Una PASSEGGIATA tra le SCULTURE CAPOLAVORO di Milano

Un paio di gambe e la voglia di esplorare sono gli unici requisiti richiesti

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A Milano non c’è bisogno di entrare nei musei, per ammirare l’Arte con la “a” maiuscola: è sufficiente passeggiare tra le sue strade per imbattersi in sculture, statue e monumenti capaci di catturare l’attenzione dei milanesi e dei turisti. La città è un vero e proprio museo a cielo aperto e per girarlo non serve nemmeno il biglietto d’ingresso: un paio di gambe e la voglia di esplorare sono gli unici requisiti richiesti.

Una PASSEGGIATA tra le SCULTURE CAPOLAVORO di Milano

# DISCO DI ARNALDO POMODORO

Piazza Filippo Meda

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Allontanandosi di poco da Corso Vittorio Emanuele e andando verso la Casa del Manzoni, ci si imbatte in una piazza dominata dal disco bronzeo di Arnaldo Pomodoro (sua è anche la Torre a Spirale di fronte al Piccolo Teatro Strehler): alcuni ci vedono un sole metallico, altri un oggetto alieno precipitato sulla Terra.

# UOMO DI PIETRA

Corso Vittorio Emanuele II 13

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Conosciuto anche come “Scior Carera” o “Omm de Preja”, questa misteriosa scultura risale all’epoca romana e si trova in una delle vie più trafficate di Milano. Tuttavia, non sono in molti a far caso alla sua presenza.
In realtà solo il corpo dell’uomo in marmo appartiene al periodo dell’Antica Roma: la testa, infatti, è stata aggiunta durante il Medioevo, quando l’altorilievo venne dedicato all’arcivescovo Adelmanno Menclozzi. Ma perché viene chiamato “Scior Carera”? Per l’epigrafe in latino che lo accompagna: “Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est”. Il soprannome è dovuto alla prima parola dell’iscrizione, che può essere tradotta così: “Deve essere privo di ogni vizio chi si appresta a criticare un altro”.

# COLONNA DEL LEONE

Piazza San Babila

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Vedere la statua di un leone non è inusuale, a Venezia… ma a Milano?
Di fronte alla chiesa di Piazza San Babila si trova proprio un leone e la leggenda racconta che sia stato posizionato qui per ricordare una sconfitta veneziana inflitta da Milano. I veneziani si sarebbero preparati per attaccare la città durante la notte, ma i milanesi seppero difendersi e, anzi, contrattaccarono a tal punto che i nemici furono costretti a fuggire, lasciando dietro di sé il simbolo della loro città: un leone di pietra. Però il caratteristico leone veneziano è alato, al contrario di quello di Piazza San Babila, quindi l’origine della colonna è da ricercare da tutt’altra parte. La spiegazione in realtà è molto semplice: un tempo Milano era divisa in Sestieri e quello di Porta Orientale, che comprendeva anche la piazza, aveva come insegna proprio un leone.

# MÉRE UBU

Via Marina 2

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Non sono in molti a sapere che in zona Palestro si può ammirare una scultura del maestro surrealista Joan Mirò, nello specifico di fronte all’Archivio di Stato. La statua, Mére Ubu (in italiano “Madre Ubu”) rappresenta una figura misteriosa, a metà tra un essere umano e un uccello, e fa riferimento ad un testo teatrale che, a sua volta, prende ispirazione dallo shakespeariano “Macbeth”. Madre Ubu, quindi, sarebbe la versione surrealista della sanguinaria Lady Macbeth. La scultura venne donata dallo stesso Mirò alla città nel 1976.

# MONUMENTO A SANDRO PERTINI

Via Croce Rossa

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Lasciando Montenapoleone e andando verso Brera ci si imbatte in questo monumento di Aldo Rossi, dedicato al settimo Presidente della Repubblica: una fontana con una “finestra” triangolare dalla quale fuoriesce l’acqua. Il monumento ha creato fin dall’inizio numerose polemiche, tanto che nel 2010 si pensava di rimuoverla, ma alla fine la fontana venne restaurata: si trova ancora all’incrocio tra Via Monte Napoleone e Via Alessandro Manzoni.

# GRANDE TOSCANO

Piazza del Carmine

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Addentrandosi a Brera, fino a raggiungere la Chiesa di Santa Maria del Carmine, ci si imbatte in questa enigmatica scultura di Igor Mitoraj: un busto a metà che richiama la scultura classica, frammentato, al quale si aggiunge un volto all’altezza del cuore e un busto femminile con altri rimandi all’arte greca.

