I QUARTIERI di Milano: il significato dei loro nomi

Alcuni quartieri di Milano hanno nomi davvero insoliti e, se per alcuni è semplice intuire la loro origine, per altri invece è tutt’altro che scontato.

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Murales al quartiere Ortica

I nomi dei quartieri di Milano raccontano la storia della nostra città: una storia fatta di cascine dimenticate, boschetti, borghi storici e piccoli centri fondati secoli fa, dai celti, dai romani o dai longobardi. Andando ad indagare si svela un passato molto affascinante, anche solo partendo dai nomi più curiosi.

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I QUARTIERI di Milano: il significato dei loro nomi

# Cordusio: alla corte dei duchi

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Perché la piazza che dà il nome a questo quartiere si chiama così? Bisogna tornare indietro nel tempo, fino ai longobardi, quando questa era la sede della Curia Ducis, ossia della corte dei duchi. Nel corso dei secoli, il nome si è evoluto da Cortedoxi a Corduce, per poi arrivare a Corduso e al contemporaneo Cordusio.

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# Crocetta: per i malati che restavano a casa

Credits: foursquare – Crocetta

Una croce nel quartiere di Crocetta c’era sul serio, dove oggi invece sta la statua di San Calimero. Nello specifico, si trattava di una croce stazionale: una croce che svolgeva la funzione di chiesa all’aperto e che era utile per i malati che volevano assistere alla messa rimanendo comunque a casa (specialmente quando la città era infestata dalla peste).

# Turro: la torre del toro

turro
Credits: tripadvisor.com

Durante il medioevo qui doveva esserci un centro abitato con una torre di avvistamento o di difesa, indicata nelle carte antiche come “Taura Turris”: la Torre del Toro.

# Cimiano: prossimo a Milano

Deriva da “cimiliano”, ossia “prossimo a Milano”.

# Crescenzago: il campo di Crescenzio

Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 3

Il nome è aperto a due interpretazioni. Probabilmente deriva dal latino “Crescentii Ager”, ossia “campo di Crescenzio”, ma allo stesso tempo il suffisso “-ago” farebbe intuire un’origine celtica, anteriore a quella romana. Il celtico “-akos” indicava una proprietà terriera, quindi anche in questa versione il misterioso Crescenzio rimane il proprietario del “campo”.

# Greco: il territorio dei greci

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Anche l’origine di questo quartiere ha due versioni: secondo la più letterale, nella zona ci sarebbe stato uno stanziamento di greci in epoca romana, mentre l’altra (più affidabile) fa derivare il nome dalla famiglia Greco, che supervisionava il territorio come vassalla.

# Rottole: le grandi pietre

rottole - spazzini
rottole – spazzini

“Rottole” potrebbe prendere il nome da un re longobardo: Rotari, al quale si deve il merito di aver reintrodotto le vie romane negli itinerari commerciali. Secondo un’altra interpretazione deriva dal dialetto “rotul”, termine che si riferisce alle grandi pietre utilizzate dagli Antichi Romani per la costruzione delle strade.

# Ortica: l’orto del Lambro

Niente di più semplice: “Ortica” è una derivazione della parola “orto”, anche grazie al fatto che il suo territorio è irrigato dal fiume Lambro.

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# Taliedo: dove crescono i tigli

taliedo (via Mecenate)
taliedo (via Mecenate)

Ma anche Nosedo, Castagnedo, Rogoredo… Cos’hanno in comune questi quartieri del Municipio 4? Il fatto che i loro nomi derivino da piante e alberi: Taliedo viene da “tilietum” (albero di tiglio), Nosedo da “nocetum” (bosco di noci), Castagnedo da “bosco di castagni” e Rogoredo da “ robur” (bosco di roveri).

# Morivione: dove è morto il bandito Vione

L’origine del nome “Morivione” è tra le più pittoresche. Si racconta infatti che, nel lontano 1336, proprio qui l’esercito dei Visconti riuscì a sconfiggere un gruppo di banditi, capitanati da tale Vione. Per celebrare l’evento venne posizionata una pietra, oggi scomparsa, con incisa la scritta “Qui morì Vione”: da qui la contrazione di “Morivione”.

# Gratosoglio: il suolo fertile

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Il nome “Gratosoglio” non ha un suono evocativo, eppure il suo significato indica un luogo bello e piacevole, dal latino “gratum solium”. È così che San Barnaba, mentre passava per Milano (era il 13 marzo del 51 d.C., giorno del Tredesin de Mars), definì questa zona, ricca di campi fertili e di acque.

# Conca Fallata: il canale sbagliato

conca fallata
Conca fallata

È facile intuire che questo quartiere si chiami così per la presenza di una conca di navigazione, ma perché definirla “fallata”? Questa conca, costruita lungo il Naviglio Pavese alla fine del Cinquecento, venne considerata inutile dai milanesi, visto che il naviglio pavese si interruppe subito dopo per il fallimento dei lavori: una conca superflua e per questo “fallata”, ossia sbagliata

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# Boffalora: la zona dei bufali (o del vento)

Difficile capire da dove arrivi il nome “Boffalora”. Secondo alcune versioni deriva dal latino “Bufalus Ora”, ossia “zona dei bufali” (cosa non inverosimile durante l’Alto Medioevo, quando la zona era molto verde e paludosa), mentre in altre l’origine è da ritrovare nelle parole “boffa l’ora” (“soffia il vento”).

