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Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

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Legnani

Nella storia della danza classica, a livello mondiale, sono quattordici le ballerine che hanno conseguito il titolo di “prima ballerina assoluta”. Un riconoscimento assegnato alle danzatrici più importanti, inarrivabili. Tra queste quattordici, ben tre sono milanesi.

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

# Nata al Bottonuto, un quartiere oggi scomparso, si formò alla scuola di ballo alla Scala

Pagina Milano Scomparsa FB – Bottonuto anni 30

La prima a diventare “prima ballerina assoluta” fu Pierina Legnani, nata poco distante dal Duomo il 30 settembre 1868. Lo divenne nel 1894 (a 26 anni) grazie al Maestro di ballo francese Marius Petipa, primo Maitre de ballet nella compagnia di danza imperiale di San Pietroburgo. La seconda italiana, in ordine cronologico, ad aver conseguito il prestigioso titolo fu l’indimenticabile talento milanese, Carla Fracci, diventata “prima ballerina assoluta” secondo la recensione del New York Times nell’edizione del 12 luglio 1981, in occasione dell’esibizione dell’artista al Metropolitan Opera HouseLa terza è invece Alessandra Maria Ferri, diventata “prima ballerina assoluta” al Teatro alla Scala nel 1992. 

Ma torniamo alla prima a conseguire una nomina che regala alla ballerina un qualcosa di mitico, forse perfino di mistico ed eterno. Pierina Legnani nacque nell’umile quartiere Bottonuto, che si trovava nella zona dell’attuale Piazza Diaz e vie limitrofe. Si formò alla scuola di ballo alla Scala, sotto la guida di un’altra illustre ballerina milanese, Caterina Beretta.

# Dal debutto ai palcoscenici internazionali

Di Unknown photographer. Photography studio of the Imperial Mariinsky Theatre. St. Petersburg, Russian Empire. – Property of the uploader., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18216965 – Pierina Legnani in Russia

Il debutto della Legnani risale al 1888, in “Amadriade”, ballo fantastico brillante in otto quadri, di Luigi Danesi: dimostrò fin da subito grazia e forza, eleganza e carisma, le si attribuì la capacità di eseguire trentadue fouettes en tournant consecutivi, ma lei stessa confidò di arrivare al massimo a venticinque. A ventiquattro anni diventa prima ballerina alla Scala, a venticinque manda in visibilio il pubblico dellAlhambra Teheatre di Londra, poco dopo la sua fama la fa arrivare a San Pietroburgo, dove viene chiamata al Taetro Mariinskij. Qui i suoi virtuosismi appassionano gli spettatori che riempiono la sala solo per lei. Pierina Legnani inizia una prolifica collaborazione con il coreografo ed ex ballerino Marius Petipa, studia con il danzatore, quasi coetaneo, Nokolai Legata e con il coreografo Christian Johansson, diventando sempre più precisa, acrobatica ed elegante.

# Le sue esibizioni più importanti

Legnani

Epiche sono state le sue esibizioni in “Cenerentola”, “Le Talisman”, “Le halte de cavalerie” e in “Raymonda”. Ne “Il lago dei cigni”, è Odette e la sua rappresentazione del 1894, al teatro Mariinskij, viene ancora oggi considerata la migliore di tutti i tempi.

Tornata in Italia, va a vivere nella ridente Pognana Lario, sul lago di Como, diventando anche una preziosa maestra di danza. Morì a Milano il 15 novembre 1930, dopo aver coperto anche il ruolo di commissaria d’esame alla Scala.

FABIO BUFFA 

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10 messaggi alla “milanese” per chiudere una relazione d’amore

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Ph. tranmautritam

Chiudere una relazione non è mai facile. All’inizio del rapporto si dovrebbe stabilire una safety word come nel sadomaso: quando uno dei due dice quella parola la relazione termina automaticamente e chi si è visto si è visto.
Purtroppo i rapporti umani sono più complessi di quelli che si instaurano tra persone che indossano una tuta in lattice.
Per fortuna però siamo a Milano, e questa grande città può suggerire dei messaggi da inviare per lasciare il partner.

10 messaggi alla “milanese” per chiudere una relazione d’amore

Ph. niekverlaan

#1 Interesse composto

“Sapevi di essere un bene soggetto a deprezzamento. Ti lascio ora fin che hai ancora un buon valore di mercato. Lo faccio per te.”

#2 Fedeltà

“Ti amo ma sono sposato con il mio lavoro.”

#3 L’incontro a sorpresa

“Nel meeting di questa mattina ho visto il tuo ex.”
“Quale?”
“Io!”

#4 Salvataggio in corner

“Non sono pronto per una relazione così seria. Però qualche volta possiamo vederci per l’aperisesso.”

#5 Divieto di sosta

“Ho parcheggiato la nostra storia d’amore nella doppia fila dei miei sentimenti con le quattro frecce. Ora devo andare prima che la mia coscienza me la rimuova.”

Ph. JESHOOTS-com

#6 Concentrato

“Ora non posso amarti. L’Inter deve prima vincere la Champions.”

#7 Metaforico

“Ti lascio perché fare l’amore con te è come entrare in Galleria Vittorio Emanuele.”

#8 Concreto

“La nostra relazione è importante ma troppo accidentata. Non può continuare, è come andare in bici sul pavé. Quando piove.”

#9 Intraprendente

“Noi due siamo un grande team però è venuto il momento di mettermi in proprio.”

#10 Definitivo

“Quando ti sei innamorato del mio look, dei miei vestiti alla moda e dei miei modi eleganti e raffinati dovevi andare oltre alle apparenze. Pensavi di aver trovato l’uomo perfetto, invece sono gay.

Continua la lettura con: I parcheggi creativi dei milanesi per disfarsi dell’auto

FRANCESCO BOZ

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5 ghost town per una gita da brividi da Milano

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basile6708 IG - Mulini di Piero

In Lombardia ci sono diversi paesi ormai abbandonati ma, ciò nonostante, cresce la schiera dei turisti curiosi di visitare luoghi storici dal fascino antico.

5 ghost town per una gita da brividi da Milano

#1 Assiano, il borgo abbandonato nei pressi di Baggio 

il curiosone FB – Assiano

Un borgo rurale antichissimo situato nei pressi di Baggio e che si affaccia sulla strada denominata via Cusago che collega il comune di Cusago al quartiere di Baggio. Per lungo tempo è stato un borgo di eccellenza quanto a produzione di fragole, di burro e formaggio. Oggi si presenta come un insieme di Cascine, granai e costruzioni agricole abbandonate.

Leggi anche: #37 – ASSIANO: il quartiere “fantasma” che è ancora campagna

#2 Borgo del Canto, il borgo raggiungibile solo a piedi in provincia di Bergamo 

a_the_void IG – Borgo del Canto

In provincia di Bergamo sul monte Canto, si trova questo borgo abbandonato caratterizzato da un insieme di ruderi e rovine di origine agricola. L’abbandono è frutto del noto fenomeno che, in molti borghi di campagna, ha comportato la fuga verso i nuclei cittadini. Situato nella Valle San Martino a Pontida, era un borgo medievale ricco di monasteri e abbazie ed oggi è raggiungibile solo a piedi dalla frazione di Fontanella oppure da Pontida.

#3 Consonno, la “Las Vegas d’Italia” nel comune di Olginate in provincia di Lecco 

Credits: anto1993_, IG – Consonno, Olginate

In questo borgo gli edifici sono ancora conservati, se pur parzialmente. L’abbandono è stato infatti causato da una serie di frane del terreno. Famoso per l’appellativo di paese dei balocchi, il borgo era stato pensato per diventare una sorta di Las Vegas della Brianza, ma l’ennesima grave frana ha costretto gli abitanti ad un definitivo abbandono. 

#4 Piero, il borgo in provincia di Varese immerso nella natura 

basile6708 IG – Mulini di Piero

Il borgo fantasma di Piero, frazione di Curiglia, si trova in Val Veddasca, sulle alture del lago Maggiore, in provincia di Varese. Offre panorami naturalistici mozzafiato, anche grazie al fiume Giona che li attraversa. Poco distante dal paesino di Piero si trovano i famosi mulini, restaurati negli anni ’90 ma ormai totalmente abbandonati.

#5 Monteviasco, uno dei borghi più belli d’Italia quasi disabitato 

luciabnch IG – Monteviasco

Monteviasco, non lontano da Piero, è “uno dei borghi più belli d Italia”, caratterizzato da casette di montagna e vecchie baite in legno. Non è abbandonato, anche se il numero di abitanti si contano sulle dita di due mani, ma è raggiungibile solo a piedi attraverso un percorso in salita di più di 1400 gradini. Da non perdere la cascata di Giona, formata dall’omonimo fiume, che attraversa queste vallate verdeggianti e va a sfociare nel lago Maggiore. 