# L.O.V.E.

Piazza degli Affari

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Conosciuta da tutti come “Il dito”, questa è probabilmente una delle sculture a cielo aperto più famose di Milano: una critica irriverente di Maurizio Cattelan proprio davanti a Palazzo Mezzanotte, la sede della Borsa, sotto forma di una mano dalle dita amputate (ad eccezione del medio). Il vero nome dell’opera, “LOVE”, è un acronimo di Libertà, Odio, Vendetta ed Eternità.

Leggi anche: Storia e significato del più celebre dito di Milano

# AGO, FILO E NODO

 Piazzale Luigi Cadorna
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È una delle sculture più amate e odiate dai milanesi, ideata da Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen. La “doppia scultura” è formata da un ago gigante e da un filo tricolore che simboleggia le prime tre linee della metro milanese, ma non solo: l’opera vuole omaggiare Milano come capitale della moda, nonché la laboriosità dei suoi abitanti.

# IL SEME DELL’ALTISSIMO

 Viale Emilio Zola / angolo Viale Alemagna
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Dall’Expo Center, la grande scultura di Emilio Isgrò è stata spostata di fronte alla Triennale di Milano. La sua forma potrebbe lasciare perplessi, ma in realtà rappresenta un seme d’arancia ingrandito un miliardo e cinquecento milioni di volte e vuole essere un simbolo universale di vita.

# LA COLONNA DEL DIAVOLO

Piazza Sant’Ambrogio

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A questa colonna corinzia, risalente alla fine del III secolo, è legata una famosa leggenda meneghina: i due buchi tutt’ora presenti nella pietra sarebbero stati lasciati dalle corna del Diavolo in persona, quando questi vi rimase incastrato dopo essere stato scacciato da Sant’Ambrogio.

# LE TRE GRAZIE

Piazza Piemonte

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Nella stessa piazza che ospita i primi grattacieli di Milano si trova il gruppo delle Tre Grazie di Salvatore Fiume, composto da tre figure femminili, ognuna appartenente ad uno “stile” differente della storia dell’arte.

# MELA REINTEGRATA

 Piazza Duca d’Aosta
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In questa “piazza di passaggio” milanese, dove si trova l’impotente Stazione Centrale, è stata posizionata la Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto: una mela enorme che mostra ancora i segni del morso del Peccato Originale, ma che ritorna intera grazie ad una cucitura. Il messaggio di questa opera d’arte è positivo, la promessa che il Paradiso per gli esseri umani non è perduto.

# TORRE ARCOBALENO

 Via Giuseppe Ferrari 18

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Chi prende spesso il treno a Porta Garibaldi avrà sicuramente notato questa insolita torre. Costruita negli anni Sessanta come serbatoio per l’acqua, venne battezzata Torre Arcobaleno solo nel 1990, in occasione dei Mondiali di calcio, quando venne ristrutturata e rivestita di piastrelle di 14 colori diversi. Col tempo la struttura si deteriorò, ma in occasione di Expo si diede il via all’ultima ristrutturazione: in questo modo la torre spicca ancora dal grigiore dei binari ferroviari.

# MU 141

 Piazzale del Cimitero Monumentale

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Questa emblematica scultura è opera di Kengiro Azuma e si trova presso il Cimitero Monumentale di Milano. L’opera simboleggia un punto di incontro tra i vivi e i morti e alterna superfici lucide e lisce ad altre ruvide ed opache.

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# CAVALLO DI LEONARDO

 Piazzale dello Sport

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Il progetto del monumento equestre a Francesco Sforza venne abbandonato da Leonardo Da Vinci, anche perché molto ambizioso, ma oggi davanti all’Ippodromo del Galoppo si può comunque ammirare il cavallo da lui ideato. Questo grazie ad un americano appassionato di Leonardo, Charles Dent, che purtroppo morì prima di potere vedere l’opera completa. Il progetto venne preso in mano da Frederik Meijer, che finanziò la fusione di due cavalli: uno di questi venne per appunto donato alla città di Milano.

Leggi anche: La beffa del Cavallo di Leonardo a MilanoDov’è il cavallo di Leonardo?

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VANESSA MARAN

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Vanessa Maran
Sono nata il giorno del Tredesin de Marz e il mio mondo è diviso tra la quotidianità di Milano e la vita da varesotta: per questo il treno è quasi diventato la mia seconda casa (nel bene e nel male). Trascorro le giornate facendomi schiavizzare dai miei gatti, leggendo fumetti e scrivendo il più possibile.