La prigione senza sbarre: lavoro e relax per i detenuti norvegesi

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Vi sembrano cartoline da una vacanza dai fiordi norvegesi? Non è dunque un caso se Bastøy  è considerato da tutti il carcere più bello del mondo: non ha sbarre né celle ma cottage in cui i detenuti vivono liberi.

All’interno si trovano 115 detenuti ed il loro numero è mantenuto costante (in tutta la Norvegia ce ne sono 3.872). Detenuti che possono farci invidia a vedere immagini come questa di Mauro di Lauro/Getty Images [foto sotto]

BastoyNorwayA chi avesse impresse le immagini delle carceri sovraffollate italiane, la  Norvegia risponde con quello che per molti è “il carcere di lusso”, la prigione in cui tutti vorrebbero entrare.

E Bastøy è un autentico modello mondiale per tutta queste sue caratteristiche.

Innanzitutto, questa colonia è di minima sicurezza. Lo è dal 1988.

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bastoy0Si trova sulla Bastøy isola, in mezzo al fiordo di Oslo.

I 115 detenuti vivono in piccoli cottage dotati di letto, armadio, Tv, computer e toilette costantemente pulite. Ma attenzione, la vita dei detenuti non consiste nel trascorrere il tempo su una branda all’aria aperta, anzi. Tutti lavorano nell’azienda della prigione e con quello che guadagnano, 8 euro al giorno, possono pure concedersi qualche sfizio, ad esempio acquistarsi una bicicletta come quelle su cui sfrecciano nelle ore libere che sono dopo le 8 ore di lavoro standard ed entro le 23 e dopo le 7 del mattino. In quel lasso di tempo hanno infatti l’obbligo di dimora nel loro cottage.

Ma prendono anche il sole, giocano a tennis, vanno a pesca, fanno passeggiate a cavallo, insomma, hanno il momento per i loro hobby.

Bastoy-prigione-Norvegia-001-jpg_110704“La prigione assicura inoltre 24 euro extra ogni settimana da spendere per colazione, pranzo e magari una scheda telefonica da usare nelle cabine che hanno a disposizione a orari predefiniti. Sull’isola lavorano 69 persone tra guardie e personale. Solo cinque di loro si fermano la notte e non sono armati. In fondo, perché scappare da qui? D’estate capita di scorgere i detenuti in acqua. «Uno di loro faceva il giro completo dell’isola a nuoto – ci racconta Tom -, nuotava e basta». In fondo, da qui chi vorrebbe fuggire?”, prosegue il reportage. E a ragione.

A chi pensa poi che coccole e vizi producano l’effetto contrario, rispondo i dati forniti dalla struttura detentiva: dei suoi ex ospiti i casi di recidiva sono stati del 16 per cento contro una media europea del 75 per cento. Anche perchè il segreto consiste nell’alternare lavoro e piacere, molto diverso rispetto ad altri modelli che si basano si basano su una detenzione priva di lavoro, che finisce con il gravare solo sul contribuente e di mantenere il carcerato in uno stato di incapacità. Incapacità che lo porta, una volta tornato in libertà, a tornare a delinquere.

Certamente non parliamo di serial killer o latitanti mafiosi: i detenuti che arrivano sull’isola di Bastøy hanno già scontato la maggior parte della pena altrove.

d0659fe6-8e6c-4f4a-ae4f-33561ba3cd8bMa Bastøy non è un luogo di vacanza: possono rimanere al massimo cinque anni e devono dimostrare un forte desiderio di migliorarsi. Indipendentemente dal reato commesso, ognuno di loro deve scrivere una lettera motivazionale per entrare e deve dimenticare il proprio passato.

“La struttura costa allo Stato circa 8 milioni di euro l’anno, su un investimento totale nelle carceri di circa due miliardi. L’Italia ne spende tre, ma di detenuti ne ha 53mila” spiega Il Corriere.it nel bel reportage che racconta anche l’impegno sostenibile di questa struttura dove quasi tutto è di legno e viene riutilizzato.

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Insomma, Bastøy è il luogo in cui lavorare serenamente sul presente per gettare le basi di un domani migliore, per se stesso e per gli altri. 

E questo video-racconto bene lo racconta:


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Paola Perfetti
Giornalista, content editor, pr, social media manager. Dopo aver avviato alcune start up editoriali ho preso l'arte – in cui sono laureata – e non l'ho messa da parte: nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea.com. Perché sono innamorata cotta di Milano.