Mid Term SALA: 10 problemi irrisolti che mettono a rischio la sua rielezione

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Milano è nell’età dell’oro. L’età dell’oro è uno stato di grazia, dove tutto sembra andare alla grande e pare impossibile pensare o dire qualcosa di male. Ecco, noi temiamo che il rischio di Milano sia di perdere questa età dell’oro proprio per la paura di vedere e di dire che ci sono cose che devono andare meglio. Per questo ci sentiamo di dire che il mandato di Sala ha sì prodotto luci, però ci sono delle ombre che mettono a rischio l’età dell’oro di Milano e il futuro politico del suo sindaco. Vedremo se riuscirà a rimediare nella parte finale del suo mandato

Mid Term SALA: 10 problemi irrisolti che mettono a rischio la sua rielezione

#1. Milano tra le città più inquinate d’Europa

“La questione del global warming deve essere primaria in un paese serio!” ha annunciato Sala. Condividiamo al 100% le sue preoccupazioni sulle tematiche ambientali globali, ma forse occorre prima pensare a casa propria. Triste ammetterlo ma Milano sta perdendo la battaglia contro lo smog, restando stabilmente agli ultimi posti in Italia e in Europa per la qualità dell’aria che respiriamo: Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), a causa dell’inquinamento dell’aria ogni milanese perde in media circa un anno
di vita. Considerando che ogni persona ogni giorno a fronte di circa 2 litri di acqua, ingerisce dai 10000 ai 15000 litri di aria, si capisce quanto primario sia risolvere questo problema per il primo cittadino. Un problema primario che le principali città del mondo, in Europa e nel mondo, stanno affrontando in modo strutturale incentivando l’adozione di tecnologie innovative per depurare l’aria. Milano è latitante su un tema che potrebbe soffocare le ambizioni del nostro sindaco.

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#2. L’irrilevanza nazionale

Milano continua a farsi prendere a pesci in faccia dai governi nazionali. Non ci concedono nulla: il patto per Milano, firmato anche da Sala, che doveva fare piovere miliardi su Milano ma che è svanito nel nulla, il boicottaggio del governo per l’EMA, niente soldi per le Olimpiadi, la non presenza di Milano in nessun tavolo o questione gestita dal governo. Senza contare la mancata presa di posizione del sindaco su scelte del governo che possono compromettere per sempre il futuro di Milano, come politiche assistenziali che aggravano il deficit o iniziative di politica economica dannose per le imprese o per la Borsa che, non a caso, ha sede nella nostra città. Di tutto questo il sindaco potrebbe essere chiamato a risponderne dai suoi cittadini.

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#3. La latitanza nell’area metropolitana

Sala è sindaco della città metropolitana ma è diffusa la sensazione che non abbia mai messo piede al di fuori dell’area comunale. E’ vero che il sindaco di Milano viene eletto solo dai cittadini residenti nell’area urbana però la sua latitanza in una funzione che riguarda comunque gli interessi dei milanesi potrebbe essere giudicata male da molti elettori. Specie quelli che intendono il sindaco più come un apostolo degli interessi di Milano che come un macchinista.

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#4. Le periferie

Per molti aspetti è come se esistesse il centro di Milano, all’interno della cerchia dei navigli, e il resto del mondo. Molte delle iniziative più celebrate dalla giunta impattano positivamente per chi abita in zone centrali e ben servite dai mezzi pubblici, ma a un prezzo che spesso viene pagato da chi vive in aree più disagiate. Un esempio è l’area C che penalizza chi vive al di fuori del centro sia come costo di accesso che per il maggiore traffico che si riversa oltre l’area più tutelata. Anche le iniziative prese per ridurre la mobilità in città delle automobili, agevolano la qualità della vita di chi abita in zone centrali o ben servite dalla metropolitana, ma aggravano i disagi di quelli che vivono più lontano e che sono costretti ad usare l’auto per poter lavorare o per potersi muovere senza dover metterci ore in bus o in bicicletta. Nella comunicazione del Comune il “piano periferie” si chiama ora “piano quartieri“: rimozione o segnale di resa?

#5. Il “perchè sì?”

“Ci sono persone che si chiedono perchè no? E quelli che si chiedono perchè sì?”. Il sindaco è più vicino al secondo tipo di persone. Questo approccio di chiusura verso la novità rischia di tradursi in una scarsità di progetti realmente innovativi e ambiziosi, che alla lunga potrebbe pesare nel giudizio della città più ambiziosa e più orientata al futuro in Italia.

#6. Una città sempre più per ricchi (che vivono di rendita)

La capitale morale, del lavoro e delle start up sta diventando sempre meno accessibile. I prezzi degli affitti stanno volando alle stelle e, in un confronto internazionale, Milano è ai primi posti nel rapporto prezzo delle case in rapporto allo stipendio medio, specie dei più giovani. Una città che rischia di tenere lontano startupper, studenti, freelance e, in generale, chi ha idee e voglia di mettersi in gioco rischia di avvitarsi in un declino irreversibile.

#7. La promessa mancata di Milano Città Stato

Ai milanesi non piace chi si rimangia la parola. Il giorno prima del ballottaggio che lo ha visto vincitore, il sindaco ha annunciato il suo sostegno all’istanza di Milano città stato: “Se sarò Sindaco, mi impegnerò personalmente ad individuare la strada più corretta per fare in modo che Milano acquisisca quell’autonomia che consentirebbe alla città di dare vita ad una nuova stagione di investimenti in innovazione, sostenibilità, inclusione ed internazionalizzazione”, per poi concludere scrivendo: “Rendiamo il più concreto possibile lo status speciale che desideriamo per Milano e sottoponiamola al vaglio dei nostri concittadini organizzando uno o più momenti di partecipazione e deliberazione.
Possiamo fare del 2017 l’anno in cui i milanesi hanno la possibilità di prendere in mano su queste basi il futuro della città. Proviamoci”.
Il 2017 è alle spalle e nulla si è visto. Nelle elezioni qualcuno potrebbe ricordare questa promessa del marinaio.

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#8. Il manto stradale

Lo stato del manto stradale di Milano è imbarazzante.

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#9 La riapertura dei Navigli e la strategia dei rendering

Era stato uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale del 2016. Ma malgrado la promessa al momento del dunque il progetto che fa sognare molti milanesi è stato rimesso nel cassetto. In un’intervista il sindaco ha anche detto che sta pensando di ritornare sul tema nella prossima campagna elettorale. Ma se lo facesse rischia l’effetto boomerang. Così in molti nel suo entourage temono che vengano smascherati molti progetti presentati e diffusi con rendering strabilianti ma di cui si sono poi perse le tracce. Come il fantasmagorico Colosseo Verde: dopo anni resta solo un luogo chiuso al posto di un gioiellino unico quale era il Vivaio Riva. In campagna elettorale molti potrebbero ipotizzare che la propaganda ecologista sia stata usata a volte a sproposito, per nascondere speculazioni immobiliari.

#10 Caro biglietti e Area B

A Santiago il rialzo dei prezzi dei biglietti ha portato alla rivolta nelle strade la popolazione. A Milano c’è stata una polemica subito silenziata anche attraverso la promessa di future ricadute positive, anche sul bilancio del Comune. Le prime proiezioni sembrano però sollevare alcune ombre, come quelle che aleggiano sui risultati dell’Area B che fino non sembra aver avuto alcuni impatto sull’inquinamento. Mentre lo ha avuto come disagio per chi arriva dall’hinterland o dalle periferie ma non può permettersi un’auto nuova.

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