L’ARENA dei milanesi: Napoleone la volle come teatro di feste, corse dei carri e battaglie navali

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1807. Milano è capitale del Regno d’Italia, sotto la dominazione francese. Napoleone si era innamorato di Milano e fra le molte opere realizzate in città aggiunse anche l’Arena.

Il progetto era di Canonica che per volontà di Napoleone doveva avere la forma dell’anfiteatro per richiamarsi all’Impero Romano. Canonica si ispirò al circo di Massenzio di Roma e poteva contenere fino a 30.000 spettatori, ossia un quarto della popolazione di Milano dell’epoca.

Credits: milanoalquadrato.it – Una stampa immortala l’aspetto di come si presentava l’Arena all’atto dell’inaugurazione

L’opera fu completata in soli due anni e venne inaugurata il 17 dicembre del 1807 con una battaglia navale, alla presenza di Napoleone in visita a Milano per festeggiare la nascita del figlio. Infatti l’arena poteva essere riempita d’acqua, grazie al torrente Nirone che scorreva nei pressi, per mettere in scena spettacoli con le barche, le cosiddette naumachie. Le cronache narrano che il giorno dell’inaugurazione ci furono almeno 18 mila persone assiepate sulle tribune. Oltre alle battaglie navali l’arena ospitò manifestazioni teatrali, corse di cavalli e di bighe e giochi pirotecnici.

Anche dopo la caduta di Napoleone proseguirono questi tipi di spettacoli a cui si aggiunsero eventi a sorpresa, come il circo western di Buffalo Bill, nel 1894 e nel 1906.

L’edificio venne acquisito nel 1870 dal comune di Milano e fu denominato Arena Civica.

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Nei primi anni del novecento l’Arena divenne lo stadio di calcio di Milano. Il 15 maggio 1910 la nazionale italiana sconfisse quella francese per 6 a 2. Dal 1930 al 1958 ospitò le partite dell’Inter: l’ultima fu la gara d’andata della finale della Coppa delle Fiere in cui l’Inter sconfisse i francesi del Lione per 7 a 0.

Nel 2002 l’Arena fu intitolata al giornalista Gianni Brera, con questa motivazione dell’allora sindaco Albertini: «È giusto che sia l’Arena, un pezzo di storia di Milano, più che uno stadio moderno, ad essere intitolata dalla città al suo Giovanni Brera fu Carlo», per la capacità di Brera di «andare oltre le tradizioni locali, comprendendo la lettura attenta della nostra società e spingendosi anche al di là dei nostri confini. Arena Civica era una definizione troppo formale, finalmente questo luogo ha un nome che sa di grande umanità e dedizione allo sport».

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