivo. E le reazioni dei motociclisti.
Semaforo ROSSO a Milano anche per le DUE RUOTE: blocco per le MOTO inquinanti in AREA B e C
# Divieto di circolazione per le moto a Milano: le regole e le date
Dal primo ottobre arriva la nuova stretta del Comune contro le moto considerate più inquinanti. Si tratta dei motocicli a due tempi Euro 2, quelli a gasolio Euro 2 e le motociclette a benzina a quattro tempi Euro 0 e 1.
Le nuove restrizioni al traffico delle moto nelle Aree B e C di Milano saranno introdotte in modo graduale, con scadenze diverse a seconda dei modelli:
A partire dal 1° ottobre 2024 saranno vietati l’accesso e la circolazione dei motocicli a due tempi Euro 2, dei veicoli a gasolio Euro 2 e delle motociclette a benzina a quattro tempi Euro 0 ed Euro 1;
A partire dal primo ottobre 2025 le restrizioni si estenderanno ai motocicli a due tempi Euro 3, ai veicoli a gasolio Euro 3 e alle motociclette a benzina a quattro tempi Euro 2;
Ulteriori divieti entreranno in vigore a partire dal primo ottobre 2028 e coinvolgeranno le motociclette a benzina a quattro tempi Euro 3;
Infine l’ultimo divieto sarà applicato a partire dal primo ottobre 2030, quando sarà negato l’accesso alle moto a due tempi Euro 4 e ai veicoli a gasolio Euro 4 e Euro 5.
# Le reazioni dei motociclisti
I motociclisti si stanno mobilitando con manifestazioni e raccolte firme contro il provvedimento: ritengono infatti che le moto non possano essere equiparate alle automobili per il traffico e per l’inquinamento.
Si discute anche delle possibili alternative. L’auspicio è quello di trovare una soluzione per conciliare la necessità di ridurre l’inquinamento con la libertà di movimento dei cittadini, come è successo a gennaio per le corsie preferenziali per moto e scooter.
Le restrizioni al traffico riflettono la crescente preoccupazione per l’inquinamento nell’area metropolitana. Preoccupazione condivisa dall’Ue che ha recentemente imposto nuovi limiti sul particolato e il biossido di azoto.
Il “supermercato più amato dai milanesi” regala alla città la sua ultima creatura. Superproiettata sul futuro. Ma cosa ci sarà dentro?
Apre a Milano l’ESSELUNGA LAB, l’ultima frontiera dei SUPERMERCATI
Non poteva che nascere nel quartiere del futuro. EsselungaLab nasce all’interno di Mind, il Milano innovation district, l’ex area di Expo 2015 dedicata alle nuove frontiere della scienza e della sperimentazione.
# Le tre aree della sperimentazione aperte al pubblico
In viale Decumano 39, Esselunga ha aperto un nuovo spazio in cui sperimentare un concetto innovativo di retail e soluzioni all’avanguardia. La struttura rappresenta un unicum per Esselunga e ha tre spazi di azione: il market essenziale, la caffetteria e l’offerta di ristorazione veloce. Si sviluppa su due piani per una superficie di circa 600 metri quadrati. Al piano terra si trovano la caffetteria, con 100 posti a sedere, tra interno e dehor, e il market per una spesa grab&go che offre prodotti in modalità self-service.
# La cassa sa già cosa il cliente ha selezionato
Il market è il cuore della sperimentazione grazie a una tecnologia basata su un sistema che integra computer vision e sensori intelligenti: il cliente, dopo aver prelevato gli articoli desiderati da ogni scaffale, entrando nell’area self-checkout troverà la lista completa di tutti gli articoli selezionati che il sistema ha inviato in tempo reale direttamente alla cassa. Controllato il carrello virtuale, il cliente potrà quindi pagare e uscire.
# Lounge in terrazza, “cobot” e menù sempre in cambiamento
Al primo piano c’è invece l’area della ristorazione espressa: 130 posti a sedere inclusa la lounge in terrazza, con uno spazio aperitivi e panineria. Anche qui è l’innovazione tecnologica a farla da padrona, su tutto il “cobot”, un robot in grado di interagire con gli operatori. La sperimentazione riguarda anche l’offerta di ristorazione: dai primi ai cocktail passando per proposte vegetali e ricette healthy, con sperimentazioni che vengono testate e, se necessario, modificate all’occorrenza.
Una intrigante nelle novità per le giornate FAI di primavera. Tra i luoghi selezionati dal Fondo per l’Ambiente Italiano per la prima volta sarà possibile visitare la sede Sky di Milano Santa Giulia. Un’occasione unica per entrare nella celebre tech-media company e scoprire il dietro le quinte di dove nascono le produzioni televisive.