Continua la lettura con: Grazie! Un nuovo borgo lombardo tra i tre più belli d’Italia

ALESSANDRA GURRIERI

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La misteriosa diciassettesima colonna di San Lorenzo

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ganeshel IG - Colonne di San Lorenzo

Un grande classico. Andare in San Lorenzo e contare le colonne. Una, due, tre… sedici. Sono sedici. Invece no. Nessuno vede che ne esiste anche un’altra. Che nessuno vede. 

La misteriosa diciassettesima colonna di San Lorenzo

# Il luogo più conosciuto della Milano Romana

Credits Lgraniczny-pixabay – Colonne di San Lorenzo

Per tutti a Milano sono “le colonne”. Anche se ce ne sono altre di famose in città, sicuramente le più suggestive sono loro. Le Colonne di San Lorenzo, in Porta Ticinese, sono forse il luogo più conosciuto della Milano Romana. Gli edifici originari da cui provengono risalgono a un periodo compreso tra il II o III secolo dC.

Cesco-pixabay – Basilica di San Lorenzo

Le colonne fanno da cornice alla Basilica di San Lorenzo e con molta probabilità era prevista in un origine che ne completassero il patio. La loro collocazione attuale è stata completata tra l’XI e il XII secolo con la posa dell’arco al centro del colonnato.

Leggi anche: #19 – MILANO ROMANA: 13 cose dell’antica Roma rimaste a Milano (MAPPA)

# Le colonne sono davvero 16?

ganeshel IG – Colonne di San Lorenzo

Le colonne sono alte circa 7 metri e mezzo in marmo di Musso e provviste di capitelli corinzi, provenienti da due edifici differenti. Ai capitelli più bassi è stato aggiunto uno spessore in laterizio per livellarli con gli altri. Come tutti i milanesi sanno, e chi ci passa davanti può confermarlo, le colonne sono 16 in totale: ma è davvero così? A un primo sguardo sembrerebbe proprio così, anche contandole una per una. Invece al conto ne sfugge una…

# Bisogna guardare più su

Credits Andrea Cherchi – Dettaglio Colonne di San Lorenzo

Secondo alcune leggende l’avrebbe nascosta il Diavolo. Ma non stiamo parlando di una colonna uguale alle altre 16. Come ricorda Giacomo Bertolotti, a San Lorenzo c’è una colonna che nessuno nota e che porta il numero totale a 17.

Credits Andrea Cherchi – Dettaglio piccola colonna

Per vederla bisogna mettersi al centro del colonnato: alzando la testa verso l’alto e osservando con attenzione si può notare una colonna in miniatura, con una piccola croce sopra posizionata sulla sommità dell’arco. 

Continua la lettura con: I MISTERI delle COLONNE di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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La terza regina delle università di Milano: chi è Marina Brambilla, la nuova rettrice della Statale

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Elezione storica alla Statale di Milano: per la prima volta nel suo secolo di storia è stata nominata come rettore una donna. Si tratta di Marina Brambilla. Ma il fatto storico è anche un altro: per la prima volta tutte le tre università statali di Milano hanno al loro vertice una donna. 

La terza regina delle università di Milano: chi è Marina Brambilla, la nuova rettrice della Statale

# L’elezione di Marina Brambilla, paladina della libertà di pensiero e del diritto allo studio 

La prima donna a essere eletta come rettore proprio nell’anno del centenario della Statale ha ottenuto 1.651 preferenze contro le 644 del suo sfidante, Luca Solari. Si tratta di Marina Brambilla, già parte della governance dell’ateneo dal 2018 come prorettrice ai servizi per la didattica. Ha avuto risalto nelle cronache per la “no tax area” a 30mila euro di Isee, consentendo così a uno studente su due di essere esonerato dal pagamento delle tasse universitarie. Dopo la laurea allo Iulm e il dottorato all’Università di Pavia, ha iniziato a lavorare alla Statale vent’anni fa, diventando docente di Linguistica tedesca. “Saranno sei anni complessi, caratterizzati da transizione ambientale e digitale, con importanti impegni verso il territorio, il Paese e Campus Mind”, ha spiegato la neo-rettrice, aggiungendo che “Gli atenei devono restare luoghi di confronto e di libertà, passione e discussione”. Con la sua nomina ora tutti e tre gli atenei pubblici di Milano sono in mani femminili, dopo Giovanna Iannantuoni dell’Università Bicocca e Donatella Sciuto del Politecnico.

# Donatella Sciuto, l’ingegnere con l’innovazione in testa per un Politecnico senza frontiere

Dal 2023 anche il Politecnico è passato per la prima volta nella sua storia a guida femminile. La nuova rettrice è Donatella Sciuto, ingegnere di Varese, laureata al Politecnico con un successivo Master in Business Administration alla Bocconi, dopo aver studiato anche in America, all’Università del Colorado. Entrata come professore associato al Politecnico all’inizio degli anni ’90 è stata promossa a professore ordinario nel 2000. Nel 2010 è diventata vice rettore dell’università e vice rettore esecutivo nel 2015. I suoi campi di ricerca riguardano in particolare i sistemi embedded, l’elettronica a basso consumo e l’integrazione su vasta scala multicore, con applicazioni che includono le smart buildings. “Non credo che essere femmina abbia influenzato le mie scelte scolastiche”, ha dichiarato in un’intervista a Bet She Can, “Nella mia famiglia non sono mai state messe in discussione le mie capacità rispetto a quelle di mio fratello. L’unica differenza tra me e mio fratello è che mia madre ogni tanto cercava di farmi indossare la gonna invece dei pantaloni!”.

# Giovanna Iannantuoni, la prima-donna dei record al vertice della Bicocca

Credits: unimib.it
Giovanna Iannantuoni

Ma la prima è stata lei: Giovanna Iannantuoni. Nata a Lucera, in provincia di Foggia, si è laureata in Discipline Economiche e Sociali (DES) alla Bocconi. Ha poi ottenuto il PhD in Economics presso l’Università di Lovanio, in Belgio. Sempre all’estero ha intrapreso la carriera nelle università di Rochester, Cambridge, Lovanio e come professore associato all’Università Carlos III de Madrid. Nel 2006 è tornata in Italia come associato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2014 è professore ordinario. È stata coordinatrice del Dottorato di Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca fino al 2015 e, dal 2015 al 2019, Presidente della Scuola di Dottorato. Dal 2019 è diventata rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, la prima donna a ricoprire tale ruolo in una università di Milano. Non solo: nel novembre 2023 è diventata anche la prima donna Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. “La mia Milano sarà sempre più modello di città ideale, riferimento per l’Italia e attrattiva per il resto del mondo”, ha dichiarato in questa intervista a Milano Città Stato.

Continua le lettura con: Intervista a Giovanna IANNANTUONI: “la mia Milano sarà sempre più modello di CITTÀ IDEALE, riferimento per l’Italia e attrattiva per il resto del mondo”

ANDREA ZOPPOLATO

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Metro e treni: il 50% dei cantieri a Milano sono fermi o in ritardo

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Roberto di Milano FB - Cantiere Bettola

Peggiora la situazione nell’area milanese rispetto alla rilevazione precedente effettuata dall’osservatorio di Confindustria. Aumenta il numero dei cantieri in ritardo e quelli fermi o non ancora partiti in base ai cronoprogrammi previsti. 

Metro e treni: il 50% dei cantieri a Milano sono fermi o in ritardo

# La situazione è peggiorata rispetto al 2022: i cantieri fermi sono saliti dal 30% al 44%

Mappa trasporti Lombardia

Analizzando i dati dell’ultimo rapporto Oti Nord, il documento dell’osservatorio di Confindustria sull’intera mobilità di persone e merci dal Piemonte al Friuli, è emerso come sui 15 sistemi infrastrutturali del sistema logistico del Nord Italia due dei tre punti più critici toccano direttamente Milano.  Facendo un confronto tra il 2022 e il 2023 si è registrato un miglioramento per quanto riguarda i progetti in linea e quelli in ritardo, passati rispettivamente dal 30% al 33% e dal 40% al 22%, mentre i progetti fermi sono saliti dal 30% al 44%.

# Tre cantieri ferroviari fermi o in ritardo nell’area milanese

Di User:Arbalete – Opera creata e caricata dall’autore (own work by uploader). Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10454299 – Milano-Asso

Facendo il focus sui progetti ferroviari ci sono tre importanti opere che insistono nell’area milanese sotto osservazione. I lavori previsti sulla direttrice ferroviaria Milano-Seveso-Asso presentano alcuni rallentamenti e criticità. Entro il 2024 dovrebbe essere attivato il cantiere, in ritardo di qualche anno rispetto al cronoprogramma precedente, per chiudersi nel 2027. Tutte le risorse, 68 milioni di euro, sono già state stanziate.   

Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30977549 – Linea Milano-Mortara

Il ritardo il potenziamento della Milano-Mortara, che prevede il raddoppio della linea è un investimento complessivo di 874 milioni di euro. La prima fase dei cantieri riguarderà la tratta Albairate-Abbiategrasso, ma al momento i 282 milioni di euro non sono stati ancora messi a disposizione. 

A questo si aggiunge il quadruplicamento della tratta Pavia-Voghera sulla nuova alta velocità Milano-Genova, quella tra Rogoredo-Pieve Emanuele dovrebbe essere conclusa entro il 2026. Se tutte i nodi dovessero sciogliersi a breve i cantieri potrebbe essere portati a termine per il 2030.

# I prolungamenti in ritardo: M1 a Cinisello Bettola e M5 verso Monza

Roberto di Milano FB – Cantiere Bettola

Sul fronte metropolitane la situazione non è tanto più rosea, dato che anche il completamento della linea M4 sta rispettando un cronoprogramma rivisto numerose volte, con i problemi più seri che toccano i prolungamenti. Stiamo parlando in particolare di due progetti:

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola
  • l’estensione della M1 verso Cinisello/Monza Bettola, di 1,9 km e due fermate a nord. I lavori sono stati fermati dalla vecchia impresa, che ha rinunciato al contratto, e al netto di un piccola ripresa nella stazione di testa la fase di avanzamento è del 55%. Mancano inoltre 38 milioni di euro, anche se circa 20 dovrebbe essere stati ottenuti dal Sindaco di Cinisello Balsamo, e l’apertura del nuovo tratto di linea dovrebbe slittare almeno di 3 anni, dal 2024 al 2027.
Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5
  • il raddoppio della linea M5 fino a Monza, con 13 km di tracciato e 11/12 fermate. Vanno trovati ancora gli extra costi, per completare il finanziamento, ma i cantieri dovrebbero essere avviati nel 2025 per poi terminare nel 2032. Anche in questo si parla di due anni di ritardo rispetto all’ultimo cronoprogramma. 

Fonte: Milano Corriere

Continua la lettura con: La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Milano città chiusa: nuove strade off limits, Area B a pagamento e Area C più costosa?

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Foto di Jannis Lucas su Unsplash - Via Montenapoleone Milano

Accedere e spostarsi con un veicolo a motore privato nel Comune di Milano sta diventando sempre più difficile e costoso. E all’orizzonte spuntano ulteriori aggravi. Scopriamo le ipotesi sul tavolo.

Milano città chiusa: nuove strade off limits, Area B a pagamento e Area C più costosa?

# Area B diventa a pagamento?

Telecamere Area B

Tra le ipotesi messe sul tavolo per Area B, che coincide in gran parte con il territorio del Comune di Milano ed esclude i veicoli con motorizzazione fino a Euro 2 benzina e Euro 5 diesel, c’è quella di un’introduzione di un ticket di accesso. Nell’estate 2023 si era parlato di tariffe “non particolarmente alte”, ma al momento non c’è nessuna data e nemmeno la conferma di un’eventuale cambio delle regole. I milanesi e i residenti dell’hinterland possono tirare un sospiro di sollievo, tranne quelli che non potranno più circolare in città con i prossimi divieti previsti dal calendario: da ottobre 2025 gli esclusi saranno i veicoli benzina Euro 3 e i diesel Euro 6 A-B-C acquistati dopo il 31.12.2018.

Leggi anche: Area B: l’HINTERLAND diventa il PARCHEGGIO di Milano?

# La tariffa di Area C potrebbe salire fino 10 euro, con pagamento anche per le auto ibride ed elettriche

Area C

L’Area C, che invece si estende su tutto il Municipio 1, ha invece registrato il tanto temuto incremento passando da 5 a 7,50 euro. Esentate dal pagamento sono le auto elettriche e ibride con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km, mentre i residenti beneficiano di 50 transiti gratuiti annuali, poi il costo è di 3 euro al giorno. In futuro, secondo l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione di ridurre la congestione e l’inquinamento rafforzato dal recente Piano Aria e Clima di recente approvazione, accedere in centro potrebbe diventare ancora più costoso.

I consiglieri della maggioranza Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini e Carlo Monguzzi hanno presentato un ordine del giorno all’inizio del 2024 con delle proposte di ulteriore inasprimento delle regole d’accesso alla Cerchia dei Bastioni, tra queste “valutare un significativo incremento del ticket” che potrebbe arrivare a 10 euro e quella di far pagare tutti, anche “i 31 mila veicoli, ibridi ed elettrici, che oggi entrano liberamente”. Un’altra chiedeva di estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamere oltre l’intervallo attuale 7.30-19.30, mentre già nel 2024 dovrebbe essere estesa anche al fine settimana, esclusi i residenti che il sabato e la domenica continueranno ad accedere.

# Estensione del divieto di accesso alle auto dei non residenti oltre il perimetro del Quadrilatero allargato 

Foto di Jannis Lucas su Unsplash – Via Montenapoleone Milano

A settembre del 2024 è attesa la chiusura al traffico di auto private nel “super centro”, corrispondente al Quadrilatero della Moda e altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. L’accesso è consentito solo ai residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Il Sindaco Sala guarda però già oltre, non escludendo di allargare ancora di più il perimetro nel prossimo futuro, ad esempio rendendo pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024.  Altra ipotesi sul tavolo è quella di vietare l’accesso a Milano anche per moto e motocicli giudicati inquinanti.

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Continua la lettura con: L’ultimo divieto di Milano: sarà vietato comprare un gelato o una bottiglia d’acqua dopo la mezzanotte?

FABIO MARCOMIN

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“Uomini e donne sono diversi: non mi piace quando si dice che non ci sono differenze”

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“Uomini e donne sono diversi: non mi piace quando si dice che non ci sono differenze: il cervello delle donne e il cervello degli uomini funziona in modo diverso, la ricchezza nel lavorare insieme sta in questo cambio”. In che cosa la donna deve fare attenzione nei rapporti con gli uomini? Risponde Candida Morvillo a @fermento.online www.fermento.online @fermento.online  #fermento

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Continua con: Mario Vanni: la vera politica è fatta di sogni e di ideali

LA FENICE

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Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano: produce anche latte

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il nuovo policlinico
il nuovo policlinico

Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano, noto a tutti come Ospedale Maggiore o Ca’ Granda.

Il più grande proprietario terriero d’Italia è il Policlinico di Milano: produce anche latte

# Costruito da Sforza per curare i più poveri

L’ospedale venne creato nel 1456 da Francesco Sforza per aiutare i più poveri e bisognosi e nel tempo ha saputo attrarre anche un’utenza pagante altolocata. Già nel 1470 l’istituto si distingueva per servizi di eccellenza, come la farmacia interna che lavorava solo per i pazienti, dalle autopsie per capire e curare nuove patologie, dalla cura di ogni paziente che era innanzitutto lavato, vestito di una veste candida, messo su un letto singolo con materasso di piume e per ogni due letti veniva costruito un bagno. Ogni letto era a baldacchino per permettere la sicurezza e la privacy degli ammalati.

# Sei secoli di donazioni per un patrimonio da record: gli utili sono devoluti alla ricerca

nuovo policlinico

Il cospicuo patrimonio rurale dell’Ospedale Maggiore proviene da donazioni di sei secoli e ad oggi è composto da 85 milioni di metri quadrati di campi, 100 cascine, 1 abbazia, 4 chiese cinquecentesche, diversi antichi oratori e km di rogge e canali, per un valore di oltre 600 milioni di euro.

Per gestire l’ingente proprietà, nel 2015 venne creata la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda (oggi Fondazione Patrimonio Ca’ Granda), con lo scopo di valorizzare tale patrimonio agroambientale. Gli utili della gestione della Fondazione, da statuto, sono devoluti alla ricerca sanitaria dell’ospedale. La carica di consigliere del CdA è svolta a titolo gratuito e, al fine di garantire un controllo diretto della gestione, viene riservata agli stessi consiglieri del Policlinico.

# Il Ca’ Granda, il latte biologico dell’Ospedale

Credits: urbanfile.org
nuovo Policlinico

Oggi, la Fondazione produce anche il Ca’ Granda: latte biologico munto in una delle cascine dell’ospedale e lavorato presso il lattificio cremonese Padania Alimenti, distribuito in esclusiva da Esselunga.

Nel 2018 hanno aperto al pubblico l’Archivio Storico del Ca’ Grande, un luogo ricco di storia e fascino, ove è possibile ammirare l’enorme quantità di documenti amministrativi oltre a reperti storici di inestimabile valore come le lettere firmate da Napoleone e Leopardi o la collezione di opere d’arte di Segantini, Hayez e Carrà.

Continua la lettura con: La terza regina delle università di Milano: chi è Marina Brambilla, la nuova rettrice della Statale

STEFANIA CERVI

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L’ultimo divieto di Milano: sarà vietato comprare un gelato o una bottiglia d’acqua dopo la mezzanotte?