# Monlué: il monte dei lupi

Il nome del quartiere e del suo parco deriva dal latino “Mons luparium”, ossia “monte dei lupi”, segno che questa zona in tempi antichi doveva essere particolarmente selvaggia.

# Pratocentenaro: il prato dei centenari

Anche il nome di questo quartiere è di origine longobarda: deriva dal ruolo del “centenaro”, una figura che all’epoca aveva il compito di regolare una “centona”, ossia un distretto abitato da cento famiglie. Qui un tempo doveva essersi un “prato” dove tutti i centenari si riunivano per l’assegnazione delle terre.

# Ronchetto sul Naviglio: il terrazzamento sul fiume

Il nome deriva dal dialetto “ronch”, ad indicare un campo o un terrazzamento.

# Arzaga: la cascina

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Il quartiere ha preso il suo nome dall’omonima cascina, oggi scomparsa in seguito al suo abbattimento durante gli anni Sessanta. Un vero peccato, dato che l’edificio aveva un fascino neogotico non indifferente, e soprattutto insolito per una cascina.

# Quarto Cagnino: la tenuta di cani a quattro miglia da Milano

Come per tutti gli altri “Quarto”, anche Quarto Cagnino si chiama così perché si trova a quattro miglia dal centro di Milano (che in epoca antica era Piazza Cordusio). La parola “Cagnino”, invece, potrebbe essere un riferimento alla tenuta di cani che Bernabò Visconti aveva fatto costruire proprio in zona.

# Quarto Oggiaro: il luogo di Uglerio a quattro miglia da Milano

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

Proprio come Quarto Cagnino, anche Quarto Oggiaro si chiama così perché dista a quattro miglia romane da Piazza Cordusio. “Oggiaro” invece deriverebbe da “Uglerio”, una persona non meglio identificata che in tempi remoti doveva essere importante per il territorio.

# Sella Nuova: la sala nuova

Dietro questo nome non c’è nessuna sella e nessun cavallo, ma una “Sala Nuova”, ossia un complesso architettonico che all’epoca doveva comprendere sia la dimora signorile della nobile famiglia Torriani (poi passata ai Visconti), sia un deposito alimentare.

# QT8: per l’ottava edizione della Triennale

Questa misteriosa sigla sta per Quartiere Triennale 8, progettato nel 1947 in occasione dell’ottava edizione della Triennale.

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# Baggio: bada al luogo

piazza d'armi

Secondo alcune teorie, “Baggio” deriva da una torre militare di epoca romana chiamata “Badalocum” (ossia “bada al luogo”), mentre secondo altre ci sarebbe stata un’abbazia denominata “badia aggeris”.

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# Musocco: l’acquitrino

quartieri

L’origine del nome “Musocco” potrebbe trarre in inganno. Infatti deriva dalla parola “musa”, che però non ha nulla a che fare con le dee della mitologia greca: infatti “musa” è qui inteso come “acquitrino”. Un tempo Musocco doveva una zona ricca di corsi d’acqua, che spesso portavano a degli impaludamenti.

# Brera: il terreno incolto

Credits Andrea Cherchi – Vicolo Brera

È uno dei quartieri simbolo di Milano, ma vi siete mai chiesti come mai si chiama in questo modo? Il nome deriva da braida, un termine di origine longobarda che indica un terreno incolto. Brera doveva essere molto diversa, in epoca medievale!

# Isola: separata dal resto di Milano

Il nome “Isola” racconta già molto di questo quartiere. L’isolamento risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando la zona era veramente separata dal resto di Milano a causa del Seveso e della Martesana (ora interrati) e della costruzione della ferrovia. Questo ha permesso al quartiere di seguire una propria identità, diventando una sorta di piccolo paese a sé stante all’interno dei confini di Milano.

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# Affori: al mercato antico

Credits Andrea Cherchi – Affori

L’origine del nome “Affori” ha ben tre ipotesi: la prima lo farebbe derivare dal latino “Ad forum”, ipotizzando l’esistenza di un mercato antico. La seconda punta su “Ad fontem”, per la presenza di numerose fonti risorgive. L’ultima invece si avvale dell’espressione “Sancta Iustina a foris”, ad indicare una chiesa che all’epoca era fuori dalle mura di Milano.

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VANESSA MARAN

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Vanessa Maran
Sono nata il giorno del Tredesin de Marz e il mio mondo è diviso tra la quotidianità di Milano e la vita da varesotta: per questo il treno è quasi diventato la mia seconda casa (nel bene e nel male). Trascorro le giornate facendomi schiavizzare dai miei gatti, leggendo fumetti e scrivendo il più possibile.