SKY apre ai MILANESI: per la prima volta si potrà visitare la CASA del colosso TV
Il 23 e il 24 marzo per una volta non sarà Sky a entrare nelle nostre case ma sarà il contrario. Si potrà infatti accedere alla sede di Santa Giulia nel corso delle #GiornateFAI di Primavera.
Il quartiere di Rogoredo/Santa Giulia rappresenta un rilevante esempio di riqualificazione della periferia, con la realizzazione di un business district ispirato al principio della sostenibilità.
# La struttura di Sky
La sede Sky Italia di Milano Santa Giulia è un’apertura unica: permetterà ai visitatori di accedere a spazi operativi quali Studi e Regie, normalmente chiusi al pubblico. Si potrà così fare luce sul dietro le quinte televisive delle produzione che entrano nelle nostre case. La struttura di Sky si compone di 2 edifici collegati da un bridge. Il Building 1, dedicato alle aree tecniche, è il cuore pulsante e presenta diversi studi televisivi. Il Building 2 ospita le redazioni editoriali (Sky Sport, Sky TG24).
# Il programma della visita guidata
La visita comincerà nella Hall al piano terra del bridge, dove i visitatori avranno l’occasione di approfondire le iniziative intraprese da Sky per minimizzare l’impatto ambientale delle proprie attività: ad esempio, si scoprirà come l’azienda è riuscita a diventare carbon neutral dal 2006. La visita proseguirà poi all’interno del Building 1, dapprima attraverso gli Studi al piano terra, e a seguire attraverso le Regie al piano 1. Negli Studi 2 e 6, i più grandi, vengono realizzate le produzioni di punta. Lo Studio 3, chiamato Infinite, è lo studio green di Sky: un limbo verde che permette di ricreare scenari sempre diversi.
La visita proseguirà nello Studio 6: la Casa dello Sport. Dove hanno luogo le produzioni live di Sky Sport 24, tutti gli show di Champions League, Europa League, Serie A e Serie B, Sky Calcio Club e tutte le Produzioni Originali di Sky Sport. Al primo piano del Building 1 si visiteranno le 6 regie, tutte full HD, di cui 2 dedicate alla Remote Production (per Formula 1 e MotoGP). Infine, le sale apparati che ospitano le parti elettroniche delle macchine in utilizzo nelle regie.
# Info utili per partecipare
Indirizzo – Via Luigi Russolo, 4, MILANO, MI
Sabato 23 Marzo 2024: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: 15 persone ogni 30 minuti
Domenica 24 Marzo 2024: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30) Note: 15 persone ogni 30 minuti
Note per la visita – Non è possibile accedere con zaini, caschi o borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili né armadietti né guardaroba. Ai visitatori non è consentito effettuare riprese video e/o fotografie in tutto l’edificio, fatta eccezione per gli studi televisivi e/o altri locali espressamente indicati da Sky Italia durante la visita. L’accesso alla visita è consentito previa registrazione, da effettuarsi in loco con i propri dati personali ed un documento d’identità valido.
Mezzi pubblici:
M3 (gialla) – fermata Rogoredo FS
Stazione di Milano Rogoredo FS (Trenord, Trenitalia, Italo)
Autobus 77 e 88
Possibilità di parcheggio:
su strada libero (via Monte Penice)
su strada a pagamento (via del Futurismo)
parcheggio ATM Rogoredo Santa Giulia (via Francesco Pizzolpasso, 7)
Durata visita– 45 minuti
Luogo accessibile. Ingresso dedicato agli iscritti Fai (con possibilità di iscrizione in loco).
Il colosso americano ha acquistato una parafarmacia a Milano. Ecco cosa se ne farà.
BEAUTY e FARMACI: in arrivo a MILANO il primo NEGOZIO FISICO di AMAZON
# Il debutto in Cadorna
L’appetito di Amazon pare non avere limiti. Nel mirino ci sono ora le parafarmacie italiane. La prima è nel centro di Milano. Il colosso americano ha acquistato la parafarmacia Pulker di piazzale Cadorna. Come riporta il sito Pharmacy Scanner, il negozio è stato ceduto a gennaio alla Pellicano Italy, poi rilevata da Amazon.
# Da Milano l’assalto di Amazon al mercato europeo?
Non si tratta di una novità assoluta. Negli Stati Uniti è già presente nel settore con i marchi di Amazon Pharmacy e Pillpack, entrambi però online. In questo caso sembra che Amazon non sia intenzionata a proseguire unicamente online, ma di puntare per l’Italia ai punti vendita fisici, nei quali offrirebbe solo farmaci senza obbligo di prescrizione e i prodotti beauty. C’è chi ipotizza che la mossa di Amazon possa essere un punto di partenza non solo per il mercato italiano ma per quello europeo. Non si sa comunque quale sarà l’insegna con cui Amazon aprirà il suo primo negozio. A presto per gli sviluppi.