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credits: @milanodisera IG

L’accesso in centro. Poi in città per le auto considerate inquinanti. Poi in singole zone. Poi per i parcheggi. Poi per le auto oltre i 30 km/h. Poi per il fumo all’aperto. Ora potrebbe arrivare un nuovo divieto: stop alla vendita d’asporto per cibo e bevande dopo la mezzanotte.

L’ultimo divieto di Milano: sarà vietato comprare un gelato o una bottiglia d’acqua dopo la mezzanotte? 

A partire dal mese di maggio, il Comune di Milano ha intenzione di vietare dopo la mezzanotte l’asporto di bevande e cibo, soprattutto nelle zone maggiormente interessate dalla movida come, per esempio, Brera, Ticinese, Arco della Pace e corso Como. Non si potrà così acquistare cibo d’asporto. Come il gelato.

Il divieto dovrebbe durare dal 17 maggio al 4 novembre per tutti i giorni della settimana.
Non solo:  anche per i venditori ambulanti non sarà vita facile, posto che dovranno interrompere ogni attività, ogni giorno a partire dalle 20. Anche i dehors dovranno chiudere da mezzanotte e mezza.
 
Credits bikeitalia – Dehor a Milano
L’ordinanza, già oggetto di numerose contestazioni, non è ancora stata firmata. Al momento è pubblicata nell’Albo pretorio come “avvio di procedimento”.
La motivazione risiede nell’esigenza di limitare gli orari delle attività dei pubblici esercizi nelle zone residenziali così da garantire “la tranquillità e il riposo dei residenti”.

Dure le reazioni di Fioe e Confcommercio, che non hanno tardato a replicare duramente ritenendo gravemente dannoso un provvedimento che potrebbe colpire le aziende che lavorano, producono ricchezza e fatturano. “Impossibile vendere dopo mezzanotte un cono gelato o una bottiglia d’acqua. L’amministrazione comunale si sta rendendo conto di cosa sta facendo?” è il commento di Confcommercio. 

Continua la lettura con: Milano smoke free

ALESSANDRA GURRIERI

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La nuova vita di Largo Augusto

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Pierfrancesco Maran FB - Largo Augusto

Rinasce un altro luogo iconico interessato per anni dai cantieri della linea M4. Si trasforma da slargo trafficato a piazza pedonale. Le foto e gli interventi le realizzati.

La nuova vita di Largo Augusto

# Da slargo trafficato a piazza pedonale

Pierfrancesco Maran FB – Largo Augusto

Un nuovo pezzetto di città interessata da lunghi cantieri e prima ad uso esclusivo della mobilità su ruote è stata restituita ai milanesi. A 7 anni dalla partenza dei lavori per la realizzazione della linea M4, che dalla scorsa estate è operativa tra Linate e San Babila, ha riaperto infatti Largo Augusto. Una riapertura che vede portare a compimento il progetto del 2020 di trasformazione di un luogo di traffico in piazza pedonale con pavimentazione in cubetti di granito nazionale posati in file parallele, tre aiuole con alberi di magnolia e i liriodendro, essenze e cespugli. Per farlo sono state chiusi al traffico i corselli laterali, mantenendo la viabilità attraverso itinerario via Cesare Battisti – via Cavallotti – corso Europa – via Larga e lasciando la svolta a sinistra da largo Bersaglieri a via Verziere.

# Il ritorno dell’antica Colonna del Verziere nella posizione originale

Milano Segreta Fb – Colonna Verziere

La riqualificazione ha incluso il riposizionamento della seicentesca Colonna del Verziere, con il Cristo Redentore in cima, spostata e custodita in un deposito M4 durante i cantieri, è stata restaurata e collocata nel nuovo Largo Augusto. 

Urbanfile – Antica colonna Verziere

L’intervento ha previsto inoltre la posa della più antica “ruvida colonna” in ceppo e granito scoperta durante i restauri, una delle “croci” volute da san Carlo Borromeo nella seconda metà del ’500 durante la peste,  nella collocazione originaria di quando presidiava l’antica Porta Tosa prima del suo spostamento in Piazza Cinque Giornate. Si trova per l’esattezza nell’angolo posto verso Piazza Fontana ed è collegata a terra a quella più “moderna” da una piccola e simbolica venatura in bronzo. 

Progetto San Babila pedonale. Credits: Comune di Milano

Da qui partirà poi un filare di querce, tigli, pruni e altri alberi a ricostituire l’asse verso l’antico mercato del Verziere.

# La riapertura temporanea in occasione della Design Week

Urbanfile – Largo Augusto

La riapertura in questa nuova veste è temporanea, fino al termine del Fuorisalone, per circa il 20% degli spazi. Si prevede infatti il ritorno delle cesate in una porzione della neonata piazza per poi inaugurare ufficialmente a giugno di quest’anno.

Leggi anche: Cosa non perdere al Fuorisalone: la super guida di Biraghi

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

FABIO MARCOMIN

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Cosa non perdere al Fuorisalone: la super guida di Biraghi

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Credits Andrea Cherchi - Villa Borsani

Anche per l’edizione del Fuorisalone 2024 torna la selezione di Giacomo Biraghi con le location, le mostre e i talk da non perdere a Milano. Scopriamo la top 15 e le curiosità di quest’anno.

Cosa non perdere al Fuorisalone: la super guida di Biraghi

#1 Design Variations in Darsena

Allestimento Park Associati

All’interno di un garage brutalista del 1937 di 3.000 mq un percorso contemporaneo nell’economia circolare e nella sostenibilità in occasione della quarta edizione di Design Variations presentato da MoscaPartners. all’ingresso un’opera site-specific di Nathalie Du Pasquier, mentre l’allestimento modulare con una scenografia di mattoni di cemento di canapa è firmato da Park Associati.

#2 Baranzate Ateliers vicino a Linate

Baranzate Ateliers

Nella mecca delle mega destinazioni post industriali in Via Fantoli 16/3 viene presentato un panorama di nuove e vivaci opere di 14 designer da Zaventem Ateliers. Gli artisti hanno prodotto progetti unici e innovativi lavorando in piena sinergia e guidati da un profondo impegno nei confronti dei valori sociali e ambientali.

#3 Artezanos in un ex cinema al Casoretto

Credits Andrea Cherchi – Ex cinema Casoretto

Un ex cinema riaperto per l’occasione a 30 danni dalla chiusura con la prima collezione di Artesanos curata da Davide Fabio Colaci e Luisa Bertoldo. Gli arredi sono firmati Iacchetti, Casadei e Zaven e sintetizzano l’artigianato e la cultura del progetto contemporaneo.

#4 La Casa Dentro in zona Scalo Romana

In Via Orobia 10, presso la Fondazione ICA Milano, c’è la mostra personale a cura di Alberto Salvadori. “La Casa Dentro è una meditazione sulla memoria, sulla nostalgia per ciò che è andato perduto e sull’impossibilità di disimparare completamente.” L’opera di Formafantasma sfida le consuetudini cercando di mettere in discussione i codici del design modernista. 

#5 Casa Mutina in via Cernaia a Brera

casciaroli.it IG – Casa Mutina

Un’installazione con una serie di novità interamente firmate Ronan Bouroullec, che coinvolge gli spazi di Casa Mutina Milano, il giardino e il loft dell’adiacente Spazio Cernaia. Per la prima volta viene creato un dialogo tra spazi interni ed esterni attraverso le creazioni del designer francese.

#6 Artemest di fianco al Cenacolo

Artmest presenta la seconda edizione de L’Appartamento, una vera open house di una dimora principesca, Residenza Vignale, abbinata alla celebrazione della bellezza e dell’unicità dell’artigianato e del design italiano.

#7 Lampo in zona Farini

mathildegaudin_m IG – Lampo Milano

Isola Design Festival presenta un’evoluzione del suo format di successo, con nuove location tra cui Lampo Milano nello storico scalo ferroviario Scalo Farini. Al suo interno viene celebrato design da collezione, progetti unici ricchi di storia e prodotti contemporanei realizzati da designer indipendenti e studi di design di tutto il mondo.

#8 Palazzo Confalonieri in zona Scala

In Via Romagnosi 8, a pochi passi dal Teatro alla Scala, lo storico Palazzo Confalonieri viene aperto per la prima volta grazie alla nona edizione firmata ADVANTAGE AUSTRIA e un concept creativo dei pluripremiati architetti Vasku & Klug. Per l’occasione viene esposta una vasta gamma di prodotti di punta di design austriaco, selezionati da un’apposita giuria, dai mobili per la casa fino ai servizi per la tavola.

#9 Capsule Plaza in via Maiocchi

L’editoria indipendente in una galleria d’arte. Torna per la sua seconda edizione Capsule Plaza nella solita location dello Spazio Maiocchi, a cui si aggiunge l’iconica destinazione di 10 Corso Como, con gallerie dedicate all’arte e al design recentemente rinnovate dall’agenzia interdisciplinare 2050+.

#10 Ex Casa dell’Acqua nel parco Trotter

fuorisalone.it – Bagno diurno

L’ex Casa dell’Acqua di Via Giacosa 30 viene riaperto grazie a Studiolatte e Finemateria con Inabita il progetto immersivo Bagno Diurno, con una serie di talks e installazioni multisensoriali, che affrontano il tema della cura del corpo in una dimensione collettiva, attraverso l’elemento dell’acqua.

#11 Oltre lo sguardo a Dergano

Oltre lo sguardo

In Via Giovanni Bovio 28 il nuovo spazio permanente Paola Lenti che si incontra con il Giappone accogliendo Hana-arashi, famiglia di oggetti disegnata da Nendo. Un’oasi urbana che guarda oltre il negozio di arredamento con le collezioni outdoor in simbiosi con piante di specie e stagionalità diverse, inserite in sei diversi habitat.  

#12 Opposite United alla Permanente

Al Museo della Permanente in Via Turati 34 va in scena il palinsesto “Opposites United: Intersections Beyond Boundaries” con una serie di talk imperdibili targati Zero in collaborazione con Kia. Diversi ospiti internazionali sono chiamati a riflettere sulle intersezioni disciplinari, artistiche e tematiche della contemporaneità

#13 Making sense of colour in via Archimede

Making sense of colour

Un garage per una esperienza sensoriale. Al Garage 21 di Via Archimede il colosso tecnologico Google propone un viaggio coinvolgente dall’etereo al materiale che fa luce su come il colore sia fondamentale per percepire il mondo che ci circonda.

#14 Design Tech in zona Certosa

Materioteca

La piattaforma di innovazione sul design è presente nella sua nuova sede CoFactory, la nuova fabbrica urbana dedicata alle attività di prototipazione rapida e fabbricazione digitale insediata nel Milano Certosa District, accessibile ai visitatori in anteprima assoluta. Al suo interno ospita una selezione di tabulae provenienti dalla materioteca Material ConneXion. Fino al 20 aprile si può partecipare ai Designtech Talk, una serie di incontri dedicati al pensiero, alla cultura e all’innovazione nel mondo del design. Domenica 21 aprile è prevista l’esposizione dei prototipi dei 4 progetti vincitori dell’Additive Design Contest realizzati con stampanti 3D nelle giornate precedenti.

Leggi anche: Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE

#15 Alcova a Varedo presso Villa Bagatti Valsecchi e Villa Borsani

Credits Andrea Cherchi – Villa Bagatti Valsecchi a Varedo

Villa Bagatti Valsecchi, splendido esempio di cascina settecentesca prima e villa nobiliare dallo stile eclettico nel secolo successivo in degrado da tempo. Viene animata in occasione delle Design Week 2024 da Alcova, la piattaforma dedicata a designer, aziende, istituzioni e ricercatori dedicata al design contemporaneo. Visitabile dalle ore 11:00 alle 19:00 con ultimo ingresso ore 18.00. Da non farsi sfuggire la ghiacciaia.

Credits Andrea Cherchi – Villa Borsani

Sempre a Varedo grazie ad Alcova si può visitare c’è Villa Borsani, un piccolo gioiello novecentesco per intenditori.

# Le curiosità più interessanti del 2024:

  • MEET in Porta Venezia, il luogo della sperimentazione digitale durante il Salone;
  • Drop City, ancora scintillante sotto le arcate della Centrale;
  • Dotdotdot per una riflessione sull’AI;
  • Indian Tiny Mega Store per un’esperienza indiana nella casa del Diavolo;
  • a Palazzo Giureconsult c’è la nuova location della Dutch Design Week;
  • nello storico quartiere delle 5 Vie da vedere l’atelier di Giopato & Coombe;
  • il Caffè Moak nello store di Seletti;
  • nella nuova fondazione Sozzani in Bovisa c’è ristorazione artistica di WE ARE ONA;
  • la nuova sede di Lombardini 22 al 13, Unipol e il nuovo progetto Urban Up;
  • la nuova “AEdicola Lambrate” in via Conte Rosso, riaperta per diventare spazio-contenitore: di mostre, eventi, residenze artistiche, djset, con la rivista Urbano;
  • JW Anderson e Rivista Studio;
  • nella suggestiva location industriale di un’ex fabbrica di cioccolato a Nolo, in Via Simone Saint Bon, il concept bar temporaneo di Cafè Populaire;
  • Porno Chic in via Conca del Naviglio;
  • Saint Louis alla chiesa del Carmine in Brera,
  • in Piazza Santo Stefano 10 c’è Rude Arts Club;
  • An Invitation to Dream, la mostra immersiva realizzata di Moncler alla Stazione Centrale;
  • Thom Browne alla palazzina Appiani;
  • Solar, la nuova famiglia di accessori per la casa di LaDouble J a Palazzo Belgioioso,
  • Design Care il fuorisalone di Valore Italia alla BAM.

Continua la lettura con: Le attrazioni imperdibili del Fuorisalone 24: i primi video e la fotogallery di Andrea Cherchi

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Milano città smoke free: i nuovi divieti in arrivo e le multe per i trasgressori

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Ph. Surprising_SnapShots

Milano sarà città smoke free. Le sigarette saranno messe al bando in tutti gli spazi pubblici. Il divieto scatta tra pochi mesi anche se già esiste in diversi luoghi all’aperto. 

Milano città smoke free: i nuovi divieti in arrivo e le multe per i trasgressori

Ph. pexels

# I divieti già in vigore

Milano si prepara a una nuova stretta contro il fumo. In realtà esiste già un divieto esteso in molti ambiti per l’articolo 9 del Regolamento in vigore dal 19 gennaio 2021. Non si può fumare nelle aree destinate al verde pubblico a meno di 10 persone da altre persone. Non solo: vietato fumare anche alle fermate dei mezzi pubblici, nei centri sportivi, negli stadi, nei cimiteri e nelle aree cani. 

# Milano smoke free dal 2025

Dal primo gennaio 2025 sarà vietato fumare in “tutte le aree pubbliche o a uso pubblico”, comprese strade o piazze, anche in questo caso “salvo in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone”, recita il Regolamento. Il divieto vale per le sigarette ma non per quelle elettroniche. 

# Le multe

I trasgressori rischiano dai 40 ai 240 euro, anche se non si sa ancora se siano state già applicate. La ragione di questa politica è di preservare la salute dei cittadini oltre che di limitare le emissioni di inquinanti. 

Ph. breedstock

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Le case dell’acqua a Milano: cosa sono e come funzionano

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Non solo navigli. Milano è anche la città delle case dell’acqua. Ma come funzionano?

Le case dell’acqua a Milano: cosa sono e come funzionano

Ph. https://www.latuaacqua.it/

Li abbiamo visti tutti girando per la città. Sono dei distributori che erogano acqua fresca, liscia o gassata. Ma di che acqua si tratta?

# Come funzionano?

Non bisogna fare troppa strada. L’acqua è la stessa che sgorga dai rubinetti delle nostre case. Ma in questo caso è a costo zero. Il servizio si attiva gratuitamente direttamente dai distributori con la Carta Regionale dei Servizi o la Carta Nazionale dei Servizi. Si possono prelevare fino a 6 litri di acqua al giorno a persona. Ma perchè sono state attivate?

# Dove si trovano?

Il Comune di Milano ha installato le Case dell’Acqua per incoraggiare l’uso dell’acqua potabile fornita dall’acquedotto e diminuire l’inquinamento legato all’utilizzo delle bottiglie di plastica. La mappa delle case d’acqua a Milano: Mappa case acqua.

# La qualità dell’acqua di Milano

Ma l’acqua di Milano è pura? Considerato che il valore medio del residuo fisso dell’acqua di Milano varia, tra le diverse zone, dai 200 ai 450 mg/L, l’acqua di Milano è classificabile tra le acque oligominerali. Ha un ottimo pH: 7,7 e  un residuo fisso di 375 mg/L

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La terra promessa per vacanze caraibiche low cost, a poche ore dall’Italia

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Albania__ufficiale IG - Saranda

Difficile rinunciare a qualche giorno di vacanza, anche nei periodi di ristrettezze economiche. Pertanto si cerca di risparmiare cercando nuove mete più abbordabili rispetto a quelle conosciute da tutti ma altrettanto belle. Ecco allora una meta tutta da scoprire e non molto lontana dall’Italia.

La terra promessa per vacanze caraibiche low cost, a poche ore dall’Italia

# Al mare in Albania

PublicDomainPictures-pixabay – Albania

Fino a pochi anni fa in pochi avrebbero pensato all’Albania come destinazione turistica. Agli italiani si presenta come una meta vicina ma esotica, grazie al mare cristallino e montagne selvagge oltre che per un importante patrimonio storico artistico testimoniato da alcuni sui borghi. A questo va aggiunto il fatto che per una vacanza estiva ed economica rappresenta forse la soluzione migliore. 

# Qualche consiglio pratico per trovare spiagge e borghi

LediK-pixabay – Durazzo

Prendendo un traghetto da Trieste, Ancona, Bari o Brindisi si può arrivare a Durazzo o a Valona. La costa Adriatica albanese è bassa e sabbiosa, ma anche selvaggia, infatti più a nord ci sono zona paludose e lagune. Durazzo si presenta come una meta perfetta per le vacanze estive in famiglia. Tra i suoi punti forza il suo fascino romano e bizantino e il suo mare con la splendida Plazhi i Currilave quasi in centro città. Da qui, a meno di un’ora di macchina, vale la pena fare un viaggio per andare a visitare la capitale Tirana.

Credits: @sarande___albania Saranda

Se si stanno cercando luoghi dall’ambientazione caraibica bisogna dirigersi verso le coste ioniche, più a sud. Dopo Valona ci sono la Penisola di Karaburun con le sue grotte marine, Dhermi, Himare, Ksmail vicina al Parco Nazionale di Butrinto, e per concludere con Saranda, un piccolo gioiello con castelli su promontori circondati da acque cristalline e chiese ortodosse che sembrano dei fari visibili dalla costa.

# Una chicca incastonata tra le rocce dall’acqua cristallina

Credits: @ksamil_albania shpella e pellumbave

Le meraviglie non finiscono qui. A 15 minuti di auto dalla località di Saranda c’è Shpella e Pëllumbave, una piccola spiaggia incastonata tra le rocce della costa ionica, che letteralmente significa Grotta dei Piccioni. Una spiaggia assolutamente mozzafiato, con acque cristalline e perfette per nuotare e divertirsi al sole, nascosta e tranquilla, si può raggiungere nuotando dalla vicina Mirror Beach o parcheggiare a poca distanza per poi arrivarci a piedi. 

# Il costo medio per una settimana all inclusive è di 400/500 euro

Insomma scenari paradisiaci, ma quanto costa tutta questa bellezza? In Albania, come detto, i prezzi non sono ancora così alti. Per una settimana all inclusive si spende tra i 400 e i 500 euro, quindi comprensivi di volo/traghetto, soggiorno e pasti, dato che al momento il costo della vita è sensibilmente inferiore rispetto al nostro. 

Continua la lettura con: Volo intercontinentale low cost con l’America: la mia esperienza

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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Trasferirsi nell’hinterland? I 10 posti preferiti dai milanesi

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In un sondaggio abbiamo chiesto “Qual è il migliore paese dell’hinterland di Milano dove vivere?”. Questa è la classifica delle 10 risposte più gettonate.

Trasferirsi nell’hinterland? I 10 posti preferiti dai milanesi

 

#10 Arese, il paese dell’Alfa Romeo

Credits: maksibo.foto IG – Arese centro

Partiamo dalla coda delle classifica, dove troviamo Arese. Il comune a nord ovest di Milano è legato al marchio automobilistico Alfa Romeo, nato da queste parti nel 1910, e proprio qui sorge il museo dedicato oltre che alcuni residui dell’ex fabbrica ancora in via di riqualificazione. Degni di nota nel centro storico la piccola piazzetta con l’antistante chiesa dei Santi Pietro e Paolo e la Valera di Arese, una villa della metà del ‘700, con parco completamente cintato con numerose sale settecentesche e un giardino all’italiana.

Leggi anche: ALFA ROMEO: 111 anni di storia per il celebre marchio made in Milano

#9 Gaggiano, uno dei comuni più verdi dell’hinterland

hinterland

In nona posizione c’è Gacciano, a sud ovest di Milano ochi chilometri oltre Corsico. Questo paesino con poco meno di 10.000 abitanti è attraversato dal Naviglio Grande e con l’80% di spazio non urbanizzato è uno dei comuni più verdi di tutto l’hinterland. Al confine con il comune di Trezzano sul Naviglio è localizzato il Lago Boscaccio, un piccolo lago artificiale un tempo ex cava, e l’omonima cascina circondata su tre lati dall’acqua.

#8 Trezzano sul Naviglio, il borgo contadino fondato dagli “Avvocati”

Credits: https://primalamartesana.it – Trezzano Rosa

Eccoci all’ottava posizione. Trezzano sul Naviglio è un borgo contadino originariamente nato intorno al XIII secolo con il nome di Treciano e i cui primi fondatori furono gli Avvocati, una famiglia di proprietari terrieri della zona. Si è sviluppato intorno a due conventi, uno Certosino e l’altro Cistercense, in corrispondenza della costruzione del Naviglio Grande, e oggi strettamente legato a Milano per via della connessione con la Strada Statale Vigevanese e in futuro forse dalla linea M4.

#7 Locate di Triulzi, l’ultimo comune a sud-est della Città Metropolitana 

Credits: tripadsvisor – Castello Trivulzio

Al settimo posto c’è Locate di Triulzi, con poco più di 10.000 abitanti. Insieme ai comuni di Pieve Emanuele e Carpiano e  è l’ultimo paese della zona sud/sud-est della città metropolitana di Milano, quindi confina con la provincia di Pavia. La sua attrazione principale è il Castello Trivulzio risalente al XIV secolo e di recente il nuovo outlet a ridosso della stazione ferroviaria.

#6 Opera, il primo comune a sud di Milano verso Pavia

Credits: colliers – Opera

Salendo ancora di graduatoria troviamo Opera, il primo comune a sud dopo Milano, confina con Locate Triulzi. Famoso per ospitare il carcere più grande d’Italia, è un territorio di circa 14.000 abitanti con un’economia prettamente agricola. Tra le attrazioni di maggiore interesse ci sono il Santuario del XV secolo dedicato al culto Mariano e l’affresco di scuola leonardesca raffigurante Ludovico il Moro che supplica la Vergine al suo interno. Oggi è raggiungibile percorrendo la Via Ripamonti, in futuro la stessa arteria potrebbe essere percorso dal prolungamento del tram 24 o dalla futura M6 con interscambio dell’alta velocità verso Genova proprio con una stazione ad hoc nel comune.

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#5 Buccinasco, il comune dei laghi artificiali e delle cascine immerso nel Parco Agricolo Sud

Buccinasco mr.andreachessa IG

Il primo comune nella top five è Buccinasco, immerso nel Parco Agricolo Sud Milano per la metà della sua superficie: 637,4 ettari sui 1202. Sono presenti inoltre numerosi laghetti artificiali come i laghi Pastorini, il lago Santa Maria e il lago Marzabotto. La sua storia pare risalire addirittura all’epoca etrusca, intorno al 300-600 a.C. , quando nel territorio era presente un antico insediamento. Il numero di attrazioni è significativo data la sua limitata estensione, ci sono infatti molte cascine, di cui una decina in attività, ed edifici storici come il Castello Visconteo e Villa Durini Borromeo affacciata sul Naviglio Grande.

#4 Cernusco sul Naviglio, la meraviglia del Naviglio della Martesana

Credits:sissyros IG – Cernusco sul Naviglio

La medaglia di legno è di Cernusco sul Naviglio. I suoi punti di forza sono: la posizione strategica, tra tangenziale est e Linate e non lontano dalla linea M2, i paesaggi suggestivi grazie al passaggio del Naviglio della Martesana. A completare il quadro la meravigliosa architettura dei suoi storici palazzi come Villa Uboldo, Villa Ferrario e Palazzo Viganò.

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#3 Cassinetta di Lugagnano, famoso per le “ville di delizia” dei nobili milanesi

Credits: cristinanasi  IG – Cassinetta di Lugagnano

Sul gradino più basso del podio c’è il Comune di Cassinetta di Lugagnano, di poco meno di 2.000 abitanti. I due borghi un tempo erano divisi, Cassinetta e Lugagnano, e collegati tra di loro da un ponte a dorso d’asino sul Naviglio Grande ancora oggi esistente. Conosciuto per le residenze nobiliari estive sul Naviglio costruite nel ‘700, le “ville di delizia” appartenute alle più importanti famiglie milanesi, tra cui Visconti e Trivulzio. 

#2 Sesto San Giovanni, una “piccola metropoli” conurbata con Milano

Credits: wikipedia.org – Sesto San Giovanni

A un soffio dal primo posto Sesto San Giovanni. Il nome è frutto della combinazione tra Sesto, che indica la distanza in miglia dal centro di Milano, e San Giovanni, che ricorda la dipendenza di Sesto dalla Basilica di San Giovanni a Monza. Ancora oggi tra le 70 città più popolose d’Italia, oltre 78.000 abitanti, e primo nella cintura urbana milanese. Tra i poli di attrazione ci sono: il carroponte, dove si tengono concerti e eventi, il museo Campari, la Villa Falck e le infrastrutture industriali abbandonate dell’ex-area Falck in fase di rigenerazione con il grande progetto MilanoSesto.

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#1 Assago, luogo del primo tentativo di centro direzionale per la metropoli, è il luogo preferito dai milanesi dove trasferirsi fuori Milano

Assago elena_grossi IG

Assago è risultato essere il preferito dai milanesi e allo stesso tempo quello con il costo medio delle abitazioni più alto dell’hinterland. Del suo abitato storico si ha notizia fin dal XIII secolo, per l’esistenza di un monastero certosino, mentre negli anni ’80 del secolo scorso è stato il luogo prescelto per il primo tentativo di centro direzionale della metropoli con Milanofiori. La decisione fu fatta per via della favorevole posizione tra la tangenziale e l’asse dell’autostrada A7 per Pavia e Genova, a cui si sono aggiunte nel 2011 le due fermate della M2: quella a servizio degli uffici, MilanoFiori Nord, e quella di Milanofiori Forum, a servizio dell’impianto polifunzionale che ospita manifestazioni sportive, tra cui le partite casalinghe dell’Olimpia, concerti e congressi.

Continua la lettura con: La FUGA a BEREGUARDO: il piccolo paese che sfida MILANO

FABIO MARCOMIN

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La terrazza con piscina di Milano dove brindare al tramonto

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Vertigo by night

Immaginatevi i rooftop newyorkesi, le sensazione delle infinity pool di Bangkok e un’atmosfera rilassata tipica di Bali e poi trasportate tutto questo a Milano. È così che si presenta il rooftop cocktail bar più metropolitano della città.

La terrazza con piscina di Milano dove brindare al tramonto

# Vertigo: il rooftop cocktail bar in via Tortona, per sentirsi come a New York o a Bangkok

Credits: @nhow.hotel – Vertigo

Da quando ha inaugurato, nell’aprile 2023, il nuovo locale con terrazza panoramica e piscina del NHow Hotel Milano in via Tortona 35 ha subito fatto parlare di sé. Il progetto è stato sviluppato da Finint Investments SGR e realizzato in collaborazione con lo studio di architettura Park Associati ed è diventato in poco tempo un delle location ideali nelle calde giornate milanesi. Il nuovo rooftop cocktail bar del NHow Hotel si chiama Vertigo ed accoglie i suoi clienti in un mix di lusso, charme e divertimento.

A renderlo uno dei bar più instagrammabili della città sono la piscina a sfioro, la vista sullo skyline milanese e l’arredamento glamour, proposto al pubblico anche come location per eventi di tutti i tipi, sia privati sia organizzati dal locale stesso.

# Terrazza e Infinity Pool con vista sullo skyline milanese

Credits: @nhow.hotel – Vertigo

La terrazza è veramente immensa, si estende su una superficie di 750 metri quadri sul tetto dell’hotel e può ospitare fino a 200 persone. Si suddivide in più aree e tra queste spicca la vera chicca del locale: un Infinity Pool che regala la vista sullo skyline milanese. Si affiancano poi due piscine circolari e colorate, un’area solarium un ristorante e l’esclusivo cocktail bar.

saraepier IG – Vertigo

Le vasche sono riservate a chi ha una stanza nell’hotel. Un ruolo essenziale nel creare quell’atmosfera glamour che si respira da Vertigo è assegnato agli arredi ricercati. Il colore dominante è l’arancio, per ricordare quello che caratterizza il gruppo alberghiero NHow, alternato al grigio della pavimentazione e al magenta di qualche dettaglio. 

# Sapori internazionali mixati ai grandi valori della tradizione italiana

Credits: @nhow.hotel
Vertigo

Il locale mette a disposizione anche un ristorante con 60 posti a sedere e propone una cucina con piatti dai sapori internazionali che incontrano i grandi valori della tradizione italiana. I barman di Vertigo preparano invece drink studiati fino all’ultimo ingrediente e tra quelli da provare ci sono: lo Spring Night, realizzato con rum La Hechicera, cordiale di maracuja e pesca, gin Monkey 47, Roots Masthia alla melissa e succo di limone o il Reflection con vodka al faffir e Sichuan, Sherry Fino, Chartreuse gialla e soda.

Continua la lettura con: Il GIARDINO METROPOLITANO del COCKTAIL BAR nel centro di Milano

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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I falsi miti da sfatare su Milano una volta per tutte

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Credits: @milanesiamilano IG

Quello che i milanesi detestano più di ogni altra cosa è sentire critiche, soprattutto infondate, su Milano o le solite frasi stereotipate “ma a Milano c’è sempre la nebbia!”. È ora di rovesciare, una volta per tutte, questi falsi miti e luoghi comuni che continuano a caratterizzare Milano e i suoi cittadini. Scopriamo se, davanti a queste affermazioni che fanno venire la pelle d’oca ai milanesi, c’è veramente un fondo di verità o è tutta fuffa.

I falsi miti da sfatare su Milano una volta per tutte

# Milano non è una città d’arte

Galleria Vittorio Emanuele II

A qualcuno sarà capitato di ascoltare questa frase, così come “Milano è bella ma non c’è niente da fare”. Entrambe affermano due grosse falsità. Milano vanta un patrimonio artistico e culturale immenso che non ha nulla da invidiare ad altre bellissime città d’arte come Firenze o Roma. Non a caso, Milano è tra le città più visitate in Italia. Non solo: figura saldamente nella top 10 delle più visitate d’Europa. 

Dopotutto, è la capitale della moda, del lusso e del design. Ricca di fascino, Milano cerca sempre di migliorarsi e puntare alla modernità, mantenendo però il suo lato antico con le bellezze delle vie del centro storico, il Duomo e la Galleria, il Palazzo Reale e le sue mostre, lo storico Teatro Alla Scala e la Milano Romana. Milano è arte, sotto tutti i punti di vista.

# Milano è troppo dispersiva

Credits: @ior_leibler_photography
Metro Milano

Facciamo chiarezza: Milano può essere dispersiva per chi arriva dalla provincia. Ma non per i milanesi. Milano è sicuramente grande, non c’è dubbio. Ma non è nemmeno tra i primi 100 comuni per estensione territoriale. Per chi arriva da “fuori”, può sembrare un pochino disorientante i primi tempi, ma ben presto ci si rende conto di quanto Milano sia organizzata. Basti pensare alla rete di mezzi pubblici, la quale è considerata come la più efficiente e sviluppata d’Italia. È anche la più estesa d’Italia e arriva al 9° posto tra quelle europee. Milano offre tanti altri modi per azzerare le distanze come i car e i bike sharing.

# C’è sempre traffico

paradosso del traffico

Anche i milanesi spesso si lamentano del traffico, questo è vero. Ma spezzando una lancia a favore della città meneghina, ci sono città italiane messe peggio. Secondo il Tom Tom Index, nella classifica delle città italiane con più traffico, Milano si posiziona all’ottavo posto (al primo e secondo posto troviamo Palermo e Genova) e al 143° posto nella classifica mondiale, con un congestionamento del 23%. In più, rispetto al 2019, la città di Milano ha diminuito il traffico dell’8%.

# A Milano c’è la nebbia

Sono anni che questa affermazione non è più valida. Certo, potrebbe capitare di vedere ancora la nebbia ogni tanto ma la spessa coltre di nebbia onnipresente è ormai diventata un dolce ricordo. Negli anni ’90 gli anticicloni, la principale causa della formazione della nebbia, erano un fenomeno abbastanza frequente ma oggi gli inverni più piovosi e miti, uniti alle temperature più elevate ne impediscono la formazione.

# I milanesi sono troppo stakanovisti

Credits meeting Hub – Incontro di lavoro

Sarà che Milano è considerata la capitale finanziaria d’Italia, il luogo dove nascono il maggior numero di start up e affari, o forse è la serietà dei lavoratori milanesi che porta un po’ a pensare che l’unico pensiero del tipico milanese sia “lavoro, lavoro, lavoro” e niente vita sociale. Il luogo comune del milanese per eccellenza è il business man, immaginato sempre in giacca e cravatta. Ma in realtà, sono persone come tutte le altre. Lavorano, ma trovano anche il tempo per lo svago e il divertimento e la città offre diversi spunti per farlo. Anche ai milanesi piace uscire, staccare un po’ la spina e divertirsi.

# I milanesi sono freddi

Anche questo è falso. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ci sono “persone e persone”. Le persone fredde e distaccate sono dappertutto, non solo a Milano. Così come quelle allegre e accoglienti si possono trovare anche qui. Probabilmente, è sempre il luogo comune del milanese che pensa solo a lavorare a far pensare erroneamente che non abbiano tempo per la socialità, finendo così per venire etichettati come indifferenti e poco amichevoli.

Continua a leggere con: Le 7 COSE che i MILANESI AMANO di più di Milano

SELENE MANGIAROTTI

copyright milanocittastato.it

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Il passante strategico, la “sesta linea della metropolitana”: le tratte dove è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

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Tracciato passante di Milano
Credits: wikipedia.org - Tracciato passante di Milano

Il passante viaggia in larga parte sotto il centro urbano di Milano e unisce le linee ferroviarie provenienti da nord-ovest con quelle ad est e sud-est. Molti milanesi lo snobbano considerandolo un mezzo per pendolari. Pochi sanno invece che consente in certi tratti lo spostamento più veloce a Milano. 

Il passante strategico, la “sesta linea della metropolitana”: le tratte dove è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

Si tratta di un’infrastruttura ferroviaria quasi interamente sotterranea che attraversa la città di Milano da Nord-Ovest (Certosa e Bovisa) a Sud-Est (Rogoredo e Forlanini). Le 6 stazioni di P.ta Vittoria, Dateo, P.ta Venezia, Repubblica, P.ta Garibaldi, Lancetti sono servite dalle linee suburbane S1 (Saronno – Lodi), S2 (Seveso – Milano Rogoredo), S5 (Treviglio – Varese), S6 (Novara – Treviglio) e S13 (Milano Bovisa – Pavia), con una frequenza che arriva nella tratta Lancetti – Porta Vittoria, di un treno ogni 6 minuti.

Il passante è strategico a tal punto da essere più comodo e più rapido persino delle linee metropolitane, non per niente è considerato anch’esso un’ulteriore linea metropolitana anche se non così popolare, ed è l’unica infrastruttura trasportistica pesante che taglia la città in diagonale.

# La sesta linea metropolitana: i tratti più rapidi

passante strategico
Credits: milano.repubblica.com

Vediamo di dare concretezza a quanto detto sopra, prendendo in considerazione i tragitti compresi solo nel tratto comune, in ordine crescente in base al tempo di viaggio:

  • Tragitto Porta Vittoria-Lancetti: 2 alternative
    • Passante ferroviario, 5 fermate in 22 minuti
    • Linea circolare 91, 22 fermate in 42 minuti
  • Tragitto Dateo-Lancetti: 3 alternative
    • Passante ferroviario, 4 fermate in 20 minuti
    • Linea 92, 17 fermate in 35 minuti
    • M1+M3 (per un totale di 8 fermate) +linea 61 per 5 fermate in 51 minuti
  • Tragitto Porta Venezia-Lancetti: 3 alternative
    • Passante Ferroviario, 3 fermate in 18 minuti
    • Linea 33+2, 13 fermate in 35 minuti
    • Linea 9+92, 15 fermate in 38 minuti
  • Tragitto Repubblica-Lancetti: 2 alternative
    • Passante Ferroviario, 2 fermate in 16 minuti
    • Linea 10+92, 12 fermate in 31 minuti
  • Tragitto Porta Garibaldi-Porta Venezia: 3 alternative
    • Passante Ferroviario, 2 fermate in 3 minuti
    • Linee 33, 8 fermate in 19 minuti
    • M1-M2, 9 fermate in 29 minuti
Credits: wikipedia.org

Facendo un’altra prova, usciamo dal tratto comune del passante in direzione nord-ovest e prendiamo la tratta Repubblica-Rho Fiera:
– Passante Ferroviario, 5  fermate in 25 minuti
– M1-M3, 19 fermate in 37 minuti

Facciamo un’ultima prova, usciamo dal passante sia al punto di partenza che a destinazione e percorriamo la tratta Rogoredo-Rho Fiera:
– Passante Ferroviario (suburbana), 10 fermate in 31-38 minuti
– M1-M3, 24 fermate in 41 minuti

# Conclusioni

In ogni caso analizzato si verifica un risparmio in termini di tempo e di numero di fermate, oltre alla comodità in termini di spazi sia a livello di stazioni che di treni rispetto ad una classica linea metropolitana.

ULTERIORE PUNTO DI FORZA
Nel tratto compreso tra Porta Venezia e Porta Garibaldi, c’è la possibilità, a distanza di una fermata l’una dall’altra, di scambiare con tutte e 5 le linee metropolitane. Dall’apertura della M4 il tratto in considerazione è stato esteso ad un’altra fermata, quella di Dateo, facendo così diventare il Passante un Hub per interscambiare con tutto il sistema di metropolitane.

COSA MIGLIORARE
Il passante è una struttura relativamente sconosciuta e non adeguatamente sfruttata da pendolari e milanesi, forse anche perché risulta quasi un “corpo estraneo”: una soluzione potrebbe essere il passaggio della gestione in capo ad ATM con relativo adeguamento di tornelli, segnaletica, grafica e colori che richiamino alle linee metropolitane, oltre all’indicazione sulla cartina dei trasporti per farla riconoscere a tutti come un’altra linea a tutti gli effetti.

Continua la lettura con: Sul Passante di Milano si viaggia gratis?

FABIO MARCOMIN

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Il Duomo di Milano: poteva avere un volto diverso. Queste le facciate alternative (Immagini)

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wikipedia - Duomo alla fine del '700

Prima di arrivare all’aspetto che tutti conosciamo oggi, il simbolo della nostra città è passato attraverso secoli di lavori. La facciata avrebbe potuto però essere completamente diversa. Scopriamo la sua evoluzione nel tempo e i progetti alternativi presentati.

Il Duomo di Milano: poteva avere un volto diverso. Queste le facciate alternative (Immagini)

# Una storia lunga secoli e ancora in corso

wikipedia – Duomo alla fine del ‘700

La costruzione del Duomo di Milano è iniziata ufficialmente nel 1386 con la decisione di realizzarlo al posto delle antiche basiliche di Santa Maria Maggiore e di Santa Tecla. I resti di entrambe e del Battistero di San Giovanni alle Fonti sono visibili ancora oggi. I lavori proseguirono fino alla fine del secolo con l’inglobamento della vecchia cattedrale di Santa Maria Maggiore, poco alla volta demolita, ma per molto tempo rimase la facciata. Alla fine del ‘500 si iniziò a progettare quella nuova, gettandone le fondamenta mentre quella vecchia era stata ricostruita più avanti rispetto alla collocazione originaria prima della definitiva demolizione avvenuta poi solo nel 1863. 

# Il primi progetti di facciata

wikipedia – Progetto Tibaldi

Tra i primi progetti documentati troviamo quello di Pellegrino Tibaldi del 1580, basato su un basamento a due piani animato da colonne corinzie giganti e con un’edicola in corrispondenza della navata centrale, affiancata da obelischi. A seguire fu Martino Bassi a proporne un altro dopo, dopo la morte Carlo Borromeo nel 1584 e l’allontanamento del suo protetto Tibaldi.

# Dalla proposta del Buzzi al Vittone

wikipedia – Progetto Duomo Richini

Nel 1607 partirono i lavori sul lato settentrionale per realizzarla in base al progetto del Tibaldi, ma con alcune modifiche proposte dal Richini e da Alessandro Bisnati, in particolare per l’ordine superiore.

Nel 1649 il nuovo architetto della Fabbrica Carlo Buzzi prepara una sorpresa rivoluzionaria per l’ingresso a Milano della regina Maria Anna d’Austria, seconda moglie di Filippo IV: riprendere l’antica impostazione gotica del Duomo con due grandi pilastroni affiancati al portale centrale.

 

A queste seguiranno altri progetti, più distanti come quello di Francesco Castelli del 1651, di Juvarra nel 1933, del Vanvitelli nel 1745 e del Vittone nel 1746. 

# La ripresa dei lavori di Soave e il completamento della facciata su ordine di Napoleone

Urbanfile – Cagnola e Soave

Per arrivare a vedere la realizzazione di un progetto definitivo della facciata si dovrà la fine del Settecento quando Francesco Soave riprende i lavori, seguente il vecchio progetto del Buzzi adottando una soluzione più semplice. Fu solo poi per iniziativa di Napoleone, alla vigilia della sua incoronazione a Re d’Italia, a venirne intrapreso il completamento

# Il concorso internazionale del 1886 che poteva stravolgerla 

wikipedia – Duomo Brentano

Un concorso internazionale dell’allora “Grande Fabbrica” nel 1886 avrebbe potuto rimescolare tutto di nuovo. L’obiettivo era infatti quello di rifare la facciata in stile gotico e a vincere fu il progetto concepito a modello delle cattedrali francesi di Giuseppe Brentano, un giovane allievo di Boito. A causa della sua prematura scomparsa però non se non fece nulla se non alcune modifiche al costruito dell’epoca e inserimenti. 

Tra gli architetti a partecipare alla selezione ci fu anche Beltrami, che si occupò di salvare e di restaurare il Castello Sforzesco. I lavori del Duomo di Milano si conclusero definitivamente nel 1965, con la realizzazione dell’ultima porta verso sud sempre a seguito di un concorso, e oggi proseguono con il suo continuo restauro ad opera della Veneranda Fabbrica.

Continua la lettura con: Il BOSCHETTO di MONTAGNA in PIAZZA DUOMO